Guide di Parma

Guide di Parma Gruppo Guide turistiche abilitate di Parma

Prezioso
03/03/2023

Prezioso

Bodoni
02/03/2023

Bodoni

𝗙𝗿𝗲𝗴𝗶 𝗲 𝗺𝗮𝗷𝘂𝘀𝗰𝗼𝗹𝗲 𝗶𝗻𝗰𝗶𝘀𝗲 𝗲 𝗳𝘂𝘀𝗲 𝗱𝗮 𝗚𝗶𝗮𝗺𝗯𝗮𝘁𝘁𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗕𝗼𝗱𝗼𝗻𝗶, 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝘁𝗮𝗺𝗽𝗲𝗿𝗶𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲

È il primo campionario di caratteri incisi e fusi da Bodoni, che qui risente fortemente dell’influenza del tipografo francese Fournier, ma lo riconosce apertamente.
L’opera contiene un’ampia premessa autobiografica dello stampatore che racconta delle sue ascendenze tipografiche e della sua originaria propensione per i caratteri dell’inglese Baskerville, poi orientatasi per quelli di Fournier.
Bodoni dichiara di voler proseguire «senza indugio a compiere tutta la serie ad una stamperia necessaria; e racati a termine i caratteri latini, e greci secondo le diverse gradazioni loro, porremo cura e fatica nel formare gli alfabeti orientali più usitati». Inoltre, il tipografo discute sulla forma dei caratteri e sulla loro storia ed infine sostiene il primato raggiunto dalla sua nuova fonderia sulle altre esistenti in Italia.

Per scoprire l’opera nel Museo Bodoniano - Fondazione, organizza la tua visita 👇
https://complessopilotta.it/organizza-la-tua-visita/

18/01/2023

𝘏𝘰𝘮𝘦𝘳𝘶𝘴, 𝘐𝘭𝘪𝘢𝘴
L’edizione dell'Iliade di Omero, stampata da Giambattista Bodoni nel 1808, è composta da 3 volumi.
Il 1°, di 141 carte, comprende i primi otto canti dell’Iliade ed è introdotto dal frontespizio cui segue la lettera dedicatoria di Bodoni a Napoleone in italiano, francese e latino, composta con 3 diversi caratteri tipografici. Il 2°, di carte 140, e il 3°, di carte 135, recano, oltre al frontespizio, il testo dell’opera. L’edizione costituisce uno dei più eccelsi prodotti dell’officina bodoniana, vero esempio del gusto neoclassico dell’Italia napoleonica.
Vieni a scoprire il Museo Bodoni 👇
https://complessopilotta.it/museo-bodoni/

17/01/2023
14/12/2022

Il Complesso Monumentale della Pilotta presenta il dipinto ottocentesco di Alberto Pasini, "Carovana all’alba che si prepara alla partenza".

08/12/2022

𝘓’𝘖𝘳𝘢𝘵𝘪𝘰 𝘋𝘰𝘮𝘪𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘥𝘪 𝘉𝘰𝘥𝘰𝘯𝘪: 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘱𝘰𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰 𝘥𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘭𝘪𝘯𝘨𝘶𝘦 𝘦𝘴𝘰𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦

L’Oratio Dominica rappresenta una delle più celebri opere in caratteri appartenenti alla produzione bodoniana: “La preghiera del Padre nostro”. Si tratta di un documento stampato su carta real fina e su carta velina a Parma, nel 1806.

L’opera, dedicata a Eugenio de Beauharnais e alla consorte Augusta Amelia, è arricchita da una prefazione trilingue, in latino, francese e italiano, riportata in tre caratteri diversi.

Il testo, redatto con 215 caratteri in 155 lingue, si compone di una prima parte contenente le traduzioni in lingue asiatiche, una seconda parte relativa alle lingue d’Europa, una terza sezione che comprende le lingue d’Africa e, infine, la quarta e ultima parte dedicata alle lingue americane.
L’opera è particolarmente rilevante anche alla luce della numerosità delle lingue utilizzate e la dovizia delle fonti consultate: un’ennesima dimostrazione della preparazione del Bodoni nel campo delle lingue esotiche.

