Giovanni Forgione - Antiche immagini

Giovanni Forgione - Antiche immagini Raccolta di illustrazioni, opere d'arte e video-foto della Campania
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‘900  Telese, S.Stefano in piazza MercatoLa data della cartolina è sconosciuta per il momento. Potremmo avvicinarci all'...
16/11/2024

‘900 Telese, S.Stefano in piazza Mercato

La data della cartolina è sconosciuta per il momento. Potremmo avvicinarci all'anno dello scatto in base ai suggerimenti dei lettori.

La nuova ed attuale chiesa di Santo Stefano a Telese Terme è stata costruita al centro di questa foto, con l'uomo a sinistra in corrispondenza dell'attuale ingresso alla chiesa.

Un sacro odore d’incenso
di Aldo Maturo

Venendo da Amorosi la chiesa della parrocchia di S. Stefano ce la si ritrovava davanti, sul piazzale sopraelevato all’incrocio tra via Roma e via Cristoforo Colombo . La chiesa, diversamente da quella di oggi, aveva la facciata che guardava verso la periferia e dava stranamente le spalle al centro abitato. E’ stata lì fino agli ultimi anni ’50, quando il Vescovo Mons. Felice Leonardo decise di sostituire quei centenari tufi neri con il cemento e i mattoncini rossi, più moderni ma certo meno mistici.

Per essere una chiesa non era molto vecchia. Sorta nella seconda metà dell’800, aveva subìto una completa ristrutturazione prima della Grande Guerra, ma negli ultimi anni era stata segnata irrimediabilmente dai rigori del tempo. Le mura lesionate ed ingrigite avevano spinto il Comune ad accogliere l’invito del parroco, Don Mario Goglia, a sostituirla con una nuova. La costruzione sorse nello stesso posto, occupando quasi tutta Piazza Mercato, l’ampio piazzale che dal sagrato della vecchia chiesa si estendeva fino alla contrapposta casa dei Capasso e Romano, dove abitava Don Gerardo, il sindaco storico della Democrazia Cristiana. Su quel piazzale si andava il sabato per comprare frutta, verdure, formaggi e ricotte provenienti direttamente dai campi ed esposte nelle grandi ceste di vimini o panchetti di fortuna dai contadini del circondario.

La chiesa nata per il borgo di Telese, frazione di Solopaca, per cento anni aveva svolto il suo ruolo dignitosamente. La costruzione era formata da un timpano centrale e a destra e sinistra aveva due torrioni sovrastati da cupolette puntiformi. In uno c’era l’orologio e nell’altro la campana, quella vera, di bronzo, azionata dalla fune rigorosamente riservata al sacrestano, un uomo buonissimo, la testa calva incorniciata da una corona di capelli dal colore incerto. La campana parlava al paese, scampanellando per la festa e rintoccando mestamente per i momenti di lutto.

Spingendo lo spesso portone in legno scuro si accedeva direttamente nella chiesa, pretenziosamente arricchita da stucchi e disegni che rivestivano le pareti e il soffitto. Si respirava subito un’aria di sacro, con quell’odore di incenso che impregnava i muri e spingeva al raccoglimento e alla preghiera. Si diceva che nei sotterranei fossero sepolti i sacerdoti succedutisi nella parrocchia e le botole sul pavimento davano un brivido, con quel loro alone di mistero.

A inizio della navata c’era il confessionale, dove avevamo confidato i primi turbamenti, e più avanti i due altari minori in marmo, con qualche capitello e le foglie a sbalzo sul fondo rosso ocra. Su uno un grande crocifisso e sull’altro una madonna su tela annerita dal tempo. Candelieri a muro in ottone, con le lampadine al posto delle candele, inframmezzavano le immagini della via crucis lungo le pareti, accompagnando il percorso tra i banchi fino all’altare maggiore, sopraelevato rispetto al pavimento centrale e protetto dalla balaustra con le colonnine panciute. Lì ci si inginocchiava per ricevere la comunione, prima che il Concilio consentisse sacrilegamente di prendere l’ostia con le mani per deglutirla con comodo.

