18/06/2024
Da oggi le lavoratrici e i lavoratori addette/i alle biglietterie e all'accoglienza del Parco Archeologico di Pompei sono in stato di agitazione. Il 4 giugno è stata pubblicata la gara Consip per i servizi museali integrati del Parco, appalto da 30 milioni di euro. Nella gara il contratto di riferimento, però, non è il CCNL Federculture, ma ancora una volta il CCNL
Commercio, che garantisce maggiori guadagni all'azienda ma meno diritti al personale. Qualcuno potrebbe dire che gli è andata bene: ai lavoratori in appalto di un'altra gallina dalle uova d'oro, il Colosseo, è stato imposto l'ancor peggiore Multiservizi. Ma come fa notare il sindacato Cobas lavoro privato, non si capisce perché queste biglietterie, che garantirebbero introiti certi per lo Stato, debbano essere esternalizzate, coi lavoratori inquadrati con contratti non solo più bassi di quelli della Pubblica Amministrazione, ma neppure pensati per il settore culturale. Siamo in una fase per certi versi surreale, in cui da una parte il Ministero internalizza le biglietterie nei siti cosiddetti "minori", trasferendo il servizio online, internalizzando decine di lavoratori nella sua società in house Ales, lasciandone a casa altri (non sappiamo quanti, non lo sa neppure il MiC dato che non ha mai raccolto i dati), dall'altra nei musei che raccolgono milioni di visitatori l'anno (Uffizi, Pompei, Colosseo...) mantiene le biglietterie esternalizzate per altri 4, 5 anni, o più, chissà. A voler trovare un senso, lo si trova: il sistemi ministeriali di biglietteria sono già sotto stress e mostrano debolezze evidenti nei musei in cui sono applicati, e non sarebbero in grado di gestire volumi come quelli dei grandi musei in questione. E va bene. Ma allora, se il Ministero non è capace, per ora, di gestire queste biglietterie, perché ottusamente per 30 anni l'ha fatto fare ad altri, perché a pagare devono essere i lavoratori con contratti e salari sottodimensionati, proprio nei siti in cui la pressione turistica e lavorativa è più forte? Noi siamo con loro, fino allo sciopero, fino alla vittoria, che è la vittoria di tutti i cittadini e le cittadine italiane, per un patrimonio culturale al servizio della comunità, non del profitto privato.
