15/01/2025
🏁 🏆 64 giorni 12 ore 22 minuti 49 secondi. Con questo tempo totale, navigando all’incredibile velocità media di 17.8 nodi, Charlie Dalin vince ieri il Vendée Globe, giro del mondo a vela in solitario senza scalo, dopo una lunga sfida in primis con Yoann Richomme meritatissimo secondo e arrivato oggi. Il record precedente è battuto di ben 9 giorni, chapeau!
Queste competizioni offshore in solitario sono probabilmente tra i contesti che più stimolano innovazioni poi applicabili al mondo del diporto: pensiamo in passato alle vele avvolgibili, alle carene potenti e plananti, al doppio timone,… solo per citarne alcune.
Dal punto di vista delle vele quest’edizione è stata estremamente interessate, ecco alcune valutazioni a caldo che nel prossimo periodo approfondiremo:
1. il fatto che la classe Imoca (la classe di barche del Vendée) da tempo abbia scelto di vietare l’utilizzo della fibra di carbonio nelle vele mentre si stia diffondendo sempre più l’uso del Dyneema conferma ciò che sosteniamo da tempo: il full carbon – che andava di moda fino a poco tempo fa tra le principali velerie – spesso non è la soluzione più adeguata mentre la fibra di Dyneema, nelle sue varianti, ha potenzialità enormi. Non è un caso che come Banks siamo stati tra i primissimi a utilizzarla nelle nostre Membrane e oggi siamo in grado di mettere a disposizione dei nostri clienti un’esperienza più che decennale nella sua laminazione che è più complessa di altre fibre.
2. Le vele di prua non infierite (Headsail set flying per l’Orc) si sono molto evolute e hanno dimostrato un grade potenziale in termini di efficacia e facilità d’uso. In particolare il J0 (un grande fiocco volante) ha dimostrato un’incredibile versatilità dalla bolina con vento leggero, al traverso con vento medio, al lasco con vento medio-forte. Non è un caso se è con questa vela a riva che è stato polverizzato il record sulle 24 ore: ben 615 miglia. E’ una vela in cui noi crediamo molto anche per lo specifico della nostra zona. Stiamo sviluppando molto vari design di questa vela e siamo convinti che possa essere estremamente efficace anche per le regate d’altura a compenso, come abbiamo già sperimentato con successo lo scorso anno.
3. Il piano velico frazionato su vari stralli permette configurazioni a più vele di prua in contemporanea che in certe condizioni aumentano l’efficienza, la stabilità di rotta e la capacità di poggiare anche con vele tipo “Code” quindi avvolgibili e più semplici nella gestione di un asimmetrico.
4. Le celle di carico, sensori e fibre ottiche che monitorano le tensioni sono applicate a decine e decine sugli Imoca. La loro diffusione ha permesso lo sviluppo di versioni semplici e leggere per il diporto che danno un’incredibile sicurezza e la possibilità di regolazioni di vele, rigging e assetto molto più precise e soprattutto ripetibili. Stiamo utilizzando queste celle per la mura di Code 0, per stralli di prua ecc.. e possiamo orientarvi e realizzare la soluzione integrata più adatta al vostro uso.
Insomma una splendida regata con un enorme bagaglio di innovazioni validate sul campo, alcune delle quali possono migliorare di molto le nostre barche!
Se avete riflessioni o domande non esitate a proporcele, saremo ben contenti di ragionarci con voi e mettere a disposizione la nostra esperienza.