Museo Bodoniano - Fondazione

30/11/2022

Sonno o morte? L’enigma dell’iconografia della Dormitio Virginis, rappresentata nell’opera di Niccolò di Pietro Gerini.

La più antica iconografia dell'Assunzione è quella della Dormitio Virginis, che rappresenta la Vergine mentre giace prima dell’elevazione al cielo.

L’iconografia però risale al termine greco κοίμησις (koímēsis) che in testi cristiani significa sia sonno sia morte. Da qui deriva l’enigma di questa raffigurazione, rafforzato anche dal fatto che l'uso del termine "dormizione" (in latino dormitio) deriva dalla dottrina, sostenuta da gran parte dei teologi, che Maria non sarebbe veramente morta, ma soltanto caduta in un sonno profondo, prima di essere assunta in cielo.

Nell’opera di Niccolò di Pietro Gerini, esempio significativo della prima fase della sua attività (1370-1375) e copia della tavola di Giotto collocata nella chiesa di Ognissanti a Firenze, il soggetto dell’Assunzione è ripreso dal rilievo marmoreo del tabernacolo dell’Orcagna a Firenze. Al centro della scena principale la figura di Cristo è presentata secondo l’antica iconografia bizantina, mentre regge fra le mani la piccola animula della Vergine.

Vieni a scoprire l’opera in Galleria Nazionale 👇
https://complessopilotta.it/galleria-nazionale/

17/11/2022

Complesso Monumentale della Pilotta presenta il nuovo ingresso della Biblioteca Palatina, la restaurata Sala Paciaudi.

16/11/2022

Complesso Monumentale della Pilotta presenta il tardo-cinquecentesco ciclo di "Storie della Genesi" di Jan Soens.

16/11/2022

Il Complesso Monumentale della Pilotta presenta le due tavole primo-cinquecentesche del pittore fiammingo Jan Provost, "San Giovanni Battista e San Gerolamo"...

10/11/2022

𝙸 𝚝𝚎𝚜𝚘𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙶𝚊𝚕𝚕𝚎𝚛𝚒𝚊 𝙽𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝙲𝚘𝚖𝚙𝚕𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚖𝚘𝚗𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙿𝚒𝚕𝚘𝚝𝚝𝚊
La pala d’altare 𝘔𝘢𝘥𝘰𝘯𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘭 𝘉𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘰 𝘪𝘯 𝘵𝘳𝘰𝘯𝘰 𝘦 𝘪 𝘴𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘉𝘦𝘯𝘦𝘥𝘦𝘵𝘵𝘰, 𝘎𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘯𝘢, 𝘚𝘤𝘰𝘭𝘢𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘦 𝘗𝘭𝘢𝘤𝘪𝘥𝘰 rappresenta una Sacra Conversazione inquadrata in un’architettura: la Madonna col Bambino, seduta su un trono marmoreo impreziosito da un rilievo classico, sopraelevato su due gradoni è attorniata da quattro santi benedettini, a sinistra san Benedetto e santa Giustina e a destra san Placido e santa Scolastica. Realizzata per l’abbazia di San Giovanni Evangelista dal bolognese Francesco Raibolini, detto il Francia verso il 1515, questa opera esprime nell’impeccabile tecnica esecutiva, nella cura dei minimi particolari e nella serenità un po’ trasognata dei personaggi ritratti, le caratteristiche peculiari dello suo stile più maturo. Particolarmente significativo della perizia tecnica del Francia, orafo e medaglista, è il ricco fermaglio, tempestato di pietre preziose, che orna il piviale dell’abate Placido.
Vieni a visitare il Complesso della Pilottae a scoprire tutte le opere: con il biglietto d’accesso è inclusa la visita della Biblioteca Palatina, del Teatro Farnese, della Galleria Nazionale e della nuova ala del Museo Archeologico.
Clicca qui per maggiori informazioni e pianifica la tua visita 👇
https://complessopilotta.it/organizza-la-tua-visita/

10/11/2022

Il Complesso Monumentale della Pilotta presenta il cinquecentesco dipinto di Giovanni Maria delle Piane, detto il Mulinaretto, "Antonio Farnese a cavallo".

