03/05/2023
👉 Curiosità su Bolsena, in attesa del weekend 9-11 Giugno 2023
Cosa lega l'affascinante e famosa fiaba de "La Bella e La Bestia" a Bolsena? Siete curiosi? Leggiamo sotto!
Il remake disneyano della famosa fiaba europea “La Bella e la Bestia”, che ha incantato e fatto sognare intere generazioni, trae le sue origini da alcuni testi della letteratura greco-latina del II secolo d.C., tra i quali spicca la favola di “Amore e Psiche”, narrata nella celebre opera “Le Metamorfosi” (o “L’asino d’oro”) di Apuleio.
Nel 1550, lo scrittore italiano Giovanni Francesco “Straparola” rimodellò il racconto originale realizzando la prima versione scritta de La Bella e la Bestia nel suo libro di racconti “Le piacevoli notti”.
La fiaba scritta dallo Straparola parrebbe ispirarsi all’incredibile vicenda del nobile Petrus Gonsalvus (Pedro Gonzales), uno dei personaggi più noti nell’ambiente aristocratico del XVI secolo.
Nato nel 1537 a Tenerife, discendente dei “mencey”, i re degli aborigeni delle Canarie (guanchi) sopraffatti e resi schiavi dalla conquista sp****la a fine Quattrocento, Petrus Gonsalvus era affetto da ipertricosi congenita, un’alterazione genetica che si manifesta con l’eccessiva crescita di una folta e lunga peluria su tutto il corpo, compreso il volto.
All’età di dieci anni venne portato in "dono" al re di Francia Enrico II di Valois, che lo ribattezzò Petrus Gonsalvus e decise di istruirlo.
La moglie di Enrico II, Caterina de Medici, donna di forte e complessa personalità, a tratti crudele ed amante di tutto ciò che era esotico, decise di condurre un esperimento: voleva appurare quale sarebbe stato il risultato dell'unione tra Petrus e una donna "umana". Combinò quindi il matrimonio con Catherine, la sua damigella più bella. Si dice che alla vista del suo sposo, Catherine svenne. Ma pian piano cercò di andare oltre le apparenze e di apprezzare altri aspetti di suo marito Petrus, come il suo temperamento gentile, la sua sensibilità e la sua cultura e finirono per innamorarsi. Ebbero in tutto 6 figli, 4 dei quali erano affetti da ipertricosi come il padre.
Dopo la morte di Caterina de’ Medici, nel 1589, e la rovina della dinastia Valois, Petrus Gonsalvus fu ceduto dalla corona francese alla corte parmigiana dei Farnese; in seguito, si stabilì definitivamente a Capodimonte, presso il lago di Bolsena (VT), dove morì nel 1618, all’età di 81 anni, lontano dai clamori delle corti reali. I particolari della sua vita si trovano nell’Archivio Vaticano e negli Archivi di Stato di Roma e Napoli.
Petrus Gonsalvus, nella sua singolarità, fu nella vita uomo di successo e un grande intellettuale. L’ipertricosi che lo affliggeva, anziché essere un limite finì per rivelarsi un’occasione.
La fiaba de“La Bella e la Bestia” raccontata nei film, nei telefilm, opere teatrali, nei cartoons, nei libri per ragazzi, racchiude un forte messaggio anche se, la vera storia rispetto alla fiaba Disney non vede nel protagonista nessuna “trasformazione” fisica, ma solo la capacità di accettare la diversità e il desiderio di andare oltre le apparenze.