L’organo con i suoi tasti ingialliti accompagnava la liturgia solenne in una sinfonia di note sacre per rendere più suggestivo il momento della cerimonia. Il suo suono si miscelava al prolungato scampanellio del chierichetto che alla comunione invitava i fedeli al massimo raccoglimento. I canti in latino rendevano più suggestiva la liturgia e tante donnine stravolgevano le litanie ignorando sia la lingua che l’organo ma si sentivano intimamente partecipi del mistero consacrato.

A sinistra c’era la sacrestia, un locale cui si accedeva anche dall’esterno con dei gradini sopraelevati rispetto a via Roma, arredato con qualche quadro e il vecchio mobile guardaroba con i grossi sportelli. Qui Don Mario Goglia si preparava alla S.Messa circondato da noi ragazzini che lo aiutavamo nel rito della vestizione passandogli i paramenti, il calice e la pisside con le ostie, il cibo consacrato preparato con amore dalle Suore degli Angeli.
Dopo la sconsacrazione la chiesa rimase in piedi ancora qualche anno. Fu a volte occupata da noi ragazzi della filodrammatica per le prove de “La Dilettante” che occupavano le lunghe serate invernali, sotto la direzione attenta di Don Raffaele De Crescenzo, ferroviere pentito, regista per vocazione naturale.

Elio e Augusto Di Carlo, Lorenzo De Francesco, Mimmo Follo, Anselmo Mattei, Gino e Riccardo Affinito, Franco Dante, Angelo Leone, Luigi e Tullio Festa e tanti tanti altri. Personaggi cari ai miei ricordi, pronti a sacrificare mesi e mesi invernali per offrire ai telesini momenti di serenità, provando e riprovando le scene, divertendosi per far divertire, su quel presbiterio sconsacrato e in quella navata vuota impregnata d’incenso, destinata a diventare di lì a poco polvere.

(da Fotogrammi di memoria, Aldo Maturo, Ediz.Nous 2013)

1969  Benevento, piazza DuomoBar Sport in piazza Duomo. In una foto del 1962 i bar erano due, uno accanto all’altro; nel...
13/11/2024

1969 Benevento, piazza Duomo

Bar Sport in piazza Duomo. In una foto del 1962 i bar erano due, uno accanto all’altro; nel 1969 il “Bar Duomo” che era nel secondo locale nella foto partendo da sinistra, non c’è più.

Un signore davanti al Bar Sport porta il lutto con la fascia nera al braccio; si tratta di un usanza non più frequente nei tempi attuali; il lutto si portava anche col bottone al petto, una spilla con un tondo rivestito di stoffa nera.

Il manifesto di promozione cinematografica è riferito a “Una ragazza piuttosto complicata” un film italiano del 1969, diretto da Damiano Damiani, con protagonista Catherine Spaak con curiosa apparizione del comico Gigi Proietti, qui un energico fidanzato poi marito geloso.

Fonte foto: sconosciuta

1952  Napoli, stadio a FuorigrottaIl 27 aprile 1952 vengono inaugurati i lavori dello “Stadio Partenopeo” alla presenza ...
11/11/2024

1952 Napoli, stadio a Fuorigrotta

Il 27 aprile 1952 vengono inaugurati i lavori dello “Stadio Partenopeo” alla presenza del Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi su progetto dell'architetto Carlo Cocchia. A sinistra uno dei quattro palazzi del Rione Nicola Miraglia.

Sullo sfondo la collina di Posillipo che verso sinistra digrada in direzione Mergellina mentre a destra sale verso Capo Posillipo. Si notano i primi palazzi di via Manzoni.

I lavori durano sette anni ed all’inaugurazione nel 1959 l’impianto sportivo sarà chiamato “Stadio del Sole”. Successivamente, nel 1963, sarà ribattezzato Stadio San Paolo e, poi, Stadio Diego Armando Maradona nel 2020.

Fonte foto: Archivio fotografico Parisio

1964  Solopaca, corso Stefano CusaniNella scena di vita solopachese si notano alcuni cittadini in sosta davanti al negoz...
09/11/2024

1964 Solopaca, corso Stefano Cusani

Nella scena di vita solopachese si notano alcuni cittadini in sosta davanti al negozio del fotografo Canelli. In secondo piano due preti che salgono in direzione della “piazza” con la Chiesa Madre e due donne con la “langella” in testa per portare l’acqua a casa verso il rione Procusi. Il palazzo a destra, nella foto, è l’ultimo prima del palazzo del Municipio.

