13/06/2016
Leadership - Anteprima del libro di Brian Tracy
Leader non si nasce, si diventa
Studio la leadership da molti anni. Ho iniziato da adolescente e il primo leader che ho studiato a fondo è stato Annibale il Cartaginese. Ho letto un’infinità di libri sulle guerre puniche, sulla resistenza degli elefanti con cui Annibale attraversò le Alpi e sulle battaglie che combatté contro i romani. Prese un piccolo esercito, ne fece un’armata pressoché invincibile, le fece percorrere migliaia di chilometri e arrivò quasi a sconfiggere il più grande impero della sua epoca.
Poi ho studiato Scipione, il generale che sconfisse Annibaie. Ho studiato dettagliatamente anche la vita di Napoleone e di Wellington, per capire in cosa fossero diversi. Ho studiato anche Washington, Lincoln e i generali George Patton, Dwight Eisenhower e Omar Bradley, che furono tra i più grandi leader dei loro tempi.
Ho scoperto così che leader si diventa, non si nasce. Nessuno viene al mondo con il magico dono della leadership innata. Persino Alessandro Magno studiò (dall’età di otto anni) l’arte della leadership.
Studia i grandi
Lo studio dei grandi leader del passato e del presente è uno dei metodi più rapidi e più sicuri per sviluppare le competenze di leadership. Più studi gli elementi costitutivi di una leadership efficace, più è probabile che arrivi a interiorizzare quei valori e quei comportamenti, che si estrinsecheranno poi nelle tue azioni e nei tuoi risultati.
Abraham Lincoln scrisse: “Il fatto che alcuni abbiano avuto successo dimostra che possono averlo anche altri”. Bertrand Russell, il grande filosofo inglese, era d’accordo con lui, come dimostra questo suo aforisma: “La prova inconfutabile che una determinata cosa si può fare è che altri l’hanno già fatta”.
Pensa a dei leader, uomini e donne, che ammiri, e poi domandati come potresti emularne i comportamenti. Chiediti come potresti diventare più simile a loro. E quasi per magia, dopo un ragionevole periodo di tempo, cominci realmente a introiet-tarne le qualità e a diventare anche tu un leader.
La storia di Alessandro
La storia di Alessandro Magno è estremamente istruttiva per chiunque aspiri a una posizione di leadership elevata. All’età di quindici anni, Alessandro si convinse che la sua missione era conquistare il mondo allora conosciuto. Sognava di unire tutto il mondo in una fratellanza universale. Sotto la guida di Aristotele, studiò e si preparò per molti anni. Apprese le arti militari da suo padre e dai migliori generali di quest’ultimo. Si considerava un grande re e aveva una fiducia incrollabile nella propria capacità di raggiungere tutti gli obiettivi che si poneva.
Alessandro era brillante sia nell’amministrazione sia nell’esecuzione. Mostrava una grande capacità di delegare e di mettere gli ufficiali giusti nelle posizioni giuste al momento giusto. Sapeva pianificare, organizzare, riflettere ed eseguire brillantemente.
Nella battaglia di Arbela, guidò i suoi 50.000 uomini ad attaccare frontalmente l’esercito persiano, forte di un milione di soldati, mettendolo in rotta. Non prese mai in considerazione la possibilità della sconfitta. Aveva la massima fiducia in se stesso, nei suoi uomini e nella loro capacità di superare qualunque difficoltà, pur contro tutte le probabilità.
Come tutti i grandi leader, anche Alessandro aveva la capacità di organizzare i suoi uomini e di spingerli a superare se stessi. Era in grado di concentrarsi sui propri punti di forza e di focalizzarsi sulle aree critiche che erano essenziali per la vittoria. La sua vita e la sua storia esemplificano al meglio la combinazione delle grandi qualità di leadership che sono state identificate in tutti gli studi sull’argomento.
Indossa i panni del leader
Nell’introduzione, ho accennato al concetto dell’esistenza di uno spettro a un estremo del quale si trovano persone che non hanno la benché minima idea di ciò che sta accadendo (e non potrebbe importar loro di meno), mentre all’altro si trova quell’1 o 2% di membri della società che fungono veramente da candele di accensione per il motore del cambiamento. Ognuno di noi si colloca all’interno di questo spettro, spostandosi da un estremo all’altro, in funzione delle cose che fa e dice quotidianamente.
