22/09/2023
𝑰𝑵 𝑭𝑼𝑳𝑮𝑬𝑻 𝑰𝑮𝑵𝑰𝑺 – 𝑵𝑬𝑳 𝑩𝑨𝑮𝑳𝑰𝑶𝑹𝑬 𝑫𝑬𝑳 𝑭𝑼𝑶𝑪𝑶
𝑴.𝑨.𝑽.𝑴. 𝑺.𝑻𝒆𝒏. 𝒅’𝑨𝒓𝒕𝒊𝒈𝒍𝒊𝒆𝒓𝒊𝒂 𝑺𝒆𝒓𝒈𝒊𝒐 𝑩𝒂𝒓𝒃𝒂𝒅𝒐𝒓𝒐
A pochi giorni di quello che sarebbe stato il 103esimo compleanno del S.Ten. Sergio Barbadoro e per l’80° Anniversario dell’operazione Husky, il GRSSO vuole ricordare la storia di questo giovane artigliere, morto in azione durante lo Scontro di Portella della Paglia – Valle Presti il 22 luglio 1943.
Sergio Barbadoro, figlio di Francesco Barbadoro e Pia Giovannoni, nacque il 20 settembre 1920 a Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze. Studente, fu chiamato alle armi presso il 23° Distretto Militare di Roma I nel 1935, identificato come Soldato di Leva classe 1920 e posto in congedo illimitato. Poiché stava frequentando il 4° anno di ragioneria, non fu richiamato alle armi allo scoppio delle ostilità con la Francia nel giugno del 1940. Per ragioni di studio non fu richiamato neanche nei primi mesi del 1941, in quanto iscritto al primo anno di ingegneria. Per motivi personali, probabilmente per un innato senso di patriottismo, Sergio decise di rinunciare ai benefici di studente e richiese di essere inviato ai reparti operanti. Dopo un periodo di formazione presso il Deposito del 27° Rgt. Art. “Cuneo”, divenne Caporale il 16 aprile 1941. Nell’agosto dello stesso anno raggiunse Durazzo e il 19° Rgt. Art.” Venezia”, per poi tornare in Italia nel marzo 1942 per essere trasferito nel 12° Rgt. Art. “Legnano” a Firenze. Reggimento ove permase per poco tempo, in quanto il 6 marzo fu ammesso alla Scuola Allievi Ufficiali di Complemento di Nocera Inferiore. Il 16 luglio ottenne il grado di Sottotenente d’Artiglieria di Complemento e fu inquadrato nella 52^ Btr. Costiera da 100/17 mobilitata dal 13° Rgt. Art. “Granatieri di Sardegna”. Il 15 aprile 1943 giunse in Sicilia, nominato come comandante della 1^ Sezione della 1^ Batteria del I Gruppo Obici da 100/17 del 25° Rgt. Art. “Assietta”, stanziato a Santa Ninfa (TP). Nel giugno 1943 il I Gruppo Obici da 100/17, comandato dal Magg. Ernesto Ipavec, fu spostato a Palermo, alle dipendenze tattiche del 51° Raggruppamento Art. da Posizione Costiera del Comando Difesa Porto “N”. Fu negli ultimi giorni di quel mese che la 1^ Sezione del S.Ten. Barbadoro fu posta alle dipendenze della 2^ Cp. del 825° Btg. Fanteria Complementi, comandata dal Ten. Nicolò Rizzi e organizzata a caposaldo nella gola di Valle Presti – Portella della Paglia, valico tra la Valle dello Jato e la Conca d’Oro. L’ Obice da 100/17 Mod. 16 fu posizionato in funzione controcarro su una piccola altura, a guardia della rotabile San Giuseppe Jato – Palermo, in una posizione avanzata rispetto al caposaldo principale ove era presente anche una fortificazione fissa in cemento per mitragliatrice. Barbadoro si legò alla Sicilia, ove intraprese anche una relazione amorosa con una ragazza, infermiera in un centro sanitario nei pressi del suo caposaldo. Nei primi giorni di luglio avvenne lo sbarco Alleato sull’isola e cominciarono le prime ansie e le prime preoccupazioni per i fanti di Portella della Paglia, che non ricevettero mai informazioni sulla posizione del nemico. La 7° Armata dello US Army, comandata dal Gen. George S. Patton, stava avanzando pericolosamente verso la Sicilia Occidentale, con la sua punta di diamante, la 2nd Armored Division del Gen. Hugh J. Gaffey. La mattina del 22 luglio 1943 la colonna della 2nd A.D., proveniente da Castelvetrano, entrò a San Cipirello e San Giuseppe Jato. Procedendo verso Palermo, quando le scout car in avanscoperta in testa alla colonna Alleata entrarono nella gola di Valle Presti, dopo un rapido scambio di colpi di mitragliatrice tra italiani e statunitensi, il S.Ten. Barbadoro, ricevuto l’ordine dal Ten. Rizzi, aprì il fuoco sui veicoli nemici. La prima scout car fu subito colpita, inchiodando la colonna. Il fuoco incessante dell’obice da 100/17, coadiuvato dal fuoco delle mitragliatrici e dei cannoni da 47/32 , mantenne la colonna nemica a lungo ferma lungo la rotabile San Giuseppe-Palermo. Dopo circa due ore, mentre i rangers statunitensi stavano iniziando ad aggirare la posizione del giovane Barbadoro, essa venne colpita da un Howitzer (105 mm) semovente avversario. Barbadoro, insieme all’Artigliere Arcangelo Luciani e gli altri serventi al pezzo, perì a 22 anni nell’esplosione della riservetta del suo pezzo. La colonna, fermato l’ostacolo principale, riuscì con le sue forze preponderanti a sopraffare l’interno caposaldo. Poche ore dopo sarebbe caduta Palermo, rendendo vano l’eroico sacrificio dei caduti di Valle Presti.