Stefano Cusani (1815 – 1846) solopachese da cui prende il nome la strada principale del paese, è stato un filosofo e storico della filosofia. Fu un idealista hegeliano vissuto nel Regno delle Due Sicilie, esponente dell'eclettismo filosofico di Victor Cousin. Scrisse numerosi saggi e note soprattutto di filosofia ma anche di critica letteraria, di musica e di economia.

Fonte testo: Wikipedia
Fonte foto: cartolina

1958  Piedimonte d'Alife, piazza RomaDopo il 1970 Piedimonte d'Alife diventa "Piedimonte Matese".Nel IX secolo si formò ...
07/11/2024

1958 Piedimonte d'Alife, piazza Roma

Dopo il 1970 Piedimonte d'Alife diventa "Piedimonte Matese".

Nel IX secolo si formò il primo nucleo abitato di Piedimonte, stretto attorno alla chiesetta di San Giovanni e situato in posizione dominante e di controllo della piana Alifana e della valle del Volturno. Il piccolo borgo in quel periodo dipendeva dai conti longobardi di Alife.

Nel corso dei secoli IX e X la popolazione del piccolo insediamento aumentò grazie ai profughi provenienti dalla piana alifana, devastata dalle incursioni saracene. In questo periodo si formò anche il borgo di Vallata che nei secoli successivi, grazie all'espansione urbanistica, si unirà a quello di S. Giovanni formando un unico abitato. Nel X secolo è documentata anche l'esistenza del casale di Sepicciano, diventato poi frazione di Piedimonte.

Fonte immagine: cartolina postale

1962  Benevento, piazza DuomoGrazie a Luigi Minicozzi, l'iniziale titolo di "Benevento via Posillipo" è stato corretto. ...
04/11/2024

1962 Benevento, piazza Duomo

Grazie a Luigi Minicozzi, l'iniziale titolo di "Benevento via Posillipo" è stato corretto. Si tratta della parte bassa di Corso Garibaldi di fronte al Duomo, esattamente dove ora sorge quella costruzione tanto contestata che è stata denominata "Mamozio".

Il titolo "piazza Duomo" è appropriato perché fa subito intendere lo slargo davanti alla Cattedrale con la "Pizzeria Romana" e "l'Upim" che ora non c'è più. In realtà Benevento non ha una "piazza Duomo": lo spazio raffigurato nella foto è una parte di Corso Garibaldi che parte da piazza Bartolomeo Pacca (piazza Santa Maria) e sale fino alla Rocca dei Rettori.

Si nota il Bar Duomo e, poco più avanti, un altro bar con pubblicità "Cinzano" e "Martini", entrambi con il frigo all'esterno. In primo piano l’immancabile 600 Fiat, una Lambretta ed una Fiat 1100 E (grazie Enzo Berti). Tra i tanti manifesti nella foto si notano quelli di promozione cinematografica: Tre contro tutti (Sergeants 3) è un film del 1962 diretto da John Sturges. "Marte, Dio della Guerra" sempre del 1962, diretto da Marcello Baldi. Suspense (The Innocents) e Fior di Loto sono due film del 1961.

Fonte foto: Luigi Minicozzi

1950 Benevento, Piazza Piano di CorteA Benevento i quartieri longobardi sorsero intorno alla sede del potere dei duchi l...
31/10/2024

1950 Benevento, Piazza Piano di Corte

A Benevento i quartieri longobardi sorsero intorno alla sede del potere dei duchi longobardi, la "curs ducis" insediata sin dal sec. 6° nel praetorium romano e ricordata dal toponimo medievale "planum curiae", corrispondente all'odierna Piano di Corte.

Centro politico e culturale della città dei longobardi era il Sacrum Palatium, la Reggia dei Duchi, la sede della Corte Longobarda, che si trovava in quella che oggi si chiama ancora Piazza Piano di Corte.

Oggi il Sacrum Palatium non esiste più, ma probabilmente si trovava al di sotto dell’attuale Palazzo Zamparelli, che domina la parte più alta della piazza.

Attorno alla corte furono erette diverse abitazioni nobiliari, riservate agli Arimanni, i nobili armati di sangue longobardo, tutte con giardino interno, alcuni dei quali sono ancora oggi annessi a ville private. Col tempo i giardini furono soppiantati da edifici più moderni, ma l’atmosfera medievale del quartiere è rimasta intatta.

