Wikitinera - Occhio al Paesaggio

Wikitinera - Occhio al Paesaggio Occhio al paesaggio usa la lettura del paesaggio per scoprire e conoscere il territorio

Wikitinera propone itinerari tracciati attraverso l’immenso patrimonio storico, architettonico, artistico, ambientale ed enogastronomico del territorio italiano.

02/08/2024

PAESAGGI DI VIAGGIO - iI mondo visto da un viaggiatore non turista
Se il viaggio è conoscenza, il paesaggio è la sua più ricca fonte di informazione. Qualsiasi territorio esprime attraverso il paesaggio i suoi caratteri ambientali, storici e culturali, e li rende accessibili a chiunque voglia coglierne il significato. Da semplice corollario estetico, il paesaggio diviene così lo strumento ideale per capire un luogo, molto più di una guida, piuttosto una sintesi del valore semantico del territorio, la cui disamina è ciò che distingue il viaggiatore dal turista. Un approccio al tempo stesso nuovo e antico che riprende lo spirito dei grandi viaggiatori del passato, quando il viaggio era effettivamente tale e non un mero prodotto di consumo. Una visione che chiunque può applicare nei propri viaggi, aprendo così a inedite e spesso inattese prospettive di lettura dei territori attraversati.

IL PROGETTO OCCHIO AL PAESAGGIO ENTRA NELLE UNIVERSITÀ La procedura di lettura adottata in Occhio al paesaggio segue i d...
22/06/2022

