OEGA Officine Elettromeccaniche Giuseppe Azzarà

OEGA Officine Elettromeccaniche Giuseppe Azzarà OEGA, nata nel 1938, acronimo di Officine Elettromeccaniche di Giuseppe Azzarà.

12/01/2025

Il bergamotto, famoso agrume calabrese, di origini antichissime, la cui essenza è alla base di molti profumi e cosmetici. Utilizzato anche in ambito agroalimentare, nella produzione dolciaria, nel tè “Earl Grey”, trova ogni giorno un nuovo campo di applicazione. Dopo aver fatto l’avvocato a Reggio Calabria, Ugo Sergi ha ripreso la coltivazione del “giardino” di bergamotto di famiglia. Appassionato dal suo lavoro, Ugo ha pure ospitato nel suo agriturismo molti trekkers dell’associazione “Passeggiate”. Gli abbiamo chiesto di parlarci di questo “frutto del paradiso”.

Il bergamotto è un agrume classificato come Citrus bergamia risso. Il frutto ha una forma sferica simile all’arancia ma dal colore giallo come il limone e la pianta, da occhi non esperti, può essere facilmente confusa con entrambi gli altri agrumi suddetti. A differenza, però, della maggior parte degli altri “citrus”, il frutto non viene mangiato (pur essendo commestibile!) ma viene usato per estrarre dalla sua buccia un olio essenziale molto profumato ed apprezzato dai profumieri di tutto il mondo.

Per quanto riguarda l’etimologia del termine “bergamotto” non c’è un’uniformità di pensiero. Qualcuno dice che deriva dalla città sp****la di Berga, l’attuale Barcellona, altri dalla città di Pergamon, l’antica T***a, altri ancora dal turco Berg-a-mudi che significa “pero del Signore”, dalla forma a pera dei primi frutti di bergamotto. Per completezza di esposizione val la pena ricordare che tra i prodotti più conosciuti al di fuori del campo della cosmetica e della profumeria in cui viene usato l’olio essenziale di bergamotto vi è il tè Earl Grey, uno dei tè aromatizzati più diffusi al mondo.

Inoltre, del bergamotto, a differenza della maggior parte degli agrumi esistenti e nonostante i molti studi fatti, si conosce molto poco. Non si conosce, ad esempio, la sua origine botanica. Se si pianta un seme di bergamotto, la piantina che nasce non è bergamotto ma arancio amaro (o selvatico)! Soltanto successivamente quest’ultimo può essere innestato a bergamotto. Questa constatazione ha fatto ritenere agli studiosi che il bergamotto sia nato dalla mutazione naturale dell’arancio amaro. Ma dove ciò sia avvenuto e quando nessuno lo sa. Non si sa, ad esempio, come mai questa pianta abbia scelto proprio la zona più a sud della Calabria, in particolare la fascia costiera della provincia di Reggio Calabria che si affaccia sul mare Jonio (circa 100 km ) per crescere e fruttificare in maniera quasi esclusiva, poiché in essa si produce circa il 90% della produzione mondiale di questo agrume. Molti sono stati i tentativi di introdurlo in altre zone del mondo, dalla stessa Italia, all’Europa, all’Asia, in Israele, in America, riuscendoci soltanto in Africa, in una regione della Costa d’Avorio.

Per spiegare questo fenomeno molti fanno riferimento, in particolare, al microclima di cui gode la costa del bergamotto. Ma senza individuarne le reali cause, forse perché impossibili da individuare. Probabilmente si tratta di un insieme di fattori, quali: la lieve differenza tra la temperatura diurna e quella notturna nell’arco dell’anno in tutta la zona del bergamotto; la conformazione geomorfologica dell’area coltivata a bergamotto, caratterizzata dalla presenza di ampie valli solcate da caratteristici corsi d’acqua denominate “fiumare”, anch’esse tipiche di questa zona; i venti di scirocco che periodicamente investono la zona portando, d’inverno, piogge abbondanti e, d’estate, caldo umido ( mentre generalmente il caldo estivo è secco ); il suolo, caratterizzato da terreni alluvionali ricchi di sostanze minerali e l’abbondante acqua per l’irrigazione estiva ( circa 800/1000 litri a pianta adulta ogni 15 giorni ) anch’essa ricca delle stesse sostanze; l’esposizione a sud dell’intera area ecc..

