15/09/2024
Da Mostar a Dubrovnik in bicicletta lungo la mitica linea del Ćiro, una ferrovia che non corre più e che qui ha lasciato stazioni abbandonate e ponti sospesi dal tempo.
Le ruote corrono lungo terre ricche dei segni indelebili della Storia e delle storie, fatte di commerci, religioni, identità, contrasti e complessità.
Perdiamo lo sguardo lungo scenari estesi senza trovarne la fine, spazi dilatati nel silenzio più denso. Tratti nervosi che attraversano gli antichi viadotti e gallerie ancora buie scavate nella roccia carsica con le spalle l’imponente quadro delle Alpi Dinariche.
Oggi rimangono le stazioni vuote con pensiline dove il treno non passa più. Il vecchio percorso continua a seguire il lato meridionale della vasta piana del Popovo polje sotto lo sguardo di villaggi in pietra oramai abitati solo da pochi anziani. Arriva quindi quasi improvviso il contatto con la città.
Trebinje regala splendide combinazioni di atmosfere balcaniche e mediterranee, monasteri ortodossi e moschee, una piazza del mercato con i suoi enormi platani tra banchi di frutta e verdura, tabacco e lavanda.
Qui incontriamo persone ospitali dal cuore generoso che preparano il cibo del passato lavorando i frutti di una terra generosa e ricca di sapori autentici.
Valicando nuove frontiere rigide e lasciando il corso del treno, seguiamo l’ago della bussola che segna occidente. Un tempo per seguire le ultime anse del tracciato e uno per l’ultima Pivo. Ragusa di Dalmazia è lì a svelarsi d’improvviso bucando un muro azzurro di cielo e di Adriatico. La corsa del nostro treno si ferma alle mura di questa nobildonna del mare, accolti da un mare fumante e dal respiro di un cielo lunatico modellato da uno Jugo irrequieto. Parte2 🚴♀️