Giovanni Forgione - Antiche immagini

Giovanni Forgione - Antiche immagini Non sono graditi atteggiamenti e commenti negativi o non attinenti alle immagini.
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Raccolta di illustrazioni, opere d'arte e video-foto della Campania per rivivere, attraverso testimonianze del passato, la nostra storia e le nostre tradizioni.

1933  Capri, Marina GrandeL'autore della foto, il tedesco Paul Schulz, era sia disegnatore che fotografo. Nel suo viaggi...
07/02/2025

1933 Capri, Marina Grande

L'autore della foto, il tedesco Paul Schulz, era sia disegnatore che fotografo. Nel suo viaggio in Campania nel 1933 l'artista ha scattato diverse foto sia sulle isole del golfo di Napoli che sulla pen*sola sorrentina ed amalfitana.

1888 Napoli, via CaraccioloMappatella beach alla rotonda Diaz. Il confronto con Google Earth conferma che si tratta dell...
04/02/2025

1888 Napoli, via Caracciolo

Mappatella beach alla rotonda Diaz. Il confronto con Google Earth conferma che si tratta della spiaggetta di fronte all’attuale rotonda Diaz in via Francesco Caracciolo.

Il pittore tedesco Oswald Achenbach che ha ritratto molte scene e panorami di Napoli, è posizionato in questa occasione di fronte al Vesuvio ed al profilo di Pizzofalcone.

Oswald Achenbach (1827-1905) era un pittore tedesco associato alla scuola di pittura di Düsseldorf. Sebbene oggi sia poco conosciuto, durante la sua vita fu annoverato tra i più importanti pittori paesaggisti d'Europa. Attraverso le sue attività di insegnante, influenzò la Kunstakademie Düsseldorf. Suo fratello, Andreas Achenbach, che era dodici anni più grande, fu anche tra i più importanti pittori paesaggisti tedeschi del XIX secolo.

Testo grandenapoli:
I napoletani conoscono bene l’arte dell’arrangiarsi, ma soprattutto quella dell’autoironia. Infatti, “ridendo” anche della miseria, hanno denominato questa spiaggia "Mappatella" per la quantità di persone con la cosiddetta mappatella, ovvero le scorte di cibo portate da casa, per trascorrere una completa e soddisfacente giornata di mare.

1880  Amalfi vista dai CappucciniPer godere di questa vista e per poter fare la stessa foto è necessario salire nella zo...
28/01/2025

1880 Amalfi vista dai Cappuccini

Per godere di questa vista e per poter fare la stessa foto è necessario salire nella zona del vecchio convento dei Cappuccini. Oggi il Grand Hotel Anantara dà nuova vita a uno dei monumenti più iconici della Costiera Amalfitana. A pochi minuti da Piazza del Duomo e affacciato sul porto ha una posizione è impareggiabile e gode di un’ambientazione spettacolare.

Il Convento sorgeva attaccato ad una grotta, poi venuta giù formando in pratica la spiaggia, sul colle Falconcello. Si trattava di un Cenobio fondato dall’amalfitano Pietro Capuano nel XIII secolo. Prima abitato dai monaci cistercensi, nel 1583 affidato ai frati cappuccini che vi restarono per oltre due secoli.

Fu nel 1885 che, per la prima volta, questa imponente struttura fu utilizzata come albergo. Da allora lo è sempre stato, per fortuna con continui interventi che ne hanno sempre rispettato l’identità ed i tesori. Oggi c’è il Grand Hotel Anantara.

Foto di Giorgio Sommer

1954  Vettica Minore, terrazzamenti con sfondo di AmalfiLa foto di Helbig Konrad, è intitolata: "Positano,  vista sui pe...
23/01/2025

1954 Vettica Minore, terrazzamenti con sfondo di Amalfi

La foto di Helbig Konrad, è intitolata: "Positano, vista sui pendii terrazzati delle scogliere". E' evidente che il fotografo tedesco quando ha riordinato la collezione di foto fatte in costiera nel 1954 abbia fatto un po' di confusione. Siamo a Vettica Minore.

Il toponimo Vettica Minore, nato all'epoca del ducato di Amalfi, deriverebbe dal vocabolo latino vectigal e Pizzula o Minor; sarebbe collegato ad una sorta di imposta forse di carattere agricolo.

