Giovanni Forgione - Antiche immagini

Giovanni Forgione - Antiche immagini Non sono graditi atteggiamenti e commenti negativi o non attinenti alle immagini.
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Raccolta di illustrazioni, opere d'arte e video-foto della Campania per rivivere, attraverso testimonianze del passato, la nostra storia e le nostre tradizioni.

1909 Benevento, Torre della CatenaLa torre, a base poligonale e di forma piramidale, era un avamposto difensivo che guar...
18/04/2025

1909 Benevento, Torre della Catena

La torre, a base poligonale e di forma piramidale, era un avamposto difensivo che guardava verso il Ponte Leproso e il fiume Sabato, in prossimità di Port'Arsa. Gli spigoli, fuori squadro, sono costituiti da pietre angolari di calcare locale.

La cinta muraria di Benevento è una delle principali vestigia longobarde della città e costituisce un raro esempio di cinta urbana altomedievale ancora in discreto stato di conservazione.

Ne rimangono oggi alcuni tratti consistenti: uno, che costeggia la strada che prende nome da questa torre (via Torre della Catena), che delimita a sud il quartiere medievale del Triggio.

Un altro tratto, del quale segue l'andamento il viale dei Rettori, costituisce la parte nord del perimetro del Piano di Corte; mentre l'ultimo è l'orlo meridionale della collina del centro storico, in corrispondenza di uno strapiombo sotto il quale si estendono i nuovi quartieri di Benevento.

La prima porzione delle mura fu costruita fra il VI e il VII secolo e interessava solo la riva del fiume Calore, a nord della città. Arechi II nell'VIII secolo invece fortificò anche le sponde del Sabato, includendo edifici romani superstiti come il Teatro. Ulteriori ampliamenti, ma di minore importanza, si ebbero nel 926.

1920 Benevento, Pastificio RummoIl primo maggio 1920 i lavoratori del mulino e della pasta Rummo posano per una foto di ...
11/04/2025

1920 Benevento, Pastificio Rummo

Il primo maggio 1920 i lavoratori del mulino e della pasta Rummo posano per una foto di gruppo. Oggi la storia dell'azienda è ancora costruita sulla gente di Benevento. 74 anni prima di questa foto, nel 1846 Antonio Rummo iniziò a sviluppare l’antica arte del grano a Benevento.

Così una famiglia tiene le mani in pasta da 175 anni.
di Enrico Mannucci (Corriere.it)

«Il primo ingrediente? La nostra storia», recita il dépliant che presenta i 140 formati della pasta Rummo. È vero, verissimo. Però anche nelle disgrazie. Perché nella storia dell’opificio nato sulla riva destra del Sabato, l’acqua, elemento chiave per la qualità di maccheroni e simili, ha parte importante nelle origini e nella fortuna, ma anche nell’esondazione che, un anno fa, ha messo in ginocchio l’economia cittadina e ha invaso di fango e detriti lo stabilimento.

Sono due i fiumi che traversano Benevento, il Sabato e il Calore. E, fin dal Cinquecento, opere idrauliche di canalizzazione ne avevano indirizzato le acque in modo da alimentare un gran numero di mulini (ce n’era uno in ogni casa, secondo un piccolo saggio di Ennio De Simone Le origini di un’azienda familiare: il Molino e Pastificio Rummo, Franco Angeli).

È all’inizio dell’Ottocento che si trova la prima traccia di un Rummo nei documenti cittadini: Agnello, un “mastro ammolatore” dedito anche alla scalpellatura delle mole in pietra per i mulini cittadini. Due dei suoi cinque figli, Angelo e Francesco, del resto, prendono subito la strada di panettieri, rispettivamente nel 1846 e nel 1851.

Un altro fratello, Antonio, continua invece il mestiere del padre, ma da lui discende il ramo familiare che, più avanti, creerà il Pastificio. Infatti, un suo figlio e un suo nipote – Cosimo e Antonio – avviano, e con veloce successo, l’attività di mugnai producendo anche pasta fresca.