Tutti questi fattori concorrono alla “perfezione organolettica” dell’olio essenziale di bergamotto, estratto dalla buccia del frutto mediante un procedimento “a freddo” con dei rulli cilindrici che lo “grattugiano”. Il frutto, durante la lavorazione viene costantemente “spruzzato”da sottili getti d’acqua “a pressione” che, lavando la scorza, trasportano l’olio essenziale nelle centrifughe per essere,successivamente, separato dall’acqua stessa. L’olio essenziale così ricavato è composto da circa 350 elementi chimici che lo distinguono dagli altri oli essenziali di agrumi sia per il numero così alto di sostanze sia le sue proprietà “uniche” nel panorama degli oli essenziali. Infatti, il bergamotto deve la sua fortunata storia, oltre alle sue caratteristiche note olfattive, soprattutto alle proprietà fissative del suo olio essenziale. Infatti in epoche in cui i profumi ed i prodotti cosmetici erano composti esclusivamente da prodotti naturali, l’olio essenziale di bergamotto era considerato un componente “quasi” indispensabile nella composizione dei bouquet ed usato per amalgamare tutte le essenze contenute in esso e conservarne la fragranza nel tempo. Per trovare una simile proprietà, bisognava dotarsi dell’olio di ambra, estratto dalle ghiandole dei cetacei. Per questo motivo, il periodo che va dalla comparsa del bergamotto in Calabria ( metà del 1600) al dilagare dei prodotti di sintesi nella cosmetica e nella profumeria mondiale (anni 50 -60 dello scorso secolo) fu denominato “età dell’oro”.

Inizialmente, nel periodo della comparsa della pianta a Reggio Calabria, i primi produttori capirono che dalla pressione della buccia del frutto, “a mano”, su una spugna di mare, si poteva estrarre un olio profumato, subito denominato “aqua admirabilis”, impiegato, grazie alle sue proprietà antisettiche ed antibatteriche, nella medicina naturale. Soltanto agli inizi del ‘700 l’uso dell’essenza cambiò radicalmente grazie all’intuizione di un profumiere veronese (Gian Paolo Feminis) che viveva nella cittadina tedesca di Colonia e che creò, con l’ ”aqua admirabilis”, la prima “eau de cologne”, diventata famosa con il nome di “4711”, dal numero civico del laboratorio dove il profumiere lavorò. Da questo momento, l’uso dell’essenza di bergamotto, divenne quasi esclusivamente appannaggio dell’industria profumiera e cosmetica che lentamente si stava sviluppando, soprattutto in Francia.

Ma non fu l’unico impiego. Verso la fine del ‘700, infatti, nella città di Nancy, nacquero “les bonbons à la bergamotte”, caramelle aromatizzate con l’olio essenziale di bergamotto di Calabria, divenute ben presto un prodotto tipico della città.

Verso la fine dell’800, poi, un lord inglese, Sir Grey, proprietario di vaste piantagioni di tè in India ebbe, anch’esso, l’intuizione di aromatizzare le foglie del tè indiano con la fragranza dell’essenza del bergamotto, di Calabria. Da questo matrimonio nacque il tè “Earl Grey”, diventato nel corso dell’ultimo secolo, uno dei tè aromatizzati più bevuti al mondo. Peccato che in entrambi i casi della regione di provenienza della fragranza che caratterizzò i due fortunati prodotti non vi è alcuna menzione! Ma questa è un’altra storia…

Questo periodo “d’oro” del bergamotto, che per secoli ha contribuito allo sviluppo economico e sociale della zona meridionale della Calabria, ha avuto un punto di svolta, purtroppo in negativo, allorquando l’industria chimica, dagli anni cinquanta in poi, in breve tempo, ha sostituito le sostanze naturali contenute nella maggior parte dei prodotti cosmetici ed in quelle alimentari. Da questo momento in poi, per i produttori, la coltivazione dei “giardini” di bergamotto divenne sempre più onerosa tanto da diventare fortemente antieconomica. Ma ciò non impedì alla maggior parte di essi di continuare nella tradizione di coltivare il bergamotto. E questo in una economia mondiale in cui il profitto è la regola non è facilmente comprensibile…

La spiegazione forse sta nel fatto che i calabresi (è risaputo!) hanno la testa dura… o forse perché nelle famiglie dei vecchi produttori venivano sovente ricordati, con rimpianto, gli anni dell’età dell’oro… o forse perché ( e questo è stato spiegato recentemente da studi scientifici sull’aromaterapia) la fragranza sprigionata dall’olio essenziale di bergamotto infonde ottimismo nelle persone, li mette di buon umore, tiene lontana la depressione e l’ansia. Se questa sensazione crea dipendenza, i produttori di bergamotto sono dei drogati e non lo sanno… Ma questa costanza, durata decenni, sta premiando chi ha creduto nel riscatto di un prodotto unico al mondo…

