Villa Anna Maria - Faro Capo Vaticano

Villa Anna Maria - Faro Capo Vaticano Sorge nel cuore di CapoVaticano, sul superbo Promontorio del Faro, a picco sulla Baia di Grotticelle Prenota per credere!
(1)

Villa Anna Maria sorge nel cuore di Capo Vaticano, precisamente sul superbo promotorio del Faro a picco sulla straordinaria baia di Grotticelle, lungo la Costa degli Dei, e a 7 km a sud da Tropea. Immersa in un'oasi di grande bellezza ospita, tra confort e professionalità, simpatia ed accoglienza, coppie gruppi e famiglie che ricercano una vacanza speciale. Ti aspettiamo in angolo di paradiso
cos

ì descritto dallo scrittore e giornalista Giuseppe Berto, dal quale la nostra strada ha ripreso il nome:
“Appena la vidi seppi che quella terra, dalla quale si scorgevano magiche isole, era la mia seconda terra, e qui son venuto a vivere. Sto su un promontorio alto sul mare, è un panorama stupendo. E quando il giorno, dalla punta del mio promontorio, guardo gli scogli e le spiaggette cento metri sotto il mare limpidissimo che si fa subito blu profondo, so di trovarmi in uno dei luoghi più belli della terra”.

Giuseppe Berto: il nostro vicino di grande spessore! 👔🖊📖
04/09/2024

Giuseppe Berto: il nostro vicino di grande spessore! 👔🖊📖

𝐈𝐋 𝐋𝐄𝐆𝐀𝐌𝐄 𝐂𝐎𝐍 𝐋𝐀 𝐒𝐔𝐀 𝐂𝐀𝐋𝐀𝐁𝐑𝐈𝐀 𝐄 𝐋𝐀 𝐃𝐈𝐅𝐄𝐒𝐀 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐎 𝐒𝐏𝐈𝐑𝐈𝐓𝐎 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐀𝐃𝐈𝐍𝐈
𝐓𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐢𝐥 𝐟𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐚𝐥 𝐢𝐧 𝐨𝐧𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐁𝐞𝐫𝐭𝐨

Dal 5 all’8 settembre la rassegna a Capo Vaticano.
Il co-direttore Marco Mottolese:
“Dal carattere alla politica: così abbiamo smontato i cliché”


Se a metà degli anni Cinquanta Giuseppe Berto non si fosse trasferito in Calabria, se non avesse acquistato quel terreno dove costruì la casa che scelse come “buen retiro”, dove scrisse capolavori immortali come “Il Male Oscuro” e “La Gloria”, oggi quel promontorio di Capo Vaticano, quel “suo paradiso” a picco sul Mar Tirreno, forse sarebbe stato seppellito da una colata di cemento. Uno di quegli ecomostri che farebbero infuriare il grande scrittore veneto innamorato della Calabria, che seppe sintonizzarsi con il suo spirito più antico e con l’autenticità della cultura contadina.

E proprio lì, nella sua dimora, che definiva “il luogo più bello del mondo”, torna il Festival Estate a Casa Berto, lungo un cammino iniziato dieci anni fa e che raggiunge la nona tappa. Oltre 200 gli ospiti che si sono succeduti nelle diverse edizioni. Dal 5 all’8 settembre a Capo Vaticano, Ricadi (Vibo Valentia), verrà celebrato il visionario scrittore di Mogliano Veneto, scomparso nel 1978. È una rassegna molto particolare, quella diretta da Marco Mottolese e dalla figlia dello scrittore, Antonia Berto, che negli anni ha contribuito a smontare alcuni luoghi comuni sulla sua personalità. E a rinsaldare il legame con il territorio che Berto aveva scelto come luogo dello spirito. Da quella terra, lo scrittore ha lanciato un messaggio chiaro: se volete conoscere davvero la Calabria e i calabresi, restateci almeno un po’ di tempo. Lui lo aveva fatto, aveva amato e si era fatto amare.

