Sardinia foto e tour

Sardinia foto e tour Sardegna a 360 gradi. Foto, tour, escursioni, passeggiate, itinerari per conoscere amare e ricordare

- promozione di eventi culturali, come allestimento di mostre, conferenze, visite guidate, dibattiti, seminari, convegni, proiezioni film e documentari, rappresentazioni teatrali, concerti;
- promozione e partecipazione a progetti e partnership, anche a livello internazionale, nel campo della musica, dello spettacolo, dello sport;
- svolgimento di attività di formazione e di aggiornamento;
- atti

vità didattica nel settore dei beni culturali;
- promozione e realizzazione di studi e ricerche in tutti i campi attinenti agli scopi statutari;
- elaborazione di materiale cartaceo e/o digitale volto allo scopo di cui sopra;
- gestione di centri di documentazione, archivi, banche dati;
- l’Associazione promuove la lettura e gestisce una personale biblioteca identitaria presso la propria sede;
- opera sul campo per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, materiale ed immateriale;
- svolge attività di volontariato nel territorio della Sardegna;
- svolge attività di fundraising finalizzate alla realizzazione di iniziative rientranti nello scopo sociale;
realizza iniziative finalizzate alla integrazione dei soggetti svantaggiati per provenienza geografica, handicap, emarginazione sociale, emarginazione economica e sociale.

Cosa dire? Bhe sicuramente che l'uomo è il peggior nemico di se stesso e del suo habitat!!!! Quale altra specie distrugg...
28/07/2024

Cosa dire? Bhe sicuramente che l'uomo è il peggior nemico di se stesso e del suo habitat!!!! Quale altra specie distrugge l'ambiente che lo spita? Nessuna, siamo il peggior virus per la Terra ma essa sopravviverà a noi, questo è certo
https://youtu.be/XmOJP6nTe7g?si=oPZmLFmlxl2TZXg8

Quartu Sant'Elena è una città unita a Cagliari dal Parco di Molentargius, devastato dagli incendi che non risparmiano una delle aree protette, per modo di di...

Uno scorcio d'estate, il sapore di vacanze, la nostalgia di relax, voglia d'indossare la leggerezza... sono le proposte ...
05/09/2023

Uno scorcio d'estate, il sapore di vacanze, la nostalgia di relax, voglia d'indossare la leggerezza... sono le proposte di questa lotteria di Fine Estate

Per maggiori info contatami al nr 3891754686

1) uno spazio d’ascolto di 60’, anche on line, valore 50 euro
2) massaggio rilassante con il mio Metodo Integrato 60’,
MIM purtroppo non è ancora possibile online, valore 30 euro,
3) induzione ovvero una visualizzazione rilassante total body,
anche on line, valore 25 euro,
tre mie creazioni ispirate all’acchiappasogni :
4) un elemento grande da appendere, valore 15 euro
5) una coppia di orecchini, valore 10 euro
6) un portachiavi, valore 5 euro

Ancora un mio post nella pagina di Nurnet
24/04/2018

Ancora un mio post nella pagina di Nurnet

DOLMEN SA COVECCADAA vederlo da lontano, solitario e ingabbiato, mi sale un nodo alla gola. Sono convinta che basterebbe...
22/04/2018

DOLMEN SA COVECCADA
A vederlo da lontano, solitario e ingabbiato, mi sale un nodo alla gola. Sono convinta che basterebbe liberare il dolmen dalla gabbia per lasciare libero il gigante della storia che sognava un mondo migliore, riconoscendogli rispetto e dignità. E la fantasia ha spiegato le ali:

