26/05/2023
QUANDO FEDERICO II STUPOR MUNDI SCONFISSE NELLA BATTAGLIA DI CORTENOVA LA LEGA LOMBARDA.
DI: IGNAZIO COPPOLA
Dopo la battaglia di Legnano, quella del giuramento di Pontida che i libri di scuola ci hanno sempre enfaticamente raccontato, del 29 maggio 1176 e la sconfitta del Barbarossa , esattamente 61 anni dopo, il 27 novembre del 1237 a Cortenuova nei pressi di Bergamo, nella battaglia cosiddetta del Campo Rosso, Federico II° re di Sicilia, imperatore del Sacro Romano Impero e nipote del Barbarossa inflisse alla Lega Lombarda una tremenda e devastante sconfitta con 10.000 morti e la umiliante cattura del Carroccio, simbolo dell’orgoglio leghista sul quale trascinò prigioniero come trofeo di guerra il podestà di Milano Pietro Tiepolo.
In quella battaglia si distinsero per valore le truppe meridionali giunte dal suo regno di Sicilia, con diverse migliaia di saraceni che erano parte integrante del suo esercito, il suo alleato Ezzellino da Romano e le città di Bergamo e di Mantova che, tradendo il giuramento di Pontida, si schierarono con l’Imperatore e Re di Sicilia contribuendo al conseguente annientamento dell’esercito della Lega lombarda.
Questo era Federico II, uomo di guerra, che sapeva vincere le sue giuste battaglie e sconfiggere i suoi nemici.
E poi ancora Federico II uomo di pace e di cultura alla cui corte poeti come Cielo d’Alacamo, Jacopo da Lentini, Guido delle Colonne, Ruggerone da Palermo, con l’affermarsi del volgare fecero fiorire quella che Dante definì la scuola siciliana.
Federico II° “stupor mundi” fu anche un campione di tolleranza, alla cui corte e nel cui regno di Sicilia convissero pacificamente, mettendo al bando contrasti sociali e religiosi, siciliani, arabi, normanni ed ebrei.
E ancora questo grande re ed imperatore, insofferente agli integralismi religiosi che volevano a tutti costi che cristiani e islamici si massacrassero reciprocamente per la conquista del Santo Sepolcro, nella crociata di cui fu protagonista vinse con la diplomazia dove gli altri fallirono con le armi, accordandosi con il capo dei mussulmani MaliK al-Kamil, per cui ottenne, senza spargimento di sangue, Gerusalemme con il Santo Sepolcro, consentendo ai maomettani di rimanervi padroni delle principali moschee.
Fu inconcepibile e inaccettabile, per quei tempi, la vittoria dello spirito di tolleranza di Federico, per cui il papa d’allora Ugolino dei Conti di Segni, al secolo GregorioIX, avendo, il re di Sicilia conquistato Gerusalemme senza spargimento di sangue degli infedeli, per punirlo gli comminò la scomunica.
Tra lotte, guerre e scomuniche Federico trovò anche il tempo di fondare l’Università di Napoli “fonte di scienza e seminario di dottrine”, istituendo le cattedre di filosofia, di diritto, di matematica e di lingue.
Innovazione, progresso, tolleranza, integrazione, questi i valori di questo monarca illuminato, che gli valsero l’appellativo di stupor mundi.