Negli ultimi anni una nuova coscienza salutista e naturalistica ha rilanciato, sul mercato mondiale, l’uso dell’essenza di bergamotto anche grazie al diffondersi dell’agricoltura biologica. Questa nuova coscienza mondiale ha dato così nuovo impulso ai produttori di bergamotto, scoraggiati da decenni di crisi e di prezzi altalenanti ed ha fatto sì che in questo ultimo decennio molti abbiano rilanciato le produzioni di famiglia incrementandone notevolmente le coltivazioni. A dare manforte ai produttori è intervenuto, altresì, un pronunciamento dell’Unione Europea che ha riconosciuto l’essenza di bergamotto come prodotto DOP. Vi è inoltre la proposta di considerare i “giardini di bergamotto” e dunque il frutto e la sua essenza naturale come patrimonio mondiale dell’umanità.

L’unicità di tale coltivazione e le nuove prospettive mondiali di un rilancio dell’economia locale legata al bergamotto ci inducono a ritenere che, qualora venga modificato uno soltanto dei delicati parametri che fanno sì che questo frutto del paradiso (da qui forse l’etimologia dal turco berg-a-mudi, frutto del Signore) cresca e maturi nella nostra terra, si possa verificare un disastro ambientale ed economico imperdonabile ed irreparabile. I 354 componenti dell’essenza naturale stanno insieme secondo una logica naturale che i profumieri apprezzano in un equilibrio spettrografico molto delicato e facilmente influenzabile da piccoli mutamenti climatici. L’acetato di linalile, uno dei componenti nobili dell’essenza, deve essere presente in perfetto equilibrio con il linalolo e con altri componenti meno nobili, altrimenti si determina un appiattimento olfattivo della stessa e l’abbandono della stessa da parte dei profumieri a tutto vantaggio dell’essenza sintetica.

L’impianto di una centrale a carbone proprio al centro dell’area in cui cresce questo capolavoro della natura sarà l’inizio della fine di tutto questo mondo spiegato in estrema sintesi e che racchiude in sé le passioni, le speranze e i ricordi di intere generazioni che si appellano alla sensibilità di persone di buon senso e piene di amor proprio. Al di là di qualsivoglia interesse economico.

𝐂𝐚𝐯. 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐀𝐳𝐳𝐚𝐫𝐚̀ - Fondatore - 1938- O.E.G.A. Officine Elettromeccaniche Giuseppe Azzarà https://rosarioazzara.jimd...
25/11/2022

𝐂𝐚𝐯. 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐀𝐳𝐳𝐚𝐫𝐚̀ - Fondatore - 1938- O.E.G.A. Officine Elettromeccaniche Giuseppe Azzarà https://rosarioazzara.jimdofree.com/i-miei-genitori/mio-padre/
𝐎𝐧.𝐥𝐞 𝐌𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐔𝐦𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐓𝐮𝐩𝐢𝐧𝐢
𝐌𝐨𝐧𝐬. 𝐆𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐅𝐞𝐫𝐫𝐨 - Arcivescovo di Reggio C.

Cementificio di Marina di San Lorenzo - Marzo 1925 - Montaggio Griglia Forno a cura di Giuseppe Azzarà allora 21enne.
05/11/2022

Cementificio di Marina di San Lorenzo - Marzo 1925 - Montaggio Griglia Forno a cura di Giuseppe Azzarà allora 21enne.

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02/11/2022

Il Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, Capo dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, On.le Emilio Colombo, conferì a Giuseppe Azzarà il titolo di "Cavaliere"
Roma 13 gennaio 1972

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20/04/2022
Anni '50 - L' azienda OEGA è stata per lungo tempo concessionaria esclusiva per tutta la Calabria per la vendita e assis...
01/02/2022

Anni '50 - L' azienda OEGA è stata per lungo tempo concessionaria esclusiva per tutta la Calabria per la vendita e assistenza dei trattori De Luca - Lugo (RA)

22 maggio 1980Cav. Giuseppe AzzaràOmelia di Don Giuseppe Calarco al funerale
21/05/2021

22 maggio 1980
Cav. Giuseppe Azzarà
Omelia di Don Giuseppe Calarco al funerale

Quando Reggio Calabria era la grande Reggio.
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12/11/2020