Vettica Minore, in questa foto, è frazione di Amalfi mentre Vettica Maggiore è frazione di Praiano.

Il palazzo in primo piano è visibile anche oggi con le immagini di Google Earth nei commenti. Amalfi è nascosta dal costone di monte Scorca.

Sopra Amalfi si notano la Torre dello Ziro e l'altura corrispondente a Villa Cimbrone di Ravello.

1900  Napoli, piazza del PlebiscitoPiazza del Plebiscito è la più importante della città, ricca di storia e di arte, vic...
21/01/2025

1900 Napoli, piazza del Plebiscito

Piazza del Plebiscito è la più importante della città, ricca di storia e di arte, vicina al centro storico e al lungomare. Ha una superficie di oltre 25mila metri quadrati, è la più grande piazza di Napoli e una delle maggiori d’Italia.

Siamo agli inizi del '900 anche se la data di questa foto non viene mai riportata con precisione. La chiesa, attorniata dal colonnato imponente è la Basilica di San Francesco di Paola, considerata tra i più importanti esempi di architettura neoclassica italiana. Fu costruita nell’Ottocento per volontà di Ferdinando I delle Due Sicilie dopo la cacciata dalla città di Gioacchino Murat. Il suo colonnato si ispira a quello di San Pietro a Roma, mentre la forma ricorda quella del Pantheon.

1957  Vico Equense, foto di modaLandshoff Hermann fotografa le modelle Eleanor Rowley e Dolores Hawkins. Sullo sfondo La...
20/01/2025

1957 Vico Equense, foto di moda

Landshoff Hermann fotografa le modelle Eleanor Rowley e Dolores Hawkins. Sullo sfondo La chiesa della Santissima Annunziata di Vico Equense.

La prima cattedrale di Vico Equense si trovava sulla spiaggia, nella zona bassa della città, dove sorge l'attuale Marina d'Equa, soggetta però alle incursioni dei pirati: fu così che il centro cittadino venne spostato in una zona più alta e si decise al contempo, per volere del vescovo Giovanni Cimino, di costruire una nuova cattedrale. La nuova chiesa fu eretta agli inizi del XIV secolo, probabilmente tra il 1320 ed il 1330, su un costone roccioso, alto circa novanta metri, a picco sul mare, che affaccia sul borgo marinaro.

Fonte testo: Wikipedia

1860  Amalfi, vallata dei muliniCartiera Gaetano Gambardella in primo piano e Cartiera Gennaro Cotinelli sullo sfondo.Ne...
18/01/2025

1860 Amalfi, vallata dei mulini

Cartiera Gaetano Gambardella in primo piano e Cartiera Gennaro Cotinelli sullo sfondo.

Nello stesso luogo della foto oggi c’è via Cartiere che precede la valle delle Ferriere lungo il rio Canneto.

Lungo la "Valle dei Mulini" sorsero delle cartiere per la presenza di abbondante acqua. Questo e la facile reperibilità della stoffa, grazie alla fiorente attività commerciale dell'epoca, fecero di Amalfi una delle più importanti cartiere. Dal XV secolo aumentò la necessità di documenti pubblici e privati ​​e ciò determinò l'installazione di nuove cartiere.

L'attività delle cartiere continuò a prosperare anche dopo il declino politico della città, soprattutto per l'alta qualità della carta prodotta e i produttori locali erano così ricchi e potenti da fondare la "Congrega dei Cartari".

Fonte testo: europeanpaper

1846  Napoli, piazza del MercatoLa Chiesa del Carmine, a Napoli, è uno di quei monumenti che, se potessero parlare, racc...
15/01/2025

1846 Napoli, piazza del Mercato

La Chiesa del Carmine, a Napoli, è uno di quei monumenti che, se potessero parlare, racconterebbero infinite storie. Infinite voci si rincorrono tra le sue pietre: richiami di venditori, brusii della folla in piazza, urla di condannati a morte.

I napoletani hanno l’abitudine di esclamare, davanti ad una notizia che li stupisce o sconvolge: “Mamma d’ ‘o Carmene!”. La Madonna Bruna, che abita la Chiesa del Carmine, è uno dei principali “appigli” del popolo nelle avversità e nelle situazioni difficili. (espressonapoletano.it)

In primo piano, davanti al campanile, una delle due fontane – obeschi. Sulla sinistra la fontana maggiore, detta anche di Corradino, che è stata presente in piazza fino alla prima metà del XX secolo. Sulla destra piazza del Carmine con la basilica e il campanile. Alle spalle della fontana il blocco di casa dove viveva Masaniello, fuori inquadratura.

