Il termine Wanderlust, in inglese e tedesco, indica il desiderio infinito di muoversi, di viaggiare.
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Una delle figure più venerate della mia infanzia è stata quella di Bruce Chatwin, viaggiatore ed esploratore appassionato e instancabile, che pensava alla vita come “un viaggio da fare a piedi”. Chatwin, viaggiatore “collezionista” di esperienze, compilava assiduamente taccuini di viaggio con d
isegni, fotografie e note sui pensieri, sui luoghi e le situazione che gli capitava di incontrare. Tanti di quei quaderni (di cui diceva: “Perdere il passaporto era l'ultima delle mie preoccupazioni, perdere un taccuino era una catastrofe”) sono sopravvissuti per raccontarci la parte più autentica delle sue esplorazioni del mondo. Compilare un diario di viaggio si presenta infatti come l'attività ideale nel percorso che accompagna le persone nella migrazione da turisti a viaggiatori. Un altro grande viaggiatore, Tiziano Terzani, affermava che questa trasformazione è possibile a patto di “darsi tempo, prepararsi alla scoperta, leggere qualcosa di
bello, ritrovare la poesia del viaggio”.
