20/01/2021
Centro collinare risalente all'alto Medioevo, con un'economia piuttosto articolata che include l'agr Giovanni Battista. Giovanni a Piro.
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Via MUNICIPIO 24
San Giovanni A Piro
84070
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Origine del paese - Verso l’anno 990 d.C., i monaci basiliani provenienti dall’Epiro fondarono, in località Ceraseto - così denominata perché all’epoca ricchissima di piante di ciliegio - l’Abbadia di S. Giovanni Battista. Il Cenobio, diretto da illustri studiosi ed umanisti, fu uno dei più importanti monasteri del monachesimo greco dell’Italia Meridionale. Le notizie più cospicue ed attendibili sull’origine del Cenobio e della comunità di S. Giovanni a Piro, ci vengono fornite dall’avvocato Pietro Marcellino Di Luccia. Questi, in una sua opera del 1700, ci ha lasciato validi e sicuri elementi per la formazione di un attendibile disegno storico della cittadina. L’importanza della sua documentazione è notevole in quanto egli poté consultare documenti oggi scomparsi. Il territorio dove sorge il Cenobio, posto alle falde del monte, costituiva un rifugio sicuro e pressoché inattaccabile. I frati basiliani cercarono subito di iniziarne la coltivazione, dando notevole impulso, oltre che a colture di ogni genere, anche all’industria armentizia, in modo da garantire al sorto cenobio una cospicua e necessaria risorsa economica che assicurasse una completa indipendenza ed una vita propria alla nuova comunità. I monaci basiliani, oltre a servirsi dell’operosa attività della scarsa popolazione del vicino nucleo abitato, chiamarono sul posto anche numerosi coloni dei villaggi circostanti che ben presto si stabilirono anch’essi ai piedi del monte di Bulgheria. Un primo nucleo abitato degno di tale nome sorse, sul territorio ove è oggi S. Giovanni a Piro, soltanto nei primissimi anni del X secolo, quasi sicuramente dopo la terribile distruzione della vicina Policastro del 915 ad opera dei Saraceni agropolitani. I numerosi policastresi scampati alla rovina decisero di abbandonare la costa e rifugiarsi in luoghi più sicuri e nascosti.. La popolazione crebbe in modo notevole, nuove dimore furono costruite, ed il piccolo centro diventò ben presto un vero e proprio borgo che, traendo il nome dal titolo della vicina Abbadia basiliana, cominciò a chiamarsi S. Giovanni a Piro. Inizio pagina Spostamento dei monaci Basiliani -------------------------------------------------------------------------------- Origine del toponimo - Se gli storici si sono trovati quasi tutti d’accordo sulle vicende che hanno determinato la nascita del paese, non altrettanto si può dire per quel che concerne la derivazione filologica del toponimo “a Piro”. A molti è piaciuto ritornare ad un lontano passato per ricercare la sua origine da “ton-apeiron”, termine greco che , secondo quanto scrive il Cappelli, uno tra gli studiosi del monachesimo basiliano nell’Italia meridionale, vuol dire “il remoto”, “il nascosto”, alludendo proprio all'invidiabile posizione geografica che aveva l'abbazia. Un'altra ipotesi lega il suddetto toponimo alla distruzione di Policastro, ricordando un altro vocabolo greco “pur-roV” che significa appunto “fuoco”. Altri storici ritengono che il toponimo in questione faccia riferimento all'usanza dei profughi di rinnovare le memorie dell’abbandonata patria, per cui con il termine “ab Epiro”, mutato poi, col passare dei secoli in “a Piro”, si intende proprio il luogo di provenienza dei frati di San Basilio. A sostegno di tale tesi concorrerebbe lo stemma vescovile di Monsignor Fra’ Nicola, eletto Vescovo di Policastro nel 1417, mentre era alla direzione del Cenobio Basiliano, stemma su cui si legge, tra l’altro: “Nicolaus ... Sancti Ioannis ab Epiro”. Tra tante sofisticate e colte spiegazione emerge quella del Di Luccia che, "secondo quanto intese per tradizione dai vecchi di detto paese", trae l’essenza storica del toponimo dal dialetto indigeno. Nel linguaggio volgare pare, infatti, che il termine derivi da “piro”ovvero da albero di pero, in quanto nel luogo del sorto villaggio vi era appunto un grande albero di pero. Oggi, concorde con tale tesi, lo stemma del Comune rappresenta una pianta di pero con due leoni rampanti a testimonianza della decisa volontà del popolo di resistere, ad ogni costo, alle difficoltà.