Andrea Bregovic - Toscana Tour Guide

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Uno dei tesori del Museo Archeologico di Firenze, la storia affilascinante del suo ritrovamento.   ,   ,    what else!
15/11/2024

Uno dei tesori del Museo Archeologico di Firenze, la storia affilascinante del suo ritrovamento.
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15 novembre 1553, viene scoperta la “Chimera”

La splendida opera in bronzo, di pregiata manifattura etrusca e databile tra il IV e il V secolo a.c., fu rinvenuta durante la costruzione delle fortificazioni del capoluogo aretino. Il Granduca Cosimo I, informato dell’avvenuto ritrovamento, la volle subito a Firenze.

Cosimo, che era un grande amante dell’arte, s’innamorò al tal punto dell’opera da voler partecipare personalmente al restauro di minuziosa ripulitura. Anzi, secondo uno scritto di Benvenuto Cellini il granduca ne era così preso che anche successivamente era solito ripulirla con attrezzi da orafo.

L’aspetto della statua si rifà al mito greco di Bellerofonte in cui l’eroe affrontò e uccise la Chimera. Proprio le particolarità fisiche di questo animale immaginario sono alla base della passione di Cosimo per l’opera. In esse il granduca ritrovava riassunte tutte le qualità e le virtù dei Medici: la maestosità e la forza nel corpo di leone; la fecondità, intesa come creatività e ricchezza, nella testa di capra; l’astuzia del serpente nella coda.

Per questo motivo Cosimo la volle per sé, prima a Palazzo Vecchio esposta nella cosiddetta Sala di Leone X e poi nel suo studiolo di Palazzo Pitti. Nel 1718 la statua fu spostata agli Uffizi e successivamente al Palazzo della Crocetta, sede del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, dove, dal 1870, è il pezzo forte della collezione.

Una curiosità: sembra che la statua, al momento del ritrovamento, venne inizialmente classificata come un semplice leone, vista l’assenza della coda a forma di serpente che fu ritrovata da Giorgio Vasari solo in seguito. A questo proposito è possibile che il restauro, che servì per ricollocare la coda, non sia stato effettuato nel modo corretto perché il serpente, visto l’atteggiamento aggressivo della fiera, dovrebbe avventarsi contro un ipotetico avversario e non mordere un c***o della testa della capra, come invece avviene.

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Santa Maria Novella,   what else!
18/10/2024

Santa Maria Novella, what else!


18 ottobre 1279, la posa della prima pietra di Santa Maria Novella

Erano in 12 e venivano da Bologna, a guidarli Giovanni da Salerno. Non si trattava di soldati di ventura ma dei frati domenicani che nel 1219 arrivarono a Firenze per insediarsi nella chiesa di Santa Maria delle Vigne. Questa chiesa, allora poco significativa, piccola, immersa nei vigneti appena fuori le mura cittadine, era il nucleo primigenio dal quale si è sviluppata l’attuale Santa Maria Novella.
La basilica attuale, una delle più belle della città, contesto museale tra i più visitati annualmente sul territorio e centro pulsante del quartiere, nasce da quel piccolo nòcciolo posto dove oggi è ospitata la sagrestia.

La cerimonia ufficiale della posa della prima pietra si tenne nell'ottobre del 1279 anche se i lavori erano di fatto cominciati da tempo. La costruzione fu completata a metà del XIV secolo.

Tra i tanti validi motivi per visitare il complesso di Santa Maria Novella è doveroso citare la maestosa facciata di Leon Battista Alberti, l’imponente ristrutturazione interna operata dal Vasari, il Chiostro con i singolari affreschi realizzati in 'terra verde' da Paolo Uc***lo, i crocifissi lignei di Giotto e Brunelleschi, le cappelle affrescate dal Ghirlandaio e da Filippino Lippi e la “Trinità” del Masaccio.

La chiesa è stata anche palcoscenico di grandi eventi storici, dagli studi di padre Ignazio Danti propedeutici alla riforma gregoriana del calendario, alle prime, burrascose, invettive di frate Caccini contro il modello astronomico di Galileo. Una realtà che incarna in pieno l'ideale che Victor Hugo aveva dell'edificio ecclesiale, come una sintesi fra architettura, arte, simbolismo, spiritualità, divulgazione del sapere e teatro delle umane vicende.

Il complesso è da tempo oggetto di lavori di recupero che interessano gli antichi dormitori del convento. Questi ambienti, vista anche la posizione strategica rispetto alla Stazione centrale, si prestano perfettamente ad ospitare i nuovi spazi di accoglienza museale, grazie all'incremento dei servizi di biglietteria e guardaroba, bookshop, caffetteria e servizi igienici.

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...E funziona ancora perfettamente!La vita veniva organizzata secondo la presenza o meno della luce.Luce naturale, ovvia...
16/10/2024

...E funziona ancora perfettamente!
La vita veniva organizzata secondo la presenza o meno della luce.
Luce naturale, ovviamente.
Dopo il tramonto la città era avvolta in oscurità e la maggior parte delle attività venivano sospese. La fine del giorno era arrivata.
Poco comprensibile per chi, come noi, può continuare a "vivere" per 24 ore al giorno.
Ritmi naturali, ritmi artificiali...
Santa Maria del Fiore, what else!


Nel Duomo il tempo scorre al contrario?

