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Walkintuscany Ciao. Sono Caterina Frey, nata in Svizzera e laureata in pedagogia e didattica. Vivo da 35 anni in T
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Strade perfette  per il Nordic Walking e per il trekking. Nelle colline di Schaffhausen/ 🇨🇭
17/08/2024

Strade perfette per il Nordic Walking e per il trekking. Nelle colline di Schaffhausen/ 🇨🇭

03/08/2024
Ogni tanto bisogna proprio farlo, ancora di più quando abiti in posti come i nostri: Prendi e parti la mattina molto pre...
03/08/2024

Ogni tanto bisogna proprio farlo, ancora di più quando abiti in posti come i nostri:
Prendi e parti la mattina molto presto come se tu fossi una turista. Invece degli abiti pseudo- chichettosi per fare le vasche nel corso, ti metti pantaloncini corti rigorosamente da trekking- meglio se della Columbia, Northface o simili, fighe, insomma, una t-shirt color verde, meglio se tendente al fosforescente, calzini che coprono le caviglie- no fantasmini. Poi scarpe robustine da ginnastica o da trekking, ma leggere. Quelle che vanno bene per la città, ma comunque gridano al pubblico: “hey, sono una trekker tosta, io , anche se oggi cammino nel centro di Siena”.
Poi ti incammini con lo zainetto- va anche la borsa a tracollo- verso la fermata del bus. Nel mio caso Ponte allo Spino/ Sovicille. Attraversi un campo di erba medica, tagliata da poco che profuma ancora di notte e nepitella, passi sotto una quercia, secolare e solitaria e imbocchi la stradina fiancheggiata da muri a secco.
Alla fermata vieni inondata da un giallo oro, giallo brillante, giallo giallissimo che ti toglie il fiato. Il sole è ancora basso e rende i colori soffici e dorati. Ti siedi nella casina di legno e guardi, incredula, il dipinto vivo che si apre davanti a te. Un campo di girasoli e una pieve romanica che vi emerge come una nave silente da un oceano dorato.
Te, turista, magari Americana, mettiamo del Kentucky, proveniente da un sobborgo leggermente squallido, mettiamo di Lexington o da una cittadina paludosa del South Carolina, tanto per dirne due. Insomma, te, turista un pochettino attempata che è approdata per la prima volta in vita sua in Italia. Ma che devi dire, che ti deve succedere nell’anima? Cosa può risvegliare in te una tale vista che ti si presenta davanti ad una semplice fermata del bus? Che ti apre le porte, ti spalanca le porte e ti scaraventa dentro alla storia millenaria, alla dignità e sapienza di un passato dove tutto era stato edificato con la forza delle mani. Con la forza vitale del corpo umano, con la forza del saper fare che collega la terra al cosmo, dove ogni misura, proporzione e forma era simbolo per qualcosa di più grande.
Cosa deve evocare questo quadro di una chiesa solitaria e un campo di girasoli, in te, turista Kentuckyana, che ha vissuto in città moderne, senza storia, poca anima e nessun edificio che esprima la consapevolezza di una dimensione più vasta. Dove regna l’efficienza, la fretta e l’autocelebrazione degli architetti quando si costruiscono le cose?
Passi attraverso le porte spalancate? Riesci a respirare la sacralità di una pieve antica?
Arriva il bus, il viaggio continua. A parte una donna Sud americana sei l’unica passeggera. Troppo presto. Campi con le stoppe giallastre, alberi nella luce soffice del mattino che serba in sé la gioia di una nuova giornata. Cielo azzurro senza una nuvola.
Arrivi a Siena. Il bus circumnaviga la Lizza dove il possente cavallo di Garibaldi scalpita immobile almeno da un secolo e cerca di ribellarsi, con occhi pieni di terrore, alle redini del generale che gli tira, senza pietà, la mascella verso il petto. Almeno da un secolo.
Chissà se ha un nome, il cavallo, ti chiedi.
Ma te, turista del South Carolina, probabilmente non sai nemmeno che sia Garibaldi, tanto meno che la cavalla sfortunata si chiami Marsala. ( anche io , che scrivo, lo scopro solo ora. Marsala, come la spiaggia Siciliana, Google for ever)
Ti incammini verso il fulcro della città: la piazza del campo. Calpesti le lastre grige, nere, antracite. Lastre piene di segni e simboli, consumate e levigate, che raccontano la vita millenaria di ogni giorno, con i disegni delle loro ferite.
Le strade sono ancora intrise del caldo della giornata di ieri e te incredula, cammini su pietre che hanno sentite milioni di passi di gente e bestie, che ancora conoscono le urla dei soldati Guelfi e Ghibellini, il silenzio dei pellegrini e il chiacchiericcio delle donne che vanno al mercato, oggi come allora. Calpesti le lastre grige, nere, antracite. Lastre piene di segni e simboli, consumate e levigate, che raccontano la vita millenaria di ogni giorno, con i disegni delle loro ferite.