A partire da Piazza Piano di Corte si sviluppano quattro strade che portano a:
– Piazza Santa Sofia, dove si erge l’omonima Chiesa, completata nel 762 da Arechi II e divenuta lo scorso anno Patrimonio Mondiale dell’Umanità;
– Piazza Arechi II, già conosciuta come Piazza Vari, attualmente sede dell’Università degli studi del sannio e del Conservatorio;
– l’Arco di Traiano, che all’epoca dell’arrivo dei longobardi in città era già inglobato all’interno delle mura difensive e che costituiva la principale porta di accesso alla città;
– Piazza Federico Torre, di formazione postuma, che si trova alla fine di Via Bartolomeo Camerario, una delle strade principali della città longobarda.

Fonte testo: Benevento Longobarda
Fonte foto: Benevento c’era una volta

1960  Benevento, Posta centraleIl Palazzo delle Poste fu inaugurato nel 1932 su progetto di Angiolo Mazzoni, ideatore di...
28/10/2024

1960 Benevento, Posta centrale

Il Palazzo delle Poste fu inaugurato nel 1932 su progetto di Angiolo Mazzoni, ideatore di molte stazioni ferroviarie negli anni '30. Via delle Poste nel 1960 era il terminal bus per le "corriere" che arrivavano da tutta la provincia; questo spiega l'enorme importanza degli uffici della Poste come "centralità" della città.

Si vedono in lontanaza alcuni modelli di torpedoni; forse sono troppo lontani per azzardare un riconoscimento di marca e tipo.

Recentemente, nel 2022, il Palazzo delle Poste di Benevento è stato ristrutturato grazie al progetto “Cento facciate” di Poste Italiane, un’iniziativa pensata per favorire il recupero e restauro delle facciate esterne di 100 edifici di proprietà di Poste Italiane in tutta Italia.

I lavori hanno permesso il recupero e restauro dei prospetti esterni dell’edificio storico al fine di restituirgli l’originale bellezza architettonica.

Fonte foto: Cartolina

1929  Capri, via AcquavivaVia Acquaviva è il primo tratto della scalinata che dalla piazzetta va al mare, a Marina Grand...
25/10/2024

1929 Capri, via Acquaviva

Via Acquaviva è il primo tratto della scalinata che dalla piazzetta va al mare, a Marina Grande.

Fonte foto: Lehonardt Walter

1947  Sorrento, corso ItaliaLa cartolina riporta il timbro del 1947 ma la foto potrebbe essere precedente. Chiedo, come ...
21/10/2024

1947 Sorrento, corso Italia

La cartolina riporta il timbro del 1947 ma la foto potrebbe essere precedente. Chiedo, come al solito, la consulenza degli esperti per conoscere marca e tipo delle auto parcheggiate.

In questo periodo e precisamente nel luglio del 1944 si iniziava la costruzione del tronco ferroviario Castellammare-Terme-Sorrento e il quotidiano “Risorgimento” del 10 ottobre 1945 può annunciare che i lavori procedono alacremente per prolungare la ferrovia sino a Sorrento. Il 12 ottobre 1945 è completata la galleria Seiano-Meta.

Il 6 gennaio 1948 si inaugurano il tronco della Circumvesuviana da Castellammare Terme a Sorrento e il raddoppio dei binario tra Torre del Greco e Torre Annunziata. Nello stesso giorno, 6 gennaio 1948, la tranvia elettrica Castellammare – Sorrento, ormai inutile doppione della veloce Circumvesuviana, cessa l’esercizio.

Fonte testo: EAV in viaggio

1900  Napoli, S.FerdinandoPiazza San Ferdinando nel 1919 assunse l'odierna denominazione, piazza Trieste e Trento, in ce...
19/10/2024

1900 Napoli, S.Ferdinando

Piazza San Ferdinando nel 1919 assunse l'odierna denominazione, piazza Trieste e Trento, in celebrazione della vittoria italiana nella prima guerra mondiale.

La chiesa di San Ferdinando è conosciuta anche come chiesa degli artisti per i vari funerali di personaggi famosi che vi si celebrano. L'interno è noto soprattutto per gli affreschi barocchi di Paolo De Matteis della fine del Seicento.

