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CRISTO PANTOCRATORE.1176, mosaico. Palermo, Duomo di MonrealeLO SGUARDO -  Il suo sguardo è severo ma benevolo ed è orie...
13/10/2019

CRISTO PANTOCRATORE.

1176, mosaico. Palermo, Duomo di Monreale

LO SGUARDO - Il suo sguardo è severo ma benevolo ed è orientato verso destra. I capelli scuri sono lunghi e ricadono dietro la schiena. Gesù porta una folta barba scura che rende il suo aspetto molto autorevole
IL LIBRO - A sinistra sorregge un libro aperto sul quale si legge: “Io sono la luce del mondo” chi mi segue non cammina nelle tenebre”.
L’AUREOLA - Gesù è raffigurato a mezzo busto. Dietro il Suo capo è disposta una aureola che incorpora una croce per distinguerla da quella dei santi. Con la mano destra, Cristo compie il gesto della benedizione
LA VESTE - La veste rossa e un manto blu: le due nature divina ed umana, riunificate nella Verità Universale.
IL PANTOCRATORE - Accanto al Cristo troviamo la scritta in greco: “Gesù Cristo, il Pantocratore”, la parola Pantocratore deriva dal greco παντο - «panto-» cioè "tutto" e tema di κρατέω «dominare», cioè Gesù Cristo onnipotente, Signore del mondo.
LE DITA - Le dita del Cristo sono da notare: il pollice tocca il mignolo e l’anulare. Questo gesto lo troviamo nelle raffigurazioni iconiche bizantine e ortodosse. La Mano destra è un vero e proprio messaggio ermetico, dove l'indice rappresenta il Padre, il pollice il Figlio, il medio lo Spirito Santo, l'anulare l'umanità, il mignolo la divinità: il gesto del pollice che tocca l'anulare e il mignolo ripiegati significa che Cristo, il Figlio, è Uomo e Dio.

Il cioccolato di ModicaNell’affascinante contea di Modica descritta da Gesualdo Bufalino come “un paese in figura di mel...
30/03/2018

Il cioccolato di Modica
Nell’affascinante contea di Modica descritta da Gesualdo Bufalino come “un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sprone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale fra le due metà, a far da pacieri”, dal XVI secolo si tramanda la lavorazione del cacao.
Si pensa siano stati gli Spagnoli ad introdurne la lavorazione, ai tempi in cui la Corona Sp****la dominava la Sicilia, in uno dei più importanti feudi del sud Italia: Modica.
La ricetta non è sp****la, è stata importata dalle Americhe, in particolare dagli Aztechi e dai Maya che impararono a coltivare il cacao come dono ancestrale del dio Quetzalcoatl. Lavorazioni simili si ritrovano in Spagna, in alcune comunità in Guatemala e Messico.
Il cioccolato di Modica prima di trovare ampia diffusione e fama internazionale era un alimento riservato ai ceti nobiliari, che lo usavano per celebrazioni ed avvenimenti.
I semi utilizzati provengono dall’isola di São Tomé, uno dei più piccoli stati dell’Africa. Le piante furono importate direttamente dalle Americhe, agli inizi del 1800 per ordine del re del Portogallo Dom João VI. Prevedendo l’imminente perdita dell’immensa colonia del Brasile, il Re per salvare parte degli introiti che gli venivano dal cacao fece trapiantare un buon numero di queste piante nella sua piú tranquilla colonia di São Tomé.
Americhe ed Africa, due continenti si intrecciano nella preparazione di questo prelibato alimento.
I semi vengono lavorati ad una temperatura che non supera i 40°, tostati fino a quando non diventano una massa fluida.
Alla prima lavorazione viene aggiunto zucchero semolato di canna e alcune spezie zenzero, peperoncino, vaniglia, cannella, scorze di limoni o di arancia.
Gli stampi di latta che raccolgono la preziosa libagione, vengono agitati e sbattuti per far uscire le bolle d’aria e per solidificare il cioccolato
All’assaggio la naturalezza e semplicità della lavorazione permettono di arrivare al cuore del cacao, alle spezie, ai cristalli dello zucchero che si avvertono integri e non sciolti nell'impasto, in una consistenza granulosa.
Per usare le parole di Leonardo Sciascia, “il cioccolato di Modica è di inarrivabile sapore”.
Avvolge, seduce e rievoca storie di indimenticabili lasciti, rievocando un patrimonio di gesti e saperi che si son sedimentati grazie alla genialità dei maestri cioccolatieri.
Un cibo degli dei, giunto alle pietre barocche di Modica dalle Americhe e dall’Africa passando per gli Spagnoli.

