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SorrentobyLocal Guida turistica ed escursionistica della Campania, appassionata di storia, archeologia, natura e cibo!
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I'm a local and hiking guide, I'm passionate about history, archeology, nature and food!

Tradizioni locali: 'o vacile cu' 'e rroseLo avete preparato?🌹🌹🌹
15/05/2021

Tradizioni locali: 'o vacile cu' 'e rrose
Lo avete preparato?🌹🌹🌹

Ci siamo! L'8 maggio partono le prime visite guidate organizzate dalle guide turistiche e dagli accompagnatori turistici...
30/04/2021

Ci siamo! L'8 maggio partono le prime visite guidate organizzate dalle guide turistiche e dagli accompagnatori turistici di AG&AT Sorrento 👇 qui trovate i dettagli

L’8 Maggio è la data delle nostre 3 escursioni.
Andremo alla scoperta delle origini della città, attraverso storie e curiosità talvolta dimenticate.
Avremo l’occasione di mostrarvi ciò che di antico e di innovativo, rende Sorrento un luogo unico e speciale.

ℹ️ info e prenotazioni contattaci su messenger e whatsapp

Costo : 10€ 🏷
Il ricavato sarà devoluto all’associazione no-profit “Diamo Vita ai Giorni”. 🌺
www.diamovitaaigiorni.it

👉 i bambini sono nostri ospiti fino a 10 anni. Fino a 16 anni pagano 5€.

⚠️ numero massimo partecipanti 10

⚠️ mascherina obbligatoria

🔴 portare con sé penna personale per compilare il modulo di iscrizione alla visita guidata.

Pronti a diventare scienziati?Scarica l'App Natusfera e vieni a passeggio con noi! 😏🚶‍♂️🚶‍♀️🥾🦋🦎🌻🌱🌳🐞👇👇👇
19/04/2021

Pronti a diventare scienziati?
Scarica l'App Natusfera e vieni a passeggio con noi! 😏🚶‍♂️🚶‍♀️🥾🦋🦎🌻🌱🌳🐞
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Le orchidee spontanee: un patrimonio da salvaguardare Le orchidee hanno da sempre destato grande fascino, sia per la lor...
14/04/2021

Le orchidee spontanee: un patrimonio da salvaguardare

Le orchidee hanno da sempre destato grande fascino, sia per la loro bellezza esotica, sia per le proprietà che gli sono state attribuite.
📖Secondo la leggenda Orchis era un ragazzo bello e passionale, figlio di un satiro da cui ereditò il temperamento focoso tipico delle creature dei boschi, e di una ninfa da cui prese la bellezza. Un giorno Orchis partecipò alle celebrazioni in onore del dio Dioniso, si invaghì della sacerdotessa preposta al culto e tentò di sedurla. La sua sfrontatezza irritò Dioniso che lo punì condannandolo ad essere sbranato dalle belve feroci. Le altre divinità per non dimenticare il giovane Orchis fecero si che dai suoi resti mortali nacquero dei fiori, le orchis, le orchidee. 🌸Le orchidee rispecchiano la bellezza del giovane e l'apparato radicale dei fiori somiglia al suo apparato genitale, causa della sua morte! L’apparato radicale di questa specie infatti, presenta due tubercoli rotondeggianti alla base delle radici somiglianti a due testicoli.
Orchis in greco vuol dire appunto testicolo.
Il primo ad identificare questo fiore fu Teofrasto, filosofo greco vissuto nel IV - III sec a.C. che osservando l'apparato radicale chiamò questa specie Orchis.
In Cina le orchidee venivano usate per allontanare gli spiriti maligni e contro la sterilità. 🤦‍♀️
Ovviamente se avete problemi di sterilità le orchidee non servono, rivolgetevi ad un medico 😅.
In Europa esistono 200 tipi di orchidee spontanee di cui 120 sono in Italia!
Sono diffuse nelle nostre zone dai monti al mare e alle isole. Le orchidee nostrane prediligono substrati di roccia carbonatica, radure collinari e sottoboschi.
In questo periodo che tutti hanno riscoperto il piacere di camminare, mi è capitato di incrociare spesso persone che avevano raccolto queste specie protette!!!
Attenzione è opportuno non raccogliere nessuna pianta selvatica, per quanto riguarda le orchidee è addirittura vietato!
⚠️⛔Tutte rientrano nell’Allegato I della convenzione di Washington del 1973 (CITES) che regola il commercio delle specie di flora selvatica minacciata di estinzione. Tale normativa è stata successivamente recepita anche dall’Italia, che ha sottoposto le orchidee spontanee a controllo totale, vietando rigorosamente l’importazione, l’esportazione, il trasporto e la detenzione di piante, semi o parti di piante raccolte in natura.
La tutela delle singole specie, a livello nazionale, è demandata alle Regioni. La Regione Campania ha inserito tutte le specie nella legge regionale n.40 del 25-11-1994 sulla “Tutela della flora endemica e rara”.
👮‍♂️👮‍♀️Quindi se vedete qualcuno raccogliere queste specie siete pregati di segnalarlo alle autorità.