La storia di questi giovani artiglieri e dell’inutile sacrificio della loro vita venne dimenticata rapidamente ma, grazie alle testimonianze riportate nel marzo 1944 dal Magg. Francesco Morelli, ufficiale a disposizione del Comando Difesa Porto “N” e verso la fine del 1945 dal Ten. Nicolò Rizzi, Barbadoro fu insignito il 4 novembre 1946 della Medaglia d’Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione:
“𝐶𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎𝑡𝑜 𝑎 𝑠𝑏𝑎𝑟𝑟𝑎𝑟𝑒, 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛 𝑝𝑒𝑧𝑧𝑜, 𝑢𝑛 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑛𝑡𝑎𝑔𝑛𝑎 𝑎𝑙𝑙’𝑎𝑣𝑎𝑛𝑧𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑜𝑛𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑟𝑎𝑧𝑧𝑎𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑚𝑖𝑐𝑎, 𝑎𝑛𝑖𝑚𝑎𝑣𝑎 𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑢𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑓𝑜𝑛𝑑𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑛 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑓𝑒𝑑𝑒. 𝐷𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑙’𝑖𝑚𝑝𝑎𝑟𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑏𝑎𝑡𝑡𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑛𝑜𝑣𝑒 𝑜𝑟𝑒 𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑜 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑎𝑠𝑝𝑟𝑜 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑜𝑠𝑡𝑎𝑐𝑜𝑙𝑖 𝑎𝑛𝑡𝑖𝑐𝑎𝑟𝑟𝑜, 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒𝑔𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑎𝑖𝑢𝑡𝑜 𝑖𝑛𝑓𝑙𝑖𝑔𝑔𝑒𝑣𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑑𝑖𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙’𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑠𝑎𝑟𝑖𝑜, 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑔𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑎 𝑔𝑙𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑔𝑙𝑖𝑒𝑟𝑖 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑖. 𝐶𝑎𝑑𝑢𝑡𝑖 𝑜 𝑓𝑒𝑟𝑖𝑡𝑖 𝑖 𝑠𝑒𝑟𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎𝑣𝑎 𝑑𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑎 𝑓𝑎𝑟 𝑓𝑢𝑜𝑐𝑜 𝑠𝑖𝑛𝑜 𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑖𝑡𝑜 𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑐𝑎𝑑𝑒𝑣𝑎 𝑠𝑢𝑙 𝑝𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑙𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑒𝑟𝑜𝑖𝑐𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑡𝑜 𝑎𝑓𝑓𝑖𝑑𝑎𝑡𝑜𝑔𝑙𝑖. 𝐿𝑢𝑚𝑖𝑛𝑜𝑠𝑜 𝑒𝑠𝑒𝑚𝑝𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙 𝑑𝑜𝑣𝑒𝑟𝑒.”
Fu proprio il Magg. Morelli che, in sede di interrogatorio presso la Commissione per l’Interrogatorio degli Ufficiali del R.E. Reduci di prigionia, quel 10 marzo 1944 tenuta a Maglie (Lecce), a narrare per primo le eroiche gesta di quei serventi dell’“Assietta” e a fare il nome di Barbadoro, avvalendosi del ben noto racconto sulla Caduta di Palermo scritto dal giornalista statunitense Jack Belden e pubblicato sulla rivista LIFE. Morelli, anch’egli ufficiale dell’Arma d’Artiglieria, mosso da una particolare ammirazione nei confronti di Barbadoro, fece in modo che le gesta del giovane di Sesto Fiorentino non venissero dimenticate, trasmettendo la copia dell’articolo alla commissione presieduta quel giorno dal Gen. di C.d’A. Gian Giacomo Castagna. E fu proprio il Morelli, andato a visitare il caposaldo di Valle Presti il giorno prima dello scontro a riportare le ultime parole rivolte dal S.Ten. Barbadoro a un ufficiale superiore del Comando Difesa Porto “N”, nelle quali il giovane affermava che avrebbe fatto da puntatore al pezzo e sarebbe rimasto sul posto fino all’ultimo”. Cosa che fece, resistendo ad oltranza sul posto fino alla morte, insieme ai suoi serventi.
A Sergio Barbadoro è stato realizzato un monumento, posto nella gola di Valle Presti, è stata intitolato il Largo Sergio Barbadoro nel quartiere di Pallavicino a Palermo ed è stata intitolata una lapide in sua memoria presso la ex-Caserma del 13° Rgt. Art. “Granatieri di Sardegna” (ormai soppresso) a Roma.
Nel 2022 il GRSSO, grazie ad alcune importanze testimonianze documentali e ad un lavoro quinquiennale, è riuscito a identificare il secondo caduto dello scontro, l’Artigliere Arcangelo Luciani e sta attualmente lavorando per identificare gli altri caduti.
𝑆𝑖 𝑟𝑖𝑛𝑔𝑟𝑎𝑧𝑖𝑎𝑛𝑜, 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑛𝑜𝑡𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑡𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑡𝑜, 𝑙𝑎 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑆.𝑇𝑒𝑛. 𝐵𝑎𝑟𝑏𝑎𝑑𝑜𝑟𝑜 𝑒 𝑖𝑙 𝑛𝑖𝑝𝑜𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑀𝑎𝑔𝑔. 𝐸𝑟𝑛𝑒𝑠𝑡𝑜 𝐼𝑝𝑎𝑣𝑒𝑐.
IL GRSSO