Mito, leggenda e magia.Dove il mare s’incunea nella grande frattura, come un fendente che taglia la terra. Dove Scilla e...
29/03/2018

Mito, leggenda e magia.

Dove il mare s’incunea nella grande frattura, come un fendente che taglia la terra. Dove Scilla e Cariddi turbano i naviganti, nell’ultimo lembo di costa della pen*sola troviamo Reghion, nel suo mito, nelle sue leggende e nella sua magia.

Il mito narra che fu l’Oracolo di Delfi ad indicare il luogo dove doveva essere fondata la città “mentre sbarchi, una femmina si unisce ad un maschio”. I greci, giunti in prossimità di Reggio, videro una vite avvinghiata ad un ulivo e ritennero che quello fosse il segno cui l’Oracolo si riferiva.

Importante città della Magna Grecia diede i natali al poeta Ibico, cantore della poesia erotica e a Pitagora di Reggio, scultore del bronzo “quant’altri mai”.

Vide l’approdo di San Paolo “perielthontes katentesamen eis Rhegion” iscrizione che campeggia in greco sulla facciata della Cattedrale.

E’ la città dove sono custoditi i guerrieri attribuiti alla scuola di Fidia. I Bronzi di Riace, austeri, imponenti, silenziosi. Nei dettagli delle forme, nelle ciocche delle chiome ondulate, nelle barba ricciuta, nelle vene e nei tendini rigonfi aleggia, come un fotogramma, il tempo fermo della storia.

Brevi tratti di una città incantata che si dipana nella magia della Fata Morgana, il miraggio dell’orizzonte sopra il cielo che rende la dirimpettaia Sicilia prossima sulle sponde di Reggio.

Mito, leggenda e magia, si completano nella dimensione di una città che si svolge sul mare, tra profumi e mediterranea vivacità. Nei suoi tormenti e nei suoi disagi. Nei suoi colori che ammaliano e seducono. Nelle sue bellezze liberty e nel suo calore che la rendono unica.

25/03/2018
TaorminaSi tratta di una delle location più incantevoli al mondo. Una meta da visitare assolutamente. Fondata da profugh...
25/03/2018

Taormina
Si tratta di una delle location più incantevoli al mondo. Una meta da visitare assolutamente. Fondata da profughi provenienti dalla vicina Naxos . Ai piedi del Monte Tauro da cui prende il nome, l’antica Taurmenion si svolge a picco sul mare con una vista mozzafiato che spazia dalle pendici dell’Etna al Mar Ionio. Meta d’elite attrae aristocratici, artisti e letterati da tutto il mondo. Descritta da Gothe, Dumas, Guy de Maupassant, D.H. Lawrence, Edmondo De Amicis. Nel 2017 ha ospitato il G7 la riunione dei capi di stato e di governo dei sette dei paesi più industrializzati al mondo. La Villa Comunale con i suoi scorci incantevoli a strapiombo sul mare domina tutta la costa. Originariamente il parco dell'abitazione dell’eccentrica lady Florence Trevelyan, nobildonna inglese cugina della regina Vittoria. Teatro Greco splendida cornice di eventi culturali e di manifestazioni di livello internazionale è il monumento meglio conservato di Taormina. Spettacolari la cornice ed il proscenio naturale che si possono ammirare.

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Reggio Di

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