San Piero Patti
Cenni storici
San Piero Patti, piccolo borgo della valle del Timeto, sorge in mezzo al verde delle pendici dei Nebrodi. I primi insediamenti risalgono ai coloni greci che chiamarono questo luogo “Petra” per via della grande roccia di granito rosso che sovrasta il territorio. Frequenti erano gli scambi commerciali con Tindari e Abacena, soprattutto per la fornitura dei blocchi di marmo rosso estratti proprio da questa imponente roccia. Fu però con l'arrivo degli Arabi che il piccolo centro collinare si sviluppò ulteriormente; ancora oggi la traccia più visibile è rappresentata dalla presenza del quartiere “Arabite”, caratteristico per le sue viuzze strette e le casette addossate l'una sull'altra, con la sua disposizione rivolta verso l'interno e non verso il mare tipica dell'urbanistica araba. Con il ritorno della Sicilia alla cristianità in seguito alla conquista normanna, il toponimo fu cristianizzato in “Sanctus Petrus”. Nel territorio, molte battaglie furono combattute tra gli Arabi e i Normanni, guidati dal Granconte Ruggero I d'Altavilla. A seguito di questi scontri vittoriosi alcuni soldati del Granconte, provenienti dal Piemonte e dalla Provenza, si stabilirono a San Piero Patti. Dalla fusione della loro parlata con quella degli abitanti del luogo ebbe origine il dialetto sampietrino, il quale rientra nei dialetti gallo-italici che caratterizzano alcuni centri del messinese e dell'ennese (Novara di Sicilia, San Fratello, Nicosia, Piazza Armerina, Aidone e Valguarnera Caropepe). Mentre con i Normanni San Piero Patti divenne un dominio regio, alle dirette dipendenze del re che lo amministrava tramite suoi funzionari, con gli Svevi diventò invece un dominio feudale, infatti Corrado I affidò la cittadina ai De Manna divenendo d'ora in poi un dominio feudale. Secondo alcune fonti proprio in questo periodo risale la costruzione del possente castello che sorgeva nella parte più alta del centro abitato. Successivamente si alternarono, lungo tutto l'arco del Medioevo fino all'età moderna, quattro importanti signorie: gli eredi del giudice De Manna, gli Orioles, i Caccamo e i Corvino. Un fatto importante nella storia di San Piero avvenne nel 1356 quando il re Federico IV di Sicilia intervenne nella rivolta popolare contro i baroni Manfredo e Giovanni Orioles. Accolto benevolmente dal popolo e sorpreso per la gratitudine nei suoi confronti dimostrata dal popolo, il re volle trasformare l'“universitas” in un dominio regio. Gli Orioles ripresero la baronia dopo la morte del re. Nel 1812 il Parlamento Siciliano pose definitivamente fine agli stati feudali, da questo momento in poi San Piero prese parte agli eventi che portarono all'Unità d'Italia.
Monumenti da visitare
Le numerose bellezze artistiche e architettoniche di San Piero Patti testimoniano l'importanza che questa località rivestì dal Rinascimento in poi. In questo periodo sorsero le principali chiese del paese, spiccano anche i nomi di importanti committenze, come quelle affidate ad Antonello Gagini e alla sua scuola.
La Chiesa di Santa Maria Assunta, costruita intorno al XVI secolo, considerata una delle più belle della provincia di Messina. La pianta della chiesa è a croce latina e a tre navate, con quattordici colonne monolitiche in pietra da taglio in arenaria locale. All'interno si può notare un magnifico soffitto a cassettoni in legno di cipresso finemente scolpito in stile barocco. Al suo centro possiamo ammirare una straordinaria scultura di Maria Assunta ricoperta in oro nell'atto in cui sta per essere incoronata dagli angeli. Di notevole interesse l'altare del Crocifisso costruito in marmo policromo locale ad intarsi ed abbellito da quattro lesene. Porta al suo interno il meraviglioso Crocifisso Nero, la scultura più antica di San Piero, risalente agli inizi del 1400 e che ricorda nelle sue forme le sculture medievali. Bellissimo è l'Altare di San Biagio, patrono del paese, costruito anch'esso in marmo policromo locale e legno. La statua del Santo è di scuola gaginiana. La Chiesa è collegata, tramite un arco, al maestoso campanile con finestre in stile barocco.
