26/08/2024
What’s up in Siena. ✊🏻✊🏼✊🏽✊🏾✊🏿
Stella Soldani guiding you through Siena🇮🇹. Over 150 ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️reviews. DM “Siena”to book a tour🌹
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What’s up in Siena. ✊🏻✊🏼✊🏽✊🏾✊🏿
Non posso riposare, amore.
August 22. In a sentimental mood. ❤️
Felice di questa app birds identifier 🦉🐓🐣🦆🦅🦜🐥🐤🪶🦚🦢🦩🐦⬛🐦🪿🐧🦤🦃🪺🐦🔥🕊️
This evening around me.
My heart. ❤️🍷🍷⭐️🏌️⛳️
Ha vinto la Lupa. 17 agosto 2024. Palio di Siena.
Love John Mayall forever and ever. Rip.
What to do in Tuscany in the next days.
August 16 Palio postponed due to rain. Photo credit Giulia Brogi exhibit in via dei Termini.
Complimenti Emilio Frati! Ti voglio bene! Da Piazza è tutto⭐️⭐️⭐️⭐️❤️
Grattacielando…
Paradise in Siena. Giancarlo, Paola, Carlo, Elisabetta, Benny, Davide, Elias, Blanca e Stella. E J stanco post partita di golf
Hymne à la vie.
Massini e Formigli all’Anfiteatro Romano di Fiesole con Greta Thunberg, la Ilva di Taranto, gli Iceberg a cubetti per Dubai, ilPetrolioTexano, Hannah Arendt, il disastro di Bhopal, ed i suoni degli animali che non sentiamo più.
Bonnie and Clyde 22 anni dopo 🥂🔫☮️❤️🤕
Accademia Chigiana. Da non perdere
Pace
El Born
A domani…
Torre. Elephant and castle and towers in Siena. Waiting for the Palio July 3. Liberation day from nazi-fascism. 80 years after.
Recorridos de turistas en los dias del Palio de Siena
E così, è successo. Dopo cinque anni lontano, sono tornato a cercarli. Come promesso, li ho ritrovati, belli, forti, grandi. Felici, soprattutto. Felici, finalmente. Sono i miei primi studenti, quelli di Samos, quelli di Mazì, quelli a cui ho dato il cuore e che mi hanno cambiato per sempre la vita.
Eccoli. Ma lo vedi, che splendore? Sono loro il motivo per cui ho fondato Still I Rise, loro per i quali ho rinunciato a quel Master andando contro a tutto e a tutti, loro il mio primo, grande “Perché”. E insieme abbiamo trascorso gli anni più dolorosi e, al contempo, quelli più belli, perché questo fa la vita: ti incide la carne per realizzare le sue opere d’arte. E mi ci sono voluti anni per trovare il coraggio di guardarmi alle spalle, anni per perdonare e perdonarmi, anni per chiudere anche questo cerchio. Ma l’ho fatto, alla fine. Sono tornato su quell’isola, ho attraversato il campo abbandonato, sfiorato le pareti della Scuola, il mio primo, vero amore, e così sono potuto tornare da loro, solo per scoprire che, anche mentre fuggivo, loro mi avevano sempre aspettato. Sono tutto ciò che avevo sognato diventassero. Alcuni vanno a scuola, finalmente, altri iniziano la loro carriera e altri ancora fanno attivismo, sostenendo che sia stato io a insegnarglielo. Non so se sia davvero così, ma non potrei essere più orgoglioso di loro. Li ho conosciuti all’apice della loro fragilità, bambini e bambine spauriti, che fuggivano dalla guerra e dal terrore, rinchiusi da un’Europa criminale, ma non per questo meno fieri e ardenti di speranza. Volevo il meglio per loro, e ora li ritrovo adulti, capaci, liberi dalle catene del passato. Sono tutto ciò che ho sempre sognato. Loro sono l’obiettivo di tutto ciò che facciamo, giorno dopo giorno. Il resto impallidisce. I libri, i premi, i riconoscimenti - tutto è fumo. Sono loro il mio successo più grande. E siamo indissolubilmente legati, questo ho scoperto riabbracciandoli. Per quanto la vita possa trascinarci lontani gli uni dagli altri, saremo sempre, reciprocamente, l’inizio di ogni cosa. Non erano “miei”, ma io ero loro, e lo sarò per sempre. Insomma, è stato uno dei giorni più belli della mia vita finora. E lo so, lo so, che lo sto dicendo spesso, ultimamente. Non è perché mi stia facendo vecchio e sentimentale. È perché, quando semini la giustizia, prima o poi raccogli l’amore. E dopo anni di carestia, siamo finalmente nella stagione del raccolto.