FAMILY FESTIVAL
Nel suo nome è nata una rassegna diversa da tutte le altre, che offre letture, dibattiti, proiezioni. Tutto in un clima familiare “che annulla la distanza tra i protagonisti sul palco e il pubblico”, spiega proprio il co-direttore Marco Mottolese, il cui legame con la famiglia Berto dura da 55 anni, e nella casa di Capo Vaticano entrò per la prima volta nel 1970. Casa Berto è un “family festival, perché tra chi vi partecipa, scrittori, produttori, musicisti e pubblico, si crea una sorta di comunità familiare. Molti dei partecipanti, alla fine delle precedenti edizioni, mi hanno detto che la parte migliore era proprio la ‘vita in comune durante le giornate, perché sembra di stare in famiglia’. Antonia Berto accoglie tutti come amici. Da lì ho pensato che la dicitura family festival, anche se in inglese, fosse calzante. Gli ospiti arrivano e restano più tempo, non vanno via dopo l’appuntamento che li riguarda, rimangono per seguire gli altri interventi. Attori, scrittori, scienziati, registi, si ritrovano a cena, in un clima informale, che li mette in relazione con tra loro e con il pubblico. Si crea un bel confronto e uno scambio proficuo”, racconta ancora Mottolese. In sostanza, nella dimora da cui Berto poteva ammirare l’orizzonte segnato dalle Eolie, rivive lo spirito semplice, cordiale e comunitario della cultura contadina, tanto amata dallo scrittore. “La familiarità della rassegna è favorita dal luogo che la ospita, una tenuta nella quale tutti vivono assieme, dalla colazione alla cena, passando per gli spettacoli e i momenti di divulgazione” spiega ancora Mottolese.

LA FANTARCA TORNA IL LIBRERIA
La rassegna di Capo Vaticano sarà anche l’occasione per la presentazione della riedizione de “La Fantarca”, una delle opere che Berto scrisse in Calabria. Un libro politico e distopico, che permetterà di scoprire quanto Berto fosse visionario, ironico, quanto sapesse capire in anticipo le questioni cruciali. “L’editore Neri Pozza da circa dieci anni ha rieditato quasi tutte le opere di Berto, mancava La Fantarca, libro adottato nelle scuole degli anni Sessanta-Settanta, e poi un po’ dimenticato. È un libro a cavallo tra politica e letteratura, perché nella sua arguzia parla della questione meridionale” racconta Mottolese. “È un libro distopico: siamo in un ipotetico anno 2225, il mondo è dominato dalle macchine. Il governo centrale decide di risolvere la questione meridionale spedendo con un missile, modello Arca di Noè, tutti i calabresi su Saturno, con partenza dall’aeroporto immaginario di Vibo Valentia” racconta ancora il co-direttore della rassegna. I calabresi del romanzo ci salgono portando con loro pezzo di vita, oggetti e animali, quasi a voler riprodurre la Calabria anche nello spazio. Ma chi sono coloro che salgono sullo scassatissimo missile diretto nello spazio? “Berto descrive tutti i suoi amici, quelli delle passeggiate in campagna, delle giocate a carte, i contadini che conosceva bene. E che probabilmente non avranno mai saputo di essere stati ritratti in modo simpatico in quel romanzo. Berto frequentava la gente del luogo, non gli intellettuali, anche perché lui stesso non lo era in senso stretto” sottolinea ancora Mottolese.
Berto scrisse La Fantarca nel periodo più fertile della sua produzione letteraria. Ed è un libro anticipatore, visto che la questione meridionale è ancora attuale e non è mai stata risolta. “Verso la Calabria c’è sempre stato un preconcetto. Berto prende in giro quella situazione, ma allo stesso tempo la stigmatizza” spiega Mottolese. Lo fa in un libro divertente che nel festival (la sera dell’8 settembre, ndr), verrà accompagnato da un film della Rai, la riduzione del testo originale di Berto diventata opera musicale per la televisione, del 1966, con musica di Roman Vlad. Riletto oggi, “La Fantarca” fa riflettere: dopo circa sessant’anni la questione meridionale è ancora sul tavolo della politica, oggi si discute di autonomia regionale. La riedizione del libro esce proprio nei giorni del festival, con la prefazione di Diego De Silva, scrittore napoletano molto apprezzato dal pubblico, brillante e ironico” sottolinea Mottolese.

