23/10/2024
Ero un figlio a cui non piaceva vivere nella casa del padre, per le costanti “lamentele” da parte sua. Mi diceva sempre:
“Spegni il ventilatore se non lo usi”
“La TV è accesa nella stanza dove non c'è nessuno. Spegnila!”
“Chiudi la porta”
“Non sprecare tanto l'acqua”
A me non piaceva che mio padre mi disturbasse con queste piccole cose.
Un giorno ricevetti un invito per un colloquio di lavoro. Pensai :”Appena avrò il lavoro, lascerò questa città. Non ascolterò più un'altra lamentela di mio padre.”
Mentre uscivo per il colloquio, papà mi diede un consiglio: “Rispondi alle domande che ti vengono fatte senza esitazione. Anche se non conosci la risposta, parla con sicurezza”
Mi ha dato più soldi di quanto ne avessi davvero bisogno per affrontare il viaggio.
Arrivato sul luogo del colloquio ho notato che non c'erano guardie alla porta.
La porta era aperta verso l'esterno, probabilmente era un fastidio per le persone che passavano o entravano.
Quindi, ricordando le parole di mio padre, chiusi la porta ed entrai in ufficio.
Da entrambi i lati del sentiero vedevo dei bellissimi fiori, ma il giardiniere aveva lasciato la chiusura aperta e l'acqua nel tubo continuava a scorrere e l'acqua traboccava sulla strada. Quindi sollevai il tubo, e lo misi vicino alle altre piante che ne avevano bisogno.
Non c'era nessuno nella zona ricevimento, però c'era un cartello che diceva che il colloquio sarebbe stato al primo piano.
Salii lentamente le scale, la luce era ancora accesa pur essendo le 10 del mattino, probabilmente dalla sera prima.
Allora mi ricordai delle parole di mio padre:
“Perché esci dalla stanza senza spegnere la luce?” Mi sembrava di sentirlo anche adesso. Anche se mi sentivo a disagio da questo pensiero ho cercato l'interruttore e ho spento la luce.
Sopra, in una grande sala, vidi alcune persone sedute che aspettavano il loro turno. Guardando il numero di persone presenti mi chiesi se avevo qualche possibilità di ottenere quel lavoro.
Entrai nel corridoio con un po' di nervi e calpestai lo zerbino con la scritta “Benvenuto”, posizionato vicino alla porta, e mi accorsi che era capovolto. Quindi lo raddrizzai con una certa irritazione.
Le abitudini sono difficili da dimenticare.
Vidi che nelle fila davanti c'erano molte persone ammassate in attesa, mentre le file posteriori erano vuote e diversi ventilatori funzionavano insieme a questi sedili.
Sentii di nuovo la voce di mio padre: “Perché i ventilatori sono collegati nella zona dove non c'è nessuno?”
Quindi spensi i ventilatori che non erano necessari e mi sedetti su una delle sedie vuote. Vedevo molti uomini entrare nella stanza dei colloqui e uscire immediatamente da un'altra porta.
Quindi non c'era modo di indovinare cosa potessero chiedere durante il colloquio.
Quando arrivò il mio turno, mi fermai davanti all'intervistatore con qualche preoccupazione. Lui prese i suoi documenti e senza guardare, mi chiese: “Quando puoi iniziare a lavorare?”
Io pensai: “Sarà una domanda capziosa quella che si sta facendo nel colloquio o è vero che mi stanno offrendo il lavoro?”
- “A cosa stai pensando?” ,- mi chiese il capo.
- non facciamo domande a nessuno qui, perché crediamo che attraverso di esse non possiamo valutare le capacità di qualcuno. Quindi il nostro test è valutare l'atteggiamento della persona.
Abbiamo eseguito alcuni test basati sul comportamento dei candidati e li abbiamo osservati tutti attraverso le nostre telecamere. Nessuno di quelli che sono venuti qui oggi ha fatto nulla per aggiustare la porta, il tubo, lo zerbino di benvenuto, spegnere i ventilatori o le luci che funzionavano inutilmente. Sei stato l'unico a farlo, così abbiamo deciso di selezionarti per il lavoro, -mi disse-.
Mi ero sempre infastidito degli insegnamenti disciplina di mio padre, ma dopo quel momento capii che solo grazie a questo avevo ottenuto il mio primo lavoro.
Il mio fastidio e la mia rabbia verso mio padre erano completamente scomparsi, poi decisi che avrei portato anche mio padre al lavoro e sarei tornato a casa felice.
Tutto quello che i nostri genitori ci dicono è solo per il nostro bene, augurandoci un futuro luminoso!
Per diventare un essere umano di valore, dobbiamo accettare rimproveri, correzioni e guida, che eliminino le cattive abitudini e i comportamenti. Questo è quello che fanno i nostri padri quando ci educano.
Nostro padre è il nostro maestro quando abbiamo cinque anni; un “cattivo” quando abbiamo circa vent'anni e una guida per tutta la vita.
È inutile ferire i tuoi genitori quando sono vivi e dispiacersi quando se ne vanno.
Trattali sempre bene.
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