23/02/2021
👉 LE RIFLESSIONI DEI
ALBERI, ALBERI, ALBERI…opinioni in merito ne hanno tutti, dal biologo, al geologo, all’operaio sino al politico. È facile parlare del verde, quando si parla di piante tutti ne sanno, molto di più che di medicina umana…
Tutti sappiamo dei benefici offerti dalle piante, ma la nostra sensibilità nei loro confronti non è mai costante. Si passa da periodi post tormente eccezionali, dove per la paura che le piante cadano le si vorrebbe tagliare tutte, a periodi green dove non si vorrebbe abbattere nulla.
Sul verde urbano tutti hanno qualcosa da dire, molto si può approfondire cercando in rete, ma attenzione a non generalizzare.
La gestione del verde urbano non ha nulla a che fare con la gestione selvicolturale di un bosco, si prenda ad esempio il concetto di fine turno, non lo si applica ad una pianta in ambito urbano, ma ad un soprassuolo boscato. Ricordando che il turno è un arco temporale determinato dalla fisiologia della pianta volto a ritrarre assortimenti dal bosco, piuttosto che a garantire la rigenerazione dello stesso. Cardine della gestione di un bosco è preservare il perpetuarsi dello stesso anche se se ne ritrae profitto. Il taglio di un bosco, quando pianificato da un dottore forestale, è sempre fatto nell’ottica di garantire un soprassuolo forestale a chi verrà dopo.
Il taglio di una pianta urbana non segue il principio del turno ed il dottore agronomo ed il dottore forestale sono parimenti titolati nel fare le perizie per determinare quando e se intervenire per abbatterla. Avere tali competenze non significa che l’ordine professionale promuove l’abbattimento delle piante urbane, anzi ne promuove la conservazione previa accurata indagine e proposta di intervento per correggere, laddove presenti, difetti. Certamente quando la combinazione tra rischio e pericolo è tale da mettere in discussione l’incolumità umana, la soluzione rimane l’abbattimento.
Sconcerta che molti si elevino a difensori degli alberi quando il professionista ne decreta la necessità di abbattimento; ci aspetteremmo altrettanta solerzia nel denunciare la mala gestione degli alberi nelle nostre città (potature insensate, scavi con danni radicali, ferite...) che sono la causa scatenate del deperimento a cui sono poi destinati. Il dottore agronomo ed il dottore forestale preferirebbero mettere a disposizione la propria competenza per progettare sistemi arborei ben fatti, destinati a durare nel tempo, anziché sprecare energie ad accertare l'instabilità di un albero, martoriato nei decenni dall'incompetenza, dall'ignoranza e dall'arroganza dei tuttologi.
Elena Zanotti – Dottore Forestale, Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Brescia