11/12/2024
E' stato appena pubblicato il libro ‘Suor Argia Drudi: la ca**tà mistica nei suoi diari e i pensieri di chi le ha voluto bene’, a cura di Tina Serra, presidente del Centro Italiano Femminile di Ravenna. La pubblicazione è edita da Capit coop Ravenna.
Argia Drudi, la dottoressa dei poveri
La storia di Argia Drudi ha quasi dell’incredibile, intessuta com’è di bontà, di rinuncia, di sacrificio. Nata il 5 giugno 1901 a Castiglione di Ravenna da famiglia povera, fu bracciante prima e poi operaia nel locale essiccatoio tabacchi, fino a circa trent’anni, quando, su suggerimento di mons. Pietro Fabiani, suo parroco, decise l’ingresso all’Opera Santa Teresa di Ravenna, fondata da don Angelo Lolli… Nell’Opera Santa Teresa sono raccolti i malati più poveri, più abbandonati, più derelitti. E suor Argia fu subito incaricata di fare l’infermiera: lavava con la delicatezza di una madre quelle piaghe ulcerose, suggellava con un bacio la fronte madida di sudore delle moribonde. Ma don Lolli, direttore dell’Opera, intuì subito la sua tempra tenace e la sua fede solida e decise di farla studiare. Aveva fatto soltanto la quarta elementare. Sembrava un progetto assurdo, ma Argia superò brillantemente l’esame di quinta. Iniziò poi le scuole superiori studiando notte e giorno, aiutata da due professoresse sue amiche... Raggiunta la maturità scientifica, si iscrisse all’Università nella facoltà di farmacia a Bologna. Giunta alla laurea, proseguì per la facoltà di medicina e chirurgia fino al raggiungimento della seconda laurea conseguita nel 1947…
Iniziò con intrepido coraggio la professione all’interno dell’Opera e all’esterno, manifestando le sue doti di professionalità e umanità. Aveva un sorriso per tutti e la capacità di aiutare il prossimo non solo fisicamente, ma anche moralmente… Ma non si accontentava di faticare ogni giorno in mezzo ai derelitti dell’Opera. Trovava tempo per tutti anche fuori, ove il lavoro era molto. La popolarità che si era accattivata era tanta, per cui veniva spesso chiamata e lei correva in bicicletta prima, in motorino poi, per alleviare tanti indigenti sofferenti, ai quali portava, oltre alle medicine, anche cibo di cui si privava lei stessa… Fu chiamata la ‘dottoressa dei poveri’, e con questo attributo tanti beneficati la ricordano e la ricorderanno con imperitura gratitudine. La sua missione di bene fu stroncata d’improvviso per la morte avvenuta il 30 aprile 1957 in seguito ad incidente stradale. Tutta Ravenna e tutta la Romagna piansero la sua scomparsa, ricordando la dedizione, lo spirito di sacrificio e l’immensa generosità a favore di poveri. (Tratto da uno scritto di suor Maria Trota, già farmacista di Santa Teresa).
Per chiunque fosse interessato il libro è disponibile presso: Capit, libreria San Paolo Ravenna, libreria Dante.