28/02/2024
Mostri siciliani poco conosciuti e dove trovarli.
In oltre 5000 anni di storia tramandata, non sono pochi i mostri che la fantasia popolare ha fatto abitare nella nostra isola, a dire la verità la Sicilia è piena di mostri, all'inverosimile.
Alcuni, come Cariddi e Tifone, sono unici, antichissimi e controllano fenomeni come i gorghi dello Stretto di Messina e le eruzioni vulcaniche dell'Etna.
Altri, invece, sono vivi nella tradizione popolare e nelle storie che i nonni ancora raccontano ai nipotini.
Infine, ci sono mostri che vengono continuamente avvistati, ma mai da scienziati e naturalisti.
Vi illustreremo alcune di queste creature fantastiche (forse ?), la loro storia, delle loro abitudini e - perché no - delle motivazioni che le spingono ad essere e comportarsi come mostri.
LA MARABBECCA
Dall’abisso del folklore siciliano, tra le ombre più oscure della terra, si annida la Marabbecca, una creatura mostruosa che a volte si presenta come una donna e altre come un mostro che vive nei pozzi e nelle cisterne d’acqua in attesa che i bambini e gli adulti vi caschino dentro.
La Marabbecca, spauracchio inventato delle madri del mondo rurale per cercare di tenere lontani i propri figli dalla pericolosità dei pozzi, incarna anche la paura stessa di ciò che non si vede, di ciò che la nostra mente pensa vi sia in attesa nell’oscurità (in questo caso l’oscurità dei fossi).
Data la situazione dell’isola in fatto di acqua, è probabile che i pozzi fossero molto utilizzati dalle persone e che i bambini venissero solitamente mandati a prender l’acqua, rimanendo spesso vittime di cadute perché ci si era sporti troppo e in modo incauto.
Stesse abitudini della Marabbecca hanno la Mamma Trava e a Vecchia do puzzu.
U MUDDITTU .
U Muddittu siciliano è un folletto che incarna quasi tutti i cliché dei suoi simili: esso infatti è dispettoso, molesto e in grado di comparire e scomparire a proprio piacimento per procurare fastidi alle persone.
La particolarità forse più sinistra, rispetto ovviamente agli altri folletti, è il suo essere schivo e alquanto vendicativo contro chiunque gli rechi fastidio o deturpi il suo habitat. Le sue vendette possono comportare danni momentanei dovuti a piccoli incidenti ma anche gravi ferite, se non addirittura la morte del malcapitato.
Con i bambini “u Muddittu” è clemente, se non addirittura benevolo, tanto che solitamente si diverte a stuzzicarli nel sonno per farli sorridere.
LA BIDDRINA
Un animale mitico che pare abiti nelle zone umide delle campagne della provincia di Caltanissetta.
Il termine Biddrina, secondo alcuni, deriva dall’arabo e indica un grosso serpente acquatico. Sarebbe una biscia di enormi dimensioni (almeno sei metri), con la testa simile a una grancassa e una colorazione tra il verde e il blu. Pare che includa i tratti di un drago e di un coccodrillo. È visibile prevalentemente di notte, in particolare per via degli occhi rossi e luminosi come fari.
Si aggira tra gli alberi e le canne, mangiando capretti, agnelli ed esseri umani. Beve l’acqua sulfurea che scorre nei pressi delle miniere, acquisendo forza e immunità ai danni fisici. La leggenda vuole che una comune biscia, rimanendo nascosta per sette anni, possa diventare una Biddrina come per magia.
U SUGGHIU
Forse il più pericoloso tra i mostri nostrani è u Sugghiu, trattasi di un ibrido tra un essere umano, un mammifero e un rettile, dalla lunghezza di circa due metri, con il corpo ricoperto di squame verdastre. I suoi occhi sono feroci come quelli di un cane rabbioso.
Questa entità leggendaria è stata avvistata anche di recente in varie zone della Sicilia, inclusi boschi, paludi e località costiere.
Fin dai primi anni dell’800 ne sono state rinvenute delle presunte tracce sulla costa tirrenica, nell’agrigentino e nel ragusano. Il suo aspetto ributtante lo ha reso protagonista di insulti scherzosi e modi di dire. Il suo verso non è meno inquietante e ricorda sia il grugnito di un maiale che il raglio di un asino.
Questo sinistro richiamo gli servirebbe ad attirare gli altri animali, che vengono poi divorati con ferocia. Lo stomaco del Sugghiu è infatti molto resistente e gli consente di digerire perfino le pietre.
Pare inoltre che la sua pelle sia resistentissima, si cunta che un cacciatore tale “Alfio occhio vivu “ gli abbia esploso addosso l’intero caricatore del suo fucile, senza procurargli alcun danno visibile.
