07/04/2020
la leggenda di Badduzza e il suo cane .
Badduzza fu un personaggio che restò leggendario nella memoria storica catanese , si chiamava in realtà Alfio Cristaldi .
Alfio viveva in via del bosco a Catania nei primi anni del 900 , trovò lavoro prima come carrettiere e poi visto i gravi problemi di peso dovuti ad un ipotiroidismo come venditore di frutta e verdura in improvvisate bancarelle.
Badduzza è un epipeto che viene anche usato per schernire una persona sovrappeso e in effetti il Cristaldi superava abbondantemente i 150 kg. .
Alfio aveva però una sveglia intelligenza e un carisma fuori dal comune , aveva imparato a leggere senza essere mai andato a scuola , si circondava di libri di scienze , esoterismo e medicina.
Riformato alla visita di leva e con difficoltà gravi a sbarcare il lunario , si ingegnò come meglio poteva e cominciò ad offrire aiuto medico a chi ne avesse bisogno utilizzando i libri che aveva in possesso come strumenti di informazione.
Curò quindi come medico abusivo con grande successo , diverse persone dalla dissenteria e da malattie infettive della pelle.
Da questo a diventare una specie di santone/guaritore il passo fu breve.
Ridotto nei movimenti a causa del suo peso eccessivo riceveva i suoi “clienti”, in un locale arredato all'orientale , profumato di essenze di sandalo e con due “odalische “ che gestivano il flusso sempre maggiore di utenti.
Badduzza aveva un fedele compagno un mastino napoletano anch'esso obeso e se possibile ancora più limitato nei movimenti del padrone , leggenda vuole che fosse talmente pigro che, pur di non spostarsi, si faceva passare la ruota del carretto sulla coda, durante le manovre di 'parcheggio'.
Gli affari aumentarono notevolmente per “badduzza” e lo portarono alla ricchezza quando iniziò la prima guerra mondiale .
Migliaia di giovani siciliani furono costretti a partire per una guerra che non capivano contro un nemico meglio armato e attrezzato e sopratutto guidato da generali esperti , mentre l'esercito italiano era guidato di uno dei più inetti condottieri che la storia abbia mai prodotto Luigi Cadorna un vero e proprio sadico criminale incapace di elaborare la benchè minima strategia bellica efficace.
Le cose andavano male e come sempre i siciliani elaborarono stratagemmi per evitare di partecipare al conflitto bellico.
Alcuni si diedero alla fuga alimentando il fenomeno del banditismo , altri partirono per il Sud America, alcuni furono aiutati da “badduzza”.
Con le sue arti procura malattie ai soldati, allo scopo di far loro ottenere, se non la riforma, almeno una licenza più o meno lunga.
Non si rivolgevano a lui solo i soldati, ma anche le loro donne: madri e mogli andavano personalmente da lui per ottenere una “polverina miracolosa” che avrebbe consentito ai loro figli o mariti, una volta tornati in licenza, di prolungare la stessa per evidenti mali fisici.
Alcune erano disposte pure a prostituirsi pur di salvare la vita al proprio caro , Alfio non disdegnava.
Per i suoi intrugli usava con maestria polvere pirica, calce viva, acetato di piombo, cantarite, ecc. ecc.
Produceva pure diverse fialette di caffeina, olio canforato, pepe in polvere e alcune specialità per eccitare il cuore.
Famose erano le sue pillole color cioccolata che esaminate vennero trovate composte di pepe, cioccolata ed altre droghe che servivano per procurare le emorroidi.
La sua fama si diffuse tanto che i suoi “medicamenti” vennero venduti in tutta Italia e tantissimi furono i soldati che ottennero congedo o licenza prolungata grazie all'intercessione di”badduzza”.
Badduzza si era montato la testa si definiva ormai l’uomo “dell'arte divinatoria del pensiero umano”, affermava di guarire le persone solo con l'ingiunzione delle mani.
I numerosi casi di malattie più o meno gravi registrate tra le reclute insospettirono le autorità militari, specialmente perché tali malattie, nonostante le cure prescritte, non guarivano e spesso peggioravano.
Partì un inchiesta e dopo poco tempo nel settembre 1916 venne arrestato , fece di tutto per non andare in prigione e grazie ai denari che aveva accumulato potette permettersi i migliori avvocati , la condanna alla fine fu lieve ma patteggiando venne costretto a diventare una specie di consulente dell'esercito nell'individuazione dei falsi malati.
Ad agosto del 1917 ebbe un infarto e fu portato in fin di vita a casa per morire in pace, due giorni dopo era imbarcato per l'Argentina insieme al suo fedelissimo cane . L'infarto se l'era procurato in modo artificiale e grazie ai sui fondi nascosti aveva acquistato un biglietto per il bastimento che partiva da Palermo verso il Sud America , si hanno notizie del suo arrivo a Buenos Aires ma per il resto fece perdere abilmente le sue tracce , d'altronde era un genio .
Le gesta di Badduzza e del suo cane sono ricordate nell'immaginario catanese e divenute proverbiali.
Fonti : Tesi di dottorato università di Catania di ANNA GAGLIANO - L’ARCIVESCOVO FRANCICA NAVA, IL CLERO DI CATANIA E LA PRIMA GUERRA MONDIALE.
Nonna Abate Giuseppa – Donna di lunga vita e grande memoria