Se vuoi essere un leader o diventare un leader più efficace, ricorda che dipende tutto da te. Sta tutto nelle tue mani o, per meglio dire, nella tua mente. Sei ciò che pensi di essere. L’immagine che hai di te determina la tua performance. Puoi diventare un leader molto più efficace modificando il concetto che hai di te stesso - il modo in cui ti vedi nei panni di un leader.
Dipende tutto dalla Legge di Causa ed Effetto. È la legge su cui si fonda l’universo; tutte le altre leggi matematiche e scientifiche derivano da questa legge, la quale afferma che c’è una causa per ogni effetto. Nulla avviene per caso. L’implicazione di questa legge è importantissima. Significa che il successo di qualunque persona ha una o più cause. Perciò, se vuoi avere lo stesso successo di qualcun altro, se vuoi emulare persone di successo nelle azioni e nei risultati, devi solo scoprire cosa hanno fatto e imitarle! Fai costantemente le stesse cose che fanno le persone di successo e alla fine otterrai gli stessi risultati.
Una legge complementare è la Legge della Convinzione. Essa afferma che se credi in una determinata cosa con la necessaria convinzione, quella cosa si realizzerà. In altre parole, sei ciò che credi di essere. Il filosofo William James diceva: “La convinzione crea la realtà”.
La finalità di questo libro è metterti in condizione di diventare un leader - e se lo sei già, di diventare un leader più efficace. Lo farò illustrando le qualità, le caratteristiche e i comportamenti dei leader più efficaci della nostra società, affinché tu possa emularli e interiorizzarli.
Un senso di missione
I leader hanno una visione e un senso di missione che stimola uomini e donne e li induce a perseguire la realizzazione di quella missione. In effetti, ognuno di noi desidera far parte di un progetto che va oltre la propria individualità; e i leader sanno creare la motivazione, la spinta e l’entusiasmo che ci aiutano a sposare la visione di cui sono portatori.
Perciò, nel tuo ruolo di leader, devi avere un obiettivo che eccita e ispira. E gli unici obiettivi che eccitano e ispirano sono di natura qualitativa. Nessuno può entusiasmarsi all’idea di far salire il prezzo dell’azione, di incrementare i profitti o di ricevere un aumento. Mentre ci entusiasma l’idea di mettere un prodotto o un servizio a disposizione di chi ne ha bisogno, di essere i migliori e di ottenere un grande successo in un business competitivo.
Sforzati di essere il migliore
Se sei un leader, la visione più importante che puoi avere per te stesso è essere il migliore. E la stessa missione si deve applicare alla tua azienda o alla tua organizzazione. Non accetterai nulla di meno, né per te stesso né per la tua azienda. Nel business, ciò significa domandarsi:
Quale caratteristica del prodotto o del servizio è piu importante per i clienti?
Una volta identificata quella caratteristica, concentra tutte le energie e tutta la creatività dei tuoi dipendenti e dei tuoi manager sul conseguimento di una performance superiore in quell’area.
Ripeti costantemente: “Dobbiamo essere i migliori”. Non sarai pienamente soddisfatto o capace di una performance straordinaria, finché non ti metterai a livello dei migliori e non farai un lavoro della massima qualità possibile.
Dare scopo e significato
Il fatto di perseguire una missione dà scopo e significato al lavoro. In quanto esseri umani, abbiamo bisogno di un significato e di uno scopo così come abbiamo bisogno di cibo, di acqua e di aria. Dobbiamo dare un senso alla nostra vita. I leader sono coloro che ci fanno sentire significativi. Ci fanno sentire importanti e ci ricordano che il valore del nostro lavoro va ben oltre la routine quotidiana. Ci fanno sentire parte integrante del team che dovrà realizzare la missione.
I mezzi per far sentire importanti le persone sono quattro e iniziano tutti con la lettera A. Il primo è l’apprezzamento. Cogli tutte le occasioni per ringraziare \i collaboratori della qualità del loro lavoro e del ruolo che hanno nel successo dell’azienda. Ogni volta che li ringrazi individualmente, si sentiranno più preziosi e più decisi a giustificare la fiducia che riponi in loro.
Il secondo mezzo per farli sentire più importanti e più preziosi è mostrare approvazione. Elogiali appena puoi, per qualunque realizzazione, grande o piccola. Elogiali anche per i loro suggerimenti e per le loro intuizioni - per le loro idee. Ne risentiranno positivamente a livello emotivo. Ne beneficeranno in termini di autostima e di autoapprezzamento. Ma l’elogio dev’essere immediato e specifico, in modo che ne percepiscano la genuinità.
