Scooter Sightseeing - Tour of Naples

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Gerardo Ferrara era un normale insegnante di educazione fisica di Sapri, ma aveva una particolarità: era incredibilmente...
06/06/2021

Gerardo Ferrara era un normale insegnante di educazione fisica di Sapri, ma aveva una particolarità: era incredibilmente somigliante a Massimo Troisi!
Troisi, a partire dall'autunno del 1993, era decisamente debilitato dalla malattia, ma aveva deciso di posticipare l'operazione di trapianto cardiaco che avrebbe potuto salvargli la vita per poter girare Il postino, il film che diventerà la sua più bella e pura eredità artistica.
Fu quindi contattato Gerardo con la precisa richiesta di sostituire nelle scene più pesanti un Massimo sempre più stanco e affaticato.
Appena si incontrarono per entrambi fu come guardarsi allo specchio.
E' Gerardo che pedala sotto il sole di Procida o di Salina, si ferma ad ammirare il tramonto in cima alla collina, sempre con la bici al suo fianco.
Fu proprio a Salina che la moglie di Gerardo lo raggiunse per annunciargli di essere incinta. Massimo fu entusiasta quanto Gerardo e chiedeva sempre: “Come sta Pablito? Mi raccomando, lo dobbiamo chiamare Pablito”, che altro non era che il nome del figlio del Postino.
L’ultimo ciak fu il 3 giugno 1994. Massimo si congedò: "Vi amo tutti, non dimenticatevi di me". Il giorno dopo, il cuore di Massimo cedette e l'attore morì nel sonno a soli 41 anni.
A Gerardo che era nel frattempo diventato un caro amico, lasciò una dedica speciale: "A Gerardo, per la pazienza e l’abnegazione con le quali ha reso più piacevole e meno faticoso il mio lavoro".
Rientrati a Sapri, Gerardo e la moglie appresero della morte di Troisi e al bambino, nato sotto la stella di quell'ultimo film, fu dato il nome di Massimo.

Riva fiorita noi a Napoli la chiamiamo da Giuseppone a mare e questo per il ristorante che sta lì da sempre... Perché a ...
11/05/2021

Riva fiorita noi a Napoli la chiamiamo da Giuseppone a mare e questo per il ristorante che sta lì da sempre... Perché a Napoli tutto gira intorno al cibo... 🛵🛵😅❤️🍝🇮🇹🛵🛵
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04/03/2020

Una campagna che in queste ore sta ottenendo milioni di views e messaggi di supporto, quella lanciata da Visit Italy per celebrare la bellezza dell'Italia

06/12/2019

Le belle cose della nostra città ♥️

08/11/2019

Wow!!

07/11/2019
Vesping all togheter...🌞😎🛵🛵🛵🛵😎🌞Audio Guided   of   by
14/10/2019

Vesping all togheter...
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13/10/2019
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19/09/2019

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Oggi avrebbe compiuto 60 anni. Icona giornalistica di cui oggi sentiamo tanto la mancanza in Italia.

Giancarlo Siani (Napoli, 19 settembre 1959 – Napoli, 23 settembre 1985) è stato un giornalista napoletano, assassinato dalla camorra.

Per catturare i suoi assassini ci son voluti ben 12 anni e tre pentiti e il motivo del suo omicidio, al di là della sua attività d'inchiesta giornalistica sul fronte della commistione tra criminalità organizzata e politica locale, era lo specifico interesse sugli appalti pubblici per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto dell'Irpinia del 1980 nei dintorni del Vesuvio.

Appartenente ad una famiglia della media borghesia partenopea del quartiere Vomero, frequentò le elementari presso la scuola "Vincenzo Cuoco", le medie presso la SMS "Michelangelo Schipa", e le superiori presso il Liceo Vico, partecipando ai movimenti studenteschi del 1977. Conseguì la Maturità Classica nel 1978 con il massimo dei voti (60/sessantesimi). Una volta iscritto all'università iniziò a collaborare con alcuni periodici napoletani mostrando particolare interesse per le problematiche dell'emarginazione; proprio all'interno delle fasce sociali più disagiate si annidava, infatti, il principale serbatoio di manovalanza della criminalità organizzata.

In quel periodo fondò assieme ad altri giovani giornalisti, tra i quali Gildo De Stefano e Antonio Franchini, il Movimento Democratico per il Diritto all'Informazione (M.D.D.I.), di cui fu portavoce nei diversi convegni nazionali sulla libertà di stampa. Scrisse i suoi primi articoli per il mensile Il lavoro nel Sud, testata dell'organizzazione sindacale Cisl, e poi iniziò la sua collaborazione come corrispondente da Torre Annunziata per il quotidiano Il Mattino di Napoli. Fu attivista del Partito Radicale durante la segreteria di Giuseppe Rippa.