Simpatiche le pubblicità del 1900 per Il Mattino e per le Acque di Telese.

La chiesa, che originariamente doveva essere dedicata a san Francesco Saverio, venne eretta dai gesuiti agli inizi del Seicento dietro un donazione di 39.000 ducati eseguita dalla viceregina Caterina de La Cerda y Sandoval, vedova di Pedro Fernández de Castro, conte di Lemos e viceré a Napoli dal 1610 al 1616.

La costruzione fu compiuta a più riprese e con modifiche dei vari progetti, i quali furono in totale tre. Il primo disegno, simile all'impianto attuale dell'edificio, fu eseguito dal gesuita padre Agatio Stoia e prevedeva solamente due cappelle per lato; tuttavia seppur il progetto non fu mai messo in pratica, alcune soluzioni previste dal piano furono comunque riutilizzate nelle successive proposte, culminate poi nel terzo ed ultimo progetto fanzaghiano, approvato il 15 dicembre 1635, dove confluirono intanto anche le idee di Giovan Giacomo di Conforto, realizzatore del secondo progetto.

Fonte testo: Wikipedia

1933  Porto di SorrentoIl confronto con il porto di oggi si può osservare con la foto di Google presente nei commenti. S...
17/10/2024

1933 Porto di Sorrento

Il confronto con il porto di oggi si può osservare con la foto di Google presente nei commenti. Sarebbe interessante scoprire marca e tipo delle due antiche automobili presenti nella foto. Per incoraggiare i nostri esperti di auto allego due ingrandimenti nei commenti.

Agli inizi del '900, partendo dal centro di Sorrento, si raggiungeva il mare attraverso la Porta della Marina di Capo Cervo (l'attuale Marina Piccola). Il passaggio fu interrotto per lasciare spazio ad un doppio tornante carrabile che deturpò l'antica gradinata e parte delle case dei pescatori, per realizzare il porto.

Nel periodo fascista i comuni sorrentini furono riuniti in un unico comune denominato Sorrento con sede del municipio a Sant’Agnello. Alla caduta del fascismo gli altri comuni ottennero l’autonomia.

Foto di Paul Schulz disegnatore e fotografo tedesco

1880  Vico Equense, fontana dei DelfiniSullo sfondo la Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni dove si venera il santo patrono ...
16/10/2024

1880 Vico Equense, fontana dei Delfini

Sullo sfondo la Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni dove si venera il santo patrono della città, san Ciro, e il santo compatrono, san Giovanni.

Nell’800 i cittadini vicani, stanchi della precaria mancanza d’acqua, chiesero la possibilità, da parte della Real Cassa di Amministrazione, di far costruire nel mezzo del paese una pubblica fontana. Nel 1838 iniziò la gara d’appalto e la sottoscrizione del progetto. L’acqua sarebbe servita anche per l’abbeveraggio dei cavalli.

L’Architetto Raffaele Spasiano la volle ornata di delfini, eseguiti in pietra di taglio di Caserta, detta bianca, e non più di piperno, come aveva affermato nel primo progetto, con pareti interne di intonaco di lapillo e mazzocchia e con un rivestimento di fabbrica con schiuma del Vesuvio e pozzolana vulcanica e con uno scalino in pietrarsa. La data di consegna della fontana, 1844, è incisa sulla base di uno dei delfini.

Fonte testo: Vico Equense On Line
Fonte foto: sconosciuta

1905  Lago di TeleseNel 1930 fu dismessa la linea ferroviaria a vapore a favore di quella elettrica. La cartolina appart...
13/10/2024

1905 Lago di Telese

Nel 1930 fu dismessa la linea ferroviaria a vapore a favore di quella elettrica. La cartolina appartiene ad una serie che l'editore Boccagna ha pubblicato a Telese nel 1905.

Sullo sfondo, la collina si chiama Monte Pugliano; ancora più lontano Monte Acero a sinistra e Monte Monaco di Gioia a destra.

Passa il treno con locomotiva a vapore
di Aldo Maturo

Nel 1901 Vincenzo Vallone (1866-1950) in accordo con l’amico Alfredo Minieri, posiziona nella stazione ferroviaria, un chioschetto fornito di acqua solfurea, per poter dissetare i viaggiatori, nelle soste dei treni e per pubblicizzare così le acque telesine.