È tutto a posto, e i ragazzi stanno bene.
Mentirei se dicessi che questo viaggio sia stato tutto lieto. Sono stati alcuni dei giorni più emotivamente sfiancanti della mia vita.
E mi piacerebbe - c***o, se mi piacerebbe - poter scrivere che stanno tutti bene, i nostri ex studenti di Mazì, ma mentirei se lo dicessi. Non stanno tutti bene. E come potrebbero?
Abbiamo rubato loro l’infanzia. Sì, noi. Noi, Europa. Noi, umanità. Sono afghani e siriani, per la maggior parte, tra i sedici e i ventun anni - il che significa che, nella loro vita, il loro Paese d’origine ha conosciuto guerra e poco altro. E così sono fuggiti, in tenera età, chi insieme alla famiglia e chi solo, per cercare il futuro altrove.
Non l’hanno trovato, il futuro.
Quel che hanno trovato, invece, è stata una vera e propria prigione a cielo aperto, un hotspot, un campo profughi per la detenzione dei migranti. Un luogo disumano, criminale, perfettamente legalizzato da un’Europa barbara e bastarda.
Hanno anche trovato una Scuola, però. È per loro che abbiamo fondato Still I Rise. Non dovevamo farlo. Avevamo altre vite da costruire, io una carriera da inseguire. Ma abbiamo mandato all’aria ogni piano per loro. Per amore. Per dare loro una possibilità. Per dire: “Basta,” a un’Europa che non ci rispecchiava più.
Questi ragazzi ci hanno cambiato la vita.
E noi ci siamo ripromessi di cambiare la loro.
Ci siamo riusciti, con alcuni.
Con altri no.
Erano altri tempi. Era un’altra Still I Rise. Non avevamo la forza di adesso, i mezzi di adesso, l’influenza di adesso. Ce li hanno strappati, uno a uno. Qualche mese, magari un anno a Mazì, e poi il governo ce li toglieva, spedendoli chissà dove, nel mezzo del nulla, nascosti come merce avariata. E noi non potevamo che assistere, inermi, al loro disfacimento. Anni. Ci sono voluti anni perché i loro diritti fondamentali venissero riconosciuti. Sei anni, in alcuni casi. Sei anni persi. Rubati. Erano menti brillanti, bambini pieni di entusiasmo e voglia di scoprire, quando li ho conosciuti. Alcuni sono diventati donne e uomini con le stesse qualità. Altri, ritrovandoli, quella luce, l’avevano persa. E mi ha spezzato il cuore.
Droga, crimine, disturbi alla salute mentale - questi sono solo alcuni dei disagi che affliggono alcuni dei nostri ex bambini. E ti senti in colpa. Anche se eri a migliaia di chilometri di distanza, anche se erano nelle mani delle istituzioni, che in teoria avrebbero dovuto fare il loro bene, ti senti in colpa. E non puoi farci niente. Vorresti salvarli tutti, anche se lo sai, che non è possibile. Lo sai, eppure non lo accetti. Come puoi? Li hai amati come se fossero tuoi, e chi è tuo lo è per sempre.
Non stanno tutti bene. E come potrebbero? Sei anni in fuga, sei anni braccati, sei anni trattati come scarti, come reietti, come dei “profughi”.
Sei anni a chiedere aiuto.
Sei anni a sentirsi ignorati.
Ho intrapreso questo pellegrinaggio non per piacere ma per necessità. Perché, dopo aver ritrovato mio papà, dopo aver realizzato il sogno della nonna in Kenya, dopo aver detto addio a Mazì e dopo essere tornato in India, dove tutto è iniziato, ora devo ricomporre quei pezzi di cuore sparpagliati per l’Europa. Solo così mi darò pace. Solo così guarderò al futuro con occhio terso, finalmente.
Sabato pomeriggio. Svizzera- Italia
Workers in Tuscany
Farm life. Monticchiello. Podere il Casale
Pure love.
Siena-Roccamare. Out of the way?
Siena
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La scuola modello di Still I rise è sotto l’acqua sporca dopo l’esplosione delle tubature mai riparate. Aiutiamo i ragazzi a tornare a galla www.sostieni.stillirise.org
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