
22/03/2025
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Il BLU DELL'ANTICO EGITTO
Il blu egiziano è il più antico pigmento artificiale conosciuto. Il colore Blu è stato nel corso della storia dell'umanità uno dei più quotati, da esso identificato come "regalità" e "divinità", per la difficoltà del suo ottenimento. I pigmenti blu erano usati da molto tempo, ma più tardi di altri come il rosso, il nero, il marrone o l'ocra, più facili da ottenere in natura e usati già nell'arte.
Ma il pigmento blu più quotato proveniva da minerali come il lapislazzuli, scarsi e rari, e quindi molto costoso. I più grandi giacimenti di lapislazzuli si trovano nell'Hindukush dell'Afghanistan, dove sono ancora sfruttati con procedure molto simili a quelle dei precedenti da più di 3.000 anni.
Gli egizi avevano grandi quantità di polvere che forniva il pigmento blu con cui adornavano le loro opere artistiche.
A poco a poco perfezionando la tecnica, che consisteva nel macinare silice, calce, rame e una base alcalina, e riscaldarla a 800-900 gradi Celsius, il risultato ottenuto fu considerato il primo pigmento sintetico della storia.
Gli egizi lo usavano per dipingere legno, papiri e tele, colorare smalti, intarsi e vasi. Ma soprattutto nel campo funerario in maschere, statue e dipinti delle tombe, poiché credevano che il colore blu proteggesse i morti dal male nell'altra vita.
Il più antico esempio conosciuto del pigmento risale a circa 5000 anni fa ed è stato trovato nel dipinto di una tomba del regno di Ka-Sen, l'ultimo Faraone della prima dinastia.