Fonte: Le orchidee spontanee della Pen*sola Sorrentina Gaspare Adinolfi
Terra delle sirene n 29
Orchidee spontanee d'Italia

Ph orchidee spontanee
Autori Liberata Gargiulo, Raffaele Di Palma, Giovanni Visetti, Giovanni Gargiulo, Salvatore Donnarumma.
Ti piace la flora e la fauna spontanea? Segui il gruppo 👉https://www.facebook.com/groups/822077011701745/?ref=share

Mentre tutti fanno a gara per la migliore pastiera 😅🤭, regina delle nostre tavole oggi,vi lascio i miei più sinceri augu...
04/04/2021

Mentre tutti fanno a gara per la migliore pastiera 😅🤭, regina delle nostre tavole oggi,
vi lascio i miei più sinceri auguri di Serena Pasqua con un dolce molto antico e un po' dimenticato.
Il dolce in foto, è il ciambellone della colazione di Pasqua, si chiama cocaro o casatiello dolce senza lievito. 🌸🐣
Come i raffaiuoli, suoi parenti stretti, è un dolce 'scappato' da qualche monastero napoletano, dove come sappiamo, si custodivano i segreti dell'arte dolciaria.
Le cucine dei monasteri di clausura femminili in particolare, sono stati i primi veri e propri laboratori di pasticceria della storia!
👉Vi lascio la ricetta diffusa in territorio massese del casatiello senza lievito:

Ingredienti
4 uova
200 zucchero
160 farina setacciata

Mo***re le uova con lo zucchero finché non diventano bianche, aggiungere la farina, attenzione a non smontare le uova!
Versare il composto in una teglia precedentemente imburrata e infarinata.
Cuocere 20/30 min a 160°
Fare raffreddare e glassare.
Glassa al limone: 200gr zucchero a velo, 125 gr di acqua e il succo di un limone🍋
In un pentolino mettere acqua e zucchero, appena fila spegnere e aggiungere il limone.
Versare sul casatiello.
Decorare con i "diavulilli", i confettini colorati.

Buona Rinascita!!! 🐣🥚🐇🌸🕊

LG

Con le colleghe di AGuideinPompeii  abbiamo pensato ai più piccoli.Abbiamo creato cinque frutti curiosi e avventurosi ch...
31/03/2021

Con le colleghe di AGuideinPompeii abbiamo pensato ai più piccoli.
Abbiamo creato cinque frutti curiosi e avventurosi che viaggiano nel tempo: i FRUCTUS.
Sono dei video semplici, dove cerchiamo di trasmettere piccole informazioni sulla nostra storia ai bambini.
Ci auguriamo che vi piacciano.
Di seguito il link di YouTube per guardare il primo episodio ambientato a Pompei.

LG

Malum e Venefica hanno rubato l'elmo ritrovato a Pompei. I Fructus ritorneranno indietro nel tempo, nell'antica città di Pompei, per recuperarlo.

Buona domenica delle Palme a tutti.🕊🕊🕊Queste in foto sono le mie palme confezionate insieme alla mia bimba.Voi avete pre...
28/03/2021

Buona domenica delle Palme a tutti.🕊🕊🕊

Queste in foto sono le mie palme confezionate insieme alla mia bimba.
Voi avete preparato le palme?
Siete per la palma di confetti, ramo di ulivo con i cacetti oppure palma intrecciata?

Per conoscere l'origine delle palme di confetti, tradizione tipica della Pen*sola Sorrentina
Leggete qui👇
https://www.facebook.com/112443947207968/posts/254452646340430/

'E 25 cenere chiuvette!Questo detto popolare si riferisce all'abbondante caduta di ceneri vulcaniche provocate dall'eruz...
25/03/2021

'E 25 cenere chiuvette!

