13/12/2023
SANTA LUCIA
Nacque a Siracusa nell’anno 283. Fu una martire cristiana durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa. E’ venerata come santa dalla Chiesa cattolica e della Chiesa Ortodossa. La prima testimonianza sulla sua esistenza ci è data da un'iscrizione greca scoperta nel giugno del 1894 dal professor Paolo Orsi nella catacomba di San Giovanni, la più importante di Siracusa. Questa iscrizione fu trovata in una sepoltura posta sul pavimento, incisa su una lapide quadrata di marmo. In essa è scritto che già alla fine del IV secolo o all'inizio del V, un siracusano, come si deduce dall'epigrafe alla moglie Euschia, nutriva una forte e tenerissima devozione per la "sua" Santa Lucia, il cui anniversario era già commemorato da una festa liturgica: . Le due facce della pietra erano state ricoperte di calce: ciò indica che la tomba era stata violata». Esistono altre iscrizioni, che testimoniano una remota e fervida devozione per la Martire ed un culto liturgico già stabilito dai primi secoli. Sulla sua tomba primitiva (loculo) che si trova a Siracusa, sorse una chiesa, rifatta poi nel Seicento. I racconti sulla sua vita risalgono al periodo normanno, però non ci sono fonti storiche. Narrano di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Syracusae che era stata promessa in sposa ad un pagano. La madre di Lucia, di nome Eutichia, da anni ammalata di emorragie, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato. Fu così che madre e figlia unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani al sepolcro di Sant’Agata, pregarono la martire catanese affinché intercedesse per la guarigione della donna. Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno Agata dirle: Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre? Nella visione Agata le preannunciava anche il martirio e il suo patronato sulla città. Ritornata a Syracusæ e costatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo e di donare tutti i suoi averi ai poveri. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la sposa donare tutto il suo patrimonio, e mortificato dal rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana. In quel tempo erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'imperatore Diocleziano. Processata dinanzi all'arconte Pascasio, attestò la sua fede proclamandosi cristiana. Minacciata di essere esposta tra le pr******te, Lucia rispose: "Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente". Pascasio ordinò che la giovane fosse spostata con la forza, ma lei diventò miracolosamente così pesante che decine di uomini non vi riuscirono, Si ritentò con alcuni buoi ma anche questa prova fallì. Fu allora sottoposta al supplizio del fuoco, ma ne rimase totalmente illesa, sicché infine, piegate le ginocchia, fu decapitata, o secondo le fonti latine, le fu infisso un pugnale in gola (jugulatio).
Morì solo dopo aver ricevuto la Comunione, profetizzando la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa. Si racconta che il corpo della Santa, fu prelevato nel 1040 da Siracusa dai Bizantini di Giorgio Maniace e condotto a Costantinopoli. Qui in seguito fu trafugato nel 1204 dai Veneziani quando conquistarono la capitale bizantina. Attualmente è conservato e venerato nella chiesa di San Germana a Venezia. Tuttavia non esistono fonti storiche che attestino che il corpo trafugato dai Bizantini fosse veramente quello di Santa Lucia. Inoltre, non ci sono prove storiche che indichino il suo seppellimento a Siracusa. Una tradizione molto antica, che risale a Sigeberto di Gembloux (morto nel 1112), racconta che le spoglie della Santa furono portate a Metz in Francia, dove tuttora sono venerate dai francesi in un altare di una ca****la della chiesa di Saint-Vincent. Le sue sacre spoglie tornarono eccezionalmente a Siracusa per sette giorni nel Dicembre 2004 in occasione del 17º centenario del suo martirio. L'arrivo e la partenza furono salutati da un’incredibile folla di siracusani. Ci furono alcune trattative tra l'Arcivescovo di Siracusa, Giuseppe Costanzo ed il Patriarca di Venezia Angelo Scola. L’evento si ripetè nel 2014 (dal 14 al 22 Dicembre) in occasione del 10º anniversario della prima visita del corpo nella sua città natale. Privo di ogni fondamento storico e frutto di narrazioni popolari è l’episodio in cui Lucia si strappa, o le furono cavati gli occhi. L'emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a causa del suo nome Lucia (da Lux, luce). E’ dimostrato dalla testimonianza scritta di un testimone oculare, il miracolo della fine della carestia nell'anno 1646. La Domenica del 13 Dicembre 1646, una qu***ia fu vista volteggiare dentro la Cattedrale di Siracusa durante la Messa. Quando la qu***ia si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l'arrivo al porto di un bastimento carico di cereali. La popolazione vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere a Lei rivolte.
La sua festa liturgica ricorre il 13 Dicembre, data della sua morte (304). Prima dell'introduzione del calendario gregoriano del 1582, la festa cadeva in prossimità del solstizio d’inverno (da cui il detto "Santa Lucia il giorno più corto che ci sia"), ma non coincise più con l'adozione del nuovo calendario (differenza di 10 giorni). In questo giorno in suo onore, in tutta la Sicilia c’è la tradizione di non mangiare pane. La figura di questa Santa ispirò Dante Alighieri che nel Convivio affermò di aver subìto in gioventù una lunga e pericolosa alterazione agli occhi a causa delle prolungate letture, ottenendo poi guarigione per intercessione della Santa siracusana. Per questo, il sommo poeta attribuì un ruolo fondamentale non soltanto alla sua vicenda personale, ma anche, allegoricamente e simbolicamente, in quella dell'umanità intera nel suo viaggio ultraterreno descritto nella Divina Commedia.