09/11/2022

Il Complesso Monumentale della Pilotta presenta la straordinaria statua di Antonio Canova, situata in Galleria Nazionale, che raffigura Maria Luigia d'Asburg...

09/11/2022

Complesso Monumentale della Pilotta presenta lo straordinario quadro di Correggio: Il Martirio dei quattro santi.

23/10/2022

𝙸 𝚝𝚎𝚜𝚘𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙶𝚊𝚕𝚕𝚎𝚛𝚒𝚊 𝙽𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝙲𝚘𝚖𝚙𝚕𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚖𝚘𝚗𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙿𝚒𝚕𝚘𝚝𝚝𝚊
Fra i temi più affascinanti e singolari della pittura fiamminga del XVI secolo frequenti sono le rappresentazioni delle tentazioni di sant’Antonio, un episodio in cui il racconto biografico si unisce a quello simbolico. Una delle interpretazioni più magistrali della storia di Sant’Antonio è quella fornita agli inizi del Cinquecento da Hieronimus Bosch nel famoso trittico di Lisbona, tutti gli esempi successivi sono stati influenzati dalle sue mirabolanti invenzioni e diavolerie. In questa tavola il soggetto sembra ispirarsi proprio al pannello centrale del trittico di Bosch, soprattutto per l’idea di nascondere l’eremita all’interno di un albero. Sant’Antonio è seduto con un libro sulle ginocchia, sul tavolo vicino a lui si trova il Crocifisso e una “tau”, emblema dell’Ordine degli Antoniti, e intorno i simboli della tentazione; in secondo piano, inseriti in un paesaggio, sono rappresentate scene evocative della sua vita. Egli benedice la diabolica processione che gli si sta approssimando: un grillo con la sua stessa testa gli offre denaro e vanità, ai suoi piedi un cinghiale sta per essere infilzato da un mostro dotato di artigli e proboscide, mentre una giovane donna discinta regge il calice eucaristico, tradizionalmente considerata simbolo della lussuria. Seguono ancora il corteo la strega ghignante, un nocchiero con un demonio alato sopra la testa, mentre sulla destra una civetta dotata di corna e proboscide osserva appollaiata nell’albero-rifugio. Fra gli episodi che fanno da corollario, importantissimo è quello che avviene all’interno della tenda-palcoscenico posta sopra l’albero, dove si ritrovano simboli alchemici (mantice, nausea) ed eretici (la rana riferita alla dea egizia Heket). La qualità pittorica notevole del quadro consente di assegnarlo ad uno degli artisti fiamminghi seguaci di Bosch attivi intorno al 1530 ad Anversa, e lo si potrebbe accostare al gusto di Jan Wellens de C**k. La tavola faceva parte della ricca collezione dei conti Sanvitale di Parma, giunta in Galleria nel 1834 grazie agli acquisti promossi dalla duchessa Maria Luigia.

20/10/2022

Cos'era la tecnica dello spolvero? In che modo gli artisti la impiegavano per eseguire i loro dipinti? Lo scopriamo in questo articolo.

30/09/2022

𝙸 𝚝𝚎𝚜𝚘𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙶𝚊𝚕𝚕𝚎𝚛𝚒𝚊 𝙽𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝙲𝚘𝚖𝚙𝚕𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚖𝚘𝚗𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙿𝚒𝚕𝚘𝚝𝚝𝚊
Il dipinto di Johann Zoffany raffigura una festa popolare, la scartocciata, tenutasi probabilmente nella villa del Petitot a Marore. I festeggiamenti si svolgevano in campagna nel periodo di chiusura del raccolto del granturco, quando le pannocchie erano già “scartocciate” e dopo il pasto offerto dal fattore, i contadini e gli amici del proprietario festeggiavano insieme sull’aia con musica e canti. Nella figura di profilo sulla sinistra è stato riconosciuto il ritratto dello stesso Petitot, mentre la persona con un manoscritto tra i musicisti potrebbe essere il fattore della tenuta. Raffinato esecutore di conversation pieces e di ritratti per l’aristocrazia inglese Zoffany si rivolge, in questo caso, al mondo popolare offrendo uno spaccato di vita contadina, in cui volti, espressioni e gesti dei partecipanti alla festa sono descritti con grande realismo e oggettività e restituiti da una pennellata sottile e precisa. L’artista ha realizzato il quadro probabilmente durante il suo breve soggiorno a Parma, dove fu nominato nel 1778 Accademico d’onore della Ducale Accademia di Belle Arti.