Questo detto popolare si riferisce all'abbondante caduta di ceneri vulcaniche provocate dall'eruzione del Vesuvio del 1944.
L'eruzione iniziò nel pomeriggio del 18 marzo 1944 e fu dichiarata finita il 7 aprile. Le ceneri del Vesuvio furono raccolte persino in Albania.
Quest'evento concluse un ciclo di attività plurisecolare del vulcano, aprendo un lungo periodo di riposo, o meglio, come disse il Prof G.Imbò allora Direttore dell'Osservatorio Vesuviano, un periodo di "dinamico riposo".
La mattina del 25 marzo, un forte vento da NNE, spinse la nube vulcanica in direzione SSW, generando un'intensa pioggia di ceneri sulla Pen*sola Sorrentina.
Nel libro "Testimonianze, ricordi e descrizioni dell'ultima eruzione del Vesuvio del marzo 1944" di Elena Cubellis e Aldo Marturano, sono raccolte numerose testimonianze degli abitanti della Pen*sola Sorrentina, che riferiscono il disagio provocato dalle ceneri, i danni all'agricoltura, agli animali e a diversi tetti delle abitazioni.
Un signore riferisce che c'era anche chi raccoglieva la cenere per poi rivenderla gli anni successivi ( 40 lire al cofano).
Un'altra testimonianza ci narra che i danni erano anche per le macellerie, perché col calore delle ceneri le carni si cossero.
Potete approfondire l'argomento e leggere le numerose testimonianze sul sito dell'Osservatorio Vesuviano, mia fonte.

Ph dal libro citato di
Elena Cubellis e Aldo Marturano e dal sito
Dell'Osservatorio

22 marzo 1771 moriva un personaggio destinato a diventare leggenda: Raimondo di Sangro VII principe di Sansevero.Impossi...
22/03/2021

22 marzo 1771 moriva un personaggio destinato a diventare leggenda: Raimondo di Sangro VII principe di Sansevero.
Impossibile parlare del principe in un post, si potrebbe parlare ore intere di lui, della sua vita, delle sue opere ed invenzioni. Vi mostro qui di seguito, il dipinto che lo rappresenta collocato sulla sua tomba.
Il dipinto è olio su rame ed è stato eseguito da un artista di cui il principe nutriva una profonda stima, Carlo Amalfi.
Carlo Amalfi era nato a Piano di Sorrento nel 1707. Divenne un ritrattista affermato alla Corte Borbonica e un collaboratore prezioso del principe Raimondo, che lo coinvolse nelle sperimentazioni sui colori eloidrici.
Purtroppo il ritratto di Raimondo non è in buono stato di conservazione, dovuto all’ingiuria degli agenti atmosferici, nei secoli passati, essendo collocato sotto una cupoletta a vetri.
Nella Ca****la è presente un'altra opera del pittore Carottese, il ritratto di Vincenzo di Sangro, figlio di Raimondo.

Ph dal museosansevero.it

Leggendo il libro "San Cataldo e il suo culto" di Nino Coppola, https://www.facebook.com/105679011247791/posts/208202367...
17/03/2021

Leggendo il libro "San Cataldo e il suo culto" di Nino Coppola, https://www.facebook.com/105679011247791/posts/208202367662121/
mi sono imbattuta in un'interessante nota scritta dall'autore. Il 17 marzo del 1944 a Massa si festeggiò San Patrizio, con tanto di sfilata e shamrock.
Vi riporto le parole chiare e dettagliate di Nino Coppola.
" Massa Lubrense visse, sul finire dell'ultima guerra, una insperata e sorprendente giornata, quando la fortuna o il caso aveva voluto qui acquartierato - nell'ex collegio dei Gesuiti ed ex convalescenziario militare di via dell'Arco - il Reggimento della Guardia irlandese di Sua Maestà britannica, il quale il 17 marzo 1944 regalava alla comunità una festa di San Patrizio, che non poteva non coinvolgere, col patrono d'Irlanda, il vescovo Cataldo, che la stessa Isola Verde, aveva offerto all'Italia e a noi in particolare. La messa solenne fu officiata dal parroco Mons.Giuseppe Iaccarino; fu eseguita la messa Te Deum laudamus di Perosi da un'orchestra e da un coro composti dagli artiglieri piacentini, appena smobilitati ma ancora di stanza a Massa Lubrense, e da cantori locali. Durante il rito, il Maresciallo Alexander, capo dell' VIII armata alleata, fece dono ai presenti dello , cioè di un trifoglio, emblema nazionale irlandese, secondo la consuetudine della festa di San Patrizio. In Piazza Vescovado, poi, lo stesso Alexander, il comandante militare della Pen*sola Sorrentina, Michael Musmanno, il commissario al comune Busacca e molte altre autorità assistettero alla sfilata della Irish Guard, preceduta da un reparto di Big Pipe ( suonatori di cornamusa in gonnellini scozzesi).

In Foto il Quartiere militare di Massa Lubrense
Dal libro 'Massa Lubrense nelle immagini delle cartoline d'epoca' di Enzo De Martino

Le idi di marzo.Un oggetto appartenuto ad un cesaricida nella nostra Pompei.
15/03/2021

Le idi di marzo.
Un oggetto appartenuto ad un cesaricida nella nostra Pompei.

