La posizione strategica del territorio polcenighese e le sue risorse naturali hanno fatto di Polcenigo un luogo adatto agli insediamenti umani sin dai tempi preistorici.
I ritrovamenti archeologici del Palù testimoniano la presenza di un villaggio di palafitte, risalente al neolitico, che poteva contare sull’abbondanza di acqua, piante e animali selvatici forniti in grande quantità dall’area umida del Palù e dalle vicine montagne. Reperti dell’età del ferro (I-II millennio a.C.) hanno inoltre rivelato l’esistenza di una necropoli ai piedi del Colle di San Floriano, a San Giovanni.
Dopo la fondazione di Aquileia (181 a.C.), i Romani conquistarono i territori a est della Livenza: monete, fibule ed elementi in cotto sono stati ritrovati anche nei siti archeologici di Polcenigo. Tra il V e il VI secolo d.C., con la diffusione del Cristianesimo, Polcenigo divenne un rilevante centro religioso grazie alla presenza di importanti centri di culto, come la Chiesa di S. Floriano.
Nel Medioevo, quando i castelli costituivano un elemento essenziale per la difesa del territorio, Polcenigo poteva vantare un complesso di edifici fortificati, noti come il castello già alla fine del X secolo. Tra il 1000 e il 1100 tali edifici e il feudo passarono ai Signori di Polcenigo, poi divenuti conti.
Nel 1420 i territori polcenighesi caddero sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia e nel 1499 furono invasi dai Turchi che ridussero Polcenigo a un cumulo di macerie.
Nel 1571 la repubblica di Venezia riconquistò i suoi possedimenti e nei tre secoli successivi Polcenigo godette un periodo di pace e prosperità, in particolare durante il XVIII secolo che vide una grande rinascita economica, artistica e religiosa del paese.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia (1797) il territorio fu dapprima invaso dalle truppe napoleoniche e poi da quelle Austriache. Il passaggio all’Austria nl 1814 sembrò di buon auspicio ma la crisi derivata dalla scarsa produzione nei campi e l’aspra fiscalità asburgica misero nuovamente in ginocchi la popolazione. Seguirono anni di malcontento e molti si offrirono volontari nella lotta contro la casa d’Austria. Nel 1866 il territorio fu annesso al Regno d’Italia.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale molti emigranti dovettero rientrare dall’estero causando un improvviso aumento della popolazione e della povertà.
Il dopoguerra e il ventennio fascista alternarono periodi di forte disoccupazione ad altri di buone possibilità occupazionali. Furono realizzate le latterie di Polcenigo, Gorgazzo e Coltura, una nuova centrale idroelettrica, e l’illuminazione pubblica nel centro di Polcenigo, il trasporto pubblico e il servizio postale, due scuole professionali (di disegno e per muratori) e si sistemarono le principali strade comunali.
Tutto si fermò nuovamente con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Il periodo postbellico fu difficile ma caratterizzato da una lenta ripresa e il patrimonio edilizio fu restaurato e rinnovato. Nel territorio sorsero fabbriche e insediamenti industriali che crearono nuovi posti di lavoro e cambiarono gradualmente il tessuto sociale del paese.
The territory of Polcenigo has always been a great favourite with communities looking for food and shelter, thanks to its strategic position and natural resources.
Traces of human presence dating back to prehistoric times have been found in the area known as Palù di Livenza together with lithic, ceramic and wooden finds that attest the presence of a Neolithic pile dwelling village which could rely on the abundance of water, vegetation and wildlife that the marshy lands of the Palù and the nearby mountains provided in large quantities.
Other finds from an Iron Age necropolis (I-II millennia BC) have been unearthed at the foot of San Floriano hill, in San Giovanni. Roman coins, fibulas and fragments of terracotta have also been found in the territory of Polcenigo as the Romans, who conquered the territories east of the Livenza after the foundation of Aquileia (181 BC), left traces of their presence all over the area.
Between the V and VI century AD, with the spreading of Christianity, Polcenigo became a major religious centre thanks to worship sites such as the one on the top of San Floriano hill (St Florian’s). In the Middle Ages, when castles were a common feature, Polcenigo boasted a cluster of fortified buildings, already known as the castle at the end of the X century AD. Between the XI and XII century the castle and the fiefdom were handed down to the Signori di Polcenigo, later appointed counts.
In 1420 the Serenissima Republic of Venice extended its dominion over the territory, followed by the Turks who wreaked havoc throughout Friuli (1499) reducing Polcenigo to a pile of rubble.
A few years later (1571), the, Venice won its territories back and in the three following centuries Polcenigo enjoyed a time of peace and prosperity, especially during the XVIII century which was marked by an extraordinary economic, artistic and religious revival.
Following the decline and fall of the Republic of Venice (1797), Polcenigo was first invaded by Napoleon’s troops and then by the Austrians (1815). The expected time of peace and prosperity under the Austrian governance failed to come; the scarce crops and an oppressive tax system brought the inhabitants nearly to starvation. Years of unrest followed and quite a few volunteered to drive the Austrians out. In 1866 the territory was annexed to the Reign of Italy.
At the outbreak of World War I most emigrants returned home. In Polcenigo, the number of local residents suddenly raised, as a consequence hardship and poverty scourged the population.
The post war period and the twenty years of Fascist government alternated between times of massive unemployment and others of great occupational opportunities, especially in construction. In Polcenigo, Gorgazzo and Coltura, dairies were built, a new power station was realised and the centre of Polcenigo was provided with street lighting. Public transports and a mail service became a reality, two professional schools were set up and the main roads were improved.
World War II put an end to all that. After 1945 life was still difficult but marked by a slow recovery. Buildings were repaired and renovated. Small factories and industrial estates gradually settled all over the territory creating new jobs, thus changing also the social tissue of Polcenigo.