23/08/2024
Nel 1899 il governo Pelloux organizzò una spedizione militare contro i banditi del Nuorese.
Il clou dell’operazione è il 10 luglio: un conflitto a fuoco a Murguliai, un territorio montuoso fra Orgosolo e Oliena, oltre duecento fra carabinieri e fanti contro la banda dei fratelli Serra Sanna. Restano sul campo quattro dei cinque banditi: i due Serra Sanna, Elias e Giacomo, Salvatore Giovanni Pau e Tommaso Virdis: sulle loro teste pendevano taglie per 30.500 lire.
Da questi eventi è nato il libro "Caccia grossa" di Giulio Bechi, all'epoca tenente presso Nuoro, un libro di cronaca e di riflessioni alla scoperta di un mondo diverso, al contempo barbaro e affascinante, crudele e ricco di meravigliose tradizioni.
In ricordo di quest’evento ci sono le foto in bianco e nero dei banditi riversi a terra.
Uomini esibiti come trofei di caccia, prima braccati come cinghiali, poi uccisi come cani rognosi e mostrati al grande pubblico, immobili e ormai inoffensivi.
Le popolazioni locali si sono sempre indignate del trattamento inumano riservato ai banditi: senza badare a chiudere gli occhi al ca****re sono state scattate le foto dei corpi dei banditi, messi in mostra come "animali da caccia grossa" senza nessun rispetto di quelli che erano, nonostante tutto, esseri umani.
A Orgosolo c’è un murale stupendo che ritrae proprio questa esternazione insensata e goliardica del trionfo e nel suo titolo presenta un’ironia sublime: “Caccia Grossa a Orgosolo, Murguliai 1899”. E di caccia effettivamente si trattò. Una battuta di caccia in piena regola, con appostamenti, accerchiamenti, avanzamenti e una pioggia di piombo. Una volta avvistata la preda, si prende la mira; il colpo secco della balla di fucile che perfora una costola, un cranio o scheggia la corteccia di un albero prima di perdersi in un rigoglioso cespuglio di lentischio.
È stato un caso che nel murale il bandito abbia gli occhi ben chiusi come a ridare dignità umana?