Anni '20 Montesarchio Montesarchiodi Gino Di VicoIl nome Montesarchio, secondo alcuni studiosi, è legato al culto di Erc...
06/04/2025

Anni '20 Montesarchio

Montesarchio
di Gino Di Vico

Il nome Montesarchio, secondo alcuni studiosi, è legato al culto di Ercole: la leggenda narra che l’eroe greco sia vissuto in queste zone ed abbia ucciso il Leone in una grotta del monte Taburno nelle famose 12 fatiche, da cui Il nome Mons Arculi o Mons Herculis.

La presenza di una torre cilindrica sulla sommità della collina che sovrasta la cittadina suggerisce l’ipotesi che il toponimo derivi da Mons Arcis. L’ipotesi ritenuta più attendibile vuole che il nome si riferisca a sarculum (sarchio), uno strumento agricolo usato per smuovere la terra la cui forma è ravvisata nell’aspetto del monte.

L’odierno abitato occupa il sito dell’antica Caudium, importante centro sannita preromano; il borgo antico risale alla dominazione longobarda.

Nel corso del tempo la cittadina è stata posseduta da diversi Signori: Manfredi di Svevia la concesse a Giacomo D’Acquino, Carlo I d’Angiò la passò a Giovanni della Leonessa, Ferrante d’Aragona la vendette a Carlo Carafa.

L’ultimo signore e feudatario fu Avalos d’Acquino, in seguito passata ai Borbone, Ferdinando II trasformò il castello e la torre in prigione di stato, vi furono rinchiusi i patrioti napoletani Pironti, Nisco e Poerio che condannato a 24 anni di ferri, ne trascorse 10 nei bagni penali di Montesarchio.

Un luogo conosciuto che ricorda la guerra goto-bizantina e la Valle dei Greci dove si racconta si sia accampato Attila in una delle sue scorrerie come flagello di Dio.

Un altro luogo, degno di nota, è la località Marruffi dove sorgeva una chiesetta in onore di San Palerio: Palerio nel IX secolo fu vescovo di Telesia, a seguito delle invasioni dei saraceni, questi fuggì da Telesia rifugiandosi sulle montagne irpine.

Nel 1712, nel territorio di San Martino Valle Caudina furono rinvenute due lapidi all’interno di una chiesa diroccata da alcuni muratori che cercavano materiale per fabbricare una casa di campagna. Sulle lapidi vennero rinvenute delle epigrafi che ricordavano che in quel posto era stato seppellito S. Palerio vescovo di Telese insieme a S. Equizio suo compagno.

Nel luogo dove furono trovate le spoglie dei due religiosi, venne edificata una chiesetta dedicata ai due santi dopo una lunga contesa tra i sammartinesi ed i montesarchiesi per dove si dovesse realizzare la chiesa.

Non addivenendo ad un accordo sul luogo dove erigere il tempio, i due contendenti decisero di caricare su di un carro, trainato da buoi, le spoglie dei santi, stabilendo che la direzione presa da questi fosse quella in cui si sarebbe realizzata la chiesetta: i buoi si mossero in direzione S.Martino mettendo fine alla disputa.

Il 5 novembre 1797, il vescovo Lupoli ricevette dall’arcivescovo di Benevento Francesco Maria Banditi una clavicola di ciascuno dei due santi che fece custodire in appositi reliquiari nella Cattedrale di Cerreto Sannita. I reliquiari vennero consacrati solennemente il 5 novembre 1797 a Cerreto Sannita; accadde che durante la cerimonia una donna partorì un bambino che fu battezzato con il nome di “Palerio”.

Il 15 giugno del 1990, una rappresentanza della comunità di San Martino Valle Caudina donò alla diocesi di Cerreto Sannita nuove reliquie dei due santi che sono esposte accanto alla statua di S. Palerio nella ca****la del Crocifisso della Cattedrale.