IL PROGETTO OCCHIO AL PAESAGGIO ENTRA NELLE UNIVERSITÀ
La procedura di lettura adottata in Occhio al paesaggio segue i dettami della Convenzione Europea del Paesaggio che riconobbe per la prima volta l’importanza della percezione che la popolazione ha degli elementi che formano il territorio, dando il via a un percorso che mirava non solo a considerare la gente comune la fruitrice prima del paesaggio ma anche, e soprattutto, a diffondere la consapevolezza che il paesaggio è un bene identitario, e come tale, da tutelare anche a favore delle generazioni future.
Grazie a questo approccio la percezione del territorio, intesa come interpretazione del significato ad esso attribuito dall’osservatore in base alle proprie conoscenze, ha prevalso sulla valutazione del suo eventuale valore estetico, ed esteso la dignità di esprimere un paesaggio a tutti i territori, compresi quelli privi di importanza storico-culturale e perfino quelli degradati.
Una visione (all’epoca) innovativa che ha rivoluzionato non solo l’idea di paesaggio ma anche la figura stessa del paesaggista laddove il singolo individuo è consapevole di come ogni suo intervento sul territorio produca inevitabilmente una modifica del paesaggio che lo stesso esprime. Questa “democratizzazione” dell’analisi paesaggistica comporta ovviamente una responsabilità del novello creatore/fruitore di paesaggio che sarà tanto più sentita quanto maggiore sarà la sua conoscenza del significato degli elementi del territorio e del loro eventuale rapporto reciproco. In quest’ottica diviene fondamentale poter disporre di una pratica di lettura del paesaggio semplice nella forma e di facile applicazione che consenta di attuare quanto stabilito dalla CEP, anche se non necessariamente in modo così approfondito come un’indagine tecnico-scientifica richiederebbe. Ciò che si ritiene importante è dare al cittadino comune uno strumento che lo metta in grado di rilevare, attraverso il riconoscimento e la comprensione dei segni del paesaggio, i caratteri essenziali del territorio (identitari, sociali, storici, ambientali, ecc,) e individuare eventuali discrasie tra gli stessi che possano far emergere criticità o comunque forme di incoerenza sostanziali. Questo è il fine ultimo del sito Occhio al paesaggio: un obiettivo non facile da raggiungere soprattutto per la mancanza di un’informazione adeguata che riesca a sensibilizzare la popolazione. Tra i fattori che potrebbero spingere in questa direzione vi è la diffusione della suddetta procedura di lettura paesaggistica in ambito didattico.
Una prima esperienza in tal senso è stata condotta all’Università di Genova con l’inserimento del progetto Occhio al paesaggio come laboratorio nel corso di “Analisi geografica del paesaggio” del secondo anno del corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali, tenuto dalla Prof.ssa Antonella Primi. Scopo del laboratorio era quello di coinvolgere direttamente gli studenti, suddivisi per gruppi di lavoro, nella creazione di una scheda di lettura del paesaggio su territori scelti dagli studenti stessi adottando i criteri alla base del progetto. Il laboratorio ha previsto una lezione in presenza in cui sono state illustrate le modalità di creazione di una scheda. E’ seguita quindi una fase di verifica dei lavori svolti e quindi la pubblicazione delle schede realizzate sul sito “Occhio al paesaggio”.
La risposta degli studenti è stata decisamente positiva sia in termini di partecipazione che di contenuti. In totale sono state realizzate 10 schede in ambiti diversi (aree urbane, borghi storici, territori degradati ecc.) del territorio ligure.
Tra gli aspetti più importanti di questa esperienza vi è il fatto che la maggior parte dei paesaggi analizzati si riferiscono a territori privi di quelle attrattive che di norma stimolano l’interesse del grande pubblico: una riprova che anche un territorio che non rientri nella categoria estetica del panorama può essere compreso, e quindi valorizzato, attraverso la lettura del suo paesaggio, solo apparentemente insignificante.
Una seconda esperienza è programmata per l’autunno prossimo con l’inserimento del progetto Occhio al paesaggio nel Laboratorio di progettazione e pianificazione paesaggistica tenuto dal Prof. Gabriele Paolinelli, nel corso di laurea magistrale in Architettura del Paesaggio nella scuola di Architettura dell’Università di Firenze. Lo scopo sarà quello di trasmettere agli studenti una pratica di lettura del paesaggio diversa da quella tecnico-scientifica, tipica dell’analisi paesaggistica classica, che si avvicini alla visione del territorio che può avere un osservatore non specialista e quindi, in sostanza, la gente comune.
E’ augurio dello scrivente che a queste esperienze ne seguano altre, anche al di fuori dell’ambito accademico, nella convinzione che il paesaggio possa diventare una fonte di informazione libera, imprescindibile e affidabile per capire il mondo in cui viviamo, il rapporto che con esso abbiamo avuto nel passato, abbiamo nel presente e probabilmente dovremo avere nel futuro.
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Alcune delle schede realizzate dagli studenti del corso di “Analisi geografica del paesaggio” del secondo anno del corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Genova (Prof. Antonella Primi)
http://www.wikitinera.it/index.php/it/montoggio-montoggio-ge-liguria/15448-montoggio-montoggio-ge-liguria
http://www.wikitinera.it/index.php/it/stabilimento-stoppani-cogoleto-ge-liguria
http://www.wikitinera.it/index.php/it/ponte-san-giorgio-ex-ponte-morandi-genova-ge-liguria/15483-ponte-san-giorgio-ex-ponte-morandi-genova-ge-liguria

IL PAESAGGIO DI UNA MINIERA IN CONGO CI RICORDA COSA SI PUO’ NASCONDERE DIETRO IL PROGRESSO CHE CI FACILITA LA VITALa mi...
21/01/2022

IL PAESAGGIO DI UNA MINIERA IN CONGO CI RICORDA COSA SI PUO’ NASCONDERE DIETRO IL PROGRESSO CHE CI FACILITA LA VITA
La miniera di coltan di Luwowo è una delle più note aree estrattive del Congo ma il suo paesaggio esprime i caratteri tipici delle centinaia, forse migliaia, realtà analoghe disseminate per il Paese africano. Pur trattandosi di un vero e proprio sito minerario, il suo carattere essenziale è l’assoluta mancanza di segni che indichino l’impiego di mezzi meccanici. Tutto il processo produttivo avviene a mano: dallo scavo dei pozzi e dei cunicoli di estrazione del minerale grezzo, fino alla sua setacciatura per ottenere il minerale puro. E’ il frutto di metodiche di lavoro favorite dall’estrema povertà e dalla mancanza di alternative della popolazione locale che può così essere sfruttata, spesso in condizioni di vera e propria schiavitù. A subire maggiormente questo regime vessatorio sono le molte donne e bambini obbligati a diventare minatori al pari, se non con incarichi più gravosi, degli uomini adulti. Da questo sistema produttivo medievale trae profitto l’industria hi-tech legata alla produzione di smartphone, computer e videocamere. Un legame apparentemente inconcepibile favorito, oltre che dalla rarità del minerale estratto, dalla accondiscendenza più o meno palese di alcune grandi multinazionali tecnologiche a utilizzare un minerale estratto in violazione dei più elementari diritti dell’uomo. Quello di Luwowo diviene così un paesaggio che invita alla presa di conoscenza di cosa può comportare l’acquisto, per quanto banale ci possa sembrare, di un semplice telefonino.
http://www.wikitinera.it/index.php/miniera-di-luwowo-rubaya-kivu-repubblica-del-congo-ex-estera

