🇮🇹 La corteccia è l’interfaccia di un albero con il mondo che lo circonda. Come una pelle, essa lo riveste e lo protegge dalla perdita di liquidi, dall’attacco di predatori, parassiti o malattie e più semplicemente dagli sbalzi di umore del clima.
Nonostante queste sue funzioni, la corteccia è comunque una struttura in costante evoluzione, che muta e si adatta nel tempo. Nelle foreste particolarmente mature e dove gli alberi hanno raggiunto la loro massima espressione, la corteccia del faggio cede lentamente all’avanzata dei funghi.
Quando le scaglie non cadono sul terreno e restano attaccate al tronco dell’albero lo spazio sottostante che viene a crearsi si trasforma in una “nicchia” ecologica, ovvero un ulteriore microhabitat d’elezione per alcune specie forestali davvero interessanti.
Tra queste troviamo uno specialista della foresta. Il rampichino alpestre, infatti, sceglie casa proprio sotto una di queste scaglie di corteccia sollevate. Un nido dall’aspetto forse fragile, ma molto ben nascosto!
Video © Umberto Esposito - Wildlife Adventures
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Una bocca schizzinosa e quattro piccoli scomparti. Nel suo ventre, il capriolo nasconde macchinari degni della fantasia di Leonardo da Vinci.
Un germoglio qua, due viole là, una foglia di faggio a sinistra, tre passi a destra per ingoiare una ghianda... Un'ora dopo, il capriolo siede ai margini del bosco e nelle sue viscere avviene un miracolo: la ruminazione, cioè la digestione della cellulosa da parte di un piccolo laboratorio specializzato.
Ma non è finita qui. Le parti più grossolane vengono rigurgitate in bocca, masticate pazientemente, quindi rispedite nuovamente in laboratorio per un'ulteriore digestione e per ottenere il massimo dal tessuto vegetale, un alimento sì comune ma terribilmente povero.
Questo metodo digestivo consente ai ruminanti di ingerire rapidamente molte piccole piante e di digerirle in un secondo momento al riparo da possibili attacchi dei predatori.
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