13/11/2023
Il 10 novembre 1950 si spegneva Franca Florio.
Nobildonna palermitana, nata nel 1873, sposò Ignazio Florio, allora l’uomo siciliano più ricco, nonostante la sua fama di donnaiolo. Il cognome Florio era legato a banche, alla Navigazione Generale Italiana, alle tonnare, agli stabilimenti di Marsala, alla fabbrica di ceramiche, alle miniere di zolfo, alla Fonderia Orotea, ai Cantieri Navali, al giornale “L’Ora”, alle saline e a tanto altro. Franca era di bella presenza, intelligente, buona, saggia, amata e bramata da tutti. Guglielmo II la definì “La stella d’Italia”, mentre D’Annunzio “L’ unica”. Nella sua vita p***e due dei quattro figli, affrontò il crollo economico degli anni ‘30 e due guerre mondiali. Il commendatore Ignazio Florio, suo marito, non c’è mai stato veramente. Sempre troppo impegnato, preso dagli affari, dagli amici, dalle nuove sfide imprenditoriali, dalle tante donne (da Lina Cavalieri alla Bella Otero solo per fare alcuni nomi) che entravano e uscivano dalla sua vita. Lei ha attraversato l’ultimo mezzo secolo come ubriaca, stordita dalla vita agiata, dai sogni di gloria, dal denaro che scorreva a fiumi, dall’ammirazione degli intellettuali e artisti e dall’invidia negli occhi delle altre donne, immersa nel mondo che contava. Si spense a 77 anni e con lei quella figura che caratterizzò Palermo a quel tempo. Ancora oggi, di fronte a una bella donna in Sicilia si esclama: “E cu è? Franca Florio?”
Sotto, a sinistra, una foto d’epoca dell’ elegantissima Donna Franca; a destra, statua della Florio del 1904 di Canonica, ammirabile al museo Pietro Canonica Villa Borghese, Roma.