Fonte immagine: rivista Touring Club del 1936

1890  Napoli, panorama da PosillipoIl titolo dell’opera di Hermann David Salomon Corrodi è: Sulla strada per il mercato ...
31/03/2025

1890 Napoli, panorama da Posillipo

Il titolo dell’opera
di Hermann David Salomon Corrodi è:
Sulla strada per il mercato di Napoli

Non è semplice trovare il punto preciso nella Napoli di oggi. Il palazzo in basso sul mare sembrerebbe quello di Donn’Anna. Siamo a via Posillipo ma non è chiaro il luogo esatto.

Hermann David Salomon Corrodi nacque il 23 luglio 1844 a Frascati, in Italia. Era figlio di Salomon Corrodi, un pittore svizzero che lo introdusse all'arte in tenera età e gli instillò l'amore per i paesaggi.

Corrodi si è formato all'Accademia di Belle Arti di Ginevra, dove ha perfezionato le sue tecniche di realismo e ha sviluppato un interesse per la cattura di ambienti diversi. All'inizio della sua carriera, Corrodi viaggiò molto in Europa, Medio Oriente e Nord Africa: esperienze che influenzarono profondamente la sua scelta dei soggetti e il suo approccio stilistico.

Anni '20 Benevento, Piazza BissolatiDifficile la datazione di questa foto.Fonte foto: BeneventoceraunavoltaManca la chie...
23/03/2025

Anni '20 Benevento, Piazza Bissolati

Difficile la datazione di questa foto.
Fonte foto: Beneventoceraunavolta

Manca la chiesetta di Sant'Onofrio demolita nel 1925. La stazione ferroviaria è quella antecedente al 1943, quando fu distrutta dai bombardamenti. Un ragionamento semplice potrebbe far pensare all'intervallo 1925-1943 come periodo dello scatto.

La mancanza però del monumento a Dante, eretto nel 1921 e distrutto nel 1943 fa cadere il ragionamento precedente.

Scrive Franco Razzano: altra testimonianza è la ciminiera che si vede sulla destra , li vi era un'attività artigianale che fu distrutta dai bombardamenti del 43. le altre ciminiere sulla sx sono la prima del biscottificio Serino e in fondo qella di Alberti.

Inizi '900 Solopaca, Ponte Maria CristinaIl primo ponte fu inaugurato il 5 aprile 1835 alla presenza del Re Ferdinando I...
20/03/2025

Inizi '900 Solopaca, Ponte Maria Cristina

Il primo ponte fu inaugurato il 5 aprile 1835 alla presenza del Re Ferdinando II delle Due Sicilie e della sua prima moglie Maria Cristina di Savoia (alla quale tuttora è intitolato).

Il ponte venne fornito anche di un custode che impediva il passaggio di mezzi superiori alle 2,5 tonnellate. Nel 1852 a seguito di una alluvione il ponte subì gravi danni ma venne prontamente riparato.

Il 4 ottobre 1943 i tedeschi in risalita fecero saltare l'antico ponte pensile provocando anche la morte di diverse persone. La ricostruzione avvenne nello stesso sito della precedente architettura ma con una struttura completamente diversa ed in cemento armato.

Il cantiere della Ferrobeton iniziò nella primavera del 1946 e terminò nell'autunno del 1947 quando venne collaudato ed inaugurato.

1926  Montesarchio, Santa Maria di CostantinopoliChiesa di Santa Maria di Costantinopoli e convento dei Frati Cappuccini...
18/03/2025

1926 Montesarchio, Santa Maria di Costantinopoli

Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e convento dei Frati Cappuccini. Nel 1926, l’immobile fu destinato a Colonia montana estiva intitolandola a Clino Ricci.

Il convento fu costruito nel 1577 e fu consacrato e reso solenne dal Cardinale Orsini il 27 settembre 1687.