Ti fermi, rapita, davanti alla roccaforte Salimbeni. Viene avvolta da questa nube di storia, di arte e architettura come da un sogno. Come può un edificio esprimere una tale forza e solennità possente senza che diventi una mera brutalità? Come possono le trifore con i loro archi eleganti e gentili convivere con muri quasi da carcere, senza creare una disarmonia stridente, ma al contrario, esprimere un prefetto equilibrio?
Vai oltre, scendi giù lungo il corso. Edifici in pietra di torre grigiastre, nere e color avorio. Edifici in mattone rosso- terra di Siena, rosso-bruno terra bruciata, arancioni. Archi gotici. Finestre rinascimentali. Basamenti di torri che secoli fa erano più alte e più numerose. Stemmi, portali e portoni pesanti in legno con ferramenti giganteschi che risuscitano immagini di fabbri dai capelli lunghi e corpi coperti di sudore che riflettono il rosso del fuoco e forge incandescenti. Scene infernali appesi ai portoni.
È presto la mattina e le strade vuote di persone.
Qualche lavavetro pulisce le vetrine dei negozi moderni, gli stessi negozi o quasi, che trovi anche a Lexington. I camioncini raccattano la spazzatura. Poi scendi delle scale al buio fresco tra due palazzi e passi sotto un arco. Ti fermi. Non osi quasi uscire dal viottolo, non osi quasi fare il primo passo per entrare nella piazza. Si svegliano, di nuovo, pensieri e sentimenti che non sapevi di avere, risuscitati da un’antichità che forse, da qualche parte, stava assopita nel tuo essere. La piazza e i palazzi sono troppo.
Una conca dalla forma morbida e accogliente che scende verso un punto decentrato, che si spalma sul terreno adattandosi alla collina, che non si impone, ma sembra stesa come un lenzuolo arancione-spento su un campo di grano appena tagliato. Qua e là spuntano dei fili di erba tra le crepe dei mattoni. Te, la canzone della piazza del campo non la conosci, ma per qualche inspiegabile ragione la senti lo stesso. Un eco che alleggia sulla piazza, come vi alleggia il caos ordinato del Palio, la tensione acuta e quasi insopportabile e la gioia sfrenata di quella f***e corsa.
Ma poi entri, cammini lungo i colonnini e ti siedi, da vera turista, in uno dei tanti caffè con i tendoni, tutti rosso bordeaux. Sei la prima cliente e il cameriere è ancora colmo di pazienza e bontà. L’unica cosa che non riesci a fare è ordinare un cappuccino, come farebbe una turista Americana “vera”
O un “latte” come lo chiamano loro ( che orrore)
Prendi invece, come da quattro decenni ormai, un espresso alto con una goccia di latte freddo e la brioche vuota. Il caffè è squisito, la brioche troppo appiccicosa.
Non riesci a togliere il tuo sguardo dal Palazzo pubblico.
Dalla bellezza sobria e semplice, dall’antica zecca in basso costruito con massi di pietra chiara, enormi e squadrati uno ad uno a mano, dagli archi a doppia curvatura, incorniciati di nero e gli stemmi, bianchi e neri, di Siena. Così pulito e liscio. Solo l’essenziale per creare un racconto, con pochissime parole- quasi Zen.
Non riesci a togliere lo sguardo dalle linee ordinatissime dei mattoni rossi, così ordinati e precisi che ti ricordano i mattoncini Lego e le casine costruite con la pazienza sbalorditiva dei bambini. Non stacchi lo sguardo dalle trifore con le loro colonnine esili incastonati nei mattoni come piccoli scintille arabeggianti.
E poi dalla torre, alta, altissima, tanta alta come se volesse forare la volta celeste per toccare il sole. Scorgi le lupe che si sporgono pericolosamente in cima alla torre e sembrano alla guardia per proteggere la città da un’eternità. Una città protetta dalla Madonna e dalle lupe. Interessante.
Non poi sapere che una volta le facciate dei palazzi erano intonacati e dipinte di rosso, ocra, avorio e giallo. Che bellezza doveva essere.
Il caffè , pian, piano si riempie di turisti veri, Svizzeri, per primi, Francesi, Spagnoli.
Io torno ad essere Sovicillina. Ma di straforo. Sempre straniera sono.
Ma mai estranea, ogni giorni, all’ infinita bellezza che mi circonda in questo angolo della terra. Grata di vivere qui, grata che la vita mi abbia portata e scaricata, per così dire, proprio dove sono.

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Metti: una giornata di ( quasi) sole, un comune pieno di meraviglie, 4 chiese piene di storia e fascino, un bosco di frescoverde. Un gruppo di gente simpatica, vecchi e nuovi amici. Direi una mattina perfetta.
Grazie a tutti i camminatori, grazie alla Proloco di Sovicille e tutti i volontari per il grande lavoro, svolto con anima e passione, per l' intramontabile Sovicille delle meraviglie!