Giuseppe Azzarà, nasce il 16/07/1904 a San Lorenzo - Frazione di Saltolavecchia -RC- (oggi Marina di San Lorenzo) ed è il terzo figlio maschio di una numerosa famiglia ( il padre Carmelo, la mamma Tripodi Caterina, le sorelle Annunziata, Angela, Fortunata, i fratelli Stefano e Antonio).
All'età di 16 anni viene assunto dalla Società Anonima Centrale Cementerie Italiane (sede legale Roma) e destinato, con la qualifica di apprendista, presso lo Stabilimento di Torre del Salto -RC- (oggi Marina di San Lorenzo) ove completa il suo percorso formativo di meccanico e manutentore dei macchinari ivi installati fino alla data di chiusura dello stabilimento avvenuta nel 1938.
Nello stesso anno la Società ACCI decide di dismettere i macchinari e le attrezzature del reparto officina meccanica e propone al suo dipendente Azzarà, preferendolo su altri interessati, la vendita di tali macchinari.
La vendita avvenne il 20 giugno 1938 e già il 28 agosto dello stesso anno si concluse il trasferimento e l’installazione degli impianti presso la sede di Via Sbarre in Melito di Porto Salvo (RC).
La denominazione, l’acronimo che Azzarà diede alla nuova attività fu: O.E.G.A. – Officine Elettromeccaniche Giuseppe Azzarà.
Azzarà non si limitò alle riparazioni elettriche e meccaniche dei vari opifici insistenti nell'area provinciale, di riparazioni di auto, camion, trattori agricoli, pompe per il sollevamento di acqua ecc. ma fu inventore e costruttore di macchine agricole ed edili.

In particolare fu l’ ideazione e la costruzione di macchinari dedicati alla lavorazione del bergamotto: Torchi manuali a vite verticale per la spremitura della “mollicata” (cioè il pelato del frutto, la parte esterna contenente l’essenza); Presse Idrauliche prima manuali e poi semiautomatiche (presero il posto del torchio manuale verticale); Stritolatore della “mollicata” (denominato RaStri=rapidamente stritola), macchinario elettrico utile per far ritornare in polvere la “mollicata” allo scopo di essere ri-pressata, dopo averla inumidita con dell’acqua, al fine di ottenere un migliore e totale sfruttamento della materia; infine, una novità assoluta, il Torchio continuo, un macchinario per lo sfruttamento totale del frutto una volta grattugiata la “scorza” contenenze l’essenza. ,
Il Torchio, attraverso i vari meccanismi che lo componevano, svolgeva funzioni di stritolamento del frutto, detto “boccia”, privo della “scorza” precedentemente grattugiata da altri macchinari, e di macinazione e pressatura. Tali operazioni consentivano di ricavarne altri due prodotti: 1) il succo, ovvero la parte liquida ricca di acido citrico che veniva inviato alla case farmaceutiche; 2) e la parte solida detta “pastazzo” la cui composizione chimica rappresenta un considerevole valore aggiunto al prodotto. Infatti, veniva utilizzato sia come alimento per gli animali e sia nel campo farmaceutico-nutrizionale.
Negli anni ‘70 alcuni macchinari -Pressa Idraulica e Torchio Continuo- furono esportati in Libano e in Israele.
L’azienda O.E.G.A. nel tempo si arricchì di nuovi servizi: rappresentanze, deposito, vendita e assistenza di macchine agricole e elettro-moto pompe per l’agricoltura ecc.
Nel 1955 trasferì alcuni reparti dell’attività in nuova struttura appositamente costruita - Via Porto Salvo di Melito P.S. – e completò il totale trasferimento e la dismissione della vecchia struttura nel 1960.
In quest’ultima struttura, estese il campo d’azione imprenditoriale in altre attività: Stazione di rifornimento di carburante e lubrificanti (la prima di tutta l’area grecanica) con attività connesse (vendita pneumatici, autolavaggio ecc), Vendita di auto Fiat divenuta poi Sub-Concessionaria, Vendita autorizzata ricambi originali e assistenza autorizzata autoveicoli Fiat.
O.E.G.A. fu la ditta di fiducia di importanti stabilimenti privati e istituzioni pubbliche melitesi: Fabbrica di Patamia (specializzata nella lavorazione del bergamotto), Fabbrica dei F.lli Sergi (specializzata nella lavorazione delle arance), Ospedale civile melitese “T.Evoli”
Giuseppe Azzarà fu un assiduo espositore presso l’annuale Fiera agrumaria di Reggio Calabria e vincitore di numerosi premi insieme ai complimenti dell’allora Arcivescovo metropolita di Reggio Cal., S. Em. G.nni Ferro, e dal Ministro Umberto Tupini.
E, il 13/01/1972, gli è stato conferito, da parte del Presidente della Repubblica, G. Leone, n.q. di Capo dell'ordine "al merito della Repubblica Italiana", su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, E. Colombo, il titolo di "Cavaliere".