Durante la II Guerra Mondiale, fu utilizzato come ospedale e poi abbandonato. Oggi l’area è chiusa e versa in stato di abbandono, ridotto a poco più di un rudere.

La chiesa, pur nella devastazione, è l’unica parte che mostra qualche segno del passato con parte degli altari, il coro, alcuni stucchi e decorazioni ancora presenti.

Sul portale, ancora quello originale, c’è l’effige di una madonna in discreto stato. Il convento, invece, ha ancora davvero poco del suo antico splendore con il chiostro ridotto ad uno scheletro con al centro il suo pozzo.

Il campanile non ha più la campana ed il medaglione che ospitava un bassorilievo poco sotto è ormai solo una voragine. Unica cosa rimasta è una semplice croce di ferro sulla sommità.

Fonte foto: sconosciuta
Fonte testo: esserealtrove.it

1964  Telese, incidente al km 66Siamo all’ingresso di Telese sulla statale Sannitica da Napoli a Campobasso. Non è chiar...
15/03/2025

1964 Telese, incidente al km 66

Siamo all’ingresso di Telese sulla statale Sannitica da Napoli a Campobasso. Non è chiara la dinamica dell’incidente che ha coinvolto l’auto in primo piano.

Dovrebbe essere una Fiat 1300, ma come al solito attendo la conferma dei nostri esperti. Il palo pubblicitario dell’AGIP sembra leggermente inclinato per il colpo subito.

Scrive Andrea Marquez: "Credo si tratti di una Cortina MK 1".
Risposta: "Andrea Marquez Grazie! il profilo è proprio quello della Ford Cortina con lo spigolo laterale posteriore in evidenza".

L’immancabile capannello dei curiosi rende difficoltosi anche i soccorsi. Questa zona di via Roma appartiene alla Telese medievale ricostruita dopo la distruzione della Telesia romana.

1880  Vietri sul MareFoto di Giorgio SommerVietri sul Mare è la prima perla della Costiera Amalfitana venendo da Salerno...
13/03/2025

1880 Vietri sul Mare

Foto di Giorgio Sommer

Vietri sul Mare è la prima perla della Costiera Amalfitana venendo da Salerno e quindi ne rappresenta il territorio più orientale nonché il comune più popolato.

Storicamente viene identificata con l'antica Marcina, un insediamento costiero etrusco-sannita divenuto successivamente un porto degli antichi romani utilizzato dalle navi che trasportavano prodotti agricoli e vino dei territori dell'agro nocerino-sarnese.

I suoi paesaggi mozzafiato e l’antica arte ceramica, risalente al 1600 e simbolo di questa terra, rendono questo borgo un vero e proprio gioiello. Il centro storico è un luogo magico, in cui la ceramica è la protagonista indiscussa mentre i due belvedere regalano panorami meravigliosi.

Fonte testo: Travelmar

1933  Pompei, trattoria SchinizzoPiazzale adiacente al Santuario di Pompei (Santuario della Beata Vergine Maria del Sant...
08/03/2025

1933 Pompei, trattoria Schinizzo

Piazzale adiacente al Santuario di Pompei (Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei).

Carrozzelle per i turisti immortalate dal fotografo tedesco Paul Schulz. La trattoria Schinizzo con giardino, al centro della foto, oggi non è più attiva.

Si intravedono due mezze sagome di auto che i nostri esperti sapranno definire.

Sullo sfondo i Monti Lattari con la cima di Monte Cerreto 1313 mslm. Il Molare (monte San Michele 1444 mslm) è più a destra fuori inquadratura.

1929  Porto di IschiaIl porto di Ischia era un lago di origina vulcanica, separato dal mare da una piccola striscia di s...
06/03/2025

1929 Porto di Ischia

Il porto di Ischia era un lago di origina vulcanica, separato dal mare da una piccola striscia di sabbia. Al suo interno un isolotto chiamato di Marco Aurelio.

