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20/01/2025
Olzai e Orani, con le loro maschere tradizionali del carnevale, saranno tra
gli ospiti de su"𝗖𝗔𝗥𝗥𝗔𝗦𝗘𝗚𝗔𝗥𝗘 𝗜𝗡 𝗠𝗔𝗖𝗨𝗠𝗘𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟱 "
𝐒𝐀𝐁𝐀𝐓𝐎 𝟎𝟏 𝐅𝐄𝐁𝐁𝐑𝐀𝐈𝐎 𝟐𝟎𝟐𝟓
Andiamo a conoscerle meglio:
𝐎𝐋𝐙𝐀𝐈
𝐌𝐀𝐈𝐌𝐎𝐍𝐄𝐒, 𝐌𝐔𝐑𝐑𝐎𝐍𝐀𝐑𝐙𝐎𝐒 𝐄 𝐈𝐍𝐓𝐈𝐍𝐓𝐎𝐒
𝐎𝐑𝐀𝐍𝐈
𝐒𝐔 𝐁𝐔𝐍𝐃𝐇𝐔
𝐌𝐀𝐈𝐌𝐎𝐍𝐄𝐒, 𝐌𝐔𝐑𝐑𝐎𝐍𝐀𝐑𝐙𝐎𝐒 𝐄 𝐈𝐍𝐓𝐈𝐍𝐓𝐎𝐒
Anche il carnevale di Olzai ha antichissime radici legate al mondo pagano e precristiano, testimoni di una religione arcaica basata su Madre Natura.
Inizia la domenica successiva al Giovedì Grasso e prosegue sino alla prima domenica di Quaresima. I protagonisti del carnevale di questo piccolo paese della Barbagia sono Sos Maimones, Sos Murronarzos e Sos Intintos.
Sos Maimones sono le maschere più trasgressive del carnevale barbaricino, mezzo uomini e mezzo fantocci dalle fattezze femminili, si muovono a saltelli, rappresentando il rito della fertilità; ogni tanto interrompono la f***e danza buttandosi uno sopra l'altro, formando Sa Nurra. Il Maimone olzaese è il seguace di Dionisio. Nel travestimento rappresenta con il suo rito di fertilità e la sua f***e danza la smania di essere posseduto dal Dio per divenire simile a lui, come avvenivano nel mondo greco le feste in onore di Dioniso.
Sos Murronarzos maschera sparita agli inizi del ‘900 perché definita molto violenta, è stata riscoperta qualche anno fa da un gruppo di appassionati delle tradizioni locali.
La maschera ha il muso di un maiale e le corna caprine. Essa è scolpita nel legno di pero selvatico e anticamente veniva dipinta con il sangue di capra. La memoria orale racconta che, un tempo, veniva usato addirittura un vero e proprio teschio di maiale.
Sos Murronarzos vengono legati con delle funi di cuoio (sas sokas) e maltrattati da uno o più guardiani. Rappresentano pertanto la morte del Dio, che deve morire per rinascere più forte e fecondo.
Infine Sos Intintos, con la faccia tinta dal sughero bruciato, fanno la loro comparsa il ''Mercoledì delle Ceneri'', molto apprezzate per la loro simpatia e spontaneità dei comportamenti.
Nel primo giorno di Quaresima, gli uomini, indossati gli abiti da lutto e intinta la faccia di nero (da qui il nome Sos intintos), portano a spasso per il paese una scala con legato sopra unu mamutzone, chiamato ''Juvanne Martis Sero'', un fantoccio oggi che al tramonto viene processato e condannato al rogo. Gli anziani raccontano che in passato al posto del fantoccio si mettesse sulla scala un uomo in carne ed ossa: nella giornata del Martedì grasso i giovani nell’ebrezza dei festeggiamenti del Carnevale andavano in giro alla ricerca del più ubriaco del paese, che aveva dunque la sventura di rappresentare Juvanne Martis Sero, col quale Sos intintos andavano in giro di casa in casa, chiedendo da mangiare e da bere.