LA PERSONALITÀ
Il festival di Capo Vaticano, negli anni, ha contribuito anche a smontare alcuni cliché su Berto, uomo estremamente schivo, isolato. Di certo, non era a suo agio negli ambienti culturali dell’epoca, come racconta lo stesso Mottolese. “Berto era stato molto invidiato, perché con Il Male Oscuro, uscito nel 1964, aveva vinto in brevissimo tempo il Premio Viareggio e il Premio Campiello. E il mondo intellettuale si chiedeva: ‘Chi è questo, perché vince tutti questi premi?’. E poi non aveva rapporti con i mostri sacri dell’epoca, pensiamo a Pasolini e Moravia. Ebbe una lunga causa con entrambi, perché si diffamavano a vicenda. Lui non era uno che andava nei caffè letterari. Si faceva i fatti suoi, poi scoprì la Calabria e passò la maggior parte del tempo lì a scrivere. Non era interessato a frequentare il mondo dei colleghi” sottolinea il co-direttore. Poi c’è la questione politica. “Berto è sempre stato considerato un uomo di destra, da ragazzo vicino al fascismo. In realtà era un anarchico, più che di destra, sicuramente isolato nel mondo culturale dell’epoca. Anche se poi, da Fellini a Monicelli, tutti lo hanno chiamato per scrivere sceneggiature per il cinema” spiega il co-direttore di Casa Berto. “La sua penna era eccellente e tutti lo sapevano. Tra i primi anni Sessanta e la fine degli anni Settanta, era stato considerato uno dei più grandi scrittori, ma non si adattava alle regole del mondo letterario dell’epoca. In questo equivoco di fondo, Berto è stato considerato per tanti anni isolato e ideologicamente schierato, cosa mai dimostrata” aggiunge Mottolese.
Il lavoro fatto dall’esperto, assieme alla figlia di Berto, Antonia, ha contribuito a smontare molti stereotipi legati alla personalità e alle idee politiche. Poi, è arrivato l’impegno dell’editore Neri Pozza. “Ha fatto bene a ripubblicare tutte le opere, partendo con la riedizione del Male Oscuro, il suo capolavoro. Per molti è uno dei libri più importanti del secondo Novecento italiano, per modernità di scrittura e di tematiche, perché si parla in maniera chiara di psicologia, tema poco diffuso all’epoca, elemento che ne fa un libro altissimo. Nella riedizione, la postfazione è stata scritta da Emanuele Trevi, giornalista, scrittore - Premio Strega 2021- e, soprattutto, critico, ed è appunto grazie al suo testo che l'analisi critica e letteraria di Berto è stata aggiornata. Il suo contributo ha completamente riscritto il discorso sulla produzione di Berto, riabilitandolo completamente e ponendolo al posto che gli spetta” aggiunge Mottolese.

ANTIMONDANO MA CORDIALE
In Calabria, dopo alcuni problemi di salute, Berto trovò finalmente la sua dimensione. “Non era un tipo mondano, quindi non aveva problemi a stare da solo. In più era innamorato pazzo di quel luogo a Capo Vaticano, aveva avuto la fortuna di comprare quella casa a buon mercato, appena l’aveva vista. E lì ha scritto Il Male oscuro, la Gloria, La Fantarca, nel suo “rifugio”. Era un uomo isolato, ma non bisogna male interpretare certi atteggiamenti. Raccontavano che non parlasse con nessuno. Invece giocava a carte con tutti, andava negli orti, in piena sintonia con la cultura contadina” spiega Mottolese. Che ricorda come “all’epoca la letteratura era molto in mano all’intellighenzia di sinistra, e se tu non ne facevi parte, venivi raccontato male, come un usurpatore. In più, Berto vendeva milioni di copie, in tutto il mondo. L’ostilità nei suoi confronti aumentava, ma bastava porsi una semplice domanda: non è che si tratta di un capolavoro?” sottolinea il co-direttore del festival. Il cui merito, nel riscrive la storia di Berto è stato fondamentale. “Noi siamo riusciti a smontare tutti questi falsi cliché. Oggi i libri di Berto finalmente sono stati ristampati, si vendono bene. Grazie anche al festival e al premio, Berto è ritornato a occupare la sua posizione, di scrittore del secondo Novecento assolutamente innovativo, avanti rispetto al suo tempo, originale, particolare, con una scrittura tutta sua. Lavorando molto, e facendo delle cose anche collaterali, siamo arrivati a questo giusto riconoscimento per lui”.

IL PREMIO PER I GIOVANI
Nel nome di Berto, dal 1988, si premiano giovani scrittori alla prima opera. “Quest’anno abbiamo cambiato la giuria, che andava svecchiata. C’è Emanuele Trevi, considerato il massimo esperto di Berto. E ci sono, tra gli altri, Silvia Avallone, fresca vincitrice del Viareggio, Elena Stancarelli, che vinse il premio Berto a fine anni 90” racconta ancora Mottolese. Ma perché un premio destinato ai giovani? “Perché Berto li amava molto e li spronava. Qualche mese fa, in un’intervista, Claudio Baglioni ha raccontato di quando a 15 anni incontrò Berto, che gli disse: se hai delle idee, portale avanti. Noi scrittori ci mettiamo due anni a scrivere un libro, e potrebbe non leggerci nessuno. Voi musicisti, invece, scrivete una canzone di getto, in una notte, e vi ascoltano milioni di persone”. Baglioni racconta di essere grato a Berto, perché fu decisivo in quella fase della sua vita. Per questo, l’opera prima è un laboratorio importante, sicuramente il premio andrà a un libro importante, nella cinquina finale sono tutti ottimi” sottolinea Mottolese.

