Ravenna Bologna Guida turistica

Ravenna Bologna Guida turistica Guida turistica di Ravenna, Bologna, Ferrara, Rimini, San Marino Non rimarrete delusi!
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Buongiorno, Vi invito di visitare questa parte della regione Emilia-Romagna, una terra ricca di storia e arte tutta da scoprire. Dott.ssa Barbara Stolecka
Guida turistica di Ravenna, Bologna, Ferrara, Rimini e San Marino
Traduttrice giurata c/o il Tribunale di Ravenna
Lingue: polacco, inglese, italiano
Cell. 3470052785

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1500 anni fa
17/05/2017

1500 anni fa

Massimiano, l’arcivescovo di Ravenna, inaugura la basilica di S. Vitale il 17 maggio del 547.

Inserita dal 1996 nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, la basilica è uno dei capolavori dell'arte paleocristiana e bizantina.

(La Basilica di S. Vitale)

Da non perdere :)
17/03/2017

Da non perdere :)

23/01/2017
12/11/2016

FAGIOLINO! Lasagne e Colli Bolognesi Pignoletto DOCG

Fagiolino è quasi sempre il personaggio protagonista delle Commedie brillanti e una delle principali maschere del teatro tradizionale dei Burattini in Emilia Romagna. È un raddrizzatore di torti, paladino della virtù, bastonatore di cialtroni, furfanti ed arroganti. Lo stanghetto ( o bastone), o meglio “il suo fratello” come usa definirlo, è il suo inseparabile compagno. Fagiolino è sempre molto ricco di appetito e povero di portafoglio… farebbe di tutto per un piatto di lasagne alla bolognese e non si accontenta di un vino qualunque, cerca il Colli Bolognesi Pignoletto Docg.


Più strati di pasta all'uovo (gialle o inverdite con gli spinaci) arricchiti con un ripieno, cremosissimo, a base di besciamella, ragù e parmigiano grattugiato. Non ci può essere una sintesi migliore dell’anima emiliana della cucina bolognese, ricca, golosa e nostalgica di una certa dolcezza della cucina di nobili e borghesi. “Irrinunciabili.”, è perentorio Daniele Minarelli quando parla delle lasagne, sempre presenti nel menù della sua Osteria Bottega. Poco si sa sulla nascita delle lasagne alla bolognese come le conosciamo, nemmeno l'Artusi ne fa menzione del suo testo, che pur rappresentava una collezione delle più importanti ricette tradizionali italiane. Ci sono citazioni di pasticci, ma l’idea precisa di lasagna arriva solo nel Novecento. Il primo a parlarne è Paolo Monelli non ne consacrò definitivamente il successo citandole nel suo "Ghiottone errante", un capolavoro di critica gastronomica datato 1935. La fama delle lasagne è infatti legata all’opera dei ristoratori bolognesi che iniziarono a farle conoscere alla loro clientela. Ognuno con una sua ricetta, come ad esempio quelle proposte da Giovanni Zurla al suo pappagallo, allora in via delle Pescherie Vecchie. A questo proposito è illuminante leggere la ricetta di Bruno Tasselli, cuoco storico del Pappagallo, delle “Lasagne gialle coi funghi”, un piatto mitico del locale. Si capisce bene come le lasagne siano la sintesi di una cultura della sfoglia e di un’idea di cucina che attinge a piene mani alla ristorazione professionale dell’epoca e quindi della Francia. Ci sono salse e fondi e una certa idea di morbidezza e cremosità. La lasagna moderna nasce così a Bologna al ristorante e trova una consacrazione negli anni ’50 quando era proposta da tutti i ristoranti importanti della città. Lo testimonia bene anche Guido Piovene nel suo “Viaggio in Italia” del 1957. “La lasagna nasce al ristorante all’inizio del Novecento e solo dopo arriva nelle case dove era diventato un piatto della domenica.”, a parlare è Alberto Amerigo, patron di Amerigo 1934 di Savigno, “Noi la proponiamo solo raramente nella versione classica perché la usiamo come contenitore per proporre ingredienti di stagione: zucca, funghi, asparagi, carciofi, cacciagione, tartufo nero, ragù bianco. E spesso senza usare salse e besciamella.”. Un’idea di piatto legittimata da Piero Camporesi: “Non bisogna infatti dimenticare che la cucina è arte combinatoria, di interpolazione più che di invenzione, i cui processi avvengono sotto il segno della variazione più che della creazione pura; e che la storia della cucina è fondamentalmente storia della morfologia delle pietanze di cui andranno individuati gli elementi variabili e quelli costanti.”.