Si racconta che il gigante della storia aleggiasse tra i mondi del cosmo cercando un posto dove vivere e riposare. Vide la terra... la scelse. Con un balzo si ritrovò in mezzo ad una distesa d’acqua. Sotto il suo peso, con gran fracasso, un cumulo di sassi si appiattì e prese la forma dell’orma di un piede. Si guardò in giro e incuriosito di questo mondo, volle girovagare un pò, per vedere dove poter sistemare la sua dimora. Ma nulla lo ispirava, così che si ritrovò nello stesso punto dove era caduto.... Meraviglia!... il mucchio di pietre, che aveva schiacciato in mezzo al mare, si era trasformato in una macchia dai mille colori da cui provenivano soavi profumi e vi vivevano degli umani immersi in un accogliente clima. Era stanco e si acquietò, e per non stravolgere la vita di quei luoghi prese forma umana, si sdraiò in mezzo ad un campo e si addormentò, profondamente. Sognò... intorno a lui il tempo scorreva mentre gli uomini avevano eretto una dimora per proteggerlo dalle intemperie e lo accudivano come sudditi amorevoli... ma ad un tratto sentì freddo... rumori fastidiosi... e lentamente si risvegliò. Aprendo gli occhi vide sopra di sé, quella dimora che aveva sognato, ma stranamente mancava un lato... ecco perché aveva sentito freddo! Si levò e uscì...
Quel meraviglioso luogo che aveva scelto per riposare… era confinato dietro dei tubi d'acciaio... si sentì impotente...rinchiuso. Avevano trasformato il luogo del suo sogno in una gabbia… e lì rimase impietrito: il gigante legato con fili d’acciaio da piccoli umani.

Passione e amore
20/04/2018

Passione e amore

Un mio post pubblicato in Nurnet
20/03/2018

Un mio post pubblicato in Nurnet

LA VENERE DI MACOMER è una statuina alta 14 cm in basalto, conservata nel Museo archeologico Nazionale di Cagliari.
E' la più antica rappresentazione antropomorfa rinvenuta in Sardegna, in una grotta probabilmente con utilizzo cultuale, insieme ad altre ceramiche della cultura S.Michele detta anche di Ozieri, risalente al 2000 a.C.
Si tratta di una statuetta del tipo steatopigie, ovvero con i glutei adiposi, nuda con le gambe unite che vanno a terminare in una massa informe conoidale forse per essere inserita in una base. Il profilo della testa è irreale, disumano e prof. Lilliu aveva ipotizzato l'idea di un uc***lo.
A ben guardarla non si può escludere la rappresentazione della testa del prolagus sardo, animale che in Sardegna era presente come in Corsica e altre isole minori a partire dal Pleistocene inferiore.
Il prolagus era un animale molto prolifico, quindi non sarebbe impossibile pensare che venisse rappresentato per indicare la fertilità.
D'altro canto la lepre, molto simile al prolagus, era sacra in molte tradizioni: i Celti la consideravano un animale divinatorio e la stessa Dea Eostre, assimilabile a Venere, era raffigurata con una testa di lepre che presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e della fertilità dei campi. La lepre di Eostre deponeva l'uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell'anno, è così spiegata la simbologia del coniglio pasquale che simboleggia la rinascita a nuova vita.
Come spesso accade, le nostre tradizioni possono trovare radice in culture antichissime.
Alessandra Raspino

20/01/2018
17/01/2018

Con orgoglio condivido un mio articolo postato sulla pagina di Nurnet

13/01/2018

Cultura - Approfondisci su L'Unione Sarda.it

13/01/2018

È capitato tante volte di sentir parlare di reperti archeologici, risalenti all’epoca romana o addirittura più antichi, ma pochi sanno che sotto piazza D’Armi a Cagliari si trova un lago sotterraneo, giusto qualche metro sotto i nostri piedi. Ebbene sì,

NURAGHE LONGU - PADRIASiamo nel Meilogu, Regione del nord Sardegna, nel territorio di Padria. Il nuraghe Longu è molto s...
01/01/2018