UN TERRITORIO STUPENDO MA IL CUI PAESAGGIO MOSTRA I SEGNI DI UN DISASTRO AMBIENTALE DI ENORMI PROPORZIONISe a tutta prim...
28/05/2021

UN TERRITORIO STUPENDO MA IL CUI PAESAGGIO MOSTRA I SEGNI DI UN DISASTRO AMBIENTALE DI ENORMI PROPORZIONI
Se a tutta prima l’atollo di Bikini potrebbe sembrare un vero e proprio paradiso naturale, si rivela essere invece un luogo dove l’uomo ha mostrato tutta la sua capacità di distruzione e con essa la sua immensa stupidità. 70 anni fa questo angolo remoto del Pacifico venne trasformato dall’arroganza coloniale degli USA in un poligono militare per la sperimentazione delle armi nucleari. Erano state da poco lanciate le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki che qui prese il via il programma di armamento nucleare americano: fu l’inizio della Guerra Fredda che tenne il mondo in bilico sul baratro per decenni. L’atollo di Bikini porta ancora evidenti i segni di 12 anni di test nucleari in cui vennero fatte esplodere 23 bombe atomiche di potenza inaudita. Tra questi l’enorme cratere prodotto nella barriera corallina dall’esplosione di Castle Bravo, il cimitero di navi sul fondo della laguna dell’atollo, affondate durante l’Operazione Crossroads, e soprattutto l’altissima radioattività sia ambientale che degli esseri viventi, marini e terrestri. Livelli di contaminazione definiti dall’ONU irreversibili e che decretano l’impossibilità di ritorno sine die dell’uomo sull’atollo. Ma dopo la devastazione totale, ora la natura sembra riappropriarsi del territorio contaminato che l’uomo, pur non vivendoci, ha comunque trasformato in una meta turistica.
http://www.wikitinera.it/index.php/atollo-di-bikini-isole-marshall-ex-estera

UN PAESAGGIO APPARENTEMENTE SURREALE FRUTTO DELLA F***E VISIONE ONNISCENTE DELL’UOMO NELLA GESTIONE DEL TERRITORIO. Le n...
11/05/2021

UN PAESAGGIO APPARENTEMENTE SURREALE FRUTTO DELLA F***E VISIONE ONNISCENTE DELL’UOMO NELLA GESTIONE DEL TERRITORIO.
Le navi in secca con la prua verso una sconfinata distesa di sabbia è l’incongruenza immediatamente percepibile che caratterizza il paesaggio del deserto di Aralkhum. L’associazione dei due segni così palesemente in contraddizione tra loro è il frutto della drammatica storia che ha portato alla scomparsa del lago d’Aral, forse il maggior disastro ambientale, ma anche socio-economico, mai causato sulla Terra dall’irresponsabilità dell’uomo. Spinte dall’arroganza di poter disporre a piacimento del territorio, nel secolo scorso le autorità dell’allora Unione Sovietica decisero di interrompere il naturale approvvigionamento idrico del grande lago per sviluppare in ambienti semidesertici ad esso limitrofi la coltivazione intensiva di cotone. A supporto di questo intento, f***e già di per sé, si adduceva il fatto che l’enorme distesa d’acqua era uno spreco, considerato letteralmente “uno sbaglio della natura”, a cui si poteva porre rimedio trasformandolo in un acquitrino da usare per la coltivazione del riso. Il risultato fu solo la totale distruzione dell’ecosistema lacustre, l’inquinamento irreversibile di migliaia di km2 di territorio, la scomparsa della florida economia delle comunità locali e la creazione di un sistema agricolo ambientalmente e socialmente insostenibile che si è basato per decenni su una vera e propria forma di schiavismo e resta tutt’ora a esclusivo beneficio di pochi.
http://www.wikitinera.it/index.php/deserto-di-aralkhum-uzbekistan-kazakistan-ex-estera