L’EREDITÀ LASCIATA ALLA CALABRIA
Ma quel è l’eredità che Berto ha lasciato al suo amato Capo Vaticano? Mottolese ha pochi dubbi. “Sicuramente ha salvato quel posto. Se non lo avesse acquistato lui, forse oggi ci sarebbe un albergo di dieci piani, vista la collocazione straordinaria e la vista mozzafiato. Berto ha salvato uno dei tratti più belli del Tirreno dal rischio di essere sostituito da un ecomostro. Gli eredi e gli amici di Berto hanno presidiato e protetto tutta la zona, compreso quella del Faro. Berto aveva compreso che per capire bene la Calabria, bisogna viverla. Non puoi fare semplicemente il turista, devi starci. Lui è stato qui è ha capito la qualità della gente, scoprendo perché aveva tanti nemici a Roma e tanti amici in Calabria. Berto era un grande scrittore, per certi versi “selvaggio”, ma non era un intellettuale, nel senso più classico del termine. Era un veneto di umili origini che si è ritrovato nelle umili faccende della Calabria contadina” spiega Mottolese. Dal 5 all’8 settembre, con quattro giornate nella sua amata dimora di Capo Vaticano, il meritato omaggio all’uomo e allo scrittore.

Rosita Mercatante per Calibria

CALABRIA allo stato puro! 💛🧡💛
04/09/2024

CALABRIA allo stato puro! 💛🧡💛

IL TRAMONTO SUL MARE PIÙ BELLO D'ITALIA SI PUÒ AMMIRARE DALLA CALABRIA ❤️

I tramonti sul mare sono con tutta probabilità la cosa più romantica al mondo: i colori del cielo in contrasto col mare aprono il cuore di chiunque li guardi, e sembrano essere la cura, almeno temporanea, contro ogni male.

Tuttavia, va detto che ci sono tramonti e tramonti. Per godersi quelli migliori bisogna sapere i posti esatti dove andare. Per quanto un tramonto sul mare sia sempre suggestivo, ci sono dei luoghi in cui il paesaggio circostante, i colori, i particolari riflessi creano qualcosa di unico che lascia stupefatti.

Nella nostra regione, sicuramente, i punti strategici da cui vedere un tramonto da sogno sono lungo la costa tirrenica.

Non solo il tramonto sul mare, ma addirittura il sole ingoiato direttamente dal cratere del vulcano. Il tramonto sullo Stromboli, isola delle Eolie, è tanto unico da essere stato proposto da un comitato nato ad hoc, il Calabria Network Mediterraneo, come Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Per vedere questo spettacolo naturale ci si può posizionare in vari punti della Calabria come la Costa degli dei e la costa viola. A voi la scelta.


06/09/2022

Calabria da Scoprire ❤️

27/07/2021

Il paradiso all'improvviso 💗

Ci coloriamo d'Italia 💚🤍❤
13/07/2021

Ci coloriamo d'Italia
💚🤍❤

Il Capo della bellezza❣ Baia di Grotticelle - Capo Vaticano
03/09/2020

Il Capo della bellezza❣ Baia di Grotticelle - Capo Vaticano

05/07/2017

we are here | siamo qui

05/07/2017

Villa Anna Maria | pool area

05/07/2017

View from Villa Anna Maria

05/07/2017

apartments / appartamenti

03/07/2017

Villa Anna Maria | apartment terrace

03/07/2017

Villa Anna Maria | lounge area

03/07/2017

Villa Anna Maria | swimming pool

03/07/2017

Villa Anna Maria | lounge and barbecue

03/07/2017

Beaches that can only be reached by the sea

03/07/2017
03/07/2017

Villa Anna Maria | view from the terrace

03/07/2017

Villa Anna Maria - Faro Capo Vaticano's cover photo

03/07/2017

Villa Anna Maria - Faro Capo Vaticano

Indirizzo

Viale Giuseppe Berto, Loc. Faro/Capo Vaticano
Ricadi
89866

Telefono

393471072109

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Villa Anna Maria - Faro Capo Vaticano pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Agenzie Di Viaggio nelle vicinanze


Altro Affitti case vacanze Ricadi

Vedi Tutte