Il terzo mezzo con cui puoi far sentire prezioso e importante un collaboratore è l'ammirazione. Complimentati in continuazione con gli altri, per le loro caratteristiche comportamentali, come la perseveranza, per il loro abbigliamento o per le cose che hanno fatto.
Ma il mezzo più importante a questo fine è probabilmente l'attenzione. Le persone non si possono identificare negli obiettivi dell’organizzazione se vengono costantemente ignorate. Non si sentiranno coinvolte nel perseguimento della missione se riceveranno soltanto ordini, senza avere la possibilità di dare suggerimenti o feedback. Attenzione vuol dire ascoltare le persone, senza interromperle. Non devi necessariamente raccogliere le loro proposte o concordare con quello che dicono. Ma dagli la possibilità di dirlo.
Una causa comune
Un obiettivo ambizioso o una missione di alto profilo dà una direzione chiara non solo all’orga-nizzazione, ma anche a tutti coloro che ne fanno parte.
Un obiettivo ambizioso unisce tutti in una causa comune. Per esempio, l’IBM è una delle più grandi aziende della storia. Uno dei suoi obiettivi è fornire il miglior customer service del mondo intero. Una delle sue missioni è diventare l’azienda che si prende cura dei suoi clienti per antonomasia. Questa missione, che comporta un obiettivo qualitativo e non quantitativo, eccita e ispira i collaboratori di tutte le funzioni e di tutte le unità perché ci pensano e ne parlano in continuazione. Sanno di essere i migliori e che nessuno si prende cura dei clienti come fanno loro in IBM. Ogni componente dell’azienda sa che il proprio lavoro, in un modo o nell’altro, si rifà alla cura dei clienti e questa consapevolezza unisce tutti quanti in una causa comune.
La missione dell’azienda verrà incapsulata spesso in un mission statement, un documento sintetico che spiega perché esiste e qual è la sua finalità sovraordinata. Il mission statement coinvolge quasi sempre il cliente in qualche modo; spiega per esempio come il prodotto o il servizio contribuirà a migliorargli la vita. Il fondatore di YouTube, Chad Hurley, voleva che la gente potesse mettere su Internet dei video autoprodotti. La missione di Charles Schwab era diventare “l’azienda di servizi finanziari più utile e più etica”. I fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, volevano rendere più facile la navigazione della Rete.
Perché esiste la tua azienda? Qual è la causa che persegue?
Lo scopo primario di tutte le aziende
Per un leader aziendale c’è una finalità primaria, che è acquisire e servire un cliente. I leader mettono al centro il cliente dell’organizzazione. Prendi il caso di Nordstrom, i cui leader pensano incessantemente e continuamente ai clienti. L’IBM si preoccupa quasi esclusivamente dei suoi clienti. Sempre più aziende stanno sviluppando un’autentica ossessione per il cliente. Come puoi vedere, nel momento in cui tutti identificano il cliente nello stesso modo e riconoscono che lo scopo dell’azienda è soddisfarlo al meglio, diventa faci! farli remare nella stessa direzione.
Io credo sinceramente che ci sia un test molto semplice per stabilire quanto è ben gestita un’organizzazione: basta fare caso a come si parla del cliente. In un’organizzazione ben gestita, si parla sempre con rispetto dei clienti. E se ne parla sempre in tono orgoglioso, come se fossero veramente importanti. Quando chiama un cliente, è un’occasione preziosa. E quando un cliente ha un problema e viene aiutato, è motivo di festeggiamenti. Quando un cliente chiama e si dichiara soddisfatto di un prodotto o di un servizio, tutti provano un senso fortissimo di orgoglio e di appagamento.
Nella tua organizzazione, come si parla del cliente?
Supponi di dirigere un reparto che fornisce servizi a un altro reparto dell’organizzazione. Quel reparto è tuo cliente. Chiunque debba usare ciò che produci nella tua area di responsabilità è tuo cliente. E i leader devono concentrarsi al massimo sulla soddisfazione di quel cliente.
Se vuoi diventare un leader aziendale, o assumere la guida di un reparto, di qualunque organizzazione, devi metterti a tavolino e chiederti quale sarà la missione sovraordinata o l’obiettivo primario di quell’azienda o di quel reparto. La missione di essere il migliore, e di fare qualcosa per aiutare gli altri, è il punto di partenza per la tua ascesa al vertice.
Questo testo è estratto dal libro "Leadership" di Brian Tracy.