19/03/2021
Forse non ti abbiamo mai perso. Nemmeno 7 anni fa. Nemmeno nel giorno della festa del papà di 7 lunghi anni fa. Nemmeno in quella primavera mal annunciata dal profumo di zagare (un odore che ci cuce a forza addosso una tristezza assurda). Rimani. Rimani nella nostra ossessione per i gatti e la tecnica mai remunerativa del mush mush (richiamo utilizzato sicuramente dagli antichi Egizi). Rimani negli ulivi di tuo padre e in quelli che un altro padre,tu chi altri, ha piantato per noi in un Aprile di ri-nascita. Rimani in quei vinili preziosi, in quel cantante ambiguo che canta di foto che quasi può sentire o in quel cantautore che, tradotto troppo letteralmente, chiedeva una luce per il suo fuoco. Rimani in quella Milano gotica e piena di piccioni, di Macdonald a due passi ignorati, di parchi in cui sfrecciare, in un cavallo spostato in via Canova, in quelle mostre di una città che ti ha riconosciuto come figlio artista, ben lontano da quel quattordicenne in bicicletta reietto ma mai perso. Rimani nei taccuini dei tuoi appunti di cinema e arte, custoditi gelosamente. Rimani in quelle giacche troppo larghe sulle spalle che a volte indossiamo. Rimani in quello studio che ti ha visto reinventarti, diventare artigiano (artista già lo eri). Rimani in quelle librerie, piene di filosofi e poeti, in quella gaia scienza e amore per la sapienza ("la cultura mi ha salvato", dicevi). Rimani in quei quadri che insegnano la Bellezza come la vedevi tu in una terra meta-fisica e antica. A noi tatuano addosso l'orgoglio di esserti figlie, sorelle di Pentedattili atavici, di colonne che accarezzano il cielo, di frammenti di occhi che vedono te meglio di te, di persone che sono sempre terribilmente altro, che sono per l'essenza, forse chimere... Rimani in noi che, come meglio ha detto Tiziano Rossi, continuiamo a ingarbugliarci in "un arrovellato inseguimento" in una terra che ci sembra sempre più scarna.
Rimani ma manchi.