L'attività giornalistica
Da Torre Annunziata si occupò principalmente di cronaca nera e quindi di camorra, studiando e analizzando i rapporti e le gerarchie delle famiglie camorristiche che controllavano il comune e i suoi dintorni. Fu in questo periodo che iniziò anche a collaborare con l'Osservatorio sulla Camorra, periodico diretto dal sociologo Amato Lamberti. Al quotidiano Il Mattino faceva riferimento alla redazione distaccata di Castellammare di Stabia. Pur lavorando come corrispondente da giornalista frequentava stabilmente la redazione del comune stabiese: il suo sogno era strappare il contratto da praticante giornalista professionista per poi poter sostenere l'esame e diventare giornalista professionista.

Lavorando per Il Mattino, Siani riuscì ad approfondire la conoscenza del mondo della camorra, dei boss locali e degli intrecci tra politica e criminalità organizzata, scoprendo una serie di connivenze che si erano stabilmente create, all'indomani del terremoto in Irpinia, tra esponenti politici oplontini e il boss locale, Valentino Gionta, che, da pescivendolo ambulante, aveva costruito un business illegale. Gionta era partito dal contrabbando di si*****te, per poi spostarsi al traffico di stupefacenti, e infine controllando l'intero mercato di droga nell'area torrese-stabiese.

Le vigorose denunce del giovane giornalista lo condussero ad essere regolarizzato nella posizione di corrispondente (articolo 12 del contratto di lavoro giornalistico) dal quotidiano nell'arco di un anno. Le sue inchieste scavavano sempre più in profondità, tanto da arrivare a scoprire la moneta con cui i boss mafiosi facevano affari. Siani con un suo articolo accusò il clan Nuvoletta, alleato dei Corleonesi di Totò Riina, e il clan Bardellino, esponenti della "Nuova Famiglia", di voler spodestare e vendere alla polizia il boss Valentino Gionta, divenuto pericoloso, scomodo e prepotente, per porre fine alla guerra tra famiglie. Ma le rivelazioni, ottenute da Giancarlo grazie ad un suo amico carabiniere e pubblicate il 10 giugno 1985, indussero la camorra a sbarazzarsi di questo scomodo giornalista.

In quell'articolo Siani ebbe modo di scrivere che l'arresto del boss Valentino Gionta fu reso possibile da una "soffiata" che esponenti del clan Nuvoletta fecero ai carabinieri. Il boss oplontino fu infatti arrestato poco dopo aver lasciato la tenuta del boss Lorenzo Nuvoletta a Marano di Napoli, comune a Nord di Napoli. Secondo quanto successivamente rivelato dai collaboratori di giustizia, l'arresto di Gionta fu il prezzo che i Nuvoletta pagarono al boss Antonio Bardellino per ottenerne un patto di non belligeranza.

La pubblicazione dell'articolo suscitò le ire dei fratelli Nuvoletta che, agli occhi degli altri boss partenopei e di Cosa Nostra (di cui erano gli unici componenti non siciliani), facevano la figura degli "infami", ossia di coloro che, contrariamente al codice degli uomini d'onore della mafia, intrattenevano rapporti con le forze di polizia. Da quel momento i capo-clan Lorenzo ed Angelo Nuvoletta tennero numerosi summit per decidere in che modo eliminare Siani, nonostante la reticenza di Valentino Gionta, incarcerato. A ferragosto del 1985 la camorra decise di uccidere Siani, che doveva essere assassinato lontano da Torre Annunziata per depistare le indagini. Giancarlo lavorava sempre alacremente alle sue inchieste e stava per pubblicare un libro sui rapporti tra politica e camorra negli appalti per la ricostruzione post-terremoto.

L'assassinio
Il 23 settembre 1985, appena giunto sotto casa sua con la propria Citroën Méhari con capote in tela, Giancarlo Siani venne ucciso. Gli sparò una squadra di almeno due assassini mentre era seduto nell'auto. Fu colpito 10 volte in testa da due pistole Beretta 7.65mm: l'agguato avvenne alle 20.50 circa, sotto la sua abitazione, in via Vincenzo Romaniello, a pochi passi da piazza Leonardo, nel quartiere napoletano dell'Arenella.
Info da Wikipedia

18/09/2019

Atterrare a Napoli è un privilegio!
🇮🇹🌞 🛫👨‍✈️🛬🌞🇮🇹

29/07/2019

La Napoli che dovrebbe fare notizia! Questi ragazzi sono straordinari e mi rendono orgoglioso di essere napoletano perché semplicemente fanno quello che molti dicono e basta... Bravo Luca e bravi tutti!!!