Scrive Don Nicola Vigliotti nel suo libro “Telese due millenni”… “Vincenzo Vallone, spinto anche dalla passione che sempre lo animò di propagandare il prodotto telesino, aveva costruito,nei giardini interni della Stazione, un chiosco esagonale in legno con copertura a pagoda per la vendita di sola acqua di Telese in bottiglia o in bicchiere ai viaggiatori affacciati e, gratis, al capotreno e personale, cosa che provocava spesso ritardi alla partenza”.

Aldo Maturo, autore di “Fotogrammi di memoria” ha voluto donare a Telese Terme, suo luogo di origine, una nostalgica raccolta di suoi frammenti di vita. E’ una sorta di galleria della memoria, aperta a quanti hanno vissuto un’altra Telese, per offrire ai vecchi e nuovi concittadini motivi di conoscenza e, forse, di una qualche riflessione.

1925  Cetara, Marina e Torre VicerealeCetara, celebre centro di produzione della colatura di alici, è sempre stato un pa...
11/10/2024

1925 Cetara, Marina e Torre Vicereale

Cetara, celebre centro di produzione della colatura di alici, è sempre stato un paese di pescatori; il suo nome deriva dal latino Cetaria, tonnara, o da cetari, venditori di pesci grossi. Lo stesso vocabolo latino deriva probabilmente dal greco Ketèia, che vuol dire sempre tonnara.

Nel 1551 Cetara fu assalita dalle armate turche che fecero strage di chi non voleva imbarcarsi al loro servizio. Dopo il tragico episodio nel 1567 fu innalzata una possente torre di avvistamento per scongiurare il pericolo arabo. Oggi la torre restaurata è adibita a museo del mare.

Allestito nelle sale della parte inferiore originaria angioina della Torre Vicereale, il primo Museo Cantina dedicato alla Pesca ed alla Colatura di Alici. Si tratta di uno spazio dove riposeranno ed invecchieranno botti antiche e terzigni dove si ripone il prezioso liquido ambrato ottenuto dalla maturazione delle alici sotto sale.

Foto di Paul W. John (1887 Danzica - 1966 Berlino)

1950   AtraniIn questa foto di Konrad Helbig il panorama di Atrani nel 1950 è molto simile a quello di oggi. Poche diffe...
09/10/2024

1950 Atrani

In questa foto di Konrad Helbig il panorama di Atrani nel 1950 è molto simile a quello di oggi. Poche differenze ma una salta agli occhi: la mancanza totale di vegetazione sulle colline sopra il centro abitato. Nei commenti il panorama attuale da Google Earth con il verde che ricopre le alture.

Scrive Andrea Andreotti:
"Conosco bene quella zona, essendoci nato.
Secondo me, la mancanza assoluta di vegetazione era dovuta alla estrema povertà delle comunità rurali, specialmente alla fine della seconda guerra mondiale. I pendii, attualmente ricoperti di alberi di leccio, venivano periodicamente disboscati, dato che i rami di questi alberi sempreverdi venivano utilizzati per la "copertura" dei limoni durante l'inverno, attualmente soppiantati da reti in plastica."

L’edificio bianco al centro della foto e posizionato più in alto rispetto agli altri è la Chiesa della Madonna del Bando. Una piccola costruzione solitaria, aggrappata alla nuda roccia, che spicca con la sua austerità tra la vegetazione e i terrazzamenti naturali, dominando dall'alto l'abitato di Atrani e la valle del torrente Dragone. La Chiesa è distante 750 gradini circa da Atrani, dislocati tra vicoletti animati dall'intima vitalità di questa comunità, terrazzamenti e campagna: un viaggio a ritroso nel tempo, quando la vita procedeva sicuramente in maniera meno frenetica e la spiritualità era espressione di devozione sincera.

Aggiunge Andrea Andreotti:
"Ricordo che anche la zona antistante la Chiesa di Santa Maria del Bando, fino alla metà degli anni cinquanta, era completamente brulla. A partire da quel periodo, iniziò l'usanza che ogni anno, in occasione della "festa degli alberi" gli alunni della scuola elementare di Atrani venivano accompagnati dal Maestro Mario Petrillo (allora Sindaco di Atrani) che ci faceva piantare un nuovo alberello. Grazie a questa iniziativa, attualmente ci sono dei bellissimi cipressi."