Il Blu di Capri...e di MassaCon il lockdown e le varie restrizioni, tante persone hanno riscoperto il proprio territorio...
10/03/2021

Il Blu di Capri...e di Massa

Con il lockdown e le varie restrizioni, tante persone hanno riscoperto il proprio territorio.
Molti hanno iniziato a camminare lungo le vecchie mulattiere e tracciati che ricoprono le nostre zone e hanno iniziato a rendersi conto non solo delle bellezze paesaggistiche, ma anche del ricco e vario patrimonio naturalistico che abbiamo.
In inverno i fiori scarseggiano, ma c'è una pianta speciale che fiorisce tra dicembre ed aprile, si chiama Lithodora rosmarinifolia, il cui nome comune è erba-perla mediterranea.
È una pianta appartenente alla famiglia delle Boraginaceae, fusto legnoso, foglie simili al rosmarino e fiori di uno straordinario azzurro, quasi irreale. Cresce sulle rupi calcaree, per questo è detta anche 'spaccapietre'.
È una pianta endemica e rara.
👉Endemico= in botanica è detto di una specie tipica ed esclusiva di un determinato territorio.
In Italia è presente in Campania ed in Sicilia.
Nella nostra regione è segnalata in alcune stazioni sull'isola di Capri e a Massa Lubrense (via Jeranto e via Minervia).
La Lithodora rosmarinifolia è una pianta protetta in Regione Campania dalla legge n. 40 del 1994 "Tutela della flora endemica e rara".
Se durante le vostre passeggiate avete riscontrato la pianta in altri luoghi, potete comunicarlo nel gruppo Flora e Fauna nella Pen*sola Sorrentina, Costiera Amalfitana e Capri

Fonte e approfondimenti
Capri in fiore, Tullia Rizzotti

In foto i meravigliosi fiori della Lithodora rosmarinifolia
Ph di Luigi Esposito e Giovanni Visetti

8 marzo 685. Muore a Taranto San Cataldo.Cataldo, il cui nome vuol dire 'forte in battaglia', era nato in Irlanda, a Can...
08/03/2021

8 marzo 685. Muore a Taranto San Cataldo.
Cataldo, il cui nome vuol dire 'forte in battaglia', era nato in Irlanda, a Canty.
I suoi genitori Euco e Aclena erano ferventi cristiani. Quando nacque, una luce accecante apparve sopra la loro dimora. Un mago che era di passaggio in quel momento interpreto’ la luce come il segno che il nascituro avrebbe rischiarato la vita della gente che lo avesse conosciuto convertendola alla Fede Cristiana. Cataldo entrò subito nel cuore di tutti. Era colto, generoso ed aveva una certa attitudine a compiere miracoli. Durante un viaggio in Terra Santa Cataldo sentì la voce del Signore che gli chiedeva di evangelizzare Taranto.
Divenne vescovo di Taranto dove morì e fu sepolto.
A Massa Lubrense il culto di San Cataldo arrivò nel XV secolo. Nel 1440 approdò a Marina della Lobra, la polacca di Cesare Starace con le reliquie di San Cataldo portate da Taranto.
Starace, nativo di Termini, fece erigere in località Lo Campo una cappellina. Da qui il culto si diffuse in tutta la diocesi lubrense.
Fu probabilmente in seguito ad una frana che le reliquie vennero spostate prima nella chiesa di Santa Croce poi nella Cattedrale, con grande disapprovazione dei Terminesi che ricorsero alla Curia.
La Curia stabilì che le reliquie rimanessero in Cattedrale fino alla costruzione della nuova ca****la a Lo Campo. Così San Cataldo succedette a San Costanzo, il cui culto venne trasferito a Termini.
Alla prima processione il 10 maggio ci fu un'attesissima pioggia dopo una primavera arida. I contadini sanno quanto è preziosa 'l'acqua 'e maggio' e questa pioggia fu considerata un evento miracoloso. Da allora la devozione verso il Santo crebbe sempre di più.

LG

Fonte e approfondimenti:
San Cataldo e il suo culto, Nino Coppola
Tarantomagna.it
In foto: busto reliquiario di San Cataldo in cui sui sono custoditi un femore ed un osso del braccio.
Ph Gianfranco Capodilupo
Ex Cattedrale di Massa Lubrense ph di Sorrento Press

Stamattina abbiamo parlato di Carnevale come carnem levare, questa che vi propongo di seguito è Carnevale derivante da C...
16/02/2021

Stamattina abbiamo parlato di Carnevale come carnem levare, questa che vi propongo di seguito è Carnevale derivante da Carrus Navalis😉

Carnevale: carnem levare o
Carrus navalis?