60 anni dedicati al lavoro: 18 da dipendente e 42 da imprenditore. Mori il 22 maggio 1980.
Altre informazioni (in allestimento) : https://rosarioazzara.jimdo.com/i-miei-genitori/mio-padre/

La vita privata del Cav. Giuseppe Azzarà
Durante il ventennio fascista anche al Sud furono estesi le “colonie estive”, nate nel precedente secolo, per offrire a bambini/e e ragazzi/e, provenienti da famiglie meno agiate, un periodo di attività fisica e ludica.
A tale scopo la frazione Marina del Comune di San Lorenzo – RC - (tale località allora veniva identificata con altri due nominativi: Torre del Salto e Salto Lavecchia), ebbe la fortuna di vedersi realizzato un edifico sociale posto in riva al mare. Appunto la “colonia estiva”.
La gestione di tale struttura era stata assegnata ad un prete, figlio di un ricco proprietario terriero, proveniente dal Comune di Pellaro (poi soppresso dal fascismo e inglobato come circoscrizione alla limitante città di Reggio Cal.), di nome Demetrio Quattrone.
Don Demetrio Quattrone svolgeva anche l’attività sacerdotale presso la locale Chiesa della SS. Trinità e la “perpetua” e insegnante di religione era la sorella Paola.
La bella donna “straniera”, sorridente, allegra, giocosa e affabile con i ragazzi, fece colpo sul giovane, serio e distinto lavoratore (e in cuor suo aspirante imprenditore) Giuseppe Azzarà che non esitò di presentarsi al prete Don Demetrio per “chiedere la mano” della sorella Paola.
E così, come la tradizione voleva, dopo aver passato in rassegna i rispettivi nuclei familiari e ricevuto il benestare delle parti, Giuseppe e Paola, sono ufficialmente fidanzati.
Il 29 aprile 1939, presso la Chiesa della SS. Trinità di Marina di San Lorenzo (RC), il parroco Don Demetrio benedice il matrimonio della sorella catechista Paola Quattrone con l’imprenditore (da un anno) Giuseppe Azzarà.
Dal matrimonio nascono, tutti negli anni ’40, 5 figli.
La tradizione, e la legge di allora non permetteva l’assegnazione di nomi di fantasia, preferiva omaggiare i parenti anche se dopo, nella vita quotidiana, i nomi venivano storpiati: Caterina (in Nella) in riferimento alla nonna paterna, Carmelo (in Memè) in riferimento al nonno paterno, Michelangelo (in Lillo) in riferimento al nonno materno, Rosario(in Saro) in riferimento ad uno zio paterno morto a Filadelfia (Pennsylvania -USA), Demetrio (in Mimmo) in riferimento al sacerdote zio materno.

Mio Padre, Giuseppe, nato nel 1904, a Marina di San Lorenzo (località chiamata pure Salto la Vecchia o Torre del Salto… ecco perché ho riportato i tre nomi nella targa installata presso lo svincolo stradale SS 106 km, 36,400) e il suo cuore si fermò, tra le mie braccia, a Melito nel 1980 (a 76 ...

Padre (Giuseppe Azzarà) e figlia (Caterina)
21/10/2020

Padre (Giuseppe Azzarà) e figlia (Caterina)

Torchio continuo costruito nel 1948 per l'ulteriore sfruttamento totale del bergamotto.Dopo l'avvenuta "grattata" della ...
06/04/2020

Torchio continuo costruito nel 1948 per l'ulteriore sfruttamento totale del bergamotto.
Dopo l'avvenuta "grattata" della scorza del frutto, da cui veniva (e viene) ricavata la "mollicata" e da questa, sottoposta alla premitura, veniva estratto l’ “olio essenziale” destinato sia al mondo farmaceutico e sia all'industria profumiera.
Le funzioni del Torchio erano di sfruttare al massimo il frutto – chiamato “boccia” -. Le bocce una volta uscite dalla precedente “grattata” venivano caricate nella tramoggia e il torchio svolgeva due funzioni: macinare le bocce e far uscire dalla porta (regolabile) posteriore il “pastazzo”, molto gradito dagli animali da pascolo, e dalla porta inferiore il “succo citrico” usato, per le sue proprietà senza limiti di utilizzo, sia in cucina (dai piatti salati ai dolci, dalla preparazione di liquori a bevande analcoliche) e sia in medicina essendo ricco di vitamine A, B, C e flavonoidi.

Indirizzo

Via Porto Salvo
Melito Di Porto Salvo
89063

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