10/07/2024
Eschilo fu il primo che tradusse in tragedia i drammi e i conflitti della città, la sua Atene che dopo le guerre contro i Persiani (490-480 a.C.).
La sua opera è il cuore della elaborazione poetica, teorica e politica del pensiero greco.
Com’è noto, Eschilo muore in Sicilia e la sua tomba era a Gela. La leggenda biografica vuole che fosse stato esiliato da Atene per empietà o, secondo un’altra versione, che se ne fosse andato volontariamente perché non si sentiva abbastanza apprezzato dai suoi concittadini. Meno noto è un fatto, meno leggendario e attestato inequivocabilmente da varie fonti: Eschilo in Sicilia viene, almeno due, probabilmente tre volte, e non a morire – esiliato o autoesiliatosi da Atene.Eschilo in Sicilia, a Siracusa, viene per vivere.
Certo è che i suoi Persiani furono rappresentati a Siracusa e, secondo parte della critica, la tragedia che sarebbe stata rappresentata ad Atene nel 472 a.C., sarebbe stata scritta e messa in scena prima proprio per il teatro di Siracusa.
Certo è che per il pubblico siciliano Eschilo scrisse le Etnee, spettacolo mirabolante che celebrava la rifondazione di Katane con il nome di ‘Aitnai’ dislocato in più luoghi, tra Catania, nelle aree dove dovevano sorgere i nuovi centri abitati, e il colle Temenite.
Molto probabile è che proprio per il Teatro di Siracusa fosse stato scritto il Prometeo, tragedia dalla drammaturgia e scenografia avveniristiche, che prevede l’utilizzo di almeno 8 macchine volanti per far recitare in sospensione aerea il Coro delle Oceanine e i personaggi di Oceano e di Hermes.
Per questo Eschilo torna più volte in Sicilia e specialmente a Siracusa: perché rispetto ad Atene, Siracusa ha più risorse in cui investire l’ingegno, perché qui si fondano città e si sperimentano nuove soluzioni sceniche e perché a Siracusa fin dal 490 a.C. c’è un Teatro intagliato nella roccia e rivestito di marmo, con attrezzature imparagonabili a quelle del Teatro di Atene – con i suoi sedili di legno e la scenografia ridotta all’essenziale.
Nella prima metà del V secolo a.C. in Sicilia, a Siracusa, si viene a vivere, non a morire.
E qui, come ad Atene, a mettere in forma spettacolare, in forma di poesia tragica, l’anima inquieta della città.
Eschilo è morto a Gela, certo.
Ma quel che più ci interessa è che Eschilo ha vissuto intensamente e ha messo in scena le sue tragedie a Siracusa.
E dopo Eschilo, verrà, a più riprese, Platone, con l’intento di sperimentare qui il suo progetto di città ideale: i maggiori protagonisti dell’orgogliosa cultura ateniese subivano la potenza attrattiva di questa città, perché Siracusa, nella cornice della grandezza materiale, incarnava il luogo immaginario dove tutto diventa possibile.
Perché Siracusa era la realtà aumentata di Atene – e il caso di Eschilo, con il gioco di specchi che chiamiamo ‘teatro’, ben si presta a dimostrarlo…🏛️