Uno dei tanti miti egizi, racconta che la dea Iside navigò per tutti i mari del mondo alla ricerca del corpo smembrato dell’amato sposo Osiride per ricomporlo e farlo risorgere.
Iside era anche la Dea del mare e la protettrice dei naviganti. La sua nave era la barca lunare, su cui venivano traghettati i defunti dal regno dei vivi al regno dei morti.
Il Navigium Isidis era un corteo in cui un'imbarcazione di legno, (CARRUS NAVALIS da cui Carnevale) veniva issata su di un carro e veniva trainato da umani mascherati, le cui maschere richiamavano i defunti e i demoni del mondo dei morti.
I demoni erano orribili e tristi, ma i Romani aggiunsero una cosa in più: la burla. Venivano riprodotti personaggi importanti dell'epoca, come Senatori o Generali, comunque personaggi che venivano caricaturati.
Un altro contenuto importante del Carrus, era la morte, che rendeva gli uomini tutti uguali, per questo alla festa e al seguito del Carrus Navalis erano ammessi tutti, anche schiavi e bambini.
Del resto di fronte alla morte cadono tutti gli schemi.

Buon Carnevale

Qui potete leggere del carnem levare e delle tradizioni Sorrentine
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=196305802185111&id=105679011247791

In foto larario con Navigium Isidis da Pompei, conservato al Mann

Fonte:
La storia di Iside e Osiride J.Vallon
Feste romane G. Dumézil
Romanoimpero.it

'A mort' 'e Surriento 'A mort' 'e Surriento (la morte di Sorrento) al giorno d'oggi è un modo di dire popolare, si dice ...
16/02/2021

'A mort' 'e Surriento

'A mort' 'e Surriento (la morte di Sorrento) al giorno d'oggi è un modo di dire popolare, si dice sembri la morte di Sorrento, di una persona alta, smunta, magra.
Questo modo di dire, trae origine da una tradizione molto sentita in passato, la morte di Sorrento faceva parte dei festeggiamenti conclusivi del Carnevale.
Il Carnevale in Campania iniziava il giorno di Sant'Antuono (17 gennaio) e finiva il martedì grasso, che ricordava di salutare, di levare la carne (carnevale), per poi iniziare la Quaresima, quaranta giorni di astinenza e di purificazione in preparazione alla Pasqua.
Nel 1799, i francesi per paura di rivolte contro il loro governo, vietarono 'la morte di Sorrento'.
A memoria di quest'antica usanza ci resta un articolo del 1883 di Gaetano Canzano Avarna, per la rivista ottocentesca 'Giovanbattista Basile'.
Vi riporto le parole dell'autore:
"...Fino agli ultimi anni del secolo scorso, serbavasi, in una rimessa dell’antico palazzo Mastrogiudice , un gigantesco scheletro, di legno e cartone, armato della sua falce, rappresentante la Morte, e serviva al seguente uso. Per antica costumanza si eseguiva dai popolani di Sorrento una specie di commedia Atellana. Si personificavano il Carnevale e la Quaresima.
Un grosso fantoccio fornito di enorme ventraia, circondato di tutti i cibi più succolenti, fra i quali dominavano tutti i prodotti del porco, sdraiato su di un carro, rappresentava Carnevale.
Una vecchia lunga lunga, scarna, lurida, avendo all’intorno salacche, baccalà, legumi e tutti gli altri emblemi delmagro, assisa su un altro carro, era seguito sempre da popolo, stavolta vestito quasi a lutto con canti di chiesa e dal tono più serioso e, «volgendo alla rocca la chioma … », rappresentava Quaresima. Muoveva Carnevale da Sorrento e si avviava verso la porta (abbattuta nel 1863), in atto di uscire, mentre che Quaresima dal lato del Borgo, dirigevasi alla medesima porta, in atto di entrare in città. Proprio allo squillare della mezzanotte dovevano incontrarsi, Carnevale e Quaresima, sotto la suddetta porta. Intanto, sotto l’arco della medesima, tenevasi truce, immobile il gigantesco scheletro rappresentante la Morte, e allo giungere di Carnevale, rotava la sua inesorabile falce e ne mieteva la vita. Qui urli, fischi, schiamazzi. La plebe si scagliava furente sull’ucciso Carnevale, ne dilaniava le membra, e finiva la baldoria con un gran falò, a cui erano dannati i resti dell’estinto Carnevale, mentre Quaresima entrava trionfando in città. Finita la scena, la Morte veniva gelosamente custodita, per servire allo stesso ufficio ogni anno.
Accorrevano a questo spettacolo, non solo tutti i sorrentini, ma moltissimi dei contadini vicini; sicché la Morte di Sorrento divenne proverbiale, ed ogni persona molto lunga, molto scarna, era paragonata alla morte di Sorrento. Mi assicurano che un tale Cav. Delle Noci, altissimo, spolpato, morto verso il 1846, per la sua figura, nel suo vivente, ebbe il soprannome di morte di Sorrento. La descritta usanza si tenne in vigore fino al 1799. Alla venuta dei Francesi fu abolita o proibita, sia per progredita civiltà, sia per quel sospetto, in cui, i nuovi governi, tengono le riunioni notturne. ..."

