26/01/2024
Il nostro venerdì dedicato alla cucina tipica ci porta alla scoperta di una prelibatezza tutta palermitana: la ravazzata!
All’apparenza sembra una semplice e soffice brioche, quella che i siciliani consumano da sempre a colazione, accanto alle cremosissime granite di mandorle, gelsi neri, pistacchi, o come ‘spuntino’ farcite col gelato. Ma addentandola si scopre che la ravazzata è una specialità del tutto diversa: un grosso fagotto tondo che racchiude un ripieno di ragù di carne e piselli, come il più famoso degli street food dell’isola, l’arancina. È una bontà che conquista al primo morso: la dolce e morbida pasta brioche, infatti, crea un contrasto davvero unico con la farcitura salata. E se già la versione al forno è piuttosto impegnativa, quella fritta – chiamata "rizzuola" – è un’autentica bomba calorica, un peccato di gola a cui cedere almeno una volta nella vita.
Curiosità: Il termine "ravazzata" in Sicilia non è utilizzato soltanto per la specialità palermitana; con la stessa parola, ad Alcamo, nel trapanese, si indica un dolcetto composto da un involucro di pastafrolla senza uova ripieno di ricotta e gocce di cioccolato. Non a caso, nel Dizionario Siciliano-Italiano pubblicato a Palermo nel 1840, “ravazzata” è tradotto semplicemente con “specie di torta” – senza alcun riferimento alla farcitura di carne e piselli –, mentre con il diminutivo “ravazzatina” si intende una “specie di pagnotta piena”.
Per gli abitanti di Palermo, ogni occasione è buona per gustarla, al bar ma anche a casa: le cene tra amici, le feste in famiglia e persino la prima colazione, come facevano contadini e braccianti che la mangiavano prima di cominciare le loro faticose giornate di lavoro.