Nel frattempo qui ci si diverte. Fa caldo, si ma fortunatamente siamo in Vespaaaaaaaaa.☀️🛵🛵🛵🍅🍅🍅🇮🇹🇮🇹🇮🇹☀️AudioGuided   of ...
25/07/2019

Nel frattempo qui ci si diverte. Fa caldo, si ma fortunatamente siamo in Vespaaaaaaaaa.
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Meet our multilingual AudioGuide named Gennarino and learn a lot about Naples having a lot of fun driving a Vespa. Our s...
22/07/2019

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18/07/2019

Addio Luciano ❤️

'o sole c'è ghiuto 'n capa...
26/06/2019

'o sole c'è ghiuto 'n capa...

Pizzicato mentre gira in scooter completamente n**o. «Avevo caldo». La polizia del Brandeburgo, a qualche decina di chilometri da Berlino, ha fermato un motociclista che andava sul...

17/06/2019

Napoli si liberò dai tedeschi senza l'appoggio di nessun esercito! Da soli! Abbiamo dedicato una traccia della nostra audioguida a Le quattro giornate di Napoli. In questo video l'intervista ad uno di quei napoletani cui oggi noi dobbiamo tanto.

08/06/2019

"Sono ignorante. Non mi vergogno. Sono cresciuto a Scampia: papà lavorava anche 18 ore al giorno per garantirci una vita quasi normale. Poi una leucemia fulminante lo ha stroncato in due mesi. Aveva 29 anni, mia mamma 27 e io quasi 10. Sul letto di morte teneva stretto i miei 3 fratelli, tutti più piccoli. Stavo sulla porta, cercavo di non piangere. Da lontano mi ha fatto un cenno con la mano: diventavo il capofamiglia, altro che studiare. E infatti sbaglio i congiuntivi. Comunque, senza lo stipendio di papà siamo precipitati in miseria. Per mesi la mia cena è stata latte e pane duro. Saremmo finiti in braccio alla camorra, sempre in cerca di manovalanza, senza due miracoli".

"Mio padre si chiamava Enzo. Era fissato con il calcio: sognava di vedermi al San Paolo con la maglia del Napoli e così mi portò a scuola calcio. Avevo 9 anni, e ricordo che papà parlò chiaro: lo volete? D’accordo, ma sappiate che io non ho un euro per pagargli la retta. Dopo la sua morte, a 11 anni, ho fatto il provino a Marianella e il Napoli mi prese. All’epoca mia madre era disoccupata, al massimo faceva i servizi a casa di alcune famiglie. Oltre a me dovevano mangiare anche i miei quattro fratelli ed essendo il maggiore decisi di smettere con il calcio per lavorare: avevo 14 anni. Spesso facevo il giro dei parenti per un po’ d’aiuto: è stata dura. Molto dura. Io abito a Scampia, la situazione non è facile. Sì, qualcuno ha provato ad avvicinarmi, ma io ho sempre rifiutato certe cose. Anche nei momenti di fame nera: l’ho fatto per mammà, per lei che deve ti**re avanti senza papà. Mamma diceva: 'Ho sognato papà, aveva ali grandi. Dice di stare tranquilli: diventi calciatore'"

"Dicevano che un giorno sarei diventato calciatore. A me è capitato di avere a che fare con certe situazioni, ma ho sempre rifiutato per due motivi: per mia madre e per il calcio. L’onestà è la prima cosa".

Le parole del nostro Armando Izzo!

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15/04/2019

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La     è arrivata! Noi ci gustiamo le leggende di   che ci racconta  , la nostra simpatica  . Poi ripartiamo in Vespa e ...
07/04/2019

La è arrivata! Noi ci gustiamo le leggende di che ci racconta , la nostra simpatica . Poi ripartiamo in Vespa e ci godiamo la nostra giornata.
☀️☀️🇮🇹🛵🛵🇮🇹☀️☀️
# Vespa

E su... basta con questi luoghi comuni che a Napoli non mettiamo il casco... 😜🇮🇹🤘☀️🛵🛵🛵🛵🛵  by
06/04/2019

E su... basta con questi luoghi comuni che a Napoli non mettiamo il casco... 😜🇮🇹🤘☀️🛵🛵🛵🛵🛵
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02/04/2019

Una bella storia 😊 Forza Carmine 🍕🇮🇹

Ma si dai... che il tempo per un bacino ve lo lasciamo... 😍🌹😁  by     of   with   🛵🛵🛵
02/04/2019

Ma si dai... che il tempo per un bacino ve lo lasciamo... 😍🌹😁
by of with 🛵🛵🛵

Il potere del   sia con voi! 😋The power of cuoppo be with you! 😋🇮🇹  by   and     with us
14/03/2019

Il potere del sia con voi! 😋
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Indirizzo

Naples
80133

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