L.G.

Note:
palazzo Mastrogiudice era in via P.Reginaldo Giuliani.
Il carro rappresentante il Carnevale partiva da lì, attraversava via San Cesareo, per arrivare a Largo di Castello, odierna Piazza Tasso.
Il carro rappresentante la Quaresima partiva invece dal Borgo, corso Italia lato piazza Lauro.

Fonte: G.Canzano Avarna 'Leggende popolari sorrentine'

In foto: Largo di Castello
Articolo di G.Canzano Avarna

Sant'Antonino e la quercia di ArolaIl 14 Febbraio si celebra l'Amore con San Valentino, ma per la città di Sorrento e gl...
14/02/2021

Sant'Antonino e la quercia di Arola

Il 14 Febbraio si celebra l'Amore con San Valentino, ma per la città di Sorrento e gli abitanti della sua Pen*sola questo giorno, è legato alle festività in onore di Sant'Antonino Abate, patrono appunto della città di Sorrento dove è morto ed è sepolto.
Antonino prima di ritirarsi nel convento di S.Agrippino a Sorrento, trascorse un periodo di eremitaggio sul Monte Aureo,attuale monte Faito, insieme a San Catello, vescovo di Castellammare di Stabia.
Nel 619, durante il suo cammino dal Monte Aureo a Sorrento, si fermò ad Arola, bel casale di Vico Equense. Antonino era stanco ed assetato, ma un'anziana donna che trasportava secchi d'acqua lo ristorò.
Per ringraziarla il Santo benedisse la terra di Arola, dicendo che sarebbe stato un territorio ricco di acqua e di querce.
👉Arola viene probabilmente da Aros per la ricchezza di acqua sorgiva.
La tradizione vuole che lui piantò una ghianda, dal quale nacque una quercia rigogliosa, abbattuta il secolo scorso, del quale gli Arolesi devoti e rispettosi, ne custodiscono un ramo, come una reliquia.
Dopo essersi ristorato, continuò la discesa verso Sorrento lungo via Grottelle, conosciuto anche come sentiero di Sant'Antonino.
Qui, gli operai di una calcara iniziarono a prendersi gioco della capretta che seguiva Antonino, lanciandola all'interno della fornace.
Ma non appena il Santo la richiamò a sé, la capretta ne uscì illesa.
I due proseguirono il loro cammino verso il monastero, sotto gli occhi increduli degli operai.

Buona giornata di Festa a tutti.❤

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L.G.

In foto:
Veduta di Arola, 1845/1846 di G.Gigante
Conservato nel museo di Capodimonte
Nel dipinto si nota bene la grande quercia plurisecolare piantata da Sant'Antonino.

Ti piacciono i dipinti che ritraggono la nostra terra?
Iscriviti al gruppo La Costiera Sorrentina, la Costiera Amalfitana e Capri nell'ARTE

Per approfondimenti
Passeggiate storico-naturalistiche ad Arola
Di Gaspare Adinolfi
Che ringrazio sempre per la sua infinita disponibilità.

Per conoscere altri dettagli della vita di Sant'Antonino, potete leggere questo post dell'associazione guide ed accompagnatori turistici della città di Sorrento: https://www.facebook.com/112443947207968/posts/228276158958079/

08/02/2021

Iniziamo una nuova settimana all'insegna della bellezza, con la piccola chiesetta intitolata a San Giuseppe, in località Prasiano a Massa Lubrense.
Si giunge alla ca****la tramite una diramazione del sentiero che congiunge Massa a Sorrento.
Le 'vvie 'e miez' permettevano agli abitanti di Massa e Sant'Agata di raggiungere la vicina Sorrento.
Oggi questi antichi viottoli fanno parte della f***a rete di sentieri percorribili a Massa Lubrense e Sorrento.
La ca****la che vedete nel video è stata edificata nel Seicento, dalla nobile famiglia sorrentina dei Sersale, nei terreni di loro proprietà.
Si ha la possibilità di sbirciare nella ca****la e ammirare il ciclo pittorico. Sull'altare si trova la Sacra Famiglia a passeggio, una rappresentazione che non troviamo facilmente. A sinistra San Biagio e Santa Caterina, a destra San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio da Padova.
Da questo luogo, tra i verdi oliveti e profumati agrumeti, si gode una vista stupenda su Capri e i casali lubrensi.

📍Per tante altre storie, curiosità, misteri e tanto altro della nostra amata regione, mettete like alla pagina👍🙏

L.G.
Fonte
'E vvie 'e miez' G.Adinolfi.
Storia di Massa Lubrense R.F.d.C.

