Forse la celebre frase non era esattamente questa, ma la sensazione che si prova nel momento in cui riconosciamo una stella nell'universo e la chiamiamo per nome e' si' d'amore, ma per il cielo! Soprattutto se quella stella e' Alpha Umi, riferimento di assoluta importanza per il nostro emisfero. La prima volta che ho trovato Alpha Umi non ho potuto fare a meno di pensare a quando, nei secoli passa
ti, gli esploratori adottavano lo stesso metodo per orientarsi durante la navigazione notturna. Una strana ma piacevole sensazione, come di appartenenza ad un altro tempo. I primi esperti navigatori furono i Fenici, le cui navi seguivano persino rotte in alto mare, orientandosi con le due Orse (maggiore e minore); gradualmente concentrarono la loro attenzione sulla Minore, perfezionando il loro sistema di orientamento. Qualche nave fenicia supero' anche le colonne d'Ercole, spingendosi fin nella parte settentrionale della Gran Bretagna. Tali navi si orientavano grazie alle stelle del circolo artico, cioe' quelle circumpolari, le quali per una data latitudine geografica non tramontano. I Greci appresero molto dai Fenici per quanto riguarda la navigazione astronomica. Certamente uno dei piu' antichi tentativi di esplorazione marittima della parte occidentale del Mediterraneo fu compiuto dal mitico Ulisse, come ci informa l'Odissea. Addirittura Omero indica la giusta rotta, tramite le parole della ninfa Calipso, che Ulisse avrebbe dovuto seguire per raggiungere la sua amata Itaca partendo da Ogigia, isola posta ai confini del mondo allora conosciuto. Quella rotta e' basata su di un percorso da sud-ovest a nord-est, orientato mediante l'Orsa Maggiore da tenere sul lato sinistro insieme alla costellazione di Boote e le Pleiadi sulla destra. I Romani appresero bene l'antica lezione di orientamento marinaro astronomico fornita loro dai Fenici e dai Greci. Cosi' essi utilizzarono le stelle per navigare lungo le rotte del Mare nostrum. Quando Pompeo, come afferma Lucano, scappando a seguito della sconfitta di Farsalo, navigava da Alessandria verso la Sirte, si orientava con le due Orse, tenendo a sinistra la stella Cano'po. Nell'alto medioevo Alpha Umi viene riconosciuta come punto di riferimento e descritta come "sempre visibile" da Giovanni Stobeo; piu' avanti William Shakespeare scrisse "sono costante come la stella del Nord" consacrandone immortalmente la bellezza nella poesia. Data la scarsa luminosita' delle stelle che costituiscono l'Orsa Minore, Alpha Umi e' assai poco identificabile. Si preferisce quindi cercare e riconoscere l'Orsa Maggiore. Riconosciuto il Grande Carro, per trovarla bastera' prolungare la linea congiungente le due ultime stelle Merak e Dubhe per una distanza pari a 5 volte quella che le separa. Si arrivera' in una zona di cielo dove spicchera' una sola stella tra le altre piu' deboli. E' proprio lei, la Stella Polare!