UN PAESAGGIO RURALE CHE MOSTRA ANCORA I SEGNI DI UNA DRAMMATICA CORSA ALL’ORO DI CENTOMILA DISPERATI.Quello che potrebbe...
14/04/2021

UN PAESAGGIO RURALE CHE MOSTRA ANCORA I SEGNI DI UNA DRAMMATICA CORSA ALL’ORO DI CENTOMILA DISPERATI.
Quello che potrebbe sembrare il paesaggio di una ridente cittadina sorta sulle rive di un lago, a una lettura approfondita del suo significato svela una realtà ben diversa che ha segnato drammaticamente il territorio. Quarant’anni fa al posto del lago si apriva la più grande miniera d’oro a cielo aperto del mondo. Un inferno in cui centomila disperati cercarono la fortuna in quella che fu una vera e propria corsa all’oro. Molti vi morirono, quasi tutti rimasero poveri come prima e se qualcuno effettivamente si arricchì, a guadagnarci veramente fu il Governo del Brasile che sfruttò il lavoro di uomini al massacro ottenendone senza correre alcun rischio un enorme ritorno economico. In pochi anni nel piccolo villaggio di Serra Pelada, costruito per l’occasione, passarono di mano oltre 100 tonnellate d’oro ma ora, a vent’anni dalla chiusura della miniera, il solo lascito di tanta ricchezza è un ambiente fortemente inquinato che mina la salute della poca gente rimasta, e un indice di povertà elevatissimo che ne fa uno dei luoghi con maggior diseguaglianza economica e minor sviluppo umano del Brasile.
http://www.wikitinera.it/index.php/it/serra-pelada-par-brasile-ex-estera

IL TRAGICO DESTINO DI UNA CITTADINA DESTINATA A BRUCIARE IN ETERNO E’ SOLO UN ESEMPIO DELLA FOLLIA CHE STA COMPROMETTEND...
02/04/2021

IL TRAGICO DESTINO DI UNA CITTADINA DESTINATA A BRUCIARE IN ETERNO E’ SOLO UN ESEMPIO DELLA FOLLIA CHE STA COMPROMETTENDO IL CLIMA.
Nella sua pur apparente semplicità, il paesaggio di Centralia, in Pennsylvania, reca ancora impressi i segni sia dei fattori e delle cause che portarono al suo tragico destino, sia degli effetti per certi versi contrastanti che questo ebbe sulla zona. A causa di un banale errore umano il giacimento di carbone che fu all’origine della nascita del paese e del suo sviluppo per oltre cent’anni, si è incendiato trasformando il vivace centro abitato in una città fantasma in cui aleggia un costante pericolo mortale. Una catastrofe dovuta alla difficoltà pratica ma anche alla non convenienza economica di spengere l’incendio nel sottosuolo del paese. Il risultato è una rete viaria che si intreccia in aree ormai prive di abitazioni, rase al suolo dal Governo USA dopo averle acquistate, sembra a prezzi molto vantaggiosi per i singoli proprietari. In questo scenario apocalittico si inserisce l’incredibile storia della Route 61, il cui tratto reso inagibile dagli effetti dell’incendio è stato trasformato nella cosiddetta Graffiti Highway, divenuta subito un’attrattiva turistica a dispetto sia della tragedia che ha colpito la popolazione locale, sia dei rischi mortali che comporta la sua frequentazione. Ma ciò che il paesaggio non può ancora mostrare è la durata dell’incendio, stimata in non meno di 250 anni, e degli effetti che questo sta già causando e causerà a livello di emissioni di gas serra. Un fatto che fa di Centralia l’esempio più noto delle molte decine di incendi analoghi accesi in tutto il mondo e che, limitandosi a considerare solo quelli presenti in Cina emettono ogni anno 360 milioni di CO2, pari al 2-3 % delle emissioni globali di questo gas climalterante.
http://www.wikitinera.it/index.php/centralia-pennsylvania-usa-ex-estera