Il 5 febbraio la Chiesa festeggia Sant'Agata e da massese non posso che pensare alla chiesa di Santa Maria delle Grazie ...
05/02/2021

Il 5 febbraio la Chiesa festeggia Sant'Agata e da massese non posso che pensare alla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Sant'Agata sui due Golfi.
Questa graziosa chiesa di fine Rinascimento è a croce latina con una sola navata, fu fondata in seguito ad un voto fatto.
La leggenda narra che la figlioletta di un tal Marcantonio Festinese, era stata rapita da un lupo. Il papà disperato fece voto alla Madonna, di costruire una chiesa a lei dedicata, nel luogo in cui il lupo avesse lasciato la piccola sana e salva.
La bambina fu ritrovata a Sant'Agata dove ora sorge la chiesa. ⛪
Il pezzo forte di quest'edificio religioso è l'altare maggiore, del XVII sec. Lavoro di commesso in pietre dure.
👉commesso è una tecnica di lavorazione dei marmi e pietre dure consistente nell’esecuzione di rappresentazioni o motivi decorativi mediante composizione di sottili lastre di colore, dimensioni e forme diverse, fissate su un piano.(Treccani)📖
Il prezioso altare ricco di pietre come madreperla, lapislazzuli, malachite, è opera di Dioniso Lazzari (Napoli 1607-1689) ed stato costruito per la chiesa napoletana di S.Filippo Neri, appartenente alla Congregazione dei PP. Girolamini. Era stato smontato e nascosto in un sotterraneo per motivi di sicurezza e lì dimenticato.
Nel 1845, il parroco di Sant'Agata D.Giambattista Casola, grazie alle sue amicizie coi padri Girolamini, riuscì ad acquistare l'altare per pochi ducati.
Una volta rimontato, l'altare alzò gran rumore, tanto che i Girolamini ne rivendicarono la proprietà, ma i giudici diedero ragione al Casola.
La chiesa custodiva anche un altro tesoro, un prezioso busto di Sant'Agata rubato il 1° aprile del 1984 , insieme ad altri oggetti sacri. Il busto della martire catanese, era opera del noto cesellatore Catello di Napoli. Ora in chiesa è esposto un nuovo busto della Santa.

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L.G.

Fonte:
Storia di Massa Lubrense R.F.d.C.
'E vvie 'e miez' G.Adinolfi

In foto l'altare maggiore e dettagli dell'altare.

La 'juta dei Femminielli'Oggi si celebra la Candelora. ( vedi https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=18821312299437...
02/02/2021

La 'juta dei Femminielli'

Oggi si celebra la Candelora. ( vedi https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=188213122994379&id=105679011247791 )
Questa festa sul massiccio del Partenio, in provincia di Avellino, è diversa da tutte le altre. È la dimostrazione di come in questa terra sacro e profano, antico e moderno, riti cristiani e riti pagani, siano in equilibrio. A 1263 metri di altezza, si trova il celebre Santuario di Montevergine. Qui è custodito il dipinto di una Madonna dal volto nero, chiamata dai suoi devoti Mamma Schiavona. La raffigurazione è un ex Voto, donato dagli Angioini alla comunità monastica che viveva qui. Sono stati i monaci a coniare l’appellativo Mamma Schiavona. La Madonna con la faccia scura, come chi era di ceto basso, come i coltivatori di campi, schiavi, da cui schiavona. E', dunque, la Madonna del popolo, dei deboli, degli emarginati.
Il legame con i femminielli nasce nel 1256. Si narra che due omosessuali innamorati furono condannati dalla comunità a morire di freddo e sbranati dai lupi, incatenati ad un albero sulla sommità del Monte Partenio. La Madonna commossa dal loro amore, lì salvò, concedendo loro di sopravvivere e testimoniare la forza del Bene e dell'Amore.
La 'juta dei femminielli' (l'andata dei femminielli) è la processione che la comunità arcobaleno🏳️‍🌈, accompagnata da canti, balli, tammorre e abiti dai colori sgargianti, compie per recarsi al Santuario a venerare Mamma Schiavona, la mamma che tutto concede e tutto perdona.
👉il femminiello è una figura culturale della tradizione partenopea, non si può spiegare in due parole, per approfondimenti https://www.wikipink.org/index.php/Femminiello
Anticamente, il pellegrinaggio sul monte era un’abitudine dei coribanti, sacerdoti della dea Cibele, la Madre Nera. Sul monte vi era un tempio dedicato alla dea. Cibele, la dea della natura e degli animali, era la forza creatrice della natura. I coribanti vestiti con colori vivaci, danzando al ritmo dei tamburi, si recavano in processione al tempio, offrendo talvolta in dono il loro sesso, arrivando a evirarsi, divenendo eunuchi.
❗Al giorno della Candelora sono legate tradizionalmente le previsioni del tempo del prossimo periodo: 'Quanno arriva 'a Cannelora d'a vernata simmo fora, ma si chiove o mèna viento, quaranta juorne 'e male tiempo'
Quando viene la Candelora dell'inverno siamo fuori, ma se piove o tira vento, 40 gg di mal tempo.