Nel 1854 Ferdinando II di Borbone che, come suo nonno, era particolarmente affezionato all’Isola, inaugurò il porto d'Ischia davanti a una folla in festa.

Da allora il 17 settembre per gli ischitani è una data più importante del Natale e del Capodanno.

Foto di Schimmer Fritz
Testo di storienapoli

1880  Sorrento, panorama dal CapoFoto di Giorgio Sommer scattata dal promontorio di Capo di Sorrento. Siamo a picco sull...
27/02/2025

1880 Sorrento, panorama dal Capo

Foto di Giorgio Sommer scattata dal promontorio di Capo di Sorrento. Siamo a picco sulla spiaggia della Tonnarella.

Capo di Sorrento è ad ovest di Sorrento. Il promontorio roccioso, chiamato Punta del Capo, presenta testimonianze storiche di pregio, come le rovine della villa romana di Pollio Felice, risalente al I secolo a.C.

Al destra nella foto, subito dopo i due protagonisti, una altura con i giardini di villa Tritone. Nella Villa, all'epoca sede dell'ambasciata d'Olanda visse Benedetto Croce fra il 1943 e il 1945. Oggi, Villa Astor è un lussuoso Hotel.

Sul finire dell'Ottocento la proprietà venne acquistata dai baroni calabresi Labonia che iniziarono a sistemare il giardino e vi edificarono una villa. La vera trasformazione di questo ambiente si deve all'ambasciatore William Waldorf Astor, visconte di Hever Castle in Inghilterra, subentrato ai Labonia agli inizi del XX secolo. Ne nacque un romantico parco all'inglese, ricco di una lussureggiante vegetazione e arredato con una magnifica collezione di reperti archeologici.

Fuori inquadratura e all'estremità della punta di Capo di Sorrento, che separa la città dalla Baia di Puolo, si trovano i Bagni della Regina Giovanna d’Angiò.

Dal punto di vista storico a Capo di Sorrento da citare anche una palazzina barocca dei Conti Correale di Terranova (Villa Sorito), la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, Villa “La Rufola”, la chiesa La Purità e la Ca****la di S. Maria di Costantinopoli.

Anni ‘50  provincia di SalernoScena immaginaria riprodotta in miniatura. La foto è tratta dalla bellissima raccolta di M...
26/02/2025

Anni ‘50 provincia di Salerno

Scena immaginaria riprodotta in miniatura. La foto è tratta dalla bellissima raccolta di Mario De Innocentis che realizza diorami di paesaggi ed ambientazioni urbane. Una pagina Facebook spettacolare da visitare:
https://www.facebook.com/mdmodelsanddioramas

Chiedo agli esperti... a quale auto si riferisce il modellino?
Scrive Pierpaolo Petrone: Fiat 1100 prima serie.

In effetti su Wikipedia si parla della 1100 del 1937 soprannominata "Musone" che somiglia molto al modello nella foto di questo post.

1945  Atrani, Statale AmalfitanaIn questa foto del tedesco Paul Schulz, la strada Amalfitana prima della realizzazione d...
24/02/2025

1945 Atrani, Statale Amalfitana

In questa foto del tedesco Paul Schulz, la strada Amalfitana prima della realizzazione del tunnel Atrani-Amalfi. Il famoso ristorante "da Zaccaria" non esiste ancora ma le stanzette sono già scolpite nella roccia.

Nella mappa, allegata nei commenti, si nota il tratto originale della strada statale che aggira le rocce e segue la linea della costa. Dopo il 1945, data di questa foto, non so in che anno la galleria sia stata realizzata. Forse qualche esperto sapra rispondermi.

Scrive Andrea Andreotti: Probabilmente la galleria fu ultimata nel 1954.

Il livello della "Amalfitana" in questa foto del 1945, è in linea con alcune stanzette ricavate nella roccia che poi diventeranno il famoso "Ristorante da Zaccaria" nel 1977.