LA FORTEZZA DI MASADA: UN PAESAGGIO CHE MOSTRA ANCORA I SEGNI D UN DRAMMATICO EVENTO STORICO DI 2.000 ANNI FA. Il paesag...
16/03/2021

LA FORTEZZA DI MASADA: UN PAESAGGIO CHE MOSTRA ANCORA I SEGNI D UN DRAMMATICO EVENTO STORICO DI 2.000 ANNI FA.
Il paesaggio della Fortezza di Masada presenta ancora evidenti i segni dell’assedio che, nel 73 d.C., portò alla sua conquista da parte dei Romani e segnò la fine della prima guerra giudaica. Tra i due elementi base dell’evento, e cioè la fortezza stessa e l’accampamento Romano, persiste tutt’ora la traccia di quello che fu il fattore chiave dell’assedio: la ripida rampa costruita dai Romani per portare fin sotto le mura della fortezza una torre di assedio per attaccare e distruggere le fortificazioni. Ideata dal comandante dell’esercito Romano, Lucio Flavio Silva, la rampa trasmette ancora oggi l’alto livello tecnico e la grande capacità costruttiva dei Romani, oltre alla loro determinazione a sottomettere chi si ribellava al loro dominio. Nella parte avversa, altrettanto determinata appare sia la resistenza dei Sicarii assediati, sia il loro spirito ribelle che li portò al suicidio collettivo piuttosto che sottomettersi al dominio dell’invasore. Un fatto che oggi assurge a simbolo dell’ideologia sionista, tanto che le reclute dell’esercito israeliano sono tenute a giurare fedeltà sul luogo dell’assedio al grido di ’Mai più Masada cadrà’. Allo scenario drammatico dell’assedio si contrappone la magnificenza della residenza di Erode, la cui costruzione, antecedente l’occupazione della fortezza da parte dei Sicarii, denota il senso estetico che il re della Giudea sempre esternava nella realizzazione delle sue residenze. Attualmente la fortezza è Parco Nazionale ed è una delle mete turistiche più visitate di Israele.
http://www.wikitinera.it/index.php/fortezza-di-masada-masada-israele-ex-estera

LA GENTE DEL LUOGO LO CHIAMA LA PORTA DELL'INFERNO. DI SICURO E' UN FENOMENO MOLTO PREOCCUPANTE CHE AVRA' CONSEGUENZE PE...
25/02/2021

LA GENTE DEL LUOGO LO CHIAMA LA PORTA DELL'INFERNO. DI SICURO E' UN FENOMENO MOLTO PREOCCUPANTE CHE AVRA' CONSEGUENZE PER TUTTO IL PIANETA
In una zona remota della Siberia, nella Repubblica della Yakuzia, la pianura su cui cresce la taiga presenta un carattere di eccezione il cui significato riguarda l’intero Pianeta: un’enorme voragine nota come il Cratere di Batagaika e chiamata localmente la porta dell’Inferno. Il cratere, definito megaslump in termini scientifici, si è iniziato a formare circa sessant’anni fa lungo una piccola incisione fluviale dopo che la deforestazione della zona aveva provocato lo scongelamento dei livelli più superficiali del permafrost, consentendone l’erosione progressiva. In tempi più recenti, il riscaldamento climatico ha accentuato il fenomeno aumentando la velocità di crescita e le dimensioni del cratere, che ha raggiunto la profondità di circa 90 m facendo affiorare livelli di permafrost sempre più antichi. Se ciò ha portato alla possibilità di studiare nel dettaglio l’evoluzione climatica del passato e al rinvenimento di resti di animali ormai estinti sepolti da migliaia di anni, purtroppo ben più importanti sono i suoi effetti negativi sull’ambiente. Il fenomeno, che appare inarrestabile, oltre a distruggere in modo irrecuperabile la foresta boreale, produce una grande quantità di gas serra che accentuano il riscaldamento climatico, principale responsabile dei devastanti incendi che hanno interessato la Siberia negli ultimi anni. In alcune aree attraversate dal fuoco si stanno innescando altri potenziali megaslumps che causeranno a loro volta un aumento di gas serra nell’ambiente, attivando un processo di autoalimentazione con crescita esponenziale che avrà serissime conseguenze sul riscaldamento climatico dell’intero Pianeta.
http://www.wikitinera.it/index.php/cratere-di-batagaika-yakuzia-siberia-russia-ex-estera