Il Carnevale di Olzai, radicato nelle sue origini e arricchito da pratiche contemporanee, si distingue come una festa coinvolgente e vivace che continua a celebrare le sue tradizioni uniche nel contesto dei giorni nostri.
𝐒𝐔 𝐁𝐔𝐍𝐃𝐇𝐔
Le maschere del carnevale di Orani traggono le loro origini arcaiche dall’antica società agricola.
Su Bundhu indossa gli abiti tipici del contadino barbaricino, un cappotto di orbace largo e lungo su saccu de vresi , che può essere bianco (rappresentante la morte) o nero (rappresentante la fertilità), la camicia, i pantaloni di velluto e i gambali di cuoio. La maschera che gli copre il volto è di sughero, può essere colorata di rosso o può tenere il colore originale del sughero. Ha due lunghe corna, un grosso naso, pizzo e baffi.
Impugna su trivuzzu il forcone di legno tipico strumento dei contadini, col quale mima il rito della semina. Sono creature metà umana e metà bovine che portano gli abiti semplici di chi lavora nei campi.
Secondo la tradizione popolare, durante una notte tempestosa, un coraggioso contadino travestito da Bundhu convinse gli spiriti inquieti a rispettare la gente ed il raccolto. Sempre testimonianze della tradizione orale affermano che la maschera de su Bundhu si aggirava per le strade del paese di Orani insieme alla maschera di Su Maimone.
Anche Maimone ha la maschera in sughero, con più in testa sa peluchera fissata con chiodi di legno. Il vestito è fatto di pelli di vario tipo: volpe, capra, pecora, vitello. Sulle spalle (in coddos) ha due pelli di riccio che gli danno l'aria di un guerriero, in mano ha sa matzoca e punta anch'essa foderata con una pelle di riccio, e sulla schiena degli ossi di animali legati con degli intestini essiccati e conciati. Vari testi orali della tradizione sarda parlano di questa figura. Maimone rappresenta lo spirito della pioggia.
Nella loro rappresentazione, la mimica e le urla delle maschere rappresentano l'eterna lotta tra il bene e il male.
𝐔𝐧 𝐨𝐬𝐩𝐢𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐛𝐞𝐧 𝟏𝟎 𝐩𝐚𝐞𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐈𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐝𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐮𝐧 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 " 𝐋𝐚 𝐏𝐥𝐚𝐧𝐚𝐫𝐠𝐢𝐚" 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐚𝐝𝐫𝐢𝐧𝐚 𝐝'𝐞𝐜𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐌𝐀𝐑𝐈𝐀 𝐆𝐈𝐎𝐕𝐀𝐍𝐍𝐀 𝐂𝐇𝐄𝐑𝐂𝐇𝐈, 𝐢𝐥𝐥𝐮𝐦𝐢𝐧𝐞𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐞𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝i "𝐂𝐀𝐑𝐑𝐀𝐒𝐄𝐆𝐀𝐑𝐄 𝐈𝐍 𝐌𝐀𝐂𝐔𝐌𝐄𝐑𝐄". 𝐌𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐟𝐢𝐧𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐪𝐮ì, 𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐞𝐫à 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐛𝐚𝐥𝐥𝐢 𝐢𝐧 "𝐏𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐂𝐚𝐝𝐮𝐭𝐢 𝐬𝐮𝐥 𝐋𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨" 𝐝𝐞𝐥 "𝐆𝐫𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐀𝐌𝐈𝐆𝐎𝐒 𝐃𝐄 𝐓𝐑𝐀𝐃𝐈𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄".
𝗖𝗔𝗥𝗥𝗔𝗦𝗘𝗚𝗔𝗥𝗘 𝗜𝗡 𝗠𝗔𝗖𝗨𝗠𝗘𝗥𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟱
𝐒𝐀𝐁𝐀𝐓𝐎 𝟎𝟏 𝐅𝐄𝐁𝐁𝐑𝐀𝐈𝐎 𝟐𝟎𝟐𝟓
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