Il viaggio del Pignoletto (il vitigno è Grechetto Gentile) va dalla pianura alla collina. Le prime notizie bolognesi del vitigno lo vedono infatti protagonista delle alberate frangivento che proteggevano i campi di canapa della bassa bolognese. Nell’alberata era tipicamente presente il pignoletto, allora chiamato pignolo come attesta un documento rinvenuto nell’archivio della famiglia Lodi (ora Lodi Corazza) che parla di una vendita di casse d’uva pignolo fatta da Luigi Lodi, noto a Bologna come botanico e come primo curatore dell’Orto Botanico della città. Siamo a Zola Predosa, ma in effetti la canapa era diffusa fin sulle prime colline. “Lo chiamavano pignolo ed era un’uva amata dai mezzadri perché produceva molte foglie e dunque era ideale come barriera per il vento. Il centro di queste alberate era Calderara di Reno. I padroni chiedevano Albana, ma i contadini piantavano pignolo!”, a parlare è Enzo Garagnani, titolare negli anni ’70, insieme al socio Anderlini, dell’azienda Al Pazz (il pozzo) di Montebudello, “Poi successe che questo vitigno convinse tutti per la rusticità e per i profumi e si diffuse pure in collina a partire dagli anni ’50. Noi fummo i primi ad indicare in etichetta il nome Pignoletto bolognese a metà degli anni ‘70. E fu un successo che portò in pochi anni alla DOC”. Se da una parte in pianura il Pignoletto si esprime con una certa struttura e qualità (nonostante la vigoria che porta a produzioni quantitativamente importanti!) , dall’altra sui colli bolognesi il Pignoletto ha trovato espressioni complesse e raffinate che sono una lettura precisa dei diversi suoli che compongono il mosaico di terroir di questo territorio. È questo il vero potenziale del CB Pignoletto Docg, che può esprimersi sui richiami alle erbe, oppure sulla mineralità, o ancora sui richiami floreali e di frutta bianca. Una questione di radici!

Giorgio Melandri
Curatore Enologica

06/11/2016

Ecco le osterie più antiche, gettonatissime dai bolognesi e non solo 

29/10/2016

Se volete invitare a cena un bolognese sappiate che offrire la mortadella con i pistacchi non è il torto più grave che potete fargli: ecco 5 cose da sapere.

Interessante punto di vista
21/10/2016

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Ottaviano de'Medici di Toscana di Ottajano si scaglia contro la serie tv sulla dinastia fiorentina: "Chiederò il blocco in Italia e

20/10/2016
27/09/2016

Issate le vele e sollevate l'ancora! Al Parco Archeologico Antico Porto Di Classe potrete essere tutti "CAPITANI PER UN GIORNO"!

Francesco Badeschi, sabato 1 ottobre alle 16:00, aspetta i più piccini per realizzare un'antica nave di epoca romana.
E mentre i bimbi giocano con la fantasia, per i più grandi sono in programma visite guidate a cura degli archeologi di RavennAntica.
A seguire un aperitivo/merenda per tutti!

Per info e prenotazioni: 0544 32512- 478100
[email protected]
Per il laboratorio l'età dei bambini è tra i 7 e i 12 anni.

16/09/2016
05/08/2016

L'Istituzione che noi oggi chiamiamo Università inizia a configurarsi a Bologna alla fine del secolo XI quando maestri di grammatica, di retorica e di logica iniziano ad applicarsi al diritto.

03/08/2016
17/07/2016
11/05/2016

(segue da prima puntata: il canvìn) Il cinema a luci rosse in un’antica Cattedrale È storia notissima in città quella di questo piccolo cinema, il Mignon, su cui Massimo Alì ...