14/02/2021
Il borgo di Castelluccio di Norcia è famoso per la coloratissima fioritura dei suoi campi di lenticchie, un fenomeno uni...
11/02/2021

Il borgo di Castelluccio di Norcia è famoso per la coloratissima fioritura dei suoi campi di lenticchie, un fenomeno unico che richiama decine di migliaia di turisti ogni anno. Oltre all’effetto scenico, però, questo paesaggio è ricco di informazioni che consentono di capire a fondo il territorio del borgo. Castelluccio ha origini medievali ma la coltivazione delle lenticchie nel Pian Grande, antistante il borgo, è una pratica agricola ben più antica ed è da sempre parte integrante della tradizione agricola e culinaria locale. Il suo aspetto più appariscente, la colorazione dei campi coltivati tra maggio e luglio, è dato dalla fioritura delle piante infestanti che qui, non solo non vengono distrutte, ma costituiscono addirittura un valore aggiunto della pratica agronomica tradizionale che consente di migliorare la produzione dei legumi. La varietà di lenticchia prodotta a Castelluccio, frutto di un adattamento millenario al rigido clima del Pian Grande, trae vantaggio anche dalle basse temperature invernali che impediscono il proliferare del tonchio, un coleottero parassita di questi legumi. Di fatto, i campi variopinti e le praterie di alta montagna del vicino Monte Vettore, indicative un clima freddo, sono i segni che garantiscono una produzione di lenticchie senza l’impiego di erbicidi e di pesticidi. Ma il Monte Vettore mostra anche una traccia dai risvolti tra loro contrastanti per la popolazione locale: il cosiddetto “cordone del Vettore”, manifestazione superficiale di un sistema di faglie tettoniche profonde che sono all’origine sia della formazione del Pian Grande, e quindi indirettamente della coltivazione di lenticchie, sia della distruzione di Castelluccio avvenuta per un terremoto nel 2016. Un evento che, per quanto devastante, non sembra aver costretto il borgo all’abbandono.
http://www.wikitinera.it/index.php/castelluccio-norcia-pg-umbria

LE COLLINE DEL PROSECCO SONO PAESAGGIO CULTURALE PATRIMONIO DELL’UMANITA’? L'INCREDIBILE SCIVOLONE DELL’UNESCO CHE MINA ...
01/02/2021

LE COLLINE DEL PROSECCO SONO PAESAGGIO CULTURALE PATRIMONIO DELL’UMANITA’? L'INCREDIBILE SCIVOLONE DELL’UNESCO CHE MINA LA SUA CREDIBILITA’
Il paesaggio collinare tra Conegliano e Valdobbiadene, nel Trevigiano, è il frutto dell’evoluzione storica dell’attività umana che ancora oggi lo caratterizza: la viticoltura finalizzata alla produzione del Prosecco, uno dei vini più famosi al mondo.
L’inizio di questa produzione vitivinicola risale al XVII sec. con l’introduzione di un vitigno coltivato nei dintorni di Trieste con cui si produceva un vino rinomato già allora, chiamato prosecco dal nome geografico della località di origine. In breve la diffusione della viticoltura impresse nel paesaggio profonde modiche che oggi riconosciamo ancora in alcuni tratti del territorio. Tra questi, quelli paesaggisticamente più rilevanti sono i ciglioni, tipici terrazzamenti erbosi, la forte promiscuità tra i vitigni di piccola estensione e il bosco circostante, e, a partire dall’800, le trame delicate della coltivazione a bellussera.
Il notevole successo di mercato del Prosecco, registrato soprattutto a partire dal 2005, ha portato a un forte incremento della superficie vitata e l’adozione di pratiche agricole tipiche della coltivazione intensiva, il cui carattere industriale ha consentito di ottenere una produttività dei vigneti impensabile con le tecniche tradizionali. Ciò ha comportato sia la creazione di un paesaggio vitato nuovo, profondamente diverso da quello creato dalla coltivazione tradizionale, sia l’impatto sul territorio delle conseguenze tipiche della coltivazione intensiva: forte consumo di suolo, perdita di biodiversità e utilizzo diffuso di pesticidi e erbicidi. In particolare, l’inquinamento da sostanze chimiche di sintesi ha avuto un impatto devastante sul contesto socio-ambientale delle colline, tanto da suscitare la forte opposizione di larghe fasce della popolazione locale. Il problema potrebbe trovare una soluzione nella recente introduzione di pratiche di agricoltura biologica, ma l’entità del cambiamento appare troppo limitata per poter dare risultati significativi in tempi brevi.
Sebbene le coltivazioni recenti rappresentino ormai la quasi totalità del paesaggio vitato del territorio, a cui i segni della viticoltura tradizionale contribuiscono per solo il 20%, nel 2019 l’UNESCO ha riconosciuto le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene paesaggio culturale Patrimonio dell’Umanità. Una decisione che ha sorpreso e sconcertato anche molti commentatori autorevoli in materia secondo i quali l’effettivo valore storico e culturale di una limitatissima porzione di territorio non può essere esteso a un paesaggio che ormai non esprime altro che l’adozione di pratiche agricole volte a uno sfruttamento industriale del territorio, a discapito perfino della salute della popolazione locale e per questo in aperto conflitto con essa.
http://www.wikitinera.it/index.php/colline-del-prosecco-di-conegliano-e-valdobbiadene-trevigiano-tv-veneto

