11/01/2021
ACCADE OGGI: MUORE FABRIZIO DE ANDRE'
Ventidue anni fa, l'11 gennaio 1999 muore a Milano Fabrizio De Andrè, anche detto Faber, uno cantautori nonché poeti più significativi del Novecento italiano.
Esordisce nel 1961 esce il suo primo disco e nei suoi quarant'anni di attività si contraddistingue per un inconfondibile timbro e stile personalissimo, una sofisticata e innovativa ricerca strumentale e musicale e una eruditissima abilità letteraria.
Al centro della poetica dei suoi testi troviamo grandi temi, come quelli della libertà individuale (Fabrizio De André), del recupero delle tradizioni popolari e dei dialetti (Crêuza de mä), la ricchezza e la bellezza della diversità e della pluralità (Anime Salve) del desiderio di un mondo più giusto ed egualitario e della constatazione (Tutto Fabrizio De André, Rimini, Non al denaro non all'amore né al cielo) e persino una rilettura dei valori del Cristianesimo sulla base dei vangeli apocrifi (La Buona Novella).
Spesso il punto di vista scelto da Faber cantautore è quello scomodo e controverso del "reietto" che da voce agli emarginati e agli oppositori alla cultura dominante: le minoranze etniche, religiose, sessuali e culturali ma persino fuorilegge, ladri, assassini che raccontano la propria esperienza di vita e che si dichiarano uomini e donne colpevoli e punibili a cui tuttavia va riconosciuto il diritto inalienabile e universale alla dignità.
Esistenzialismo, ideali egualitari, libero pensiero e amore per la musica e la poesia sono espressi dal grande artista Faber.
Ma chi era l'uomo Fabrizio De Andrè? Solo un uomo, pertanto imperfetto e pieno di contraddizioni.
Colto, individualista schivo e solitario, ma anche allegro, pieno di vita e vernacolare, di indole introversa ma sociale e amichevole, ostinato musicista e sincero amante della poesia e dell'arte, perfezionista ossessivo in sale prove eppure spesso in difficoltà sul palcoscenico, ribelle verso ogni imposizione eppure timido. Impossibile ritrarre l'uomo senza cadere negli stereotipi, ovvio no?
Certamente ebbe un peso l'attenzione mediatica sull'uomo mito, amato fino all'idolatria e odiato fino alla diffamazione dal pubblico eterogeneo, dalla critica. Il messaggio di contestazione antimilitarista e pacifista di alcune sue canzoni nonché il desiderio di autonomia da ogni dottrina lo pone suo malgrado su una strada "ostinata e contraria" che forse, tanto contraria e ostinata non è, ad una rilettura più attenta.
Il contesto storico di quegli anni non era certo semplice , la crisi dei movimenti giovanili della fine degli anni Sessanta, le tensioni politiche, le ideologie radicalizzate e violente, le difficoltà dello Stato degli anni Settanta, gli splendenti e contraddittori anni Ottanta la nuova modernità, la crescita smisurata dei centri urbani e l'abbandono di quelli rurali, i cambiamenti sociali e culturali transgerenazionali, il benessere economico, i nuovi dogmi politici, i nuovi imperativi economici, i nuovi poveri e i nuovi esclusi dal progresso fino alla crisi, alla disillusione e al ripiegamento esistenziale degli anni Novanta.
La notorietà, la sua musica, i cambiamenti radicali dei quattro decenni in cui visse e operò in qualità di artista gli costeranno molto in termini di vita privata (accuse di affiliazioni a gruppi eversivi, indagini di polizia, sequestro di persona) ma consentiranno all'artista Faber di comporre 13 dischi, molti dei quali capolavori straordinari e assoluti della musica italiana: Tutto De Andrè (1966) Nuvole Barocche (1969) La Buona Novella (1970) Non al denaro non all'amore né al cielo (1971), Rimini (1978) Fabrizio De André (1981) , Storia di un Impiegato, Crêuza de mä (1984) Le nuvole (1990) e Anime Salve (1996).
Editor: Noemi
Foto: dal web