23/05/2023
MEMORIE STRESIANE
QUANDO ALESSANDRO MANZONI VENIVA A STRESA
Centocinquanta anni fa, il 22 maggio 1873, moriva Alessandro Manzoni: ho colto l’occasione dell’anniversario, certamente per ricordare la sua amicizia con Antonio Rosmini, ma soprattutto per mettere in luce l’importanza storica che tale edificante rapporto ha avuto per la città di Stresa.
Immagino gli stresiani di quel tempo quando s’imbattevano nei due personaggi lungo le strade polverose del paese; di certo conoscevano il Rosmini, loro concittadino, ma non necessariamente il Manzoni, anche perché erano abituati a vedere un gran via vai di “forestieri” che andavano e venivano dal palazzo di Madama Bolongaro.
Stresa era allora un piccolo villaggio di pescatori e contadini che iniziava a trasformarsi in una rinomata località turistica grazie ai primi viaggiatori, i quali, provenienti da oltre il Sempione, sostavano all’albergo Reale o in villa Bolongaro, per poi ripartire alla volta di altre destinazioni, in particolare Milano e Torino.
Se il monumento di via Manzoni ricorda il passaggio del poeta e del filosofo alla volta del Collegio, chissà in quante altre strade e siti di Stresa hanno posato i loro passi o sostato mentre conversavano e creavano. Di certo per raggiungere l’Istituto rosminiano al monte avranno attraversato corso Umberto I, via Rosmini e via Manzoni; in alternativa, avrebbero potuto percorrere parte di via P. Tommaso, raggiungibile da via P. Margherita e via Cavour, per poi passare da piazza Cadorna, via De Vit e collegarsi infine a via Manzoni; in riva al lago si saranno soffermati ad ammirare le bellezze naturali e gli scorci pittoreschi, nonché a godere della leggera brezza vespertina magari giocando con l’acqua, sulla quale solevano far rimbalzare i sassi.
La presenza di Manzoni a Stresa è un importante pagina della storia locale che vogliamo rievocare affinché nulla vada perduto: infatti, di nessun avvenimento «si perde memoria, scolpito come esso è nell’essere divino» (Rosmini, Teodicea, n. 674). Come importanti sono stati gli incontri tra Manzoni e Rosmini che hanno lasciato alla cultura universale frutti immortali, perché «il tempo si ferma per coloro che fanno delle opere che rimangono, le quali, fatte nel tempo, durano eterne, e sono tutto il buono che abbia il tempo nel suo passaggio» (Rosmini, lettera, Stresa 19.12.1845) e hanno fatto capire il vero significato dell’amicizia, di cui il Manzoni scrive: «Una delle più gran consolazioni di questa vita è l’amicizia; e una delle consolazioni dell’amicizia è quell’avere a cui confidare un segreto» (I promessi sposi, cap. XI). E di fatto il rapporto tra Manzoni e Rosmini fu una vera ed esemplare amicizia!
Nella foto: Manzoni e Rosmini ai tempi dei loro incontri stresiani.
(Da: appuntiretrodatati.blogspot.com)