Davanti alla chiesa la costruzione bianca con l'insegna "Farmacia" visibile in un ingrandimento nei commenti.

Foto attribuita a: Richard Calvert Jones (1804-1877)
Data stimata: tra 1 Feb 1846 e 31 Mag 1846

1955  Napoli, piazza MunicipioFonte foto: Archivio fotografico PandolfiNel novembre 2009 fu necessario lo smontaggio del...
14/01/2025

1955 Napoli, piazza Municipio

Fonte foto: Archivio fotografico Pandolfi

Nel novembre 2009 fu necessario lo smontaggio della statua equestre di Vittorio Emanuele II per realizzazione della stazione Municipio. Dopo due anni nel fossato del Castel Nuovo fu attuato il suo rimontaggio in piazza Bovio nel 2011.

Il marchio Strega è oggi tra i più diffusi ed apprezzati nel mondo. L’azienda Alberti si è sempre distinta nella diffusione della "griffe" sia in grafica che negli audio-video degli spot nazionali. Nel film statunitense Kitty Foyle del 1940 lo Strega è argomento di discussione per i protagonisti.

Giuseppe Alberti intraprese nel 1860 la sua meravigliosa avventura. Oggi l’azienda è guidata dalla 6a generazione della famiglia Alberti ed è sempre attiva nella sede storica di fronte la stazione ferroviaria di Benevento.

Gino Di Vico scrive:
Il primo edificio per la produzione dello Strega (liquore è un sostantivo di genere maschile che viene nell’immaginario popolare nel caso dello Strega trasformato in femminile “la Strega” per una chiara assonanza e richiamo alla figura della strega di Benevento) è del 1862, in seguito abbattuto e ricostruito come nuovo edificio.

Nel 1868 venne costruita, di fronte al palazzo Strega, la stazione ferroviaria, bombardata nell’agosto del 1943; nel 1869 fu realizzato il viale Principe di Napoli che collega la stazione al Ponte Vanvitelli.
La zona è stata centro di commerci, la presenza della stazione facilitava l’insediamento di piccole e medie industrie, nel 1906 vengono fondate le “Fabbriche Riunite” famose per la produzione del torrone e la fabbrica “Serino”, distrutta dai bombardamenti del 1943, che produceva biscotti.

1960 Atrani, piazzettaPiazza Umberto I, la famosa piazzetta di Atrani è stata la location di base del film Ripley ambien...
14/01/2025

1960 Atrani, piazzetta

Piazza Umberto I, la famosa piazzetta di Atrani è stata la location di base del film Ripley ambientato nel 1960. In questa scena il protagonista Tom (Andrew Scott) è a colloquio con Carlo (Renato Solpietro) che ci ha omaggiato di un suo commento su "Antiche Immagini"

Renato Solpietro scrive: Per Ripley ho girato per lo piu' ad Atrani e a Capri per 3/4 giorni. Curiosita': nella scena dove bevo l'aperitivo a casa di Dickie (girata a Capri) abbiamo fatto 11 takes, ho bevuto 11 aperitivi (analcolici), e siccome non avevo mangiato nulla perche' era il mio primo giorno di riprese ed ero un po' nervoso, al decimo aperitivo m' stev' sentenn' male! 😅

La serie Ripley del 2024 in 8 puntate è stata curata dal regista e sceneggiatore Steven Zaillan (Oscar per Schindler's List nel 1993).

Renato Solpietro nasce a Napoli nel 1978. Dopo il diploma classico, si iscrive all'Università Federico II facoltà di Lettere con indirizzo Musica e Spettacolo laureandosi nell'estate del 2004. Nel mentre frequenta vari laboratori teatrali tra i quali uno diretto da Antonio Latella, presso il Teatro Nuovo. Al teatro in dialetto alterna serate di cabaret in vari locali e sale della città partenopea.