Il Convento dei Carmelitani Calzati e la Chiesa del Carmine, fondati nel 1566 da Padre Girolamo da Patti. Ciò che colpisce della chiesa è la bellezza del dipinto in stile barocco sito al centro della volta del soffitto raffigurante la Madonna del Carmine circondata da una miriade di angeli e da una schiera immensa di anime purganti. Risale al 1722 e fu realizzato da Antonio Spanò, un sampietrino che aveva frequentato la scuola di pittura del Convento divenendone poi uno dei maestri. L'altare maggiore, in legno, di stile barocco, è composto da varie colonne lavorate e sormontate da capitelli corinzi; nella parte centrale è ornato da un cospicuo numero di angeli in mezzo ai quali primeggia la figura dell'Eterno Padre nell'atto della creazione del mondo. Al centro dell'altare, una nicchia ospita la statua di marmo bianco raffigurante la Madonna del Carmelo. Di scuola gaginiana, fu scolpita nel 1629 a Palermo.
Accanto alla Chiesa del Carmine, si può visitare il Convento dei Carmelitani Calzati. Fu culla di civiltà e progresso per le scuole di pittura e di scultura che vi fiorirono nel '600 e '700. All'interno è possibile ammirare un Chiostro Rinascimentale. Le colonne, sei per ogni lato, sono monolitiche in pietra da taglio, finemente levigate e lavorate, e le arcate in stile romanico.
La Chiesa di Santa Maria del Gesù sorge dove un tempo era situato l'antico monastero dei Minori Osservanti. Al suo interno ospita la statua di Santa Maria di Gesù, scolpita da Antonello Gagini su commissione della famiglia Orioles, considerata una delle opere migliori del maestro, di straordinaria fattura sia per i lineamenti e l'espressione dolce della Madonna che per il panneggio delle vesti.
La Fontana di Santo Vito, splendido esempio del barocco siciliano, fu commissionata nel 1686 dal barone Giuseppe Caccamo Orioles. Ha una forma piramidale sulla quale sono inserite tre vasche semicircolari decrescenti, alimentate da sette fontanelle che creano un suggestivo effetto “a cascata”. La prima delle tre vasche ha un magnifico cornicione esterno, al suo interno sono scolpiti due bassorilievi formanti due “mascheroni” con due grosse cannule d'ottone. La vasca sovrastante è caratterizzata da due strutture marmoree raffiguranti due fauni antichi, che zampillano getti d'acqua dalle mammelle. Nell'ultima vasca, più piccola e più in alto, sono da notare due chimere, mostri della mitologia greca con muso di leone e coda di drago. In mezzo a queste figure è collocato lo stemma della famiglia Caccamo Orioles, rappresentato da due leoni, posti uno di fronte all'altro.
La Fontana del Tocco risale al 1875. Eretta ai piedi del campanile della Chiesa di Santa Maria, è in marmo bianco di Carrara, ad eccezione dell'unica vasca centrale in marmo rosso locale. La Fontana è posata su un basamento semicircolare di granito rosso, e nella parte più alta dell'opera troviamo un vaso di marmo bianco posto al centro. I bassorilievi raffigurano fiori e foglie intrecciate e al centro il viso paffuto di un fanciullo.
Produzioni artigianali
A San Piero Patti è ancora vivo e rinomato l'artigianato locale, in particolare per quanto riguarda la lavorazione del legno, del ferro e della pietra.
Prodotti tipici
Uno dei prodotti tipici per eccellenza del territorio sampietrino è la nocciola con i suoi derivati (in particolare le paste di nocciole). In pasticceria troviamo anche i famosi sospiri e molto apprezzati sono anche le paste di mandorla, i formaggi, la ricotta e la provola con il limone.