Nel Duomo di Santa Maria del Fiore, c’è un grande orologio liturgico che dal 1443 scandisce le ore del giorno e della notte in modo molto diverso da come siamo abituati a leggerlo oggi. Entrando nel Duomo e volgendo le spalle all’altare si potrà osservare un orologio che ha le lancette che ruotano al contrario, da destra verso sinistra.

L’orologio è uno dei pochissimi al mondo che segna il tempo con il sistema dell’Ora Italica, segna cioè le ore trascorse dal levare del sole al calare delle tenebre a seconda delle stagioni, facendo avanzare l’unica lancetta sul quadrante in senso antiorario, e la ventriquattresima ora non è la mezzanotte ma quella del tramonto del sole. L’orologio viene dunque regolato nell’arco dell’anno in modo che l’ultima ora del giorno sia sempre quella del tramonto.

Fu il pittore fiorentino Paolo Uc***lo ad affrescare nel 1433 il quadrante dell’orologio, che misura quasi sette metri di diametro. Nel quadrante l’artista rappresentò, in ordine crescente ma antiorario, le 24 ore in numeri romani. Ai lati dipinse quattro teste di uomini con aureola; secondo alcuni si tratta di Profeti, per altri dei Quattro Evangelisti.
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16/10/2024
8 ottobre, Santa ReparataLa storia della devozione
08/10/2024

8 ottobre, Santa Reparata
La storia della devozione


📌 8 ottobre 406 d.C - La sconfitta dei Goti e la nascita della festa di Santa Reparata a Firenze

L'8 ottobre 406 d.C. segna un evento cruciale nella storia di Firenze: la vittoria della città contro i Goti, che assediarono le sue mura. Questo evento storico ha dato vita alla festa di Santa Reparata, un simbolo di fede e resistenza per la comunità fiorentina.

Nel IV secolo, l'Impero Romano si trovava in un periodo di grave crisi. Le invasioni barbariche minacciavano i confini e gli equilibri politici interni erano fragili. I Goti, un popolo germanico che si era già reso protagonista di numerosi saccheggi, si spinsero fino alle porte di Firenze. La città, piccola ma strategicamente importante per la sua posizione lungo il fiume Arno, divenne un obiettivo chiave.

L’8 ottobre 406 d.C., i Goti, guidati da Radagaiso, si accamparono intorno a Firenze, cercando di conquistare la città. Nonostante le forze avversarie fossero superiori in numero, i fiorentini resistettero con grande coraggio. La leggenda narra che proprio in quel momento di disperazione la città chiese l’intercessione divina attraverso Santa Reparata, giovane martire cristiana vissuta nel III secolo. Secondo la tradizione, Santa Reparata apparve ai fiorentini durante l'assedio, infondendo loro coraggio e forza per resistere all'attacco nemico. Gli storici raccontano che l'esercito gotico fu colto alla sprovvista e, grazie all'intervento delle forze imperiali romane, Firenze riuscì a sconfiggere i suoi assalitori. La vittoria fu vista come un segno della protezione divina, in particolare di Santa Reparata, e la città decise di celebrarla come la sua patrona.

Dopo la sconfitta dei Goti, la devozione verso Santa Reparata si consolidò nella città di Firenze. Per commemorare l’evento, ogni anno l’8 ottobre si celebra la festa di Santa Reparata, un’importante ricorrenza religiosa e storica. La giornata è scandita da processioni, eventi religiosi e celebrazioni in tutta la città. La basilica a lei dedicata, oggi scomparsa, era uno dei principali luoghi di culto fiorentini prima della costruzione del Duomo di Firenze.

L'assedio dei Goti e la miracolosa vittoria ottenuta l’8 ottobre 406 d.C. rappresentano uno degli eventi più significativi nella storia di Firenze. La festa di Santa Reparata, nata per commemorare questo trionfo, è ancora oggi celebrata con devozione e orgoglio dai fiorentini, testimoniando il legame tra la città e la sua patrona. Una tradizione che ricorda non solo la fede, ma anche la forza e la determinazione di un popolo che ha saputo resistere contro ogni avversità.

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02/10/2024

Cosa nasconde Ercole nella mano destra?
La vista frontale alla quale talvolta siamo costretti impedisce di apprezzare alcuni dettagli delle sculture.
L'undicesima fatica di Ercole fu quella di cogliere tre mele dalla pianta dai frutti d'oro, che cresceva nel giardino delle Esperidi. Donato da Giove a Giunone come regalo nuziale, il luogo era custodito dal drago Ladone.
Per riuscire nell'impresa, Ercole affidò il compito ad Atlante, il gigante che reggeva la volta celeste, il quale lasciò temporaneamente l’enorme peso ad Ercole.
Tornato con i pomi si rifiutò però di attendere di nuovo al gravoso impegno. Stavolta Ercole vinse con l'astuzia: con la scusa di sistemare meglio il peso del cielo sulle spalle, lo passò ad Atlante il tempo sufficiente per sottrargli i pomi d'oro ed andarsene.
L'Ercole Farnese degli Uffizi raffigura l'eroe in un momento di riposo, appoggiato alla clava da cui pende una pelle di leone, mentre nella mano destra tiene proprio i pomi del giardino delle Esperidi. La scultura da alcune settimane è esposta nel nuovo Gabinetto del Marmi agli Uffizi, dove è possibile ammirarla insieme ad altri capolavori dell'arte classica.



👉🏻 https://www.uffizi.it/opere/ercole-farnese

Indirizzo

Montecatini Terme
51016

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