Il successivo declassamento di questo tratto di strada, dopo la realizzazione del tunnel, ha visto nascere una nuova strada, via Gabriele Di Benedetto, con la discesa a mare.

L'abbassamento della originaria sede stradale dell'Amalfitana, ha "sospeso" una stanzetta (vedi nei commenti) ed ha creato uno spiazzale ed una scalinata su di un'altra stanzetta che sono, poi, diventate caratteristiche del Ristorante da Zaccaria.

1895  Guardia Sanframondi, via Costarellae chiesa dell'Annunciata-Ave Gratia PlenaSulla sinistra i pini e la vegetazione...
23/02/2025

1895 Guardia Sanframondi, via Costarella
e chiesa dell'Annunciata-Ave Gratia Plena

Sulla sinistra i pini e la vegetazione fanno parte del vallone Ratello che nasce alle pendici di Toppo Capomandro. Dopo aver attraversato il centro abitato, il Ratello defluisce a valle e sfocia nel fiume Calore.

Alle spalle del fotografo il Convento di San Francesco. Nella zona pianeggiante, antistante la chiesa di San Franceco, la presenza di un giovane Francescano in primo piano nella foto. La colonna con la croce è ancora oggi allo stesso posto, come si vede dalla foto di Google Street View nei commenti..

Il campanile a centro della foto è quello dell’Annunciata.
La chiesa dell'Annunciata-Ave Gratia Plena venne edificata a devozione dei cittadini di Guardia tramite atto notarile dell'8 maggio 1430 quando risultò essere necessaria la costruzione di una nuova chiesa dato che quella di Sant'Angelo in Castello era ormai cadente.

Terminata nel 1430, fu ingrandita nel 1511 e prima del 1637 ma crollò del tutto a seguito del terremoto del 5 giugno 1688 per essere poi ricostruita in forma diversa. Venne consacrata tardi, solo nel 1780 da monsignor Gentile.

Cartolina con data sconosciuta. Chiedo ai miei amici guardiesi di assegnare un periodo storico preciso. Chiedo anche conferma della strada a destra con le scale che dovrebbe essere via Costarella.

Scrivono Dora Foschini e Nicola Di Donato:
Quella a destra è Via Costarella che porta sul ponte Ratello.
La foto sicuramente è stata scattata tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900.

Conca dei Marini, Monastero di Santa RosaData sconosciuta della foto. Foto e testo: monasterosantarosa.it Eretto alla fi...
21/02/2025

Conca dei Marini, Monastero di Santa Rosa

Data sconosciuta della foto.
Foto e testo: monasterosantarosa.it

Eretto alla fine del diciassettesimo secolo, il monastero fu edificato per volontà di suor Rosa Pandolfi, discendente della nobile famiglia Pontone di Scala che si era stabilita a Conca dei Marini. L’antica chiesa di Santa Maria di Grado, tristemente in rovina, fu donata a suor Rosa. Disponendo dei mezzi necessari, finanziò la costruzione del monastero accanto alla chiesa, per ospitare le “sacre vergini”. Terminato nel 1681, il convento fu dedicato a Santa Rosa da Lima.

Nel corso degli anni le religiose furono di sostegno alla popolazione locale in più modi. Fecero scavare un acquedotto che dal monte Vocito riforniva il convento e da lì giungeva fino a piazza Olmo, nel centro del paese.

Un’iscrizione commemorativa accanto alla fontana che vi zampilla ricorda tuttora quel gesto di generosità.

Le suore svilupparono un’attività redditizia con la spezieria, preparando medicinali e rimedi per le malattie più comuni con i fiori e le erbe officinali dei propri giardini.

E divennero note anche per le doti culinarie: a loro si deve la ricetta della celebre Sfogliatella Santa Rosa, oggi un classico della pasticceria napoletana, che idearono per lenire i dolori di stomaco della madre superiora.

Poco dopo la metà del 1800, a seguito delle leggi di eversione dell’asse ecclesiastico, il monastero fu soppresso passando di proprietà al Comune, che consentì alle suore che vi abitavano di restarvi sino alla morte.