Subito dopo gli studi decide di trasferirsi a Roma e frequentare un corso di recitazione cinematografica. La Scuola di Cinema di Via Panisperna gli sembra un'occasione buona per iniziare e lo fa con un master diretto da Francesco Apolloni. Nei mesi e negli anni successivi studia con vari coach americani tra i quali Allan Miller e Bernard Hiller e frequenta un corso di perfezionamento presso l'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica Silvio D'Amico. In generale non ha mai smesso di studiare e perfezionarsi seguendo Coaches Inglesi e Americani.

Il suo iter artistico parte da Napoli dove esordisce con Un Posto al Sole e La Squadra (serie tv), per poi spostarsi a Roma con film indipendenti come Prigioniero di Un Segreto e G***a Fiction, ed in seguito continuare in Usa dove ha girato la serie Portlandia ed il film La Competizione con Thora Birch. Lo vedremo su Netflix in Ripley, per la regia di Steven Zaillian, dove veste i panni di Carlo, un camorrista amante ed esperto di arte. Ogni anno produce un variety show con molti artisti locali il cui incasso viene devoluto in beneficenza.

1959  Raito, chiesa di S. Maria delle GrazieIn questa scena del film "Cerasella" gli invitati al matrimonio assistono, d...
14/01/2025

1959 Raito, chiesa di S. Maria delle Grazie

In questa scena del film "Cerasella" gli invitati al matrimonio assistono, dal davanzale della scalinata, alla fuga della sposa verso il mare.

Dopo la fuga dalla chiesa, Cerasella tenta di nascondersi e finisce su una piccola imbarcazione, dove incontra il giovane Bruno (Mario Girotti, in arte Terence Hill).

Il film girato in gran parte a Vietri sul Mare, il debutto come attrice di Claudia Mori. Cerasella, una giovane frivola ragazza, è in procinto di sposare il timido Alfredo, ma fugge appena prima delle nozze, dalla chiesa di S. Maria delle Grazie a Raito.

Ispirato a una canzone di successo, Cerasella è un film girato a Vietri sul Mare nell'ottobre e novembre del 1959 per la regia di Raffaello Matarazzo.

1960  Napoli, Mina canta "Il cielo in una stanza"Quando sei qui con me...La scena del film Ripley, miniserie in 8 puntat...
13/01/2025

1960 Napoli, Mina canta "Il cielo in una stanza"

Quando sei qui con me...

La scena del film Ripley, miniserie in 8 puntate su Netflix, vede Mina cantare in un locale della città partenopea. Siamo nel 1960 a Napoli ma si tratta di una fiction, non di realtà.

L'attrice che interpreta Mina le somiglia vagamente anche se l'ambiente creato dagli scenografi è davvero coinvolgente. Non conosco la location e, per questo, chiedo l'aiuto di chi conosce questo posto.

E' molto probabile che non si tratta di un vero locale per bere ed ascoltare musica, ma solo di un androne suggestivo scelto dalla produzione del film. Sullo sfondo, la scalinata illuminata a giorno fa pensare ad un palazzo quadrangolare con il centro senza tetto.

1960  Atrani, salita per PontoneQuesta è una scena del film “Ripley”ambientata nel 1960. I due protagonisti si stanno re...
11/01/2025

1960 Atrani, salita per Pontone

Questa è una scena del film “Ripley”ambientata nel 1960. I due protagonisti si stanno recando a casa della loro amica che abita nella zona alta di Atrani. Per arrivare a destinazione percorrono la salita pedonale che da Atrani va a Pontone e che è riportata nelle mappe come sentiero CAI 351.

Gli scenografi non hanno faticato molto per rendere il contesto appartenente agli anni ‘60 perché, in questo caso, la scena è rimasta immutata nel tempo. Non si colgono elementi di modernità nel sentiero a monte della cittadina.

Nella foto, alle spalle dei protagonisti si intravede la Chiesa del Carmine di Atrani; questa fu fondata nel 1601 da Giambattista Vollaro e Scipione Cretella, divenendo anche la sede di una Congrega. La facciata è alquanto semplice a capanna con campanile di forma quadrata a due registri e in cima decori a gocce rovesciate.

