28/03/2024
Sarpi Food Tour si chiede "ma sono l'unico stupito da questo vedere la rota 'e carretta come punto 0 della ? Quando ero bambino, non ricordo se ne facesse menzione. Forse serve ora per differenziare o è un'altra invenzione della tradizione?"
Non è sicuramente un'invenzione della tradizione: sappiamo per certo che la rota 'e carretta esiste almeno dal dopoguerra, ma è semplicemente un'evoluzione della pizza napoletana classica di medie dimensioni (30-33 cm) che conosciamo.
Ma non è nemmeno un punto zero. Sappiamo anche che nello stesso periodo esisteva anche già la pizza canotto nei quartieri alti di , solo che non la chiamavano così.
Sicuramente la rota 'e carretta sta subendo un revival, una sorta di ritorno alle origini dopo tanti anni di contemporaneità. E il paradosso è che questa rinnovata attenzione verso il prodotto non è stata posta da un brand stabilito come L'Antica Pizzeria Da Michele che l'ha esportata nel mondo, ma da alcuni pizzaioli contemporanei che hanno fatto una sorta di passo indietro affiancando ai loro cornicioni gonfi la stesura allargata, rilanciando un trend vintage (due nomi a caso: Quintili e Lionello, ma vi lascio nei commenti un bell'articolo di Luciana Squadrilli su Linkiesta Gastronomika per approfondire).
Poi, oltre alla rivitalizzazione dello stile, c'è stata la rivitalizzazione del contenuto, come quella operata a Napoli da BroPizzeria dei Tutino, che hanno ripreso la tradizione di famiglia dandole una spinta più moderna nel comparto menù. Anche se, a essere onesti, ci aveva già pensato un bel po' di anni prima Capuano's pizzeria 7.0 a Milano. Ma tanto qui non dobbiamo attribuire primati, sempre di napoletani stiamo parlando.
È successo però anche il contrario. Mentre Napoli è sempre stata considerata un bastione della tradizione, quando la pizza contemporanea spopolava al di fuori dei suoi confini in tutte le province italiane e all'estero; piano piano, quatta quatta, questa ha cominciato a infilarsi anche all'interno delle mura, grazie agli azzardi di alcuni pizzaioli. Non tutti con risultati brillanti (vi lascio, sempre nei commenti, una pizza che non mi ha fatto impazzire); altri hanno fatto un ottimo lavoro sugli impasti ma restando in un contesto tradizionale (da segnalare Carmine Prisco da Lombardi a Santa Chiara, in foto); altri ancora hanno preso il pacchetto completo della pizzeria moderna: cornicione abboffato, ricette elaborate e locale scicchettoso (sto guardando te, L'Albero dei Visconti Pizzeria 😄).
E insomma, come sempre tutto si mischia, non ci sono confini ben delimitati, e il mondo della pizza napoletana è sempre vario e entusiasmante. E mi dà gli spunti per scrivere sti pipponi qui. 😁