Le origini di questa malevola creatura sono sconosciute, potrebbe essere di origine aliena o una mutazione di un rettile gigante, ma comunque se lo avvistate curriti come se non ci fosse un domani perché un antico detto afferma “Nun jiri ‘dda ca venu ‘u sugghiu e ti pigghia!” (Non andare lì perché arriva il Sugghio e ti rapisce).
LA VECCHIA DI LI FUSA .
La Vecchia di li fusa è un mostro n**o, bruttissimo, pauroso, che notte e giorno non cessa di filare e avvelenare con lo sguardo.
Essa è parente stretta delle Parche: e sta a guardia di alcuni tesori incantati,
Per disincantarli occorre slanciarsi d'assalto su di lei, toglierle di mano la rocca ed il fuso, impedendo che ne rompa il filo.
La rottura di questo farebbe subitaneamente morire l'incauto .
La Vecchia di li fusa ha il suo dominio e protrae la sua esistenza nel territorio di Scicli in un antro dotato di tutti i confort.
Sant'Ermu .
Essere pauroso specializzato nel perseguitare i ragazzi cattivi, dei quali succhia il sangue ad ogni cattiveria ch'essi facciano. Le storie che si raccontano di lui incutono terrore, perchè senza pietà con bulli e vandali.
Abita presso i Bagni termali di Termini Imerese
Lu Grecu-livanti .
È un mago, uno stregone, un essere pauroso specializzato in bambini, esce verso mezzogiorno e prende i ragazzini che vanno in giro a quell'ora, specialmente in estate quando il sole è cocente
e li porta via nei suoi larghissimi calzoni legati sotto i ginocchi .
Spesso si fa aiutare dal suo collaboratore u Vóta-casacchi , vecchio deforme che nasconde sotto la sua casacca i bambini piagnolosi e pretenziosi.
Con molta probabilità tali fanciulli vengono portati in pasto ad altri mostri come a mamma draga o altre bestie affamate di sangue innocente.
CANI NERI
Le strade e i boschi siciliani siano affollati da mostri notturni.
I castagneti pare siano frequentati da diabolici Cani Neri, che latrano nella notte con versi simili al lamento dei bambini (in dialetto trìolo), questi escono fuori dall'inferno in cerca delle anime fuggite (ogni tanto qualche anima fugge) o magari per sostituirle col primo innocente che riuscivano a catturare, retaggio della tradizione egizia con il dio Anubi che si occupava dei morti e sopra tutto con il mito greco del cane Cerbero a guardia degli inferi.
IL GALLO FURIOSO
Tra le vie delle città, sempre di notte, è possibile incontrare il Gallo Furioso, creatura altrettanto nera, mostruosa e demoniaca , che come il terribile basilisco trasforma in pietra il malcapitato che incrociasse il suo gelido sguardo e capace di fare abortire le donne con il suo orribile canto.
IL CAVALIERE DELLA SVENTURA
Cupo e inquietante è il Cavaliere della Sventura , lo spirito di un uomo ricchissimo che non credeva in Dio e negli uomini che si dedicava solo a se stesso .
Passava il tempo gozzovigliare in banchetti e orge dionisiache , prendeva in giro religiosi e santi , aveva promesso che se avesse incontrato la morte l'avrebbe ignorata voltandogli le spalle.
Durante una delle sue famose feste, ebbe a bussare al suo uscio la morte .
Come potete immaginare alla vista del triste mietitore tutti i convitati fuggirono terrorizzati , solo l'uomo rimase , la morte si sedette al suo tavolo di fronte all'uomo.
Era venuto il momento della sua fine e la morte doveva accompagnarlo al suo destino finale
L'uomo fedele alla sua promessa osò guardare la morte negli occhi e poi gli girò le spalle.
Mai nessuno aveva offeso così la morte la pena doveva essere equiparata all'offesa , visto che in vita non aveva creduto in niente e nessuno e avesse deciso di ignorare l'umanità prendendosi gioco di tutto e tutti, sarebbe stato condannato ad apparire nelle città poco prima di terremoti, lutti e catastrofi varie, toccando con la sua lancia le case designate alla malasorte e annunciandosi , con un inconfondibile richiamo: “Io sono la Rovina! Io sono la Sventura!”.
Questi sono alcuni dei mostri siciliani, ma i veri mostri siculi sappiamo bene dove vivono, spesso sono votati dagli stessi abitanti della Sicilia , altri vivono nell'ombra corrompendo, chiedendo il pizzo, smistando favori . Alcuni si limitano a devastare le città vandalizzando le strutture cittadine.
Rispetto a quelli fantastici sono sicuramente molto più feroci e pericolosi.
Fonti: mostermovieitalia. Com; Pitrè “Usi e costumi del popolo Siciliano” vol IV 1939 ; Nonno Billa che mai nella sua lunga vita ebbe a bere acqua che conosceva tutti i segreti dei mostri siciliani e che giurava avessero paura di lui.