1890  Capri, Hotel TiberioLa foto potrebbe essere di Giorgio Sommer che a fine XIX secolo ha prodotto varie serie di imm...
10/01/2025

1890 Capri, Hotel Tiberio

La foto potrebbe essere di Giorgio Sommer che a fine XIX secolo ha prodotto varie serie di immagini panoramiche in Campania. L'anno 1890 è approssimativo. Sarebbe auspicabile se qualche esperto potesse illuminarci.

Di sicuro la via con i due protagonisti è Via Padre Serafino Cimmino raggiungibile con una scalinata dalla sottostante via Roma, visibile anch'essa nella foto. Nei commenti l'immagine attuale di Street View.

A Capri l'imperatore Tiberio aveva ben 12 ville private, la più bella delle quali, Villa Jovis, è estesa su 7.000 metri quadrati. L'attuale Capri Tiberio Palace ricorda quello splendore.

Tiberio fu il secondo imperatore romano che scelse di soggiornare a Capri dove fece edificare ben 12 ville tra cui quella da lui preferita perché eretta su uno dei promontori più alti dell’isola a 334 metri sul livello del mare denominata Villa Jovis.

Della vita di Tiberio a Capri restano diverse testimonianze tra cui le più evidenti sono rappresentate dai ruderi ben visibili di tre delle sue grandiosi abitazioni: la succitata Villa Jovis, Villa Damecuta e Palazzo a Mare ed alcune tracce dell’epoca sono state rinvenute anche nella famosissima Grotta Azzurra che pare fosse collegata ad una delle tante ville dell’imperatore tramite un passaggio segreto e che lui la usasse come ninfeo marino e piscina privata.

1981 Telese, viale MinieriSiamo in piazza ferrovia a Telese e l’evento fotografato dall’architetto Carlo Gelormino è il ...
10/01/2025

1981 Telese, viale Minieri

Siamo in piazza ferrovia a Telese e l’evento fotografato dall’architetto Carlo Gelormino è il taglio dei platani del viale per poi sostituirli con delle nuove e giovani piante.

Le auto sono quasi tutte FIAT esclusa una NSU Prinz, sulla sinistra, a metà foto.

Il tema della cura degli alberi nel verde cittadino a Telese è, da sempre, argomento di discussione. Per un periodo storico la strada centrale di Telese ha avuto dei platani che costituivano una gradita galleria d'ombra per le stagioni estive.

I post illustrano il taglio dei platani e la successiva piantumazione dei liriodendron tulipifera nella primavera del 1981. L’autore della foto sottolinea che lo scatto proviene dal terrazzo della stazione ferroviaria, dove c’è il platano che è stato risparmiato e che è ancora vivente nel giardinetto ferroviario...sopravvissuto a tutto.

1953  AmalfiLa città di Amalfi è una delle perle della pen*sola italiana; è la più antica delle Repubbliche Marinare e c...
09/01/2025

1953 Amalfi

La città di Amalfi è una delle perle della pen*sola italiana; è la più antica delle Repubbliche Marinare e che dà il suo nome al tratto di costa che si estende da Vietri sul Mare fino a Positano. Dal 1997 Amalfi e l'intera Costiera Amalfitana sono inseriti tra i siti della Lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.

Una villa esisteva ad Amalfi già dal I secolo a.C. La città fu fondata nel V secolo da Romani in fuga dalle invasioni barbariche. Nel VI secolo, durante la Guerra gotica presentò già una simpatia per Bisanzio. Alla discesa di Alboino, in Italia, Amalfi fu trasformata in fortezza.

Negli anni 50 il cinema riscopre la Costa d’Amalfi: vari registi decidono di girare film tra Maiori, Amalfi, Atrani, il Fiordo di Furore; tra questi primeggia Rossellini, sostenuto dalle incantevoli esibizioni di Anna Magnani.

Nel 1955 il pisano Mirro Chiaverini e l’amalfitano Francesco Amodio idearono la “Regata delle Antiche Repubbliche Marinare d’Italia”, una manifestazione che si svolge ogni anno a turno nelle città di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia e che consiste nella sfilata dei cortei storici rievocanti eventi, personaggi e momenti delle quattro repubbliche del mare e in un palio remiero.

Scrive Phylos Scannapieco:
Il testo del post parla di vari registi che riscoprono la costiera negli anni '50. Ma Nel 1948 Rossellini gira il primo film in costiera "L'Amore". E prima ancora "Paisa" nel 1946, dove la parte del sciusca' con la famosa la battuta: "Tu ruorm e io m'arrobbe e scarpe..." la fa un bambino maiorese. Ho visto tutti i film girati nel mio paese, Maiori.