23/09/2022

𝙸 𝚝𝚎𝚜𝚘𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙶𝚊𝚕𝚕𝚎𝚛𝚒𝚊 𝙽𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝙲𝚘𝚖𝚙𝚕𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚖𝚘𝚗𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙿𝚒𝚕𝚘𝚝𝚝𝚊
Il peculiare linguaggio stilistico di Sebastiaen Vrancx è evidente nel quadro che illustra la Battaglia tra Centauri e Lapiti: la scena dello scontro di questi personaggi mitologici ambientata sullo sfondo di un giardino all’italiana è caratterizzata da figure particolarmente raffinate, che nelle proporzioni allungate sembrano avvicinarsi ai modelli più eleganti della bella maniera italiana. La costruzione spaziale con i grandi alberi in primo piano, disposti come quinte sceniche, il ponticello sulla sinistra e il movimento concitato dei protagonisti in primo piano, mostrano evidenti analogie con il Paesaggio boscoso con la predica del Battista, tanto da poterlo ritenere suo pendant, viste le analogie tecniche e di dimensioni. Anche in questo caso l’esecuzione dell’opera può essere assegnata al periodo successivo al rientro di Vrancx in patria dopo il viaggio a Roma, tra il 1595 e il 1600, una fase di intensa suggestione delle esperienze del sud, ma già con un’impostazione che riprende i modelli di Jan Brueghel, soprattutto nella capacità di organizzare le figure in movimento nello spazio e di descriverle con la raffinatezza di un orafo. Non a caso si può osservare sullo sfondo la riproduzione di un piccolo bronzo di Giambologna, presente anche in un altro suo dipinto più tardo, il Paesaggio con villa Medici, anch’esso verosimilmente proveniente da Parma e ora a Capodimonte. Vrancx, nonostante il soggiorno romano, rimane un pittore del nord e nei suoi dipinti le luci non sono filtrate tra i rami, ma illuminano direttamente la superficie delle fronde; la composizione degli alberi è basata su un preciso rapporto proporzionale tra spazio e naturale e personaggi, cui assegna il senso narrativo della scena. Il gusto per la pittura del Nord si fece strada anche a Parma visti i legami della corte farnesiana con le Fiandre, dove al seguito di Margherita d’Austria, moglie del duca Ottavio Farnese, operava quale “Maggiordomo” il conte Roberto Sanvitale. Grazie a questi rapporti con i Farnese i Sanvitale incrementarono le proprie raccolte con un cospicuo numero di dipinti di artisti fiamminghi, fra cui anche i due pendant di Vrancx, che giunsero in Galleria nel 1834 con l’acquisto della collezione della famiglia da parte di Maria Luigia.

15/09/2022

𝙸 𝚝𝚎𝚜𝚘𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙶𝚊𝚕𝚕𝚎𝚛𝚒𝚊 𝙽𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝙲𝚘𝚖𝚙𝚕𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚖𝚘𝚗𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙿𝚒𝚕𝚘𝚝𝚝𝚊
Il dipinto l'Annunciazione di Alessandro Araldi, che reca la firma nel cartiglio al centro, venne commissionato il 12 aprile del 1514 dai frati carmelitani e rimase nella prima ca****la a sinistra della chiesa del Carmine fino all’epoca delle soppressioni napoleoniche; entrò nella Regia Pinacoteca nel 1815. La tavola si colloca nel periodo maggiormente documentato dell’attività dell’Araldi, nel 1514 infatti eseguì l’impresa decorativa della volta a grottesche nel monastero di San Paolo. La scena di quest'opera propone una costruzione prospettica centrale con l'architettura archivoltata, sul modello di invenzioni peruginesche, e anche l'apertura dello scenario collinare che si perde in lontananza risente di prototipi di matrice umbro-veneta. L’idea dell’edificio in rovina, che compare alle spalle della Vergine, oltre a un rimando simbolico, ha chiari riferimenti inventivi con soluzioni già ampiamente utilizzate in area padana da maestri di formazione veneta.

