21/09/2024
Il Castello Carlo V (foto 32 – foto 33)
Nel 1529, quando si affermò a Monopoli il dominio degli Spagnoli, la città era sprovvista di un castello che potesse difendere il territorio circostante. Carlo V fece edificare un castello militare in tutte le città ricadenti sotto il suo dominio. Il luogo scelto per Monopoli fu il promontorio, detto Punta Penna, a nord della città. Nel 1540 il viceré di Napoli Don Pedro de Toledo diede inizio ai lavori di costruzione, terminati nel 1542. La parte più importante del castello si nasconde a quota banchina, perché il castello è stato edificato su delle costruzioni preesistenti: lì troviamo, infatti, un’antica chiesa bizantina del XI secolo, detta di San Nicola de Pinna, una grande porta ad arco, con blocchi di pietra squadrati, un’asola per lo scorrimento verticale di una inferriata, feritoia laterale e caditoia in sommità. Probabilmente si trattava di una porta d’accesso alla città per coloro che avevano imbarcazioni di stazza maggiore, per cui attraccavano fuori dal porto. Presente a quota banchina anche una torre di avvistamento o fortilizio che la fazione aragonese scelse come quartier generale nel 1435. Il castello presenta la tipica pianta pentagonale dei fortilizi cinquecenteschi spagnoli, con due piani principali (la quota banchina e la quota piazza d’armi) e altri piani intermedi che erano utilizzati come riserve idriche e di alimenti. Il castello per esigenze di difesa era in comunicazione con le torri costiere e il Monastero di santo Stefano, attraverso segnali di fumo, di fuoco e cavalieri a cavallo. Al piano cortile, in una delle stanze è possibile vedere un brano di cinta muraria del 1400 che taglia trasversalmente tutta la struttura del castello. Dalla piazza d’armi è possibile osservare il piano passo ronda, costituito da un camminamento, che collega la torre di vedetta sul vertice nordovest con quella sul vertice sudest. All’esterno del castello si osservano cannoniere a filo radente e strombature per cannoniere in alto. Nel 1660 il castello subì delle modifiche perché divenne residenza per le famiglie dei militari spagnoli. Nel 1831 esso fu adibito a carcere mandamentale, e quindi ulteriormente rimaneggiato al piano cortile, dove c’era la casa del custode, l’area per le donne, quella per gli uomini, la zona di accesso per le visite e i servizi. Il carcere venne chiuso nel 1969. Il piano a quota banchina fu dato alla Marina Militare, che nella Seconda guerra mondiale costruì delle torrette di cemento armato sul piano copertura. Il castello rimase abbandonato fino al 1979, quando l’Amministrazione comunale promosse dei lavori di consolidamento e restauro, tuttora in corso. La parte più importante del castello, comunque, si nasconde a quota banchina, perché esso ha inglobato tutte le costruzioni preesistenti. Lì troviamo una antica Chiesa bizantina del X secolo, testimonianza del monastero di S. Nicola de Pinna, da non confondere con San Nicola in Portu Aspero. La chiesa prende questo nome perché situata sulla punta del promontorio roccioso, ed è stata riscoperta nel 1948. Secondo G. Indelli, storico monopolitano, il monastero è stato fondato nella seconda metà del X secolo da un monopolitano di nome Sassone, in crisi mistica dopo la morte della moglie. Dal 1998 il castello “Carlo V” è aperto al pubblico come contenitore culturale. Lungo le mura fortificate cinquecentesche si incontra il bastione detto «santa Maria» sul quale sono stati collocati cannoni provenienti dalla fortezza di Gaeta, distrutta dai piemontesi al tempo dell’Unità d’Italia. Altri cannoni del genere sono stati collocati lungo tutte le mura. Di fronte, troviamo la chiesa di santa Maria della Zaffara, o dello zaffiro, così denominata per il colore dell’abito della Madonna raffigurata in una tela attualmente ospitata nel Museo Diocesano.
Tratto da Monopoli da Vivere - guida turistica della città. Testi a cura del sottoscritto.