Foto di Lala Ausfberg

Anni '50  Solopaca, la Corriera per le TermePrimi anni 50, la corriera, in sosta nelle terme, che portava i bagnanti da ...
09/01/2025

Anni '50 Solopaca, la Corriera per le Terme

Primi anni 50, la corriera, in sosta nelle terme, che portava i bagnanti da Solopaca a Telese; il bambino in posa sono io. (Gaetano Lisella)

La corriera non era solo un mezzo di trasporto: rappresentava i nostri sogni e riusciva a volte a realizzarli quando ci portava lontano. La corriera era vita, benessere, allegria, quando arrivava con quel suono di clacson caratteristico. Il fascino delle corriere è ancora attuale con i BUS che ci portano in Italia e in Europa, nonostante le tante nuove modalità di trasporto rispetto a 80 anni fa. Negli anni '50 erano poche le ditte con una "flotta" di mezzi che riusciva ad accontentare tutte le esigenze dei viaggiatori, dalla gita in europa, alla navetta termale, alla tratta di linea che ti portava al mare per tutta l'estate. La ditta Lisella di Solopaca con gli scali a Minturno e Scauri riusciva a realizzare i desideri di chi viveva nell'entroterra e in zona montana. Per i solopachesi e per molti abitanti della valle telesina Minturno rappresentava la Rimini dietro l'angolo. (Giovanni Forgione)

In principio fu Ermes di Gino di Vico.

In principio fu Ermes: il messaggero degli dei, nella mitologia latina Ermes divenne Mercurio ma la sua funzione rimase sempre: correre.
Il termine Corriera deriva da correre che fosse a piedi, che fosse a cavallo, che fosse a motore: il mondo corre. Nei ricordi di ognuno di noi c’è o c’è stata: la corriera. Quando eravamo studenti o dopo da lavoratori, aspettavamo la corriera, spesso spasmodici, per raggiungere scuole, lavoro o solo per riportarci a casa.

Autisti spavaldi che prendevano le curve larghe per lasciar scivolare persone e cose mentre loro se la ridevano, controllori che ti mettevano l’ansia di non trovare più il biglietto o di non aver rinnovato l’abbonamento. Mezzi, spesso, sgangherati che arrancavano sulle salite, per niente confortevoli, affollati più del necessario ma insostituibili in tempi di miseria e povertà, che permettevano a tutti di spostarsi da ogni luogo anche il più remoto.

Nel “Giorno della civetta”, Leonardo Sciascia apre il suo romanzo con una bellissima descrizione di una normale giornata, destinata a diventare speciale, che inizia con la partenza di una corriera:
“L'autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell'alba, sfilacce di nebbia ai campanili della Matrice: solo il rombo dell'autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle, implorante ed ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l'autobus si mosse con un rumore di sfasciume. L'ultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza, colse l'uomo vestito di scuro che veniva correndo; il bigliettaio disse all'autista - un momento - e aprì lo sportello mentre l'autobus ancora si muoveva”…

“Il bigliettaio guardava il morto e poi i viaggiatori. C'erano anche donne sull'autobus, vecchie che ogni mattina portavano sacchi di tela bianca, pesantissimi, e ceste piene di uova; le loro vesti stingevano odore di trigonella, di stallatico, di legna bruciata; di solito imprecavano, ora stavano in silenzio, le facce come dissepolte da un silenzio di secoli. - Chi è? - domando il bigliettaio indicando il morto.”

Nel romanzo la corriera diviene autobus, bus è l’abbreviazione della parola latina omnibus, che vuol dire «per tutti» (da omnis, tutti), eppure i più pensano che sia una parola inglese, pure Mussolini che durante il regime pretese nel nome dell’Autarchia di abolire i termini stranieri a vantaggio di quelli più patriottici, fu ingannato tanto da sostituire il termine Bus con Torpedone. Gli stessi inglesi scrivono “bus” ma lo pronunciano “bas” come se fosse cosa loro!

