27/01/2023
GIORNATA DELLA MEMORIA
Alcuni stralci tratti dalle memorie di Andrea Strasser, ungherese, trasferitosi in Italia negli anni '20 per laurearsi e specializzarsi in medicina perché nel suo paese erano già in vigore leggi discriminatorie nei confronti degli ebrei, e poi trovatosi costretto anche qui a nascondersi e fuggire con tutta la famiglia. Lui è sopravvissuto, anche grazie all'aiuto di molti vicentini, a cominciare dall'allora primario e direttore dell'istituto elioterapico di Roana, il professor Alfredo Campiglio. Moltissimi altri non hanno avuto questa possibilità.
Tra i vicentini che aiutarono chi fuggiva dalle persecuzioni, anche Torquato Fraccon e il figlio Franco, per questo imprigionati e a loro volta deportati a Mauthausen, da cui non fecero ritorno. Oggi sono state posate due pietre d'inciampo con i loro nomi.
"Il mio accompagnatore era padre Amedeo, anziano frate del convento dei Servi di Maria: sono stato ospite di questo convento annesso al santuario di Monte Berico che dalla cima della collina omonima domina la città di Vicenza, per farmi evitare il sicuro arresto da parte delle SS. La tua nonna e Anna, allora non ancora quattrenne, hanno trovato ricovero presso il collegio delle Dame Inglesi, un ordine religioso a Vicenza assai signorile [...]
Ho trovato quindi un rifugio, una buona tavola - in quei tempi di carestia dovuta alla guerra - e una cella tutt'altro che nuda, con un buon letto. Mangiavamo tutti alla stessa tavola, e il buon cibo vi era servito assieme a delle conversazioni di livello elevato, sempre in un'atmosfera amichevole e piuttosto vivace. Questi frati erano ben informati delle cose del mondo, colti, educati e democratici, almeno a parole. Il loro discorso evitava ogni questione di religione, di razza, di nazionalità, per non mettere a disagio gli ospiti che vi si trovavano, appunto, per sfuggire la rabbia nazifascista. [...]
Ogni tanto la polizia fascista o quella tedesca eseguivano delle perquisizioni nel convento; la data e l'ora delle quali venivano però regolarmente anticipate ai frati da una fonte misteriosa, sicché tutto finiva sempre con le scuse a denti stretti di qualche ufficiale altezzoso delle SS..."
(Dal libro: Vite in fuga, di Antonio Spinelli)