NURAGHE LONGU - PADRIA
Siamo nel Meilogu, Regione del nord Sardegna, nel territorio di Padria.
Il nuraghe Longu è molto slanciato, altro circa 10 metri e probabilmente il suo nome deriva da questa sua conformazione, costruito con basalto bolloso locale, ma anche marna e arenaria proveniente dagli altri colli circostanti Padria che hanno tutti e tre origine geologica differente. Il nuraghe si trova su territorio vulcanico. Si tratta di un Nuraghe bilobato o attancato, Cioè nasce con mastio centrale a cui poi vengono aggiunte due torri laterali e un cortiletto all'interno, formazione questa tipica del territorio. E’ presente una finestrella orientata ad ovest e una camera intatta ed una scala che si sviluppa in senso antiorario

Nell’attuale area occupata dalla cittadina sono state rinvenute tracce d’insediamenti di origine fenicio-punica, in età romana divenne Gurulis Vetus,secondo il geografo Tolomeo. Una leggenda racconta che fu abbandonata per fondare Gurulis Nova (odierna Cuglieri), alle pendici del Montiferru. Piccolo centro sito nella regione del Logudoro-Meilogu, dista circa 50 km sia da Sassari che da Alghero, è adagiato a ridosso di tre caratteristici colli (San Giuseppe, San Paolo, San Pietro),confina CON i comuni di Monteleone Rocca Doria, Romana e Cossoine, Mara, Pozzomaggiore, Bosa (OR) e Villanova Monteleone. Vi sono i resti di tre ponti romani e non lontano si trova un'antica miniera d'argento dismessa, sfruttata dai romani.
Nel periodo giudicale e apparteneva al giudicato di Torres
La parrocchiale di Santa Giulia è un esempio importante di architettura gotico-aragonese della Sardegna. Consacrata e aperta al culto nel 1520, risulta ricostruita su tre impianti precedenti, le cui tracce sono visibili all’interno della navata. Sulla facciata vi sono gli scudi araldici con le insegne dei De Ferrera (baroni di Bonvehi) e del Vescovo di Bosa Pietro de Sena.
A riprova di antiche frequentazioni, il territorio di Padria conta circa 1 nuraghe al kmq, prevalentemente monotorre, l'impianto più complesso si riscontra nel nuraghe Longu. Attorno ai nuraghi sono visibili, in diversi casi, i resti di capanne riconducibili a villaggi di grande estensione
Il NURAGHE LONGU è la struttura meglio conservata con la camera a tholos ancora intatta. Costruita con blocchi di basalto ben lavorati e disposti su filari regolari, l'ingresso è sormontato da un architrave con finestrino di scarico e sopraelevato rispetto al livello di campagna. Sulla sinistra la scala che consta di 22 scalini che porta al piano superiore, il quale era illuminato da un finestrone. Successivamente vennero addossate due torri insieme ad un rifascio. Nel cortile esterno si aprono due vani sormontati da architravi che farebbero ipotizzare dei riti iniziatici.