Le donne della Romagna :)
10/05/2016

Le donne della Romagna :)

Per il ciclo le grandi Donne dell’Emilia Romagna oggi vi raccontiamo la storia di Caterina Sforza, reggente di Imola e Forlì che in vita fu donna di potere, comandante militare e abile politico. Una figura famosa... Leggi l'articolo >>

Una storia interessante
13/04/2016

Una storia interessante

Si intitolerà 'Il rapimento di Edgardo Mortara', storia vera del 1858 partita dalla casa di una famiglia ebrea in via Riva Reno

La ricostruzione a "Tecnicolor" della statua di Augusto. La copia bronzea si trova davanti alla basilica di Classe
04/04/2016

La ricostruzione a "Tecnicolor" della statua di Augusto. La copia bronzea si trova davanti alla basilica di Classe

Le tracce sul marmo hanno permesso di ricostruire la colorazione del mantello che era rosso e ottenuta non con terra d’ocra ma con pigmenti vegetali, la lacca di garanza, estratta dalle radici della robbia. Gli altri colori presenti erano:
la “fritta alessandrina” o “blu egiziano” per parti di divinità (Sole, Marte, Artemide), personificazioni di popoli, soldati, barbari che ornano la corazza, le strisce di cuoio della corazza di Augusto;
il rosso della lacca di garanza che colora, oltre il manto dell’imperatore, una parte delle stesse strisce di volta mescolato col carminio, per il cuoio, vesti di personaggi sulla corazza;
il rosso a base di ocra, la tunica dell’imperatore e le labbra (il “rossetto”);
il bruno “terra di Siena” per i finimenti in cuoio dei cavalli del carro del Sole, i calzari di Marte, le insegne romane;
il bruno più chiaro utilizzato per tutti i capelli dell’imperatore e dei personaggi sulla corazza;
il giallo (ossidi di piombo) solo sulle frange. (da Rome and Art)

I love Bologna :)
25/03/2016

I love Bologna :)

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
I cantieri vanno, i cantieri vengono. Grazie al supporto degli umarells, gli operai hanno fatto un bel lavoro e siccome in questi mesi di duro lavoro si sono affezionati ai loro "tifosi", ne approfittano per informare il pubblico aficionados dei loro spostamenti. Squadra che vince non si cambia.

[ Foto di Vittoriano Masciullo ]

15/09/2015
02/09/2015

La Festa dell'Ospitalità di Bertinoro, da una tradizione che risale al 1200...

21/08/2015

Ci sono dei piatti che più di altri si prestano alla convivialità, e che valorizzano lo stare in compagnia con gli amici. Le tigelle sono una specialità che si meritano un posto nella top ten. Ho s...

13/08/2015
Un pittore bolognese
20/07/2015

Un pittore bolognese

125° anniversario della nascita di Giorgio Morandi

14/07/2015

NON TUTTI SANNO CHE... (scopri il nostro libro NON TUTTI SANNO CHE...:http://www.succedesoloabologna.it/libri/ )

Non tutti Sanno che il campanile di San Petronio , la torre del Palazzo del Podestà e il campanile di San Pietro, sono perfettamente in linea (fatto visibile da una finestrella del Campanile di San Pietro)
Questa linearità, secondo la cultura popolare antica, aveva un significato preciso. Il campanile di San Pietro rappresenta il potere ecclesiastico, la torre del Palazzo del Podestà rappresenta il potere Politico e il campanile di San Petronio il potere del Popolo (San Petronio era un tempo identificata come "Chiesa del Popolo"). Da qui il concetto che le decisioni della città, per funzionare in modo corretto ed accontentare tutti, dovevano essere prese da punti di vista diversi (dislocazione dei campanili e della torre) ma con lo stesso filo conduttore (allineamento dei campanili).

03/07/2015

Quali sono  i piatti, i prodotti, i dolci, i liquori, i vini “must” da provare in città? Ecco le nostre proposte, diteci le vostre scrivendole nello spazio dei commenti qui sotto.

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