Documentata per la prima volta nel 1187 (ma non è da escludersi che potesse esistere già ai tempi della Repubblica Marinara di Amalfi), la Chiesa di Santa Maria del Bando divenne col tempo il luogo in cui venivano proclamati i bandi, ossia i pubblici annunci e le condanne per i malfattori, rivolti alla popolazione.

La leggenda narra che il sito sia stato costruito come voto in seguito a un miracolo operato dalla Santa Vergine che avrebbe salvato un uomo condannato ingiustamente all'impiccagione, episodio tra l'altro raffigurato in un affresco quattrocentesco conservato sull'altare maggiore.

L'edificio sacro è orientato verso est ed è costruito sfruttando un piccolo pianoro di uno sperone di roccia a ridosso delle pareti a strapiombo del Monte Aureo. Le solide pareti esterne, i volumi compatti e le piccole finestre conferiscono alla chiesa l'aspetto esterno di una fortezza, inserito in uno scenario rupestre particolarmente suggestivo.

Fonte testo: https://www.santamariadelbando.it/
Konrad Helbig (1917–1986) è stato un fotografo, storico dell'arte e archeologo tedesco.

1970  Napoli, via Cesario ConsoleIn 5 sulla Vespa al centro di Napoli. Nel 1970 pochi si scandalizzavano per una scena s...
06/10/2024

1970 Napoli, via Cesario Console

In 5 sulla Vespa al centro di Napoli. Nel 1970 pochi si scandalizzavano per una scena simile. Fortunatamente è diventata sempre più restrittiva la tolleranza per le infrazioni al codice della strada.

A Napoli, la strada che da Piazza del Plebiscito va verso il mare è dedicata a Cesario Console; nella terrazza che fiancheggia la via Cesario Console nel 1936 è stata posta una statua di Cesare Augusto. La vespa nella foto va in direzione di Piazza Plebiscito. Sullo sfondo si nota una parte del Maschio Angioino.

Cesario Console è stato un militare italiano ammiraglio della flotta e generale dell'esercito cristiano durante le incursioni saracene in Italia. L’antico culto pagano dell'imperatore Cesare Augusto, e successivamente anche quello dell'ammiraglio Cesario Console, fu sostituito e cristianizzato da San Cesario diacono e martire di Terracina.

A un passo da Piazza del Plebiscito e dal Teatro di San Carlo, nella Chiesa di Santa Brigida si conserva un busto reliquiario di San Cesario.

Fonte foto: Archivio Carbone
Fonte testo: Wikipedia

1954  Vesuvio, Valle del GiganteLa gola tra il Vesuvio ed il Monte Somma si chiama Valle del Gigante proprio perché domi...
04/10/2024

1954 Vesuvio, Valle del Gigante

La gola tra il Vesuvio ed il Monte Somma si chiama Valle del Gigante proprio perché dominata dal profilo di un gigante disteso, la cui parte più vistosa è il famoso "nasone".

Questa “nuova” strada del Vesuvio fu completata nell'autunno 1955 fino a quota mille e questo determinò la soppressione della ferrovia, con smantellamento degli impianti tre anni dopo.

Già nel 1953, le corse della ferrovia Pugliano-Vesuvio erano state limitate a servizi navetta tra l'Eremo e la stazione inferiore della seggiovia, mentre il tratto inferiore rispetto alla centrale elettrica non era più operativo.

Era l’anno 1948, agli albori del boom automobilistico, quando si decise di costruire una strada fino alla vecchia stazione inferiore e di lì una seggiovia. Chiedo agli esperti di individuare marca e tipo dei vieicoli presenti nella foto.

La ferrovia Pugliano-Vesuvio era una linea ferroviaria a trazione elettrica che raggiungeva la stazione di partenza della Funicolare vesuviana alla quota di 753 m s.l.m.

Dopo l'ultima eruzione del 1944, il Vesuvio è fortunatamente in uno stato di quiescenza.

Fonte foto: Archivio Carbone
Fonte testo: Wikipedia

Indirizzo

Via Vomero
Telese
82037

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