06/12/2017

Interessantissimo

26/11/2017

La MINIERA MONTEVECCHIO
esiste dal 1848 sebbene la zona sia sempre stata frequentata per attività minerarie. Nel 1848 un sassarese, Giovanni Sanna ottenne, probabilmente in modo non totalmente corretto, la concessione perpetua del sottosuolo, vigendo la legge della separazione del suolo dal sottosuolo, quest’ultimo rimaneva di proprietà dello Stato che quindi lo dava in concessione a chi voleva.
Si tratta di una miniera piombo-zincifera, si estraggono rispettivamente il piombo dalla Galena e lo zinco dalla blenda; la galena contiene anche dell’argento ma non si tratta di una miniera argentifera, essendo stato trovato dell'argento anche di ottima qualità. Così come per il fatto che sia stato rinvenuto dell’oro non la si può qualificare una miniera d’oro.
La vita della miniera è di 150 anni, infatti chiuse nel 1991 e questo lungo periodo è testimoniato dalle varie architetture che si succedettero nel tempo. Troviamo pertanto manufatti tipici di fine 800 fino a costruzioni moderne, in cemento armato. Infatti la torre Sartori che è alta 30 metri, è in cemento armato e il pozzo su cui insiste è profondo 512 metri con 16 piani di gallerie.
Difficile poter raccontare esattamente la condizione dei minatori che in certi periodi hanno vissuto bene ma in altri molto male. Infatti anche la vita del minatore in questa miniera ha subito un'evoluzione nel tempo: sfruttati agli inizi cominciarono a godere di propri diritti con l'avvento dei sindacati. A questo punto però al datore di lavoro non convenne più estrarre il minerale perché diventava troppo costoso, quindi la miniera venne chiusa nonostante il filone sia ancora esistente, ma non è redditizio estrarlo perchè bisognerebbe andare molto in profondità.
La Miniera è suddivisa in Levante e Ponente. A Levante si trova il cantiere di Sant'Antonio, il più vicino al borgo. Le strutture hanno cambiato destinazione nel tempo, quelle che inizialmente furono le stalle divennero poi successivamente dei magazzeni. La struttura che accolse per ultima la stalla, oggi è in ottime condizioni e conserva testimonianza di carretti, attrezzi e quanto necessitava per lo stallo degli animali. Tuttavia possiamo notare a fianco un'altra struttura, palesemente dell’800 che quindi probabilmente ospitava inizialmente la stalla poi trasferita, la cui ultima destinazione fu di magazzino.
In un'altra struttura ottimamente recuperata, possiamo seguire il percorso della lavorazione del metallo. Un plastico ci illustra la situazione del sottosuolo: immaginiamo uno scavo, centrale rispetto alle diramazioni delle gallerie, il cosiddetto POZZO sovrastato da una torretta o CASTELLO che era differente a seconda del periodo in cui fu costruita; poteva essere in legno, con pietre a vista, in mattoncini rossi, stile fascista, ma il funzionamento era sempre lo stesso: dal Pozzo si cominciava a scavare in verticale e le gallerie venivano aperte da una parte e dall'altra orizzontalmente, e avanzavano fin dove non si recuperava più materiale metallifero. Mano mano che si scavava venivano create delle armature, prevalentemente in legno, poiché essendo una roccia tenera lo scavo poteva cedere. Quando la galleria non produceva più, la si riempiva di materiale di risulta per colmare il vuoto e mano mano si smontavano le armature che venivano poi utilizzate nella successiva galleria sottostante, passandole per i FORNELLI, condotti di areazione che che mettevano in contatto due gallerie sovrastanti.
I minatori per lungo tempo furono pagati a cottimo, significa che il materiale che veniva estratto veniva pesato e quindi pagato, in pratica il minatore che arrivava alla fine della galleria e rientrava senza materiale, poichè la galleria era diventata infruttifera, aveva lavorato a vuoto. Le gallerie venivano scavate ad un livello inferiore per una profondità di circa 40 metri, fino ad arrivare anche sotto il livello del mare. L’altezza nella galleria variava a seconda del periodo, infatti quando si usava il piccone e la pala erano piccole, mentre con l'uso degli esplosivi le gallerie risultavano più alte. Un addetto specializzato aveva il compito di verificare che non ci fosse nulla di inesploso.