Foto del 2021 e 2019 del mitico Massimo Carotenuto

‼Nella storia della pagina trovate un video di Massimo Carotenuto

Il mese della purificazione Il nome Febbraio deriva dal latino februare, che significa purificare. In antichità in quest...
01/02/2021

Il mese della purificazione

Il nome Febbraio deriva dal latino februare, che significa purificare.
In antichità in questo periodo c'erano i rituali di purificazione di fine anno, bisognava purificarsi e liberarsi dai mali passati durante l'anno, per iniziare bene il nuovo anno, che corrispondeva a marzo.
La dea romana Febris, probabilmente prende origine da Februus, dio etrusco della morte e della purificazione.
Febris era la dea della febbre, della malaria, che infestava l'agro romano. Il sudore della febbre era considerato un lavaggio, un processo di purificazione.
Nelle feste che cadevano in questo periodo, era ricordata anche la Dea Februa ovvero Juno Februata, Giunone Purificata, e Juno Sospita, Giunone Salvatrice, colei che protegge. Per la purificazione della città le donne giravano per le strade portando fiaccole accese.(dei Lupercalia parleremo prossimamente 😉)

Con l'avvento del Cristianesimo Febris fu sostituita da Santa Febronia, inizialmente festeggiata il 14 febbraio, ora il 25 giugno,
lasciando il posto a San Valentino, festa della febbre d'amore.
Nel VII sec, la Chiesa introduce il 2 febbraio la festa la purificazione di Maria, detta anche festa della Candelora.
Le donne era considerate impure dopo il parto, non potevano varcare la soglia del tempio. Bisognava aspettare 40 gg dopo aver partorito un maschio, 66 gg dopo aver partorito una femmina.
Durante la Candelora, si benedicono e si accendono candele, come nei riti di Juno Februata.
Ancora una volta, la luce è simbolo di speranza e di risveglio dalla morte invernale.
Che sia il mese per buttarci alle spalle questo brutto periodo. ❤

‼L'argomento affrontato nel post è molto lungo e soggetto ad interpretazioni diverse.
Per maggiori approfondimenti fonti:
Feste romane G. Dumézil
Romanoimpero.it

In foto: dettaglio con Hera, affresco da Pompei conservato al Mann.

Carl Wilhelm Götzloff è stato un pittore paesaggista tedesco. Nacque a Dresda nel 1799. Frequentò l'Accademia di Belle A...
30/01/2021

Carl Wilhelm Götzloff è stato un pittore paesaggista tedesco. Nacque a Dresda nel 1799. Frequentò l'Accademia di Belle Arti nella città natìa, dove studiò con maestri quali J.C. Dahl e C.D.Friedrick.
Probabilmente furono le opere di Dahl col Vesuvio in eruzione ad influenzare il percorso artistico di Götzloff.
Nel 1824 intraprese un viaggio in Italia col barone Karl Friedrick vom Emich Üxküll-Gyllenband, un ricco collezionista d'arte che divenne suo mecenate.
Il barone gli commissionò diverse opere con soggetti italiani e Götzloff si trasferì a Napoli, dove entrò in contatto con i protagonisti della scuola di Posillipo, Pitloo, Gigante e Duclère.
Nel 1835 fu nominato pittore di corte da Ferdinando II, nello stesso anno si sposò in Germania. Dal matrimonio ebbe quattro figli.
Durante i disordini politici del 1848 si trasferì con la famiglia a Sorrento, in una casa vicino la basilica di Sant'Antonino.
In seguito ai moti rivoluzionari e all'instabilità politica del periodo entrò in crisi finanziaria. La morte della moglie nel 1855 lo lasciò nello sconforto e nell'ansia di dover accudire ancora ai figli.
Nel 1864 il rapimento del figlio Edmondo Guido ad opera di banditi lo gettò nel baratro. Dovette pagare un ingente riscatto per la liberazione, morì in povertà a Napoli nel 1866.

Qui di seguito l'opera dell'artista intitolata "Rapimento di Guido Edmondo" 1864
Sfondo del quadro è la Costa Sorrentina.
La Costiera Sorrentina, la Costiera Amalfitana e Capri nell'ARTE

Lettera che l'artista scrisse al fratello da Sorrento

Fonte Carl Wilhelm Götzloff, Napoli e Mergellina
Di Antonio Langella

Un grazie speciale all'amico Raffaele di Palma
Per le ricerche

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Sorrento

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