Nel 1924 il complesso fu acquistato dall’imprenditore alberghiero Massimiliano Marcucci, che ne intuì il valore storico e il pregio architettonico: lo comprò e lo trasformò in un hotel di lusso.

Ben presto rinomato per l’atmosfera di serenità e semplicità propri del monastero che fu, divenne uno dei 39 Relais Château in Italia. Il motto dell’hotel era “In ogni finestra il sole, da ogni finestra il mare”.

Dopo la morte dell’ultimo discendente della famiglia Caterina, che era succeduta ai Marcucci, il complesso fu nuovamente abbandonato. Il passato di magnifica accoglienza e la gloriosa storia dell’imponente struttura a picco sulla scogliera erano già diventati un lontano ricordo.

Nel 2000 l’imprenditrice americana Bianca Sharma, durante una crociera nel Golfo di Salerno, fu colpita della massiccia costruzione che dominava lo spettacolare promontorio sopra di lei.

Lo sguardo si soffermò su quel monastero maestoso eppure in degrado, disteso sulla rupe nella quale quasi scompariva. Se ne innamorò al punto da acquistare la proprietà e trasferirsi sulla Costiera Amalfitana per seguire il minuzioso restauro che, nell’arco di dieci anni, lo avrebbe trasformato in un lussuoso boutique hotel.

Anni '60  Vettica Maggiore, PraianoPalazzo delle Poste sulla Statale Amalfitana. Nell'angolo della piazzetta con la font...
18/02/2025

Anni '60 Vettica Maggiore, Praiano

Palazzo delle Poste sulla Statale Amalfitana. Nell'angolo della piazzetta con la fontana parte verso sopra la Rampa Francesco Russo.

Probabilmente la Statale Amalfitana è stata allargata anche se la sede attuale non è molto ampia nello stesso punto. Siamo al di sopra della chiesa di San Gennaro, come si può notare nelle immagini di Google allegate nei commenti.

La frazione di Vettica Maggiore è la parte che si affaccia su Capri e Positano, mentre la zona verso Salerno è semplicemente Praiano.

Scrive Aldo Cinque: Nella toponomastica attuale della Costa d’Amalfi ricorre due volte il nome Vettica: V. Minore – che è frazione del comune di Amalfi – e V. Maggiore, che è frazione di quello di Praiano. Nei secoli della cosiddetta Repubblica Marinara, le due località erano entrambe dei casali di Amalfi, dato che il territorio di quest’ultima si estendeva lungo la costa da Maiori, a Ovest, ai confini di Positano a Est.

1870  Amalfi, Valle dei MuliniFoto di Giorgio SommerNella Valle dei Mulini di Amalfi, sorgevano i mulini per macinare il...
14/02/2025

1870 Amalfi, Valle dei Mulini

Foto di Giorgio Sommer

Nella Valle dei Mulini di Amalfi, sorgevano i mulini per macinare il grano. La continuazione verso Pontone della Valle dei Mulini, solcata dal fiume Canneto, è chiamata Valle delle Ferriere; queste erano produttrici di carta. In quest'ultima valle vi cresce una rara specie di felce, la Woodwardia radicans.

Lungo la "Valle dei Mulini e delle Ferriere" sorsero delle cartiere per la presenza di abbondante acqua. Questo e la facile reperibilità della stoffa, grazie alla fiorente attività commerciale dell'epoca, fecero di Amalfi una delle più importanti cartiere. Dal XV secolo aumentò la necessità di documenti pubblici e privati ​​e ciò determinò l'installazione di nuove cartiere.

L'attività delle cartiere continuò a prosperare anche dopo il declino politico della città, soprattutto per l'alta qualità della carta prodotta e i produttori locali erano così ricchi e potenti da fondare la "Congrega dei Cartari".

Indirizzo

Via Vomero
Telese
82037

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