Per aprire un nuovo livello, si scavava il pozzo entro cui si muoveva il montacarichi che naturalmente doveva poggiare sul fondo. Non aveva la capacità di fermarsi esattamente all'altezza della galleria pertanto i minatori saltavano per accedere alla galleria e per questo molti hanno perso la vita.
Naturalmente prima di aprire il pozzo bisognava accertarsi che effettivamente ci fosse il filone quindi si facevano dei carotaggi e veniva analizzato il terreno A Montevecchio si dice che ci fossero i più illustri ingegneri dall'epoca conosciuti in Europa, molti erano francesi ma venivano da ogni paese e lo testimoniano le diverse architetture soprattutto del palazzo della direzione.
Quando si percepì la non convenienza produttiva, non si investì più, allora si rompeva il sistema di recupero delle acque, ovvero venivano interrotte le pompe per il recupero delle acque delle falde acquifere che erano state intercettate e si abbandonava il pozzo. Le prime avvisaglie della non convenienza all'estrazione cominciarono negli anni 60, quando i minatori venivano pagati molto e facevano dei turni brevi, soprattutto per la scoperta della relazione tra saturnismo e piombo, ovvero la malattia che fa impazzire coloro che entrano in contatto del piombo.
Il passaggio successivo all'estrazione era la CERNITA, affidata completamente alle donne che erano velocissime e attentissime, coadiuvate dai bambini, infatti si cominciava a lavorare all'età di 9 anni, ma è noto che entravano negli ambienti lavorativi fin dall'età di 5-6 anni. Le femminucce continuavano questo lavoro a vita mentre i maschietti entrava in galleria all'età di 12 anni chiaramente sottopagati. Le donne non godevano di maternità infatti portavano avanti la gravidanza lavorando, con tutte le problematiche che ne conseguivano dall'esposizione ai metalli.
La lavorazione proseguiva con la FRANTUMZIONE che veniva eseguita fino alla polverizzazione del metallo, quindi la SEPARAZIONE dei diversi metalli che avveniva per gravità o per aggiunta di acidi quali l’arsenico.
A questo punto le polveri partivano verso il continente, fino all’istituzione della fonderia di S.Gavino per la quale fu costruita anche una ferrovia a scartamento ridotto di circa 18 km dedicata che partiva direttamente da Montevecchio. Dopo il '50 la fonderia fu dismessa e il materiale riprese la via del continente attraverso gomme. il piombo di Montevecchio fu usato anche per il rifacimento della copertura della cattedrale di Notre-Dame.
In cantiere erano presenti anche le case dei minatori sparse lungo il territorio perché dovevano rimanere separati per evitare eventuali insurrezioni.
Sopra la stalle vivevano lo stalliere e il mastro sellaio, quando successivamente la struttura venne adibita a deposito di esplosivo, vi vivevano i minatori. Le case furono realizzate intorno agli anni 40, prima erano di legno.
La casa consta di un lungo corridoio sul quale si aprono tre unità abitative,con tanto di numero civico e formate da un ambiente unico e comune a tutta la famiglia e una camera da letto dove dormivano tutti i componenti, anche 2 per letto e spesso i figli più piccoli dentro i cassetti del comò. Tutti lavoravano.
Nel borgo era presente anche un ospedaletto molto importante e molto all'avanguardia, vi abitavano i medici che erano specializzati nelle patologie inerenti l’attività mineraria ma in particolar modo nei traumi derivanti dalle vibrazioni conseguenti all'uso delle perforatrici che ovviamente non erano fornite di dispositivi di protezione. L’aspettativa di vita era di circa 38/40 anni.

26/11/2017

La Miniera Montevecchio è un complesso di monumenti di archeologia industriale nel cuore del Medio Campidano, fra i territori di Guspini e Arbus. L'eccellenza dell'attività estrattiva piombo-zincifera della Sardegna, all'avanguardia per i tempi, raduna le testimonianze di 150 anni di vita mineraria. Grazie alla simpatica e meticolosa guida di Alice, dell'ass Sa Mena che si occupa del compendio, vi offro uno spaccato fotografico e informativo del sito, nello specifico il video è relativo al cantiere S.Antonio. Buona visione.
https://www.facebook.com/alessandra.raspino57/posts/1486140128090390

29/10/2017

Pozzo sacro Is Pirois a Villaputzu, menhir di Perda Longa a Tortolì, villaggio nuragico Gennaccili con tombe dei giganti e nuraghe nel parco di Selene a Lanusei. Con Nicola Dessì

Indirizzo

Quartu Sant'elena
09045

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