24/06/2024
"Ti sei mai chiesto perché non insegnano più ai bambini a scrivere in corsivo?
E no, non è un caso che lo usino sempre meno.
Scrivere in corsivo significa tradurre i pensieri in parole; ti obbliga a non staccare la mano dal foglio. È uno sforzo stimolante, che ti permette di associare idee, collegarle e metterle in relazione. Non a caso la parola 'corsivo' deriva dal latino «currere», che significa correre, fluire, perché il pensiero è alato, corre, vola.
Ovviamente, il corsivo non trova posto nel mondo di oggi, un mondo che fa di tutto per rallentare lo sviluppo del pensiero, per riempirlo.
Credo che il corsivo sia nato in Italia e poi si sia diffuso in tutto il mondo.
Perché?
Perché era compatto, elegante, una scrittura chiara.
Ma la nostra è una società che non ha più tempo per l’eleganza, per la bellezza, per la complessità; abbiamo sintesi ma non chiarezza, velocità ma non efficienza, informazioni ma non conoscenza!
Sappiamo troppo e troppo poco perché non siamo più capaci di mettere le cose in relazione.
Le persone non riescono più a pensare.
Ecco perché dovremmo tornare a scrivere in corsivo, specialmente a scuola.
Perché non si tratta solo di recuperare uno stile di scrittura, ma di ridare respiro ai nostri pensieri.
Tutto ciò che ci fa vivere, che alimenta l'anima, che sostiene lo spirito, è connesso alla respirazione.
Senza respiro, come dicevano gli antichi greci, non c’è pensiero. E senza pensieri non c’è vita.
Se questo sia importante o meno, lo lascio decidere a te…”
Guendalina Middei, Professor X - scrittore