17/05/2023
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14/05/2023

I '
m hiking in the rain...what a glorious feeling....I' m happy again...
Un gruppo di camminatori intrepidi, attenti, interessati, rispettosi e " stoici" ci ha seguiti, Francesco Verzulli e me, per l' inaugurazione del sentiero dei Mulini della Merse, organizzato e offerto dal Comune di Sovicille. Che dire ...quando vivi in un territorio come il nostro, la Val di Merse, dove dietro ogni angolo trovi la bellezza, dove la respiri, la vivi e la condividi, due gocce di acqua, ma anche tre o quattro, ti fanno un baffo. Sei solo felice di poter uscire di casa e trovarti in paradiso. Grazie a tutti!

Una giornata tra mare, bellezza e storia. Qualche volta bisogna andare a ricercare le nostre radici. Affondare nella sto...
04/04/2023

Una giornata tra mare, bellezza e storia.
Qualche volta bisogna andare a ricercare le nostre radici. Affondare nella storia per comprendere la vita. Non per macinare date o eventi o snocciolare nomi e fatti, non per giudicare, paragonare o osannare "tempi migliori". Semplicemente per vedere come tutto è collegato e radicato nella stessa forza creatrice.
Abbiamo esplorato la "Magna Mater" nelle sue tante forme, da Iside fino alla Madonna, seduti sulla gradinata del tempio dedicato alla Mater Matuta nell'antica città romana di Cosa ad Ansedonia. Abbiamo camminata lungo la spiaggia della Feniglia, con il frastuono delle onde e attraverso il bosco dei maestosi pini, respirata l'aria del mare profumata dalla macchia meditarranea e dalla brezza marina. Abbiamo visto l'Asfodelo, prorpio sulle acre di Cosa, un fiore mistico per i Greci e il bastone fiorito di San Giuseppe.
Una giornata al mare, che sambrava una vacanza lunga una settimana.

04/04/2023



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La 7ª edizione del Convegno Internazionale Altra Risorsa si terrà a Siena, presso la Corte dei Miracoli, il 15-16 aprile 2023.

Attraverso interventi di esperti del settore educativo, artistico e ambientale - verranno attivate riflessioni su come le pratiche pedagogiche e performative del circo e di altre forme di educazione non formale possano creare opportunità per diventare più consapevoli, approfondire, immaginare alternative, sviluppando empatia, interconnessione e responsabilità.

Iscrizioni al convegno qui: https://www.altrocirco.it/iscrizione-altra-risorsa-2023/

Per leggere il magazine, cliccate qui: https://issuu.com/jugmag/docs/jug_98_web?fbclid=IwAR04VjJDfqbdwiWr5zHDpPJTu25BXqHCE-bmgoJHx5VkIU3RNta3A2yplrk

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Just around the corner:
Etruscan tomb, a hidden church amidst the forest, an ancient hamlet. And a snake watching it all.
Not bad for a Wednesday morning.

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01/05/2022

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20/09/2021

Evento permanente. 24h su 24. 7 giorni su 7. Per 365 giorni al anno. Accessibile a chiunque, a prescindere da qualsiasi nazionalità, status, gender, religione.
Potrebbe causare commozione, stupore, gratitudine.
È gratuito. Sempre.
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24/07/2021

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Perlustrare è sempre una piccola avventura. Il sale della vita di guida. Fai sempre nuovi incontri: stradine sconosciute, animali, panorami mai visti. Un rudere, una fontanina nascosta, un fiore che avevi quasi dimenticato. A volte incontri delle persone nei boschi più desolati nelle ore più improbabili. Come ieri. Il mio compagno di perlustrazione mi aveva giusto parlato della bellezza del....." e poi non c' è nessuno in questi boschi" quando spunta una bicicletta. Viene fuori che è un collega, guida mountainbike, che cerca lo stesso percorso, anche lui in perlustrazione. Scende dalla bici e facciamo un tratto insieme a piedi. Non ci siamo mai visti, forse non ci vedremo mai più. Ma in quei 800 metri abbiamo chiacchierato come fossimo amici da sempre.

Spannocchia....una domenica mattina con i fiocchi. Tempo perfetto per camminare,  i boschi e prati  della riserva natura...
21/06/2021

Spannocchia....una domenica mattina con i fiocchi. Tempo perfetto per camminare, i boschi e prati della riserva naturale alta merse pieni di profumi e panorami meravigliosi . Un gruppo interressato e simpaticissimo con giovanni ragazzi in gamba. A finire un pranzo squisito nel giardino del castello e la salita sulla torre del '200.
Grazie allo staff del castello, ai camminatori e alle cinte senesi...

Spannocchia ...just a prefect sunday morning! Ideal weather for hiking, lush woods and fields of the nature park Alta Merse and stunning views. A nice group of interested fellows and clever young folks. An exquisit lunch and a climb on the medievel tower ended our morning. Thanks to the staff of the castle, the hikers and the " cinta senese" ( the medieval siennese pig )

Indirizzo

Siena
53018

Telefono

+393356055429

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