23/08/2022
Nel 1786, all’età di 37 anni, Goethe vive in Sassonia, a Weimer, dove si gode il meritato successo del suo romanzo epistolare “I dolori del giovane Werther”. Sta inoltre vivendo una contrastata storia d’amore con Charlotte Von Stein, già sposata ad un ufficiale, che rifiuta di concedersi a lui. In seguito a ciò, e alla noia per la vita a corte, decide di partire per l’Italia.
Dopo una lunga permanenza a Roma Goethe si sposta a Napoli, che lo colpirà enormemente per il clima dolce, la ricchezza artistica, l’indole amabile degli abitanti e il paesaggio sfolgorante. Durante il periodo napoletano Goethe non può di certo privarsi di una visita ai Campi Flegrei, in quel periodo tra le mete preferite del re e della corte borbonica per la caccia, le gite fuori porta e le passeggiate fra le antichità.
Questo è il racconto di Goethe:
1 marzo 1787
“Ora eravamo giunti appena a Napoli, dove egli si trovava già da alcun tempo, ch’egli ci porse invito a volerlo accompagnare in una gita a Pozzuoli, e nei dintorni. Per dir vero io avevo pensato a salire prima di ogni cosa in cima al Vesuvio; se non chè Tischbein volle che accettassimo l’invito del principe (di Waldeck, che viveva già da tempo a Napoli, ndr.), ripromettendosi molto piacere da quella escursione con un tempo bellissimo, ed in compagnia di un gentiluomo altrettanto colto quanto distinto. (…)
Mi sarebbe difficile il rendere conto di questa giornata. (…) Una gita per mare a Pozzuoli, un breve tratto di strada per terra, passeggiate piacevoli nella contrada la più amena del mondo. Il suolo il più infido, sotto il cielo il più limpido! Acque bollenti, grotte le quali sprigionano vapori zolforosi, monti calcarei, decomposti, selvaggi, ostili alla vita delle piante, ed ad onta di ciò, vegetazione rigogliosa quanto si possa vedere dovunque; la vita che trionfa sulla morte; stagni, ruscelli, e per ultimo una foresta stupenda di querce, sulla pendice di un antico volcano. Il pensiero ricorre ivi, ora alla natura, ora alla storia dei popoli scomparsi. Si vorrebbe riflettere, meditare, ma non vi si riesce. Intanto sorride intorno a noi la vita, della quale pure non si può fare a meno. Ci stanno attorno persone colte, le quali conoscono il mondo, la sua essenza, ma per squisitezza di tatto sanno astenersi dallo abbandonarsi a considerazioni troppo serie. Vista poi illimitata della campagna, del mare, del cielo, a fianco di donna giovane, piacevole, assuefatta e disposta a gradire omaggi. In mezzo a tutta quella fantasmagoria, non ho però mancato di osservare parecchie cose, e mi gioveranno un’altra volta a darne conto, alcuni appunti presi sul luogo, ed uno schizzo di Tischbein; questa sera mi sarebbe di tutta impossibilità, aggiungere un parola sola a quanto ho scritto”.
📸 di Francesca Mermati. Il Golfo di Pozzuoli dal Rione Terra. A sinistra Nisida e alle spalle, in lontananza, Punta Campanella. Di fronte Capri.