In realtà “pùlman” (dal nome del progettista amer. G. M. Pullman (1831-1897) è un prodotto anglosassone ma per gli inglesi si tratta della carrozza ferroviaria mentre noi abbiamo esteso questo termine dalla comune corriera all’autobus più confortevole e in molti casi più lussuoso tanto da chiamarlo Pullman con due elle a ricordarne la ridondanza di forma e di capienza.

Corrièra s. f. [der. di corriere; nel sign. 2, der. di correre]. – 1. a. In passato, vettura a cavalli. Oggi, capace autoveicolo che fa servizio pubblico di trasporto per viaggiatori, corrispondenza, pacchi da un paese all’altro oppure dalla stazione ferroviaria al paese; è anche spesso sinon. di autocorriera. b. agg., ant. Nave c., barca c., usate per il trasporto di viaggiatori e merci.

L'autobus (spesso abbreviato solo in bus e noto anche come corriera) è un mezzo di trasporto pubblico e turistico, automotore e adattato per il trasporto-persone e ai loro rispettivi bagagli. Il termine venne creato per i primi modelli di autobus aperti. All'inizio del secolo scorso i torpedoni venivano costruiti montando su autotelai di autocarri delle carrozzerie aperte, simili per forma a quelle delle automobili di tipo torpedo, anche se notevolmente più grandi: da ciò il nome torpedone.

In Italia, nella seconda metà degli anni trenta, il termine torpedone venne altresì utilizzato obbligatoriamente per sostituire la parola pullman, durante il periodo dell'autarchia nel quale si decise l'abolizione delle terminologie di origine straniera, e tale uso si può incontrare anche in testi recenti. (Gino Di Vico)

Scrive Salvatore Frascadore: Inverno ventoso, partenza alle sette da piazza Vittoria, bus Lisella per Benevento, molti studenti. Da lontano, da corso Umberto, d'a chiazza a mmonte voci, urla, gesti "ashpettate, mo arrivo, nu poch'e pacienza, aggia venì a Benevento... Attesa che si fa alquanto lunga, si vede un signore che arranca per la discesa con una qualche difficoltà, poi dopo un bel poco appare nel vano della portiera accaldato e risponde a Peppino 'e Lisella un poco imbufalito per il ritardo: c'aggia fa, teng'a coschia 'e ligname, 'a mettev' nnanzi e 'o viento ma purtava arreto, chiedo shcusa a tutti quanti... Molti penseranno a mie fantasie senili ma non è così, 'ncoppa Crapiglia c'era veramente un signore con la gamba di legno, ed era pure allegro. Chiedo ai miei compaesani conferma delle mie note.

1904  Benevento, Port'Arsa Port’Arsa è l'unica porta superstite, oltre all'Arco di Traiano, della cinta muraria di Benev...
07/01/2025

1904 Benevento, Port'Arsa

Port’Arsa è l'unica porta superstite, oltre all'Arco di Traiano, della cinta muraria di Benevento. Delle vestigia longobarde della città rimangono oggi alcuni tratti consistenti: uno, che costeggia via Torre della Catena, delimita a sud il quartiere medievale del Triggio; un altro, del quale segue l'andamento il viale dei Rettori, costituisce la parte nord del perimetro del Piano di Corte.

Qualche studioso afferma che Port’Arsa potesse essere l’ingresso della via Appia Antica in città. Esistono però ancora dubbi perché, per altri, la via Romana da Ponte Leproso proseguiva verso il terrapieno del tempio della Madonna delle Grazie come indicato da tracce di pavimentazioni; da qui continuava nel senso del decumano, cioè quasi nel senso dell'odierno viale San Lorenzo e del successivo corso Garibaldi, per uscire dalla città ad oriente e proseguire alla volta di Aeclanum (presso l'attuale Mirabella Eclano), come testimoniano fra l'altro sei cippi miliari conservati nel museo del Sannio.

La via Appia era una strada romana che collegava Roma a Capua. Fu poi prolungata nei secoli successivi fino a Brundisium (Brindisi), porto tra i più importanti dell'Italia antica, da cui avevano origine le rotte commerciali per la Grecia e l'Oriente. Considerata dai Romani la regina viarum (regina delle strade), è universalmente ritenuta, in considerazione dell'epoca in cui fu realizzata (fine IV secolo a.C. - III sec. a.C.), una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico per l'enorme impatto economico, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana.

Indirizzo

Via Vomero
Telese
82037

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