08/09/2022

𝙸 𝚝𝚎𝚜𝚘𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙶𝚊𝚕𝚕𝚎𝚛𝚒𝚊 𝙽𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝙲𝚘𝚖𝚙𝚕𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚖𝚘𝚗𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝙿𝚒𝚕𝚘𝚝𝚝𝚊
Il tema di quest'opera, Mercato sulle rive di un fiume, definito anche come “Kermesse”, ebbe larga diffusione in Olanda e nei Paesi Bassi durante durante il ’500 e il primo ’600, grazie alla produzione di Pieter Brueghel il Vecchio e alla divulgazione del figlio Peter il Giovane.
Tutte le composizioni posteriori di tale genere traggono spunto da famose scene di contadini come si ritrova anche in questa del pittore David Vinkboons, fra le più note dell’artista che, con un’ottica tutta olandese ispirata anche alle opere del più famoso Jan Brueghel presta più attenzione all’aspetto ludico, che all’osservazione della realtà e delle differenze sociali.
Dell’autore esistono disegni e diverse varianti dipinte o a stampa dello stesso soggetto, ma anche repliche di vari artisti olandesi. Questa versione, che faceva parte della collezione della famiglia Sanvitale, è stata ritenuta una copia di buona qualità derivata probabilmente da una delle stampe, quindi è databile verosimilmente entro la prima metà del ’600.

12/08/2022

ESTATE AL MUSEO / Tuffati nell'arte 💦
Su questo cratere a calice di produzione etrusca, esposto nella Sala Ceramiche del Museo Archeologico, è raffigurato Elio, dio del sole: ha corona di alloro attorno al capo e le bretelle da auriga incrociate sul petto, per poter guidare lungo la volta celeste il carro solare. La sua comparsa, tra i raggi dorati, è talmente abbagliante da spaventare un gruppo di satiri. La scena, piuttosto insolita, potrebbe essere tratta da un’opera teatrale.
Il vaso appartiene alle collezioni storiche del Museo: proviene da Poggio Sommavilla (RI) e fu acquistato nel 1841 e il ceramografo che l’ha realizzato, alla fine del V secolo a.C., è noto proprio come “Pittore di Sommavilla”.
A Ferragosto non fare il satiro, scappa in museo che non ti scotti!
🏛Il Complesso monumentale della Pilotta è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10.30 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17.45).

18/07/2022

𝙈𝙤𝙨𝙩𝙧𝙖 “𝙄 𝙁𝙖𝙧𝙣𝙚𝙨𝙚. 𝘼𝙧𝙘𝙝𝙞𝙩𝙚𝙩𝙩𝙪𝙧𝙖 𝘼𝙧𝙩𝙚 𝙚 𝙋𝙤𝙩𝙚𝙧𝙚”

