Un tempo magazzino agricolo, oggi magazzino di idee
La storia di questo antico Casale risale al XVI secolo, quando le terre dell’Agro Pontino appartenevano allo Stato Pontificio e le pratiche agricole erano rese difficili dal paludismo e dalla malaria. Arrivò nella palude sotto diretta richiesta del Papa Pio VI e venne ricompensato dallo stesso con la concessione in proprietà del Casale e dei ter
reni compresi tra Sezze e Terracina a destra della Via Appia. Era il 1777 e da allora la storia della famiglia Rappini si intrecciò con la storia del Casale e di quel territorio. L’agricoltura e l’allevamento divennero possibili grazie alla bonifica, l’economia locale cambiò e con essa il Casale che lentamente si trasformò nel centro produttivo di un’enorme tenuta agricola. Nei secoli il Casale è stato ampliato e ridotto a seconda delle esigenze. All’inizio c’era una chiesetta e qualche stanza ad uso abitativo, poi ampi magazzini su più livelli. Successivamente venne fortificato e fu innalzata la torre d’avvistamento. Venne allora il tempo delle stalle e dei recinti, dell’aia e dei ricoveri…
Poi ancora la scuola, l’infermeria, il forno, lo spaccio… Avevano addirittura una moneta propria, la Paludella Pontificia. Insomma divenne un vero e proprio punto di riferimento per il territorio. Tale ispirazione non si è persa: ancora oggi il Casale è un luogo d’accoglienza e di scambio. Un tempo offriva alloggio ai contadini e ai pellegrini. Oggi offre alloggio a viaggiatori e artisti provenienti da tutto il mondo. Un tempo era un magazzino agricolo, oggi vuole diventare un ponte tra la memoria del passato e il futuro.