16/05/2022
"Da secoli non si vedono così tanti alberi sulle montagne italiane. Quasi un’unica coperta silvestre ricopre ogni cosa. E così doveva essere nel Medioevo anche la pianura prima dei grandi dissodamenti operati dai Cistercensi: vicino al mare, lecci e sugheri, più all’interno rovelle colossali e poi tigli, olmi, pioppi e salici lungo i fiumi. Il ricordo di quelle grandi foreste è di nuovo visibile solo sulle montagne...
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Da secoli non si vedono così tanti alberi sulle montagne italiane. Quasi un’unica coperta silvestre ricopre ogni cosa. E così doveva essere nel Medioevo anche la pianura prima dei grandi dissodamenti operati dai Cistercensi: vicino al mare, lecci e sugheri, più all’interno rovelle colossali e poi tigli, olmi, pioppi e salici lungo i fiumi. Il ricordo di quelle grandi foreste è di nuovo visibile solo sulle montagne. E ancora di più adesso: a seguito del fenomeno dello spopolamento, tutte le fonti concordano nel registrare il raddoppio della superficie boschiva in cinquant’anni anni.
Senza i boschi le Alpi sarebbero quasi già sparite. Con le infinite radici di questo popolo vegetale che penetrano nella terra, che si aggrappano come tentacoli, che si ancorano nella profondità del terreno scosceso, artigli bramosi di terra, sono il grande adesivo naturale delle montagne. Fissano i pendii, bloccano la materia instabile che altrimenti l’acqua e il dilavamento presto trascinerebbero verso il basso, fino a riempire i fondi vallivi, fino a colmare i vuoti levigando con crolli in successione gli angoli acuti delle cime. E se le montagne tendono a sgretolarsi e a franare, le grandi foreste agiscono da cemento, trattengono la valanga, la frana, conservano a lungo la neve ai primi caldi sotto l’ombra delle
loro fronde, rilasciando lentamente acqua come spugne rigonfie.
Prima dei grandi castelli di ghiaccio, prima delle alti pareti cui si tende a pensare non appena si dice “Alpi”, e ancora prima delle cime, bisognerebbe pensare dunque alle foreste, alle grandi e benefiche distese boschive. Le Alpi sono il risultato della presenza delle foreste, immense coltri che limitano l’impermanenza delle cose.
📷: scorcio sulla foresta vetusta di Somadida, una delle più antiche e selvagge delle Alpi, sotto il Sorapiss, nelle Dolomiti di Cadore.
Foto di F. Michieli.