Il paesaggio di Churapcha, in Siberia, porta i segni tangibili di un consistente aumento delle temperature medie della z...
18/01/2021

Il paesaggio di Churapcha, in Siberia, porta i segni tangibili di un consistente aumento delle temperature medie della zona. In effetti, in tutta la Yakuzia, una delle regioni più fredde in assoluto del pianeta, il periodo estivo si sta allungando e tocca temperature massime del tutto insolite. Ciò provoca lo scongelamento periodico del suolo anche fino a una profondità di 3 m, più di tre volte di quanto normalmente accadeva fino a qualche anno fa. Le conseguenze sono prima un’alterazione morfologica della superficie del suolo dovuta alla comparsa di piccoli rilievi, detti hummocks, a cui segue un progressivo impaludamento del suolo che porta a sua volta alla scomparsa della foresta e allo sprofondamento generalizzato del terreno. Le conseguenze per la popolazione locale sono drammatiche: tra queste ci sono l’impossibilità di utilizzare il terreno sia come pascolo che per coltivare il fieno, e danni strutturali alle abitazioni soggette anche a inarrestabili infiltrazioni d’acqua.
http://www.wikitinera.it/index.php/churapcha-yakuzia-siberia-russia-ex-estera/15382-loprus1-lettura-del-paesaggio

Il carattere più eclatante del paesaggio del villaggio abbandonato di Houtouwan, nell’isola di Shengshan (Cina) sono le ...
08/01/2021

Il carattere più eclatante del paesaggio del villaggio abbandonato di Houtouwan, nell’isola di Shengshan (Cina) sono le case completamente rivestite dalla vegetazione ma mantenendo la forma originaria. E’ una condizione che viene spesso enfatizzata come la rivincita della natura sui segni dell’uomo e che, al di là dell’aspetto retorico, assume tre significati ben precisi.....
http://www.wikitinera.it/index.php/it/il-villaggio-di-houtouwan-isola-di-shengshan-cina-ex-estera/15377-lopcin1-lettura-del-paesaggio

Ormai da diversi anni la coltivazione di avocado in Cile ha assunto contorni drammatici per le comunità locali. Purtropp...
06/01/2021

Ormai da diversi anni la coltivazione di avocado in Cile ha assunto contorni drammatici per le comunità locali. Purtroppo il paesaggio attuale mostra che le grandi piantagioni si stanno espandendo sempre più a scapito delle condizioni vita della popolazione, costretta a bere acqua contaminata per lasciare quella pura alle coltivazioni. Un autentico delirio anche in considerazione della eccezionalità siccità che dura da una decina d’anni e non accenna a diminuire.
http://www.wikitinera.it/index.php/it/petorca-provincia-de-petorca-cile-ex-estera/15366-mopcil1_a-piantagioni-di-avocado

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54033

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