06/03/2024
Porto Flavia, Italia
È stata una vera rivoluzione: più che una miniera, un porto sospeso in mezzo a una parete rocciosa, da cui parte un lunghissimo tunnel, un luogo che domina la costa dell'Iglesiente, nella parte sud-occidentale della Sardegna
Un tunnel lungo circa 600 metri, scavato nella roccia dai minatori, sbuca al centro di uno strapiombo che offre una vista mozzafiato sul suggestivo faraglione Pan di Zucchero, un monumento naturale di 132 metri modellato dal tempo. La miniera di Porto Flavia, all'interno del promontorio che domina Masua, nel territorio di Iglesias, costruita tra il 1922 e il 1924, è un'ardita opera sospesa tra cielo e mare, che consentiva il carico diretto di minerali, destinati alle fonderie nord-europee, sulle navi, riducendo drasticamente tempi e costi di trasporto.
Due tunnel sovrapposti si aprono a picco sul mare, intervallati da giganteschi silos capaci di contenere fino a 10mila tonnellate di materiale. Nella galleria superiore venivano caricati i silos, da quella inferiore, dotata di nastro trasportatore, piombo e zinco venivano caricati sui piroscafi grazie ad un braccio mobile. Il regista Cesare Vecelli progettò l'inedito capolavoro di ingegneria. Al 'porto' ha dato il nome della figlia, Flavia, che campeggia sulla torre in stile medievale all'imbocco della galleria. Per comprenderne la portata rivoluzionaria, immagina che fino ad allora i minerali venissero caricati a mano sulle galanze (navi a vela) e trasportati al porto di Carloforte, da dove partivano per il Continente.
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