01/08/2024
☆ LUTTO NEL MONDO DELL'ARTE PER IL DECESSO DELL'ARTISTA MICHELE ZUCCARO.
Amava dipingere “l’agil fianco femineo” come avrebbe detto Ugo Foscolo con gli occhi chiusi della donna. Così Michele Zuccaro (Pomarico, 18 luglio 1948 – Matera, 25 luglio 2024) mostrava la dimensione dell’inquietudine del nostro tempo. Non si trattava dell’espressione di una angoscia vitale ma di un’ansia esistenziale verso un divenire pervaso da una serie di stimoli emotivi molto intensi, che hanno fatto di lui un artista che ha raccontato il valore intrinseco del silenzio, come alternativa al frastuono contemporaneo che pervade la nostra quotidianità. Al pari di Munch, Bacon, Kierkegaard, Kafka, Berg, Montale, Ungaretti, Freud e Kohut, quest’artista ha dato all’inconscio la dimensione che gli spetta. Quella cioè di appartenere ad una “realtà superiore”: ovvero ad una “surrealtà” (come avrebbero detto Breton e Freud) che non è quella della normale vita corrente ma del mondo subliminale delle idee. Michele Zuccaro ha dato forma proprio a questo. È stato un pittore di frontiera. E nell’accezione pasoliniana è stato, anche, un artista corsaro: che come ha detto la saggista Carla Benedetti a proposito di Pier Paolo Pasolini (5 marzo 1922, Bologna, quartiere Santo Stefano - 2 novembre 1975, Roma, Lido di Ostia) “spesso si sporgeva fuori dal cerchio estetico per prendere posizione su argomenti che riguardavano l’Italia e il mondo con un senso di forte responsabilità e passione civile”. Questo è stato Michele Zuccaro: artista la cui fama è rimasta, a torto, circoscritta nell’ambito di una ristretta cerchia di persone privilegiate che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo. Purtuttavia egli si è fatto conoscere in Italia e nel cuore della mitteleuropea (Parigi, Amsterdam e Londra) che lui ha frequentato e dove ha vissuto per brevi ed alterni periodi, tra il 1974 ed il 1988. Di lui il critico e storico dell’arte, Massimo Bignardi ha detto che “tra una quantità di tele e mescolate le une alle altre, sicuramente quelle di Zuccaro si riconoscono in batter d'occhio così come quelle di Van Gogh, Modigliani e Gauguin, poiché essi posseggono un loro proprio genio, che non può essere d'altri, e che è lo stile, cioè l'affermazione della personalità. Sotto il pennello di questo creatore nevrotico e potente, ogni cosa si anima di una vita strana, indipendente da quella delle cose che egli ritrae, una vita che è in lui, che è lui stesso". Michele Zuccaro si è diplomato all'Accademia delle Belle Arti di Napoli. Dopo quella prima esperienza formativa, la sua produzione artistica fu imperniata ad una forte carica esistenziale e surrealista, via via mitigata in altre forme e modalità. Ovvero da una dolce vena romantica e bohémien perfettamente corrispondente con il suo modo di essere fuori da ogni schema e da quel carattere elegiaco, rivoluzionario, nostalgico, a tratti persino malinconico e attaccato ai ricordi, che gli apparteneva e che era il “paradigma esistente” di una “visione essenziale” del mondo, senza attese che non si potessero appagare, senza aspettative fuori luogo, senza illusioni e nemmeno senza orpelli.
Rino Cardone.
● Notizia pubblicata sul Canale WhatsApp dell'Associazione Sefora Cardone ETS https://whatsapp.com/channel/0029Va8PxBW65yDDjiXpUc1K
■ Siete invitati a iscrivervi.