La Cassetta Farnese proveniente da Museo e Real Bosco di Capodimonte è considerata, insieme alla celeberrima Saliera di Benvenuto Cellini, conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna, una delle testimonianze più eclatanti dell’eleganza, del lusso raffinato e della creatività nell’arte decorativa di tutti i tempi.
La Cassetta Farnese è un magnifico scrigno d’argento dorato, ornato di piccole figure di ispirazione michelangiolesca e impreziosito da cristalli di rocca finemente intagliati, lapislazzuli, smalti nonché da una fastosa decorazione. Frutto della collaborazione tra i più grandi artisti attivi nella Roma della metà del Cinquecento, venne commissionata dal cardinale Alessandro Farnese, colto collezionista e mecenate, e realizzata tra il 1543 e il 1561 dall’argentiere fiorentino Manno di Bastiano Sbarri, allievo di Cellini, mentre Giovanni Bernardi da Castel Bolognese incise i sei cristalli di rocca a partire dai disegni di Perin del Vaga.
Molte sono le ipotesi sostenute sulla funzione della Cassetta ma è ormai certo che essa fu utilizzata come sontuoso dono del cardinale a Maria d’Aviz di Portogallo, che nel 1565 andò in sposa a Alessandro Farnese, futuro duca di Parma e Piacenza.


𝔸𝕡𝕖𝕣𝕥𝕒 𝕒𝕝 𝕡𝕦𝕓𝕓𝕝𝕚𝕔𝕠 𝕗𝕚𝕟𝕠 𝕒𝕝 𝟛𝟙 𝕝𝕦𝕘𝕝𝕚𝕠 𝟚𝟘𝟚𝟚
www.complessopilotta.it / www.electa.it
I biglietti sono disponibili su www.ifarnese.ticka.it

15/03/2022

🤩Oggi vi presentiamo il sarcofago di Osoroeris da un altro punto di vista: prima dei lavori di restauro, è stata fatta una campagna di indagini fotografiche, attraverso tecniche avanzate, utile per lo studio della tecnica esecutiva del manufatto, dei materiali che lo costituiscono, e del suo stato di conservazione.
Nell’immagine qui sotto, a destra, una fotografia a fluorescenza ultravioletta; a sinistra, una a infrarosso riflesso. La prima ci restituisce un quadro generale sullo stato della superfice del manufatto, enfatizzando caratteristiche poco visibili ad occhio n**o; la seconda, oltrepassando gli strati superficiali, fornisce informazioni su quelli sottostanti la pellicola pittorica e sui materiali impiegati, che rispondono in maniera diversa allo stimolo luminoso.
Seguiteci per restare aggiornati sui lavori di Consorzio Pragma - Conservazione e Restauro di Beni Culturali, oppure venite a vederli nella nuova ala del Museo Archeologico, aperta dal martedì al sabato con ingressi alle ore 10.30-11.30-12.30-13.30-14.30-15.30-16-30-17.30
Il costo del biglietto è di 5 €.
Vi aspettiamo!

13/03/2022

RESTAURO DI PIER LUIGI FARNESE DI TIZIANO, presentato stamattina all'ICR di Roma il dipinto conservato al Museo e Real Bosco di Capodimonte

Questa mattina, venerdì 11 marzo, all’Istituto Centrale per il Restauro (Aula Magna “Cesare Brandi”) di Roma, il Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger e la Direttrice dell’Istituto Centrale per il Restauro Alessandra Marino hanno presentato alla stampa il restauro del Ritratto di "Pier Luigi Farnese in armatura" di Tiziano (1546). Il dipinto è parte della prestigiosa raccolta farnesiana del Museo e Real Bosco di Capodimonte giunta a Napoli con l’ascesa al trono di Carlo di Borbone (1734), grazie al dono della collezione della madre Elisabetta Farnese.

La figura fiera e altera di Pier Luigi Farnese (1503-1547), primogenito di Papa Paolo III, si impone alla vista con autorità e forza, chiusa nella sua smagliante armatura da condottiero con la bandiera che richiama la carica di Gonfaloniere e generale dell’esercito pontificio, assegnatagli dal padre Papa Paolo III Farnese nel 1545, insieme con quella, prestigiosissima, di duca di Parma e Piacenza. Tiziano, ritrattista della famiglia Farnese, coglie Pier Luigi in un profilo di tre quarti, cattura gli effetti della luce che scintilla sulla sua armatura con inimitabile maestria.

Il restauro del dipinto è stato accompagnato e sostenuto da un esempio virtuoso di mecenatismo, inserito nel progetto “Rivelazioni. Finance for Fine Arts” di Borsa Italiana, avviato dal Museo e Real Bosco di Capodimonte nel 2018. Grazie al meccanismo dell’art bonus, tre aziende campane (Tecno, Pasell e Graded), tutte inserite nel programma Elite di Borsa Italiana per imprese con alto potenziale di crescita, hanno potuto finanziare la campagna di indagini diagnostiche e il restauro.

Un modello integrato di mecenatismo, promosso e sostenuto dall’Advisory Board del Museo e Real Bosco di Capodimonte, presieduto da Giovanni Lombardi, che ha portato al restauro di altri importanti dipinti. Oltre al citato Tiziano, sono stati restaurati la Cantatrice di Bernardo Cavallino, l’Adorazione dei Pastori di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, il Paesaggio con la Ninfa Egeria di Claude Lorrain, il Ritratto dell’Infante Francesco di Borbone di Elisabeth Vigée Le Brun, la Natività di Luca Signorelli, l’Adorazione del bambino di Michelangelo Anselmi ed è in corso il restauro l’Annunciazione e i Santi Giovan Battista e Andrea di Filippino Lippi.

L’opera sarà in mostra, a partire dal 18 marzo 2022 presso il Complesso Monumentale della Pilotta a Parma nell’ambito della mostra “I Farnese. Architettura, Arte, Potere”, patrocinata dal Ministero della Cultura e inserita nei progetti di Parma Capitale italiana della Cultura 2020+21, esposizione a cui il Museo e Real Bosco di Capodimonte contribuisce in maniera rilevante con il prestito di un nucleo significativo di dipinti, armature e preziosi oggetti della Wunderkammer Farnese. Il 30 luglio 2021 il Ritratto di Pier Luigi Farnese in armatura di Tiziano è stato esposto a Palazzo Barberini, sede del primo incontro dei Ministri della Cultura del G20 a Roma, nella sala dedicata all’Istituto Centrale per il Restauro.

12/03/2022
04/03/2022

⚠️ Due settimane all’inaugurazione della mostra al Complesso della Pilotta

Ci avviciniamo all’opening svelando giorno dopo giorno una selezione dei capolavori che saranno presenti in mostra. Oggi parliamo della Brocchetta di agata sardonica citata a Parma nella “Galleria delle cose rare”, identificata anche nell’inventario dei beni di Margherita d’Austria, figlia naturale dell’ Imperatore Carlo V e moglie di Ottavio Farnese.

Il magnifico oggetto, di manifattura milanese della seconda metà del XVI secolo, era senza dubbio un’opera degna di appartenere alla duchessa, amante, com’è noto, di gioielli e di tutte quelle rarità in grado di suscitare meraviglia. La brocchetta, ricavata da un unico blocco di agata sardonica, colpisce, infatti, per l’unicità della pietra, per la raffinatezza dell’incisione ad arabeschi e, soprattutto, per il particolare raffinato della sirena di smalto, con rubini e uno smeraldo all’attacco della coda biforcuta: uno tra i più importanti gioielli rinascimentali italiani in uno stile internazionale di corte.

Anche a Napoli fu considerata un’opera importantissima: infatti, Ferdinando IV, nel 1799, in fuga dalla città per scampare ai moti rivoluzionari francesi, la portò con sé a Palermo e, al suo ritorno, fu esposta nel Real Museo Borbonico con la prestigiosa attribuzione al celebre Benvenuto Cellini.


18 marzo - 31 luglio 2022
more info coming soon
www.complessopilotta.it / www.electa.it

I biglietti sono già disponibili su https://ifarnese.ticka.it

📸 Brocchetta, agata sardonica, oro, smalto, rubini, smeraldi. Prov. : Galleria Ducale, Parma. origine: Milano fine XVI secolo

© Museo e Real Bosco di Capodimonte

Indirizzo

Parma

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 17:00
Martedì 09:00 - 17:00
Mercoledì 09:00 - 17:00
Giovedì 09:00 - 17:00
Venerdì 09:00 - 17:00